BIBBIA E SCIENZA Argomenti scientifici a sostegno dell'infallibilità della Bibbia (Nota: Il materiale usato per questa sezione è stato tratto e adattato da: - Richard B. Bliss "Le Origini, due Teorie: Evoluzione, Creazione", Ed. Casa Biblica, Vicenza 1984 - Jean Flori, "Evoluzionista o Cristiano?", Ed. AdV, Falciani, Impruneta/FI - Flori e Rasolofomasoandro "Evolution ou Création?" - T. Heinze, "Creazione o Evoluzione", Ed. Centro Biblico, NA - Altre fonti sono indicate di volta in volta.) Tratteremo in questa pagina solo alcuni dei possibili argomenti a favore dell'affidabilità della Bibbia anche in campo scientifico, proprio il settore dove è stata particolarmente contestata. E' un'ulteriore prova dell'esistenza di un Dio meraviglioso che, tramite la Sua Parola, ci dice ancora una volta: "Puoi fidarti di me!": 1) La Terra è un globo sospeso nel vuoto 2) L'incalcolabile numero delle stelle 3) La generazione spontanea della vita 4) Le Leggi della Termodinamica 5) Il DNA: la programmazione della vita 7) Il diluvio "La prova dell'esistenza di Dio e del Suo dono è più che convincente, ma coloro che insistono nel dire di non aver bisogno di Lui o di esso, troveranno sempre il modo per lasciar cadere l'offerta." (Blaise Pascal, "Pensées" N° 430) 1) La Terra è un globo sospeso nel vuoto
Il profeta Isaia, parlando di Dio, scriveva sette secoli prima di Cristo: "Egli è Colui che sta assiso sul globo della terra..." (Isaia 40:22 - L). Com'è noto, la scienza insegnava che la Terra era piatta e solo nel 1521 (oltre ventidue secoli dopo Isaia) Ferdinando Magellano, navigatore portoghese, provò la sfericità del mondo circumnavigandolo per la prima volta. Il libro di Giobbe, scritto nel 1500 circa a.C., affermava inoltre una verità che fu accettata come tale solo nel XVII secolo. Parlando dell'onnipotenza di Dio il patriarca esclamava: "Dio stende la volta del cielo nel vuoto e sospende la terra sul nulla." (Giobbe 26:7 - TILC). Per secoli i filosofi greci, che ancor oggi sono letti da milioni di studenti, supposero che la Terra fosse sostenuta da un gigantesco elefante, oppure riposasse sulle spalle di Atlante, figura mitologica, in piedi sul dorso di una tartaruga. Isaac Newton con la scoperta della legge della gravitazione universale pose fine a tali assurdità nel 1687, oltre tremila anni dopo la redazione del libro di Giobbe.2) L'incalcolabile numero delle stelle
La Bibbia, attraverso il profeta Geremia, oltre sei secoli prima di Cristo, affermava: "Come non si può contare l'esercito del cielo nè misurare la sabbia del mare..." (Geremia 33:22 - ND). In quel tempo gli astronomi erano convinti che non ci fossero più di un migliaio di stelle! Sei secoli più tardi, l'egiziano Tolomeo Claudio ne contò invece più di tremila. Alla fine del XVI secolo gli astronomi delle grandi università europee credevano che vi fossero circa settemila stelle. Fu Galileo nel 1609 con il suo primo telescopio a scoprirne oltre centomila; alcuni anni più tardi, dopo aver messo a punto e perfezionato i suoi strumenti, ne contò ben trecentomila. Oggi, il grande telescopio che si trova sul monte Palomar in California e che ha uno specchio di cinque metri di diametro mostra le stelle in così gran numero che è impossibile contarle, come asseriva Geremia ventisei secoli fa. L'universo è disseminato di centinaia di milioni di galassie di varie forme e grandezze che contengono miliardi di stelle come la Via Lattea, della quale fa parte il nostro sistema solare, un enorme sistema a spirale appiattita che contiene cento miliardi di stelle. Davanti all'immensità dell'universo si deve proprio esclamare con Davide: "I cieli raccontano la gloria di Dio..." (Salmo 19:1 - L).3) La generazione spontanea della vita
Per secoli fu accettata l'ipotesi della generazione spontanea per spiegare l'origine della vita e lo stesso errore era ancora accolto nel secolo scorso. Il microscopio però, nelle abili mani di Luigi Pasteur, rivelando un mondo nuovo di microrganismi, stabilì il fatto che solo la vita produce la vita. Le prime parole della Bibbia infatti stabilivano che la vita non può avere la sua sorgente che nella Vita: "Nel principio Dio creò il cielo e la terra..." (Genesi 1:1 - P) - "Io ho fatto la terra, gli uomini e gli animali che sono sulla faccia della terra, con la mia grande potenza..." (Geremia 27:5a - ND) Facciamo un esempio: i biochimici hanno scoperto che un solo batterio contiene non meno di 1500 enzimi (enzimi = catalizzatori organici per l'accelerazione delle reazioni biochimiche), e ciò senza includere altri composti chimici complessi. Gli enzimi sono proteine, ciascuna delle quali formata da alcune centinaia di amminoacidi. Ogni enzima è molto complicato, ed ha un compito specifico da svolgere.
