La comunità cristiana non può non radunarsi nel giorno del Signore per celebrare la cena del Signore.

Come dichiarano solennemente i 49 martiri di Abitène:

"Sine dominico non possumus"(senza la domenica non possiamo vivere). Per questo il raccogliersi insieme, ogni domenica, nel nome del Signore, per essere nutriti alla mensa della Parola e del Pane della vita, è obbedire al volere che Cristo ha manifestato alla vigilia della sua Passione. Non ci si può dire cristiani e disattendere il comando di Gesù: "Fate questo in memoria di me".

Infatti il cuore della domenica è la celebrazione eucaristica, perché essa è il centro di tutta la vita cristiana per la Chiesa universale, per quella locale e per i singoli fedeli, in quanto in essa si ha il culmine dell'azione con cui Dio santifica il mondo in Cristo, e del culto che gli uomini rendono al Padre adorandolo per mezzo di Cristo Figlio di Dio (Principi e norme per l'uso del Messale Romano, 1).

Tutti gli altri sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato hanno uno stretto rapporto con la celebrazione dell'Eucaristia e sono ad essa ordinati. Nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e pane vivo che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà vita agli uomini (Rito della Comunione fuori della Messa e culto eucaristico, 1).

Tra le numerose attività che una parrocchia svolge, scrive il Papa, nessuna è tanto vitale e formativa quanto la celebra­zione dell'Eucaristia nel giorno del Signore. Per questo essa dev'essere accuratamente preparata e massimamente curata in tutti gli aspetti, da parte del presidente, dei ministri, dei cantori, per ciò che riguarda i testi, i canti, gli spazi... L'Eucaristia è anzitutto l'assemblea del popolo di Dio che si raduna attorno a Cristo, il quale si rende presente:

· nell'assemblea stessa che celebra, prega e canta

· nel ministro (sacerdote) che la presiede in nome di Cristo

· nella Parola che viene proclamata

· sacramentalmente, nel pane e nel vino santificati dallo Spirito e condivisi tra i fedeli.

La comunità, radunandosi nella celebrazione Eucaristica, prende in tal modo coscienza della pro­pria identità di popolo di Dio radunato nel vincolo d'amore della Trinità, in comunione con tutta la Chiesa pellegrina e celeste, sacramento di salvezza, segno e strumento dell'intima unione a cui Dio chiama tutta l'umanità, si edifica e si manifesta al mondo.

La Messa domenicale, allora, deve manifestare questa unità e questa apertura:

· nell'amabilità dell'accoglienza reciproca, che fa riconoscere in ogni persona un fratello;

· nella capacità di farsi carico, nella preghiera universale, dei bisogni, delle sofferenze e delle speranze di tutti gli uomini;

· non moltiplicando le celebrazioni senza vero bisogno, proprio per non frammentare l'assemblea

· evitando, per quanto è possibile, di domenica, le Messe per gruppi particolari che isolano dalla comunità, e privano la comunità stessa della presenza e dell'apporto di gruppi e persone particolarmente significativi e preziose; E con il far partecipare gli ammalati e gli anziani all'assemblea, portando loro la Parola di Dio e la Comunione e insieme la preghiera della comunità (preziosa è in tal senso la collaborazione dei ministri straordinari dell'Eucaristia), e qualche volta portando questi alla Messa;

· nella generosità della carità che si apre concretamente a tutti, presenti e assenti, soprattutto poveri e infermi;

· nella varietà e molteplicità dei ministeri.

In verità, non si può fare memoria di Gesù nell'azione litur­gica senza fare memoria del suo gesto di amore totale nel vissuto quotidiano. È questo che rende davvero obbedienti i discepoli al loro Maestro e Signore. Mai, infatti, si può pensare che i discepoli di Cristo seguano una strada che non sia quella del Signore morto e risorto. Ne è prova evi­dente il martirio che accompagna, fino ai nostri giorni, la storia della Chiesa. Le reliquie dei martiri, poste fin dall'antichità sotto l'altare dove si celebra il memoriale della "vittima immolata per la nostra riconciliazione", sono un costante richiamo alla memoria esistenziale del comando di Gesù. Solo la forza dell'Eucaristia ha permesso e permette ancora a innumerevoli uomini e donne di testimoniare con la vita la straordinaria novità della Pasqua del Signore.

