Capitolo Nono
- Io voglio sapere - mormorò Draco con un filo di voce -
voglio sapere ogni cosa che potete dirmi. Per troppo tempo ho riso... ho riso
di cose che avrebbero dovuto solo farmi orrore. -
Tu mi hai cercato, ed io sono qui, pensava Gwillion. Non me ne vado, no non me
ne vado. Se lo facessi proverei solo disprezzo per me stessa.
- Disgusto? - ripeté mordendosi un labbro - E' questo che desideri che io
provi... ma io non provo nulla, sto solo cercando di... capire. E non volevo
parlare di indorare la pillola o similari... solo pensavo, forse c' è un' altra
soluzione... solo che noi non siamo in grado di vederla non so, forse è solo
che volevo crederlo... e sono qui, e ci rimango. -
- Draco, ti ho detto ciò che sapevo... ciò che credo. Ma
adesso dimmi tu ciò che pensi... -
Severus si voltò ad accarezzare Gwillion - Ne hai di coraggio! - disse.
- Forse non sono coraggiosa - mormorò Gwillion - forse
ancora non ho capito realmente di cosa stai parlando... perché c' è una
differenza tra sapere e vedere. Ma sono qui, e cercherò di rimanerci, con tutte
le mie forze. -
- Pensare, credere? - Draco scosse la testa - Al momento sono soprattutto
confuso e... Mio padre.. dannazione... mio padre quando l' ho visto era di
nuovo con quella... rovina famiglie.. e dovevo dirvelo ma poi... certo non
potevo andare a interromperlo una seconda volta, avrebbe capito che le mie
apparizioni erano un po' troppo regolari per essere casuali! -
- Tuo padre era con Welverance?! - esclamò Piton, e si voltò verso Gwillion - Dovremmo interromperli di nuovo? -
Mentre camminavano verso il castello Silvia raccontava:
- Allora ti sembrerà strano ma io non sono affatto una
strega... sono una semplice babbana. Io e le altre siamo arrivate al castello
non sappiamo bene come... vedi noi siamo delle fan dei libri di Harry Potter...
immagino tu lo conosca... e un pomeriggio ci siamo trovate a casa di una di noi
per conoscerci di persona e ci siamo trovate ad Hogwarts. Come ti ho detto
siamo in sei, e le altre si chiamano Welverance, Gwillion, Mariacarla,
Alostrael e Kikka. Non è che le conosca da molto comunque potrei dirti che
Welverance e Kikka sono molto dolci, Alostrael è simpaticissima e dinamica
mentre Mariacarla e Gwillion sono le intellettuali del gruppo... scrivono
divinamente... -
Strano, come le riusciva facile parlare con lui...
- Interessante! - disse il ragazzo biondo, afferrando la mano di Silvia, e ridendo - E sono tutte carine e allegre come te? Sono tutte al castello? E com'è questo vostro mondo? Sono così curioso... curioso di conoscere tutto di te... mi sembri un fiore così raro... -
- Se continui a farmi complimenti mi farai arrossire... - disse lei ridendo e guardandolo negli occhi - comunque sì, siamo tutte al castello, anche se a dire il vero non so precisamente dove... Il mondo babbano che dire... non credo che basterebbe una vita intera a descriverlo, è talmente diverso dal mondo magico... -
- Arrossire? Credo che saresti carina anche così! Sai... non
ho mai incontrato una persona come te. Sei solare, allegra... ricordi tanto una
persona che conoscevo... - e abbassò i suoi misteriosi e mutevoli occhi chiari
- Continua a parlare, non smettere... -
Sempre camminando lungo lo stretto tunnel, Silvia continuò a parlare di sé
stessa con il ragazzo, e quasi senza accorgersene si trovò a raccontargli tutto
della sua vita da babbana... la sua famiglia, l'università... e ad un tratto si
trovarono nella stanza delle ragazze.
Silvia invitò Rabyth ad entrare - Ti piace come siamo sistemate? E' bello qui
no? Comunque fino ad adesso ho parlato sempre io, adesso tocca a te raccontarmi
un po' di te... -
-Tocca a me? Ma la mia vita non è affascinante come la tua. Io sono solo
un'idealista, mi piace viaggiare... ho frequentato questa scuola, ma... c'è
ancora Gazza il custode? Ho avuto molti problemi con lui, per cui non ci tengo
assolutamente a farmi vedere da nessuno... credo che lui ritenterebbe di
farmela pagare! - il ragazzo sorrise - Non ho famiglia, solo un... un buon
amico. Sai com'è l'amicizia? Quando diventa tutto per te, è meravigliosa. E
adesso sembra proprio che io abbia anche te... è come se fossimo amici da
tempo. Sento che dobbiamo essere amici! -
- Sono d'accordo... anche per me l'amicizia è importantissima, e anch'io sono molto selettiva nello scegliere le amicizie... ho una sola ottima amica alla quale confido proprio tutto... sai in genere tendo a non fidarmi troppo del prossimo... ma con te è diverso, sento di potermi fidare di te... e credo anch'io che diventeremo ottimi amici! -
Il biondo ragazzo sorrise.
- Grazie! Sai... questa stanza è... fantastica! Non credo di aver mai dormito
in un posto tanto bello... ultimamente... - i suoi occhi si incupirono ancora
una volta - Ultimamente ho alloggiato in posti orribili, a causa dei miei...
viaggi. Ti va di mangiare qualcosa? Ho un po' di tutto in borsa... per i miei
viaggi... prendi, sono ottimi questi biscotti! -
Il ragazzo sorrise, tacendo il loro effetto sciogli lingua - Li trovo
deliziosi... li prepara la mia vicina di casa... buoni no? - Osservò la ragazza
che li sgranocchiava.
- Allora... non mi hai detto né come né perché una babbana è venuta ad
Hogwarts... come ci sei arrivata, e che c' entrano poi i libri di Potter che
hai nominato prima? E poi, sai che intorno a te c'è un'aura un po' strana?
Come... uno strano incantesimo... dimmi tutto, raccontami tutto, di te, del tuo
viaggio, delle tue amiche... - disse sorridendo e prendendole la mano.
E intanto ripensava ancora con grande perplessità alla donna che aveva visto
nella serra del suo Signore... la serra, il posto più segreto... che voleva da
Voldemort? E Voldemort da lei? Sospirò... e tornò a concentrarsi su Silvia.
- Io... come faccio a dirlo io? - Gwillion si morse un
labbro - Io non ho idea sino a dove potrebbe spingersi Lucius d' altronde...
