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Le ossa del pigmeo attuale o dell'aborigeno australiano paragonate a quelle di un giocatore di pallacanestro alto più di due metri mostrano una grande differenza e, se poste nell'ordine giusto, potrebbero servire per dimostrare o l'evoluzione o la degenerazione per coloro che non sapessero che queste persone sono vissute tutte nella stessa epoca e con le stesse capacità mentali

La progressiva evoluzione della capacità cranica dai primi ominidi all' uomo attuale, secondo la teoria evoluzionistica.

Difficoltà d'interpretazione dei fossili umani

Gli esempi dell'Uomo di Piltdown e del Nebraska servono a metterci in guardia contro la grande eventualità di errori nell'interpretazione delle prove fornite dai fossili, allorquando si ha un'idea preconcetta con la quale si vuol far calzare tutto. La grandezza della scatola cranica e la grandezza e la forma delle altre ossa vengono usate per determinare il grado di evoluzione. Ma va ricordato che anche fra le persone viventi oggi esiste una grande differenza. Le ossa del pigmeo attuale o dell'aborigeno australiano paragonate a quelle di un giocatore di pallacanestro alto più di due metri mostrano una grande differenza e, se poste nell'ordine giusto, potrebbero servire per dimostrare o l'evoluzione o la degenerazione per coloro che non sapessero che queste persone sono vissute tutte nella stessa epoca e con le stesse capacità mentali. C'è da ricordare infatti che il volume del cervello non è in rapporto con l'intelligenza: vi sono notevoli differenze fra le razze attualmente viventi per quanto riguarda quest'aspetto, eppure tutte le razze hanno uguali possibilità intellettive. Gli evoluzionisti invece prendono in considerazione il volume del cervello dei crani dei cosiddetti ominidi per stabilirne il grado di evoluzione dell'intelligenza. Per mostrare una diversità nei confronti dell'uomo moderno è realmente necessario paragonare gli ossi fossili con quelli dell'uomo moderno più specificamente simile e non con l'uomo medio.Provare l'età dell'uomo fossile comporta un certo numero di altre difficoltà, una delle quali è costituita da fatto che si ha l'abitudine di seppellire i morti invece che di lasciarli negli strati nei quali hanno vissuto e camminato. Questa abitudine potrebbe creare un'enorme differenza se la regione nella quale vivevano avesse subìto un'erosione, poiché basterebbe scavare di poco per porre il morto in strati formatisi molti anni prima. Un'altra difficoltà precedentemente discussa è che i fossili non si formano normalmente se non si è verificata una pressione, di solito sotto l'acqua. In condizioni ordinarie i corpi si decompongono. E a rendere più complicato il problema, gli scheletri non vengono di solito rinvenuti insieme, ma in pezzi sparsi qua e là.

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