La cena del Signore

L'assemblea radunata fa memoria del Signore risorto celebrando la cena del Signore.

È una cena dov'è presente il Signore, Cristo crocifisso e risorto: è Lui che invita ed accoglie, presiede, parla attraverso le Scritture, prega assieme ai fedeli, serve il suo popolo attraverso i ministeri, si dona in cibo e bevanda, per unirci a sé e a tutti coloro che mangiano dello stesso pane, per farci partecipi della liberazione, della remissione dei peccati, dell'alleanza nuova ed eterna compiuti nella sua Pasqua.

L'Eucaristia è una cena che comporta una duplice mensa

:

la mensa della Parola e la mensa del Pane, come a Troade in At 20,7-11, come a Emmaus in Lc 24,27-32.

Due mense così strettamente congiunte da formare un unico atto di culto: ciò che nella liturgia della Parola viene rievocato, diventa motivo e oggetto del rendimento di grazie nella liturgia eucaristica. Ciò che nella liturgia della Parola viene annunziato trova compimento nella liturgia eucaristica, come sottolinea il canto di Comunione indicato dal Messale, che quasi sempre riprende l'idea o addirittura le parole centrali della lettura evangelica. Non è possibile mangiare il corpo di Cristo se prima non ci siamo nutriti della sua Parola.

Da qui deriva il dovere e la necessità della partecipazione di tutti i battezzati. Come non si va ad un'assemblea per vedere quello che succede, e non si va ad una cena per vedere gli altri mangiare, così non si va all'assemblea eucaristica semplicemente per assistere.

La partecipazione alla Messa dev'essere consapevole, attiva e piena, esterna ed interna, ardente di fede, speranza e carità (Principi e norme per l'uso del Messale Romano, 3).

Il culto del mistero eucaristico

Il mistero eucaristico non si esaurisce nella celebrazione. "Non perché è stato istituito da Cristo nostro Signore come nutrimento dobbiamo adorarlo di meno" (Concilio Tridentino, DS 1643).

Conoscere la grandezza dell'Eucaristia custodita giorno e notte nelle nostre chiese è appello ai credenti a ritornare davanti al Mistero anche fuori della Messa, per prolungare quegli atteggiamenti oranti che animano la celebrazione eucaristica. La preghiera silenziosa di ringraziamento e di supplica dilata la fede, aiutando a vivere nella speranza e nella carità. L'esposizione del SS. Sacramento, le ore di adorazione, le processioni eucaristiche, in modo speciale nella solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo, i Congressi Eucaristici concentrano la nostra attenzione su Colui che è il Pane della vita, la vita stessa; ricordano e testimoniano a tutti che non di solo pane vive l'uomo. La dimensione contemplativa che, sull'esempio della Vergine dell'ascolto silenzioso e fecondo, coglie nell'Eucaristia la presenza del Vivente, aiuta a trasfigurare le morti che segnano la città terrena, in impegno per la vita e in speranza di risurrezione.

La presenza eucaristica è un dono completamente aperto, senza restrizioni di orizzonte.

Tuttavia la presenza eucaristica rimane un dono essen­zialmente destinato alla celebrazione del sacrificio eucaristico e al pasto di comunione, soprattutto per il Viatico e la Comunione agli infermi. Non può mai essere considerata né venerata al di fuori di qualsiasi relazione con la celebrazione. Deriva dalla celebrazione e prepara alla celebrazione e alla Comunione.

L'esposizione e le processioni devono portare a riconoscere la presenza di Cristo e a intensificare gli atteggia­menti dell'Eucaristia. L'adorazione deriva dalla celebrazione e serve a tener viva la memoria, a prolungare la comunione con Cristo, ad approfondire l'alleanza, a trasformare la vita in rendimento di grazie, a tradurre nelle opere i significati dell'Eucaristia ricevuta, a far desiderare l'incontro e la piena comunione con Dio e con i fratelli.

2 - la santa messa

3 - la presenza reale 4 - l'uomo di Dio 5 - la festa del Corpus Domini

6 - Spiegazione tematica dell'Eucaristia

Preparazione e celebrazione delle feste pasquali