Draco è venuto da te tutto eccitato all' idea del pugnale, e se Lucius ha un
pugnale vuol dire che è stato dal vostro signore, e tu da bravo... da bravo
mangiamorte dovresti essere estremamente interessato a ciò che può aver detto
il vostro signore... oppure... oppure potremmo far seguire il signor Malfoy da
qualcuno... qualche innocuo elfo domestico... e aspettare il momento più
opportuno. Ma perché chiedi a me in fondo? Queste cose dovresti saperle anche
meglio di me. -
- Eh, lo so... lo so! Ma, mia cara bambina, a volte sarebbe bello trovare
qualcuno che ti aiuti a non dover pensare sempre a tutto! E forse dovremmo
andare davvero da Lucius... -
- Se dobbiamo andare, andiamo. -
La giovane pittrice continuava a fissare per terra,
- Possiamo andare in biblioteca? -
- In biblioteca? non mi sembra un ambiente molto intimo.
Lucius sorrise, ma non si avvicinò alla ragazza per evitarne l'odore
coinvolgente.
- Senti ragazzina...
Dei passi! Si stavano avvicinando. Poteva anche immaginare di chi fossero... ma
questa volta Lucius non si fece cogliere impreparato. Prese la ragazza per un
braccio e la rispedì nella porta da cui era appena uscita. Poi ci si appostò
davanti aspettando i viandanti notturni. Fece in tempo a infilarsi il coltello
in tasca, prima dell'apparire di Piton, Gwillion e Draco.
- Buonasera... - Lucius non mascherò molto la sua scontentezza nel rivederli.
- Ah Piton, mi è stato chiesto di riferirti che "la sesta delle ragazze è
arrivata a destinazione, e il dono è stato gradito" immagino tu sappia
cosa significa... -
Piton impallidì a quelle parole, guardò la ragazza al suo fianco, ma non disse
nulla. Accelerò il passo e proseguì.
Lucius fissò Draco e strinse il coltello sotto il mantello. Qualcosa dentro di
lui gli suggerì di rimandare quella consegna. Guardò il figlio allontanarsi
senza dire una parola.
Quando i corridoi furono di nuovo liberi, si infilò furtivo nel bagno.
Welverance china sulla vasca circolare, pensava a quale fosse il suo aroma preferito.
- Hai scelto la fragranza, dolcezza?
Qualcosa nella ragazza era cambiato. Perché ora non mostrava più quel terrore
che l'aveva fatta invocare aiuto poco prima? Ora sembrava molto più disinvolta,
quasi da fargli paura...
L'aria satura di fragranze sottili e leggere, stupendamente
sposate tra di loro, era capace di stordire la più insensibile e scura persona.
La mente di Lucius Malfoy navigava in quest'aria, cercando di farsi spazio nel
ricordo di un senso del dovere.
La ragazza lo guardava. Lei era a disagio, ma non terrorizzata. Anche Lucius,
potente tra i mangiamorte e personalità rispettata tra i maghi, era a disagio.
Da dove poteva incominciare a interrogarla?
Non avrebbe dovuto spaventarla di più?
Cosa gli serviva sapere da lei?
Come avrebbe potuto essergli utile quella giovane?
Welverance... Sara...
Mac aveva chiesto a
Voldemort di ritirarsi nella camera che Andromaca Lestrange le aveva mostrato.
Aveva bisogno di riposare... erano ore ed ore che non chiudeva occhio. Aveva
più che mai bisogno di solitudine. Richiuse la porta della camera, e sospirò
fissando i bracieri che la illuminavano cupamente. Si immerse nella vasca
circolare, e rimase a riflettere su quanti cambiamenti... quante cose fossero
accadute. Prima di distendersi e dormire si fermò davanti ad un grande
specchio, ad osservarsi... nessun visibile cambiamento, eppure tutto era
diverso. Si lasciò andare sui morbidi cuscini... e si addormentò quasi subito,
sognando gli ultimi meravigliosi avvenimenti...
Nella camera
dove Mac dormiva non si sentiva un alito di vita... Ad un tratto però dal
corridoio esterno si sentì un leggero fruscio, che continuò anche
nell'anticamera...
Un serpente si aggirava per la stanza, esplorando... girò attorno alla grande
vasca circolare, avvolgendosi di tanto in tanto attorno a qualche braciere,
finché giunse nella stanza dove la ragazza dormiva profondamente...
"Chisssssssà chi è cossssssssstei" pensò il serpente, e salì
lentamente sul letto dell'inconsapevole Mac....
Mac stava
sognando... ed erano sogni assai piacevoli. Poi, nel sogno, sentì un sibilo...
- Chi sibila? - disse in un sussurro, nel sogno, ed anche nella realtà... ormai
prossima a svegliarsi.
- Sei tu, mio Signore? Sibili? Che bel sibilo... ma che strano... -
Fu allora che il sonno cedette il posto alla veglia, e Mac si tirò su, con un
movimento repentino.
Sentì un rumore, come se qualcosa fosse caduto dal letto.
"Strano... mi pareva ci fosse qualcuno in giro, devo aver sognato..."
Si avvolse nelle lenzuola, e si affacciò a guardare per terra...
Nagini era stata
scaraventata giù dal letto, e a primo acchito era rimasta
esterrefatta..."come osssssssssssa cosssssssssssstei" ed era quasi
propensa a mordere la malcapitata, quando riconobbe nella sconosciuta la
ragazza che era col Signore Oscuro nella serra...
Se il Signore Oscuro l'aveva ritenuta degna di fiducia, chi era lei per
contraddirlo? Decise quindi , un po' timidamente, di uscire dal suo
nascondiglio per vedere meglio la giovane...
Mac si era
affacciata dal letto... e percorreva con lo sguardo il pavimento buio. Poi una
sagoma si mosse... scivolando...
- Chi è?- chiese Mac, ingoiando a vuoto.
Nessuna risposta...
"Che sia una trappola? Che Voldemort abbia deciso di... liberarsi di
me?"
Poi un guizzo verde... ed un enorme serpente saettò sul letto. Fissandola con
occhi ipnotici e con la lingua biforcuta in vista.
- Nagini! - esclamò Mac... e tirò un sospiro di sollievo.
Afferrò il serpente (che era davvero mostruosamente cresciuto!) e lo tirò al
centro del grande letto.
- Che ci fai tu qui? - chiese, sapendo di non poter capire la risposta.
- Tanto meglio, comunque... dovevo svegliarmi, deve essere giorno, e poi
iniziavo a soffrire un po’ di solitudine.-
Accarezzò il serpente, chiedendosi se gradisse, e se ai rettili facesse piacere
ricevere attenzioni, come avveniva con animali di altro genere.
- Forse dovrei farmi un bagno, e rivestirmi... - constatò Mac, e così fece,
sotto gli occhi attenti del serpente, e continuando a chiacchierare... sempre a
senso unico, dato che non avrebbe potuto intendere le risposte del rettile.
