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Progetto: Giornale d'Istituto "Dalla carta stampata al giornale on line"
Corso teorico-pratico di giornalismo

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LE DONNE AFGHANE
 

Hanno gli occhi invisibili. Nascosti dietro la grata del burqa , l'abito che le copre dalla testa ai piedi, i loro occhi non possono esprimere rabbia né dolcezza, paura né speranza. Eppure il velo non è la peggiore delle restrizioni che queste donne hanno dovuto subire: perché nel corso degli ultimi cinque anni, da quando il loro Paese fu sottomesso alla dittatura dei taliban, gli integralisti islamici che hanno preso il potere nel 1996, i divieti per loro sono stati sempre più rigidi. Ancora oggi, nonostante la cacciata dei taliban, è forte l'eco del terrore disseminato e nonostante il desiderio di affrancarsi le donne non hanno ritrovato ancora la loro dignità. Una donna può uscire da sola solo se è accompagnata da un parente; non può lavorare fuori casa; non può farsi visitare né curare da un medico maschio; non può studiare né andare a scuola; non può ridere, parlare ad alta voce, truccarsi…Che cosa può fare? Sottostare ai voleri del marito e badare ai figli. Le donne da sole non possono fuggire, quindi rimangono chiuse in casa con la paura che cresce e con le difficoltà a procurarsi da mangiare. Chi ha potuto è fuggita dall'Afghanistan perché nei campi profughi, perlomeno, è possibile studiare e dare una possibilità alle proprie figlie.

Molte donne si organizzano in scuole clandestine affinchè l'amore per la cultura e la ricerca del sapere non tramonti del tutto.
Non è stato sempre cosi', perché le restrizioni non sono imposte dalla religione, bensì solo dalla legge dei taliban. Cosa succederà adesso? Tutti ce lo chiediamo e speriamo. Speriamo nella loro liberazione, per i loro occhi troppo a lungo mascherati, per le loro persone, mortificate dal peso delle privazioni, per la loro tenacia a credere in un futuro migliore, per sé e per i loro figli.
Tra le tante speranze affidare al futuro ancora incerto, sebbene gli eventi fanno sperare che il peggio sia passato, c'è anche quella che il velo possa essere sollevato. Per scoprire i sorrisi di chi, da anni, non ha più un volto.

Maria Castoro
Sara Di Palo