Nella
ricerca spasmodica di materiale, i soldati di Alessandro furono attirati
dalle rovine dell'antica Tiro che da oltre due secoli giacevano
desolate. Le pietre che avevano formato i palazzi, le strade, le mura, i
resti del legname pregiato... perfino la polvere dell'antica città,
tutto fu raschiato e gettato nel mare per costruire la diga.
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La profezia contro Tiro si avvera alla lettera L'anno successivo a questa profezia, nel 585 a.C., il re di Babilonia, Nabucodonosor, pose l'assedio a Tiro e la distrusse completamente, ma nei tredici anni successivi non riuscì a far cadere l'isola di Tiro, sede dei grandi magazzini e dei cantieri navali che resisteva validamente all'urto dei babilonesi, che non disponevano di mezzi navali adeguati. Finalmente fu stipulato un patto con il quale i difensori dell'isola riconoscevano la sovranità babilonese. Nei 240 anni successivi la nuova città sull'isola rifiorì mentre sulla costa le antiche rovine mostravano la loro desolazione, fino al tempo della conquista greca. Alessandro Magno, dopo aver sconfitto l'ultimo re persiano Dario III Codomano, si volse contro la nuova Tiro che rifiutava di sottomettersi. Fu allora che la seconda parte della profezia ebbe il suo compimento. Alessandro non volle perdere tempo in un lungo ed estenuante assedio e, senza indugio, fece costruire una diga lunga 600 metri e larga 60 per unire il continente all'isola, sede della nuova città. Nella ricerca spasmodica di materiale, i soldati di Alessandro furono attirati dalle rovine dell'antica Tiro che da oltre due secoli giacevano desolate. Le pietre che avevano formato i palazzi, le strade, le mura, i resti del legname pregiato che avevano ornato le sontuose dimore dei ricchi commercianti, perfino la polvere dell'antica città, tutto fu raschiato e gettato nel mare per costruire la diga. Dopo sette mesi, la nuova Tiro, attacca ta dal mare e dalla terra, cadde nelle mani dei greci che uccisero molti dei suoi 40.000 abitanti, deportandone i superstiti.La diga fatta costruire dal giovane conquistatore, allargatasi per i depositi di sabbia, si trasformò in una penisola sulla punta della quale ora sorge la cittadina di Sour, di circa 8.000 abitanti, ma dell'antica città non rimase nulla ed è per questo che oggi gli archeologi non sono in grado di fissarne l'esatta ubicazione.
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