Indossò l'abito verde che le aveva dato Voldemort e sorrise al serpente - Siamo
dello stesso colore, adesso! - ridacchiò e si sedette ad un tavolino coperto di
trucchi, profumi, spazzole e cose di ogni genere.
- Vieni qui! Non restare sul letto... fammi compagnia... - sospirò.
- Credi che dovrei truccarmi? - E si truccò, dopo aver acconciato i capelli in
maniera soddisfacente.
- Non pensi che così stia bene? - osservò il rettile, ed inarcò un sopracciglio
- O no? O forse a te non interessa affatto? Uhm... -
Tornò a fissare l'immagine nello specchio e si strizzò l'occhio.
Nagini era stata
trasportata da Mac sul grande letto... inoltre lei aveva anche cominciato ad
accarezzarla..."ma cossssssssssa crede quessssssssta ragazza? Che io
ssssssssssia un cane o un gatto?" Ma in realtà il suo disappunto derivava
più dal fatto che non fosse troppo abituata alle coccole...Voldemort la
custodiva bene, ma non era certo il tipo propenso a smancerie....
Trovava anche molto gradevole il profumo diverso della mano della ragazza,
tipicamente femminile. Si abbandonò quindi alle carezze di Mac, e decise che la
ragazza dopotutto non era male…
Restò a guardarla mentre si lavava, si vestiva e si pettinava, approvandone
l’aspetto ed il risultato... la ragazza era davvero carina, d'altronde il
Signore aveva sempre avuto ottimi gusti, bisognava ammetterlo.
L'unica cosa che le dispiaceva era non poter comunicare con la ragazza, ma
chissà forse se ne avesse parlato al Signore avrebbero potuto trovare un modo
per superare l'ostacolo... sssssssssssssssssì, la ragazza le piaceva proprio...
Severus osservò Lucius... li guardava quasi con... con
rabbia. Ma dov'era la ragazza? Possibile che l'avesse lasciata andare? Ma no,
no... non era possibile...
Ascoltò le parole che Lucius gli rivolse, ed impallidì. Fece finta di nulla...
se non c'era Welverance... non poteva far molto.
Proseguì, seguito da Gwillion e Draco... a passo sempre più veloce. E, dopo
diversi minuti di silenzio, indicò un'aula vuota, e li fece entrare.
Allontanò un paio di fantasmi che restavano in giro a far nulla, e poi fissò la
ragazza e lo studente, scotendo la testa.
- Welverance... non era con lui. Ma è strano... forse, collabora con lui... -
sospirò - Draco, tu la hai vista... ed era con Lucius. E se due più due fa
quattro... Non la abbiamo sentita gridare... né invocare aiuto. Potrebbe essersi
nascosta di sua volontà. Forse si è fatta raggirare dal mio vecchio amico... -
sospirò ancora e si sedette su una cattedra - E se è così... dobbiamo stare
attenti, ancora più attenti. -
Fissò la lavagna coperta di simboli complicati per qualche minuto - E poi...
avete sentito le parole di Lucius? Ha detto... "la sesta delle ragazze è
arrivata a destinazione, e il dono è stato gradito" - guardò Gwillion -
Conoscendo la complessità e l'artificiosità di certi modi di dire di
Voldemort... forse la tua amica a quest'ora sta gridando sotto tortura.
Potrebbe aver gradito il dono... nel senso che si sta divertendo con ogni sorta
di crudele abietta tortura... poveretta... - scosse ancora la testa - Ed era
affidata alle mie cure... che debba essere un altro peso sulle mie spalle? -
poi tornò a fissare Gwillion -Ma se...
nel caso quasi impossibile in cui queste parole non avessero un doppio senso...
come? Cosa... è quasi assurdo. Vorrei poter essere lì... poter vedere... con i
miei occhi. Ricordi, Gwillion, quando parlammo? Forse dovrei raggiungere il mio
Maestro davvero... fingere di andare a riferire ciò che accade... indagare.
Avete commenti? E, dopo... è tutta la notte che siamo svegli. Forse dovreste
recuperare almeno un paio d'ore di sonno. Draco, tu puoi andare nella camera
con le ragazze, usa il letto di quella poveretta di Mac: è meglio che tu non te
ne vada a zonzo da solo... e dobbiamo tutti riflettere, prima di agire. -
Draco si allontanò quasi senza dire una parola, perso tra i
suoi pensieri.
- Se devi andare, vai. - mormorò Gwillion poggiando la sua mano su quella dell'
altro - E a pensarci bene, in fin dei conti, non è che nessuna di noi possa
confermare a Voldemort il tuo tradimento. Tutto quello che i libri della
Rowling possono dirci, in fin dei conti, è che Silente, Potter e la loro
combriccola ti credono dalla loro parte, e nient' altro. Che poi noi si sia
fermamente convinte di questa versione dei fatti, è tutta un' altra faccenda. -
La giovane si sedette su uno dei banchi, e rimase a fissare l' altro:
- Sola senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un amore
ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla tua porta
... tu lo seguisti senza una ragione
come un ragazzo segue un aquilone
c' era la luna e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c' era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose le sue mani sui tuoi fianchi
furono baci e furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle
dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent' anni ancora alla tua porta
... e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno come le roooose. -
Gwillion sospirò:
- Per entrambi c' è un fiume, o fiamma o quello che sia. Io temo più il tuo che
il mio. E aspetterò il tuo ritorno. -
Draco aprì lentamente la porta della camera. La stanza
diversamente da quel che si era aspettato non era vuota. E una delle ragazze
era intenta in una fitta conversazione con uno sconosciuto.
- Scusate, io... -
Il ragazzo si fermò, incerto se levarsi di torno o assumere risolutamente il
proprio ruolo di guardiano.
Il giovane biondo dagli occhi mutevoli si paralizzò per un attimo.
- Chi sei? - chiese con tono brusco al
nuovo arrivato, ma subito si corresse - Oh... scusa, ciao! Non ti
preoccupare...-
Si domandò chi fosse... era uno studente, di certo. Poteva avere a che fare con
le ragazze? Si... certo... se era in quella stanza... allora avrebbe dovuto
indagare...
- Ciao Draco - disse Silvia, un po' scocciata per quella
improvvisa interruzione - Lui è Rabyth, un amico che ho incontrato ad
Hogsmeade... posso chiederci cosa ci fai qui, e dove sono le altre? -.
Nonostante l'irritazione Silvia sentì una specie di sollievo... non sapeva
perché ma c'era qualcosa che la rendeva inquieta.
"Draco?" si chiama Draco... pensò Barthy… non era un nome sconosciuto... e anche il
suo volto...
