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L’omino errante

Con questo titolo affettuoso e suggestivo usato per il nome della stazione , si intende descrivere una rappresentazione magico-religiosa ,unica in tutto il Barigadu, lasciateci dai nostri antenati vissuti qui migliaia di anni fa. Si tratta di una figura umana maschile, nuda, forse un sacerdote , graffita in una roccia ,per questo appunto si chiama petroglifo;ha le braccia alzate verso il cielo, in atto di preghiera, e da questo si è guadagnato l’appellativo di “Omino orante”.Questo presenta la testa molto piccola e l’organo sessuale molto pronunciato, come usavano rappresentare le genti del IV-III millennio a.C. nella quale età si colloca il nostro “orante”.

Queste figure sono molto diffuse nelle grotticelle funebri artificiali e nei ripari sotto roccia. Sono molto più numerosi i cosiddetti “capovolti”, cioè con la testa in giù e piedi, braccia e organo sessuale verso l’alto, rispetto a quelli più rari di “Oranti”.

Questo “Omino orante” è visitabile a Pranu Lisa, a poche centinaia di metri dal  nuraghe Sa Pala” e sa Cresia. Non molto lontano dal nuraghe si trova un singolare monumento: si tratta di un serpente inciso profondamente in una roccia posta a strapiombo sul ciglio del pianoro di Pranu Lisa. Oltre al serpente,a circa 1metro e 50cm da questultimo, esattamentesulla sommità del roccione, vi è la vaschetta di culto sca vata nella trachite. Il serpente ha la bocca spalancata ed è in atteggiamento di aggredire, muovendosi sinuosamente, da sinistra verso destra. I numerosi studiosi e archeologi che l’hanno visitato, concordano nel ritenere che si tratti di un altare-luogo alto, originariamente di Eshmun, divinità fenicio- punica e dio della medicina, poi indentificato e chiamato Esculapio dai Romani, divinità con le stesse prerogative.