SELINUNTE

 

Gli storici antichi sono concordi nel dire che essa fu fondata da coloni megaresi cento anni dopo la fondazione di Megara Iblea sulla costa orientale della Sicilia: però Tucidite ci dice che Megara fu fondata nel 729/8 a.C. e conseguentemente selinunte nel 629/8, Diodoro anticipa queste date rispettivamente al 751/0 e 651/0. 

La fondazione di selinunte ebbe origine verosimilmente dalle difficoltà incontrate dai Megaresi ad opera degli abitanti di Lentini e dei Siculi nel loro movimento di espansione verso nord: chiesto alla madrepatria un capo, Pammilo, i Megaresi si spinsero verso l'occidente della Sicilia, sulla costa meridionale e qui, nella località sopra descritta, fondarono Selinunte.

Data la vicinanza col territorio fenicio-punico dominato da Cartagine, Selinunte costituì la punta avanzata dell'elemento greco, ed esattamente dorico, verso l'occidente della Sicilia che, com'è noto, non fu mai greca: per questo motivo principalmente ed anche per la vastità e la potenza della città, Selinunte esercita un ruolo di primo piano, si direbbe proprio di protagonista, nella Storia della Sicilia antica, e particolarmente di quella occidentale, a partire dal VI sec. a.C.: si pensi inoltre al fatto, per avere un quadro completo della situazione, che la Sicilia occidentale, oltre che dall'elemento fenicio-punico, era in parte abitata dagli Elimi, da questa popolazione ancora ignota, ma comunque di provenienza orientale, sempre alleata dei Punici e che aveva come centri principali Segesta, Erice ed Entella: con Segesta infatti per questioni di territorio, venne più spesso in conflitto Selinunte. Non si creda però che tra Cartagine, e per essa quella parte della Sicilia posta sotto il dominio, e Selinunte, ci fosse sempre uno stato di guerra, tutt'altro: dopo un certo periodo di lotta con Segesta che aveva come alleata Erice e Mothia, avvenuto intorno al 580 a.C. dovette succedere un lungo periodo di pace, almeno fino al 480, il che permise ai Selinuntini, tra l'altro di costruire quei templi colossali per i quali Selinunte doveva apparire la più grandiosa città della Sicilia ellenistica. Sappiamo del resto da Diodoro che i Selinuntini furono gli unici alleati di Cartagine durante quella prima invasione dell'isola che venne stroncata nella tremenda battaglia del 480 presso Imera: Selinunte ospitò in seguito Giscone, figlio di Amilcare morto ad Imera, che a sua volta morì in esilio a Selinunte stessa. Forse anche per questo, perchè si illudevano nella riconoscenza dei Cartaginesi, ancora alla vigilia della distruzione della città avvenuta, com'è noto, ad opera dei Cartaginesi stessi nel 409 a.C. i cittadini di Selinunte erano convinti che la loro città non sarebbe stata toccata; invece successe esattamente il contrario: narrano Diodoro e Senofonte che dopo una memoranda, eroica difesa la città venne espugnata, saccheggiata e distrutta con selvaggia ferocia. Perirono in quella tremenda lotta più di 16.000 Selinuntini mentre 5.000 furono fatti prigionieri: si salvarono infatti soltanto quei cittadini che erano partiti da Selinunte prima dell'inizio dell'assedio.

Un'ambasciata fu mandata dai Selinuntini ad Annibale perchè lasciasse liberi i prigionieri ed integri i luoghi sacri e i templi degli dei: questi accettò il riscatto, ma abbattè le fortificazioni e distrusse e depredò i templi.

L'anno 409 può essere considerato come la fine della potenza selinuntina: dopo questa data infatti Selinunte non si riprese più malgrado il generoso tentativo del siracusano Ermocrate che negli anni 408 e 407 restaurò le mura con l'intento di mettere sù la città. Nel 392 in seguito ad un nuovo trattato, Selinunte rientra sotto il dominio cartaginese sotto il quale resta, sia pure con alterne vicende, fino alla metà del III sec. a.C. quando fu distrutta dai cartaginesi stessi per non farla cadere in mano ai romani, fino a quando cioè tuto il territorio viene conquistato dai romani. Non si hanno tracce e notizie, almeno fino ad ora, di vita in epoca romana; qualche comunità cristiana vi abitò in mezzo alle rovine in epoca bizantina, inoltre durante l'occupazione araba vi si stabilirono tribù di Arabi le cui sepolture sono disseminate tra gli strati superficiali dell'acropoli. Nel Medioevo si era perduto anche il nome, la località veniva denominata Rahl' al'Asnam, cioè Casale degli Idoli. La sua identificazione con l'antica Selinunte si deve a Tommaso Fazello, intorno alla metà del '500. 

AREA ARCHEOLOGICA DI SELINUNTE

 

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