Una parte dei suoi ricordi non era perfetta... non tutto era riuscito a salvare
Voldemort, l'Oscuro Signore... possibile che lo conoscesse? Poi un lampo di
memoria, uno sprazzo di ricordo... era Draco Malfoy? Figlio di Lucius? Di quel
verme di Lucius... e aveva avuto a che fare con lui prima che... rivide i
Dissennatori ed Azkaban ed abbassò gli occhi;
i suoi occhi chiari che mutavano espressione così velocemente...
- Sei anche tu un amico di Silvia e delle sue amiche? Tra poco le conoscerò
tutte, non è vero?- sorrise, deliziato, alla ragazza.
- Un amico... si in un certo senso. - il ragazzo scosse la testa - A detta del mio capo casa avrei dovuto esserne il guardiano, ma i risultati in questo senso non posso dire che siano ottimi. - poi dopo un attimo d' esitazione tese la mano all' altro - Draco Malfoy, quinto serpeverde. -
Il giovane uomo strinse la mano di Draco - Piacere di conoscerti! Siediti con noi a chiacchierare... - e gli porse la ciotola con i biscotti scioglilingua - Il guardiano? Perché mai guardiano? -
- E' una lunga storia - mormorò Draco masticando il biscotto
- dato che a quanto pare è stato un mio incantesimo andato a male a far
apparire queste ragazze al castello, Piton mi aveva incaricato di badare a
loro. Ma i risultati parlano da soli: una delle ragazze è stata ferita da
quello che taluni definiscono il più innocuo degli insegnanti di Difesa dalle
arti oscure che abbiamo avuto in questi anni, un' altra sta combinando chissà
che cosa con il mio adorato paparino, una terza si è attaccata al professore di
pozioni e sembra che nessuno solvente possa spiccicarla di lì e poi c' è Mac
che... -
Draco si fermò perplesso. Ma che stava dicendo? Perché sentiva il bisogno di
raccontare tutte queste cose a uno sconosciuto. Poi guardò il biscotto che
aveva ancora per metà in mano, e il suo sguardo si fece cupo.
- Scusate - disse - ma temo di non sentirmi bene. -
E fingere un malore era una cosa che il ragazzo sapeva fare, si era esercitato
parecchio in quegli anni, poteva essere sempre utile, quando si trattava di
addolcire un adulto. Senza aspettare oltre Draco corse in bagno, a vomitare.
Piton sorrise.
- Ancora una volta riesci a stupirmi. Sono le parole di una canzone? Sono
belle. Ma io non vorrei mai restare a bussare per cento anni alla tua porta non
accettando la tua morte: semplicemente vieterei alla morte di toccarti. O anche
fiume o fiamma temerei più la tua, ma non ti lascerei sola. Anche se... adesso,
molto presto, dovrò lasciarti sola... e non so per quanto. Vorrei che sapessi
che se ti lascio qui, una parte di me, resta con te. Presto sarò dal Maestro...
- Piton sospirò.
- Se una parte di te resterà con me - mormorò Gwillion - allora vuol dire che
il tuo Maestro non potrà toccarla. -
E si avvicinò all' altro. Depose sulla sua bocca, quella bocca così bella, pur
col la sua piega amara, un bacio a fior di labbra. Un bacio da bambina, quale
lei era.
Severus restò fermo, per qualche
istante. Senza rendersi bene conto di cosa fosse successo. Era un attimo di
pace... poi carezzò i capelli di Gwillion.
- Non è un bacio d'addio, allora- disse -Ma solo un anticipo... perché quando
sarò tornato, ti chiederò un bacio diverso. - E depose un piccolo bacio, quasi
di sfuggita, sulle labbra della ragazza.
Gwillion non disse nulla, ma si avvicinò all' altro, e lo strinse con tutte le sue forze.
Severus Piton era rimasto zitto ed immobile, nella stretta
di Gwillion.
- Devo avvertire Silente che sto andando via... - disse infine - ed affiderò te
e Draco a lui... -
- Oh, Nagini... ho
davvero... fame! Devono essere due giorni che non tocco cibo, tra fughe,
sorprese e passioni travolgenti!- Mac strizzò un occhio al serpente. Quel
rettile era assolutamente... affascinante! Così imponente, e poi con
quell'espressione pericolosamente intelligente.
- E tu non hai fame? Ma poi... cosa mangi tu? Cose... vive? -
Mac si girò verso il letto, e spalancò la bocca. C'era un grande vassoio pieno
di delizie.
- E questo come è apparso qui? Che sia magica la stanza?! -
Nagini si erse facendo dondolare la testa in segno di assenso.
Mac si sedette sul bordo del letto, e osservò il contenuto del vassoio...
- Vieni qui, Nagini... ti piace la torta alla panna? Facciamo colazione
insieme! - e sorrise al serpente.
Nagini strisciò contenta vicino a Mac... non sapeva come avesse fatto ad indovinarlo, ma la torta alla panna era uno dei suoi dolci preferiti. Si lasciò imboccare contenta, quesssssssssssta sì che era vita!!!!
Infine, dopo aver
fatto conoscenza con Nagini, e dopo aver apprezzato la sua compagnia, Mac
decise che ne aveva abbastanza di torta e di tutte le delizie che erano sul
vassoio comparso magicamente per la sua colazione.
Allora attraversò la stanza, inquieta, e si domandò se dovesse attendere in
eterno tra quelle mura. Perché di certo il Signore Oscuro aveva molti
affanni... e lei non era niente.
Passeggiò sino al grande specchio che mandava singolari bagliori, come se fosse
fatto d'acqua, e poggiò la testa sulla superficie liscia e fredda, chiuse gli
occhi e recitò i versi di una delle poesie che amava, versi di Pessoa:
...e sorridesti perché per te tutto è falso, salvo la tenebra e il silenzio,
e il grande Spazio Misterioso al di la di essi... Vieni, Notte silenziosa ed
estatica,
avvolgi nel tuo mantello leggero
il mio cuore... Serenamente, come una brezza nella sera lenta,
tranquillamente, come un gesto materno che rassicura,
con le stelle che brillano (o Travestita dell'Oltre!),
polvere di oro sui tuoi capelli neri,
e la luna calante, maschera misteriosa sul tuo volto.
Tutti i suoni suonano in un altro modo quando tu giungi
Quando tu entri ogni voce si abbassa
Nessuno ti vede entrare
Nessuno si accorge di quando sei entrata,
se non all'improvviso, nel vedere che tutto si raccoglie,
che tutto perde i contorni e i colori,
e che nel cielo alto, ancora chiaramente azzurro e bianco all'orizzonte,
già falce nitida, o circolo giallastro, o mero diffuso biancore, la luna
comincia il suo giorno.
...e sospirò.
Barthy...Rabyth ascoltava Draco con espressione rapace.
Quando il ragazzo si alzò... dicendo di non stare bene, Rabyth avvertì una nota
sbagliata nelle sue parole, nella sua espressione. Una finzione quasi
perfetta... quasi. Dunque il ragazzo aveva avvertito qualcosa di strano? Se era
così... forse valeva più di Lucius.
Adesso per quanto ne sapeva, c'erano sei ragazze. Ed era stato Draco a farle
apparire al castello... una era ferita, una era con... Lucius! Un'altra con
Piton. Silvia era con lui... ne mancavano due. Una, Mac, ed un'altra di cui non
sapeva nulla. Tra quelle due doveva contarsi la persona che aveva visto con
Voldemort... Aveva ottenuto già un carico numeroso di informazioni, altre ne
avrebbe avute. E poi sarebbe andato a riferire tutto a Voldemort.
Intanto osservava la ragazza che era con lui, Silvia. Sembrava si fidasse
ciecamente... Barthy trasalì... fidarsi totalmente! Sapeva cosa significava! E
si sentiva quasi in colpa per quanto stava facendo alla ragazza... ma no, no...
Voldemort era la persona più importante! E poi, forse... poteva trovare un modo
per non lasciare quella ragazza senza darle un contentino. Ripensò con rabbia
alla donna vista nella serra... e abbracciò Silvia, sorridendo.
-Ti piacciono questi biscotti? Perché non andiamo a passeggiare nel bosco?-
forse era meglio stare lontano da Draco.
- Volentieri - disse Silvia, prendendo un'altro biscotto - una passeggiata è
proprio quel che ci vuole... però invece del bosco posso suggerire il lago? Ho
sempre desiderato vederlo... - e prese Rabyth per mano e lo condusse fuori.
- Il lago... che idea meravigliosa! A quest'ora deve essere inondato dalla luce del sole... un'ottima cornice per te! -
E Rabyth seguì Silvia sino al grande lago... e durante il tragitto non fece altro che parlare a ruota libera di quanto fosse bello quel posto, e di lei...
Silvia e Rabyth stavano passeggiando mano nella mano sulle
rive del lago. Stava così bene con lui... riusciva a farla sentire unica ed
importante.... una sensazione che non sentiva più da tanto tempo...
Eppure sapeva così poco di lui... anzi non sapeva proprio niente... decise di
affrontare l'argomento
- Finora abbiamo parlato soltanto di me... perché non mi parli di quell'amico di cui accennavi prima e della vita qui ad Hogwarts? Dev'essere meraviglioso frequentare una scuola di magia... - e sorrise al giovane.
Silvia e lo sconosciuto se ne erano andati. Draco non sapeva
se provare sollievo o terrore all' idea. Quei biscotti... quei biscotti... non
gli restava che correre da Piton, per l' ennesima volta in due giorni. E si
precipitò nel suo studio, solo per trovarlo ancora più appiccicato del solito
alla ragazza babbana. E questa era la cosa più disgustosa che avesse visto quel
giorno... dopo la scena in camera di suo padre, che ovviamente era centomila
volte peggio. I professori non dovrebbero avere una vita sentimentale, o almeno
questa era l' errata opinione diffusa tra tutti gli alunni di tutte le scuole
di questo mondo.
- Biscotti scioglilingua! - gridò il ragazzo - C' è un intruso a scuola che
distribuisce biscotti scioglilingua! Ed è una delle ragazze ad averlo portato
qui! -
Severus Piton non sapeva più se gridare, ridere, piangere o...
uccidere qualcuno. Ascoltò quella nuova dichiarazione di Draco con un
bruttissimo presentimento, ma consapevole anche che... chiunque fosse lo
sconosciuto (chiunque tra i Mangiamorte) sarebbe stato più saggio correre a
sentire Voldemort, che non indagare perdendo tempo.
Fu così che disse a Gwillion e Draco di restare insieme, e di correre da
Silente. E lui abbandonò subito il perimetro del castello per potersi
smaterializzare... e arrivare dal suo antico maestro.
Un attimo prima di trasportarsi, Piton chiuse gli occhi, pregando, e quando li
riaprì...
Severus conosceva bene, molto bene la sala di pietra rossa dai pesanti archi
ribassati, e dalle fiamme nere.
Intravide appena la figura assisa sul trono, e si chinò a toccare terra con la
fronte, stringendo i denti.
- Mio Signore... - disse piano - reco interessanti notizie... -
- Ti ascolto,
Severus, ti ascolto. Ma prima... - l' uomo fece un cenno ad una figura nera
seminascosta nella penombra di una porta - Chiama colei che ti ho affidato
Andromaca. -
Voldemort si fermò a guardare il suo infido servitore, e sorrise:
- Alzati, Severus. -
E' inutile che tu t' inchini, se il tuo cuore non s' inchina con te.
- E raccontami ogni cosa. Sono ansioso di ascoltarti. -
Severus Piton alzò
la testa, senza alzare lo sguardo.
- Maestro, è successo qualcosa di imponderabile: sei ragazze venute da un mondo
lontano, e capaci di interferire con la nostra magia sono giunte ad Hogwarts.
Io stesso ho cercato di ispirare fiducia ad una di loro... per carpire
informazioni... -
Mac era ancora assorta nei suoi pensieri, quando Andromaca Lestrange fece il
suo ingresso nella camera.
- Il Signore ti attende... - disse.
E Mac la seguì nella sala rossa...
- Speravo - mormorò
Voldemort - che tu mi dicessi qualcosa di più di quanto già non sapessi. In fin
dei conti la tua mente speculativa può scoprire certo di più di quanto non mi
abbia già riferito il nostro Lucius. E... - il mago si interruppe, e sorrise -
tuttavia debbo esserti grato comunque, Severus, per avere portato sino a me la
mia Dama Verde. -
E Mac, era apparsa, splendida e luminosa, sulla soglia della sala.
Piton inarcò un
sopracciglio - ...Cosa? -
Aveva detto a Voldemort esattamente ciò che era certo che il mago avesse già
scoperto. Era un rischio... ma non poteva fare altrimenti... nel caso, avrebbe
inventato qualche dettaglio. Ma il Signore Oscuro lo aveva interrotto...
"Dama Verde?" si chiese... e restò in attesa di altre parole di
Voldemort.
Mac entrò nella
sala. Voldemort era seduto sul trono, e lei non si curò di vedere altro...
Avanzò, lentamente, e poi si fermò a pochi metri dal trono.
- Mi hai fatto chiamare, Signore? - sorrise - Iniziavo a sentire la tua
mancanza... -
Piton trasalì.
- Mariacarla?! - disse, ma più che una parola, ne uscì un suono strozzato... la
ragazza era lì, in carne ed ossa... e a meno che non fosse un trucco... era
sana.
Fu allora che lei lo sentì e si voltò - Severus? - disse, e tornò a guardare
Voldemort, chiedendosi perché il Signore Oscuro avesse convocato il servo
traditore.
Voldemort si alzò, e
prese le mani della fanciulla tra le sue: - Mi sei mancata, mia diletta, mi è
mancato il suono della tua voce, e il tuo sangue, le tue labbra... -
Era la verità, ma c' era anche il sottile piacere di osservare l' espressione
del suo antico allievo, mentre pronunciava quelle parole.
- Meraviglioso! Sì, meraviglioso... - disse Rabyth - La mia giovinezza in questa scuola è stata il periodo più felice: lontano da casa... dove non avrei fatto altro che litigare con mio padre... - si incupì - Ma poi... ho conosciuto dei ragazzi, tutti molto in gamba, e loro mi hanno presentato il mio... amico! E' stato come un padre per me... e mi ha insegnato tutto... tutto il possibile. Se tu solo lo conoscessi, sapresti che è il migliore... la persona più giusta che possa camminare su questa terra... - i suoi occhi erano estatici.
- Dev' essere davvero una persona stupenda se ne parli così... perché sei una persona meravigliosa anche tu... mi piacerebbe conoscerlo... - e si specchiò in quegli occhi chiari.
"Questa poi..." Rabyth si illuminò ancora di più.
- Sì, sì... forse, presto, te lo farò conoscere! Vedrai... non potrai fare a
meno di amarlo, e di vedere con i suoi occhi! Sai che... sei davvero
bellissima, adesso?-
Rabyth passò un dito sulla labbra della ragazza - Davvero bellissima... ed i
tuoi occhi così profondi... -
Le carezzò i capelli ricci...
Silvia sorrise estasiata... era troppo bello per essere
vero... anche lei gli mise le mani nei capelli e dopo un momento che parve
durare un eternità appoggiò le labbra su quelle di Rabyth... era come perdere
la sensazione delle ossa, le gambe le tremavano e la testa le girava come se
fosse ubriaca...
Rabyth reagì in maniera del tutto
inaspettata... lui non era abituato a ricevere certe... certe attenzioni...
Si scostò rapidamente, fissando la ragazza con occhi incerti.
Poi vide un lampo di risentimento nei suoi occhi, e sorrise. Sorrise e si
avvicinò di nuovo, questa volta sapeva cosa doveva fare, e fu lui a baciarla.
Silvia rispose istintivamente a quel bacio... aveva perso la coscienza di ogni cosa e di ogni dove... sapeva solo che avrebbe seguito Rabyth in capo al mondo.
Barthy-Rabyth sorrise, estasiato.
- Allora andiamo dal mio amico... andiamoci subito!-
Era gioioso come il sole... - Così potrai dirgli tutto! Ogni cosa... e vedrai,
saprà ricompensarti. Potrei pensare io a te... mi sarai affidata! - ormai
Crouch jr straparlava.
Strinse la ragazza e le chiuse gli occhi con una mano.
Quando la lasciò andare, erano in un corridoio buio e silenzioso.
- Ci vuole un po' per raggiungere il mio ami... il mio Signore che ora sarà
anche tuo! - disse e si chinò ad aprire la sua borsa, estraendo il mantello
nero ed il pugnale.
- Dunque, Severus, - fece l' Oscuro voltandosi verso il mago - c' è altro che devi dirmi? -
Severus non sapeva
cosa dire... rimase solo a bocca aperta.
Ma, dopo qualche attimo, riprese il controllo... non potendo fare altro, e
riservandosi ogni possibile speculazione per il futuro. Decise di giocare la
carta dello stupore...
- Ma mio Signore... - disse - Lei è, è una di quelle ragazze. Una babbana! E
per giunta usa l'antimagia... dovresti... diffidare... - disse abbassando il
tono, e scoccando una rapida occhiata di fuoco alla donna.
Mac sorrise a Voldemort... ma non riuscì a fare a meno di sussurrargli, molto
rapidamente: - Non credere di potermi usare come un oggetto per mettere alla
prova il tuo servo! -
- Se le mie parole
fossero state menzognere - mormorò Voldemort - potrei comprendere il tuo
rimprovero, ma tu non sei un oggetto per me, e lo sappiamo entrambi. Ciò che
pensano gli altri ha davvero tanta importanza per te? -
Poi si voltò verso il mago vestito di nero:
- Mi dici cose che già so, Severus, è una babbana, e possiede l' antimagia, e
c' è molto altro in lei che la rende preziosa. Ma sei stato tu a permetterle di
giungere sin qui, non dimenticarlo. -
Mac scosse la testa, non le importava
affatto di quello che potessero pensare gli altri, chiunque altro... ma...
Sospirò, e tornò a sorridere. Curiosa di vedere dove andasse a finire quella
strana situazione.
Piton deglutì - Certo, Signore... - non poteva dirgli di essere stato proprio
lui a tentare di fermare la ragazza... non poteva certo dire di aver cercato di
impedire a qualcuno di schierarsi con il suo Maestro...
- Certo... è solo che allora non sapevo cosa potesse rappresentare
l'antimagia... e lei è solo una ragazzina... -
In quel momento Barthy Crouch entrò nella sala rossa... e si prosternò al suo
signore - Mio Sire! - disse - Ti ho portato una di quelle infide ragazze... ma
questa è diversa! E' disposta ad ascoltare la tua parola! -
Severus si morse la lingua per non gridare: Silvia! E... Crouch???
Mac sussurrò un'altra frase all'orecchio dell'Oscuro: - Se avessi saputo che
davi una festa... mi sarei vestita meglio... - e inarcò un sopracciglio - ...ti
diverti vero? -
- Mi diverto, certo
- sussurrò Voldemort - eppure ammetto che questa entrata non era prevista. -
Poi l' uomo venne avanti, tornando a raggiungere il centro della sala:
- Desideri rimanere, Severus? O preferisci andare? E la prossima volta che
verrai... potresti portare con te la ragazza con cui dicevi di essere entrato
in confidenza.
E tu, mio fedele servitore, - aggiunse rivolto a Crouch - mio fedele ed
entusiasta servitore, presentami almeno alla giovane che hai portato con te. -
Piton deglutì...
voleva restare, voleva andare... ma una cosa era certa: non avrebbe condotto
mai Gwillion da Voldemort! L'avrebbe difesa ad ogni costo...
- Mio Signore - disse inchinandosi ancora - Vado a curare i tuoi affari ad Hogwarts,
non è bene che io mi assenti troppo a lungo... -
E sparì...
Mac scosse la testa, e fissò lo sguardo su Silvia... chissà cosa pensava... e
perché si era fatta trascinare alla torre da Crouch? L'aveva costretta? No...
no...Voldemort aveva comandato al ragazzo di sedurre se necessario...
Barthy sorrise, un sorriso folle: -Lei è... si chiama Silvia... ed ha detto di
voler udire le tue parole! -
"Ma non è possibile!" pensò Mac... e cercò prima lo sguardo, ancora
una volta, della ragazza, e poi quello di Voldemort.
- Chi sei tu - mormorò Silvia con occhi terrorizzati guardando Rabyth... era pallida come un cencio... Poi la sua mente fece due più due... Rabyth... ma certo Barthy Crouch... come aveva potuto essere così idiota... e guardò il Signore Oscuro senza essere capace di proferire parola...
- Silvia, Silvia...
ti senti bene? -
Era tremendamente stupido da dire, era chiaro che la ragazza NON si sentiva
bene, e Voldemort in fin dei conti era abituato a fare quell' impressione alla
gente.
- Credo che tu sia stato un po' troppo precipitoso nel portare qui la tua
amica, Barthy. -
Mormorò poi.
- E, mia Dama Verde, forse dovresti pensare tu a confortare questa sventurata.
Sei l' unico volto familiare che abbia qui dentro, credo. -
Mac assentì e si
avvicinò a Silvia.
- Stai bene? - chiese, poi abbassò la voce - Come sei finita qui? Perché? Ma...
non preoccuparti... non c'è pericolo... nessun pericolo... spero. -
Silvia si riprese,
conscia che per affrontare la situazione al meglio doveva usare tutta la sua
abilità.
Si rivolse quindi a Voldemort - Le chiedo scusa se sono stata scortese, solo
che trovarmi qui al suo cospetto è stata una tale sorpresa... quando Barthy ha
accennato ad un amico non avrei mai pensato che si potesse riferire a Lei... -
- Al mio cospetto ci
sono state persone che hanno avuto reazioni anche peggiori, Silvia. Ma questo
vuol dire che rimpiangi di trovarti qui? -
- No, non credo... anche se credo di aver bisogno di un po' di tempo per rendermi conto a pieno della situazione... - e lanciò a Mac una muta richiesta di soccorso
Mac colse lo sguardo
di Silvia, e fissò Barthy Crouch.
Era chiaro... qualunque cosa la ragazza dicesse... non voleva essere lì... e
Voldemort doveva essersene accorto, sì lo sapeva di certo. E stava
divertendosi...
Nelle mani di Barthy... che era chiaramente un pazzo furioso... rischiava
grosso. Se solo Piton non fosse andato via, se solo... se l'avesse riportata ad
Hogwarts. Dovevano trovare il modo di rimettere Silvia sotto la protezione di
Piton, di Silente, delle altre.
Intanto Barthy gongolava... certo che solo l'emozione stesse giocando un brutto
tiro alla ragazza.
Mac prese coraggio - Questa ragazza è stanca, ed è stordita. E'una grande
emozione per lei essere qui... al cospetto del Signore Oscuro. Forse, Signore,
dovresti... darle tempo. E ad Hogwarts potrebbe... esserti utile... - sapeva
che Voldemort avrebbe inteso il senso del discorso, che aveva capito cosa
passasse nella sua mente... nella loro mente. E come le aveva detto una
volta... come Dio doveva essere inflessibile, ma un Dio poteva ascoltare le
suppliche pietose dei suoi discepoli... e fingendo pietà verso Silvia, fingendo
di credere che fosse fedele, poteva renderle la vita. Perché... fintanto che
fossero rimasti nella Torre, la vita di tutti loro era nelle mani di Lui.
Mac si allontanò da Barthy e Silvia, e tornò verso Voldemort.
- Non si è offerta, ma è stata solo ingannata. Che farai adesso? - sussurrò.
Barthy, intanto, fissava con folle amore ora Silvia, ora Voldemort.
Piton era tornato ad Hogwarts. E raggiunse la camera dove
Draco e Gwillion attendevano. Entrò, pallido.
- Crouch... è vivo. Una è salva, inspiegabilmente. Un'altra, Silvia... è nei
guai... siamo davvero in guai più seri del previsto... -
- Crouch... vivo! - strillò Draco - Allora era lui il tizio
biondo con Silvia! Benissimo proprio a lui sono andato a raccontare... - e con
una smorfia sintetizzò il breve racconto che l' altro era riuscito ad
estorcergli - d' altronde avrei potuto anche dir di peggio... e questa volta il
caro Barthy jr non si sarebbe limitato a trasformarmi in un furetto, temo. -
- Crouch vivo - ripetè Gwillion lentamente - mi piacerebbe sapere come. E Mac è
salva... sembra essere salva... almeno questo... Sai cosa pensavo, Severus?
Forse dovremmo tornare nella torre Grifondoro, e convincere Potter a
consegnarci quella sua deliziosa mappa. Con tutta la gente estranea che gira
per il castello potrebbe essere di vitale importanza... e poi, poi Crouch sa
già di quel curioso pezzo di pergamena e potrebbe considerarlo un pericolo per
sé... se intende tornare... e questa potrebbe essere un' ulteriore
complicazione. -
Piton sospirò... e ispirava quasi pietà. - Certo, la mappa ci serve... e sul come e sul perché Barthy possa essere vivo... conoscendo Voldemort ci sono almeno un centinaio di possibilità... Quello che mi chiedo - e scrutò Gwillion con una certa severità - E' come tu abbia potuto conoscere ragazze tanto stupide... una si è fatta portate da Crouch nella tana di Voldemort! Ma dico! Un'altra... peggio ancora...è con Lucius. Una con Black... puah! E non dimentichiamo la "Dama Verde"... Tu, Gwillion, spero che tu sia più saggia... In ogni caso... è ora di prendere la mappa che ci serve. E a quest'ora gli studenti non sono più nei dormitori, credo che potremmo andare subito... -
- Io più saggia? - ripetè Gwillion fissando l' altro - Forse
lo sono, ma qualcuno potrebbe dire non di molto. E se ormai è giorno, qui
dentro avevo perso la cognizione del tempo, oltre alla mappa c' è qualcosa che
dovremmo tirar fuori... un lupo mannaro da uno stanzino. D' altronde se certi
tuoi vecchi compagni di scuola non ispirano la tua simpatia, devi convenire che
tu e Draco da soli non siete abbastanza per tenere sotto controllo noi...
cinque? quattro? Ma forse è meglio pensare prima alla mappa... e mentre ti
aspettavo... mi sono spremuta le meningi per ricordarmi quale fosse la sua
parola d' ordine. -
- Mappa, quale mappa? - borbottò Draco – Beh, se dovete andare alla torre
Grifondoro io credo che farò a meno di venire. -
Non disse il motivo. Solo il ragazzo ricordava sin troppo bene in che
circostanze avesse per l' ultima volta rivolto la parola a Potter e ai suoi
compagni, lì sul diretto per Hogwarts, ed il ricordo si era fatto estremamente
spiacevole.
- Allora, Draco... potresti tu andare ad aprire quel famoso
stanzino... mentre io e Gwillion andremo a prendere la mappa -
disse Piton.
Guardò la ragazza - Più saggia non di molto? Forse... non potrei darti torto.
Mi dispiace, sento di averti messa nei guai...
- Tu, nei guai? - Gwillion sorrise - I guai che mi puoi procurare tu mi
attirano, forse anche troppo. E sono agli altri guai invece che adesso dobbiamo
pensare, purtroppo. -
- Sì, purtroppo...- sospirò Piton - Quindi, muoviamoci, e raggiungiamo il dormitorio dei Grifondoro... prendiamo la mappa e... speriamo di non trovare altre terribili sorprese, giacché non mi stupirei... di vedere presto il castello invaso dai Mangiamorte... - Severus sorrise - Il che, a dire il vero, è forse già successo! -
- Mi chiedi un'
altra vita... - mormorò Voldemort - ma sei sicura che la soluzione da te
progettata sia la migliore? Non posso lasciare andare la ragazza, non del
tutto, e rimandarla ad Hogwarts significherebbe rimetterla nelle mani del mio
servo. Qui invece... non intendo uccidere nessuna di voi, mia diletta. Tu sei
speciale per ciò che abbiamo condiviso, ma il dono che voi tutte avete, anche
quello è prezioso. Ma lascerò che sia la tua amica a scegliere. In un senso o
nell' altro. -
Voldemort si voltò fissando lo sconfinato amore che ardeva negli occhi di
Crouch:
- Dobbiamo scoprire tutto il possibile sull' antimagia. se dipende dalla mente
di queste giovani, o non è una semplice questione di composizione della
materia, se è un potere che si trasmette geneticamente o se anche loro sei rimanendo
nel nostro mondo non finiranno col perderlo. Sarà una ricerca difficile e
Piton... - Piton non intende certo fornirmi i risultati dei suoi esperimenti,
se anche intende compierne, ma questo non poteva dirlo, perché per il suo
troppo zelante servo sarebbe stato un implicito invito ad andare a tagliare la
gola del traditore, e ciò non rientrava nei progetti dell' oscuro signore. - E
Piton non potrà fare tutto da solo. Sarà bene che anche qui alla torre noi
avviamo la medesima ricerca e senza indugi. Perciò voglio che tu torni ad
Hogwarts, e veda di procurarti gli abiti che le ragazza avevano al loro arrivo.
E Silvia, Silvia sarà bene che venga con te. In fondo se le sparizioni si
moltiplicassero il caro Silente potrebbe iniziare ad insospettirsi, e noi questo
non lo vogliamo.
Sarà bene che venga con te, a meno che non sia lei a manifestare il preciso
desiderio di restare. In tal caso non potrei mai scacciarla. Prima però,
Barthemius, raccontami tutto quello che hai scoperto. -
Voldemort scoccò un vago sorriso in direzione di Mac. Quella del Dio pietoso
decisamente era una maschera che mancava alla sua collezione, ma se anche
quella poteva servire ai suoi scopi...
Il mago tornò a pensare in quel momento a ciò che aveva detto Severus... ho
guadagnato la confidenza di una delle ragazze... di una, perché di una? Certo
Severus non offriva più informazioni gratuite al suo antico maestro, eppure
talvolta poteva farlo senza volerlo. Non aveva senso guadagnarsi la confidenza
di una sola delle ragazze, a meno che quella famosa confidenza non nascondesse
qualcos' altro... un legame più profondo che gli occhi maligni di Malfoy
avrebbero potuto intuire, e che Severus invece desiderava celare ad ogni costo.
Voldemort fissò ancora Mac e il suo sorriso si fece quasi crudele.
Barthy sorrise a
Voldemort - Ho dato dei biscotti imbevuti di pozione scioglilingua al ragazzo
che Piton aveva posto come custode alle ragazze, il suo nome è Draco, ed è
figlio di Lucius. E lui mi ha fornito le necessarie informazioni su queste ragazze...
a suo dire... una sembra essere ferita in infermeria, ad Hogwarts. Un'altra
subisce... attenzioni da... Lucius. Un'altra ha stabilito uno strano legame con
Piton. Oltre Silvia ne rimangono due... di una non so nulla. Dell'altra...
credo tu sappia a sufficienza... - e scoccò un'occhiata velenosa a Mac, che
ricambiò girandosi e facendo una smorfia al muro... onde evitare di farsi
vedere... ma la smorfia era tutta per Crouch.
Poi Barthy si voltò, adorante, verso Silvia: - Farai come dice il maestro, verrai
con me ad Hogwarts? -
Mac,udendo quelle parole, tornò a guardare la ragazza..."Vai ad
Hogwarts!" pensò intensamente... "Lì c'è Piton... c'è Silente...
troverai un modo!"
Poi Mac si voltò a guardare Voldemort, ed il sorriso crudele dell'uomo.
Ricambiò quel sorriso da prima con un'alzata di sopracciglio, e poi sorridendo
a sua volta, ma era un sorriso diverso...
Sapeva chi fosse il Signore Oscuro: lo aveva sempre saputo, ma era stravagante
vederlo giocare con le vite altrui, come un burattinaio... e maneggiava vite
come lei avrebbe potuto maneggiare fogli di carta. Tuttavia... sospirò, perché
l'amore era misterioso, e tutto questo non faceva altro che accrescere il suo
fascino. Eppure... il sorriso di lei prese una sfumatura di furbizia
impertinente... se la vita era gioco... in ogni gioco rispettabile c'erano più
giocatori.
- Draco... Draco...
mi chiedo perché questo ragazzo spunti sempre fuori... - mormorò Voldemort, e
iniziava a pensare che forse avrebbe dovuto conoscere di persona il figlio di
Malfoy - Bene, Barthy, a quanto pare oltre che delle ragazze dovrai prestare
una certa attenzione anche a questo giovane promettente, che presto dovrebbe
unirsi a noi. -
Voldemort si voltò ancora verso la Dama Verde, ed il suo sorriso era dolce,
quasi candido.
Presto rimarremo soli, mia diletta, presto.