Il disegno mostra una breve porzione di un enzima. Un enzima completo può essere da 50 a 100 volte più lungo di questa corta sezione, poiché essa contiene soltanto cinque amminoacidi. Le lettere in questa frase sono state ordinate in una sequenza precisa, in modo che la frase venisse scritta e compresa. E' lo stesso per l'enzima. I venti diversi generi di amminoacidi conosciuti che si combinano in lunghe catene per costruire l'enzima, devono essere sistemati nell'ordine esatto perché ogni enzima abbia la sua esclusiva funzione e possa essere efficiente. Ora, numerosi scienziati sono pronti ad asserire che non esiste possibilità alcuna che gli amminoacidi abbiano potuto formare gli enzimi fortuitamente, così per caso, e lo affermano in base al calcolo delle probabilità (probabilità = deduzione matematica delle opportunità casuali che si verifichi una dato evento). Considera quanto segue: se ci sono tre elementi (1,2,3), ci saranno sei modi possibili di raggrupparli (cioè: 123,132,213,231,312,321). Le leggi della matematica ci dicono che la probabilità che l'esatta combinazione possa realizzarsi è di una su sei (1:6). Ma, aumentando anche di poco il numero degli elementi, la probabilità che la giusta combinazione si formi per caso diminuisce vorticosamente, fino a diventare praticamente nulla, secondo l'esempio seguente: |
Terra Sole Sistema solare Sistema solare Orione M31 NGC2997
DNA |
- 3 particelle: 1x2x3 = 6 possibili combinazioni - 5 particelle: 1x2x3x4x5 = 120 possibili combinazioni - 6 particelle: 1x2x3x4x5x6 = 720 possibili combinazioni - 100 particelle: 1x2x3x4x5x6x7x8x9x10x11x12x13x14.... = 10 elevato alla 156esima potenza possibili combinazioni (ovvero un uno seguito da 156 zeri). Per darti un'idea migliore di quanto siano immensi questi numeri, considera il fatto che il numero degli elettroni che potrebbero essere racchiusi nell'Universo visibile in un raggio di cinque miliardi di anni-luce, senza assolutamente nessuna porzione di spazio vuota, ammonta a 10 elevato alla 130esima potenza (uno seguito da 130 zeri). Non puoi neanche immaginare quanto sia grande questo numero! Eppure le probabilità che una proteina di 200 amminoacidi (20 diversi generi) si possa formare per puro caso sono solamente di una sola su 10 elevato alla 260esima potenza moltiplicato per 20 elevato alla 200esima potenza. Se, per un "miracolo", questo fosse successo, ne sarebbe scaturita una singola molecola. Ma miliardi di tonnellate di molecole di diverse proteine e di DNA sarebbero stati necessari per dare inizio alla vita. Matematicamente parlando, è assolutamente impossibile che questa probabilità si sia verificata!
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4) Le Leggi della Termodinamica I creazionisti esaminano anche le leggi della Termodinamica per avere ulteriori dati informativi. Essi notano che la Prima e la Seconda Legge appoggiano il concetto di una creazione originale. a) Prima Legge della Termodinamica b) Seconda Legge della Termodinamica 5) Il DNA: la programmazione della vita
Le nostre cellule viventi sono 60 mila miliardi e all' interno di ciascuna di esse, nessuna esclusa, si trova una specie di nastro avvolto ad elica lungo un metro e settanta centimetri, il DNA, che contiene il codice della vita, ovvero le informazioni genetiche indispensabili per l'autocostruzione dei viventi. Il DNA è immensamente sottile e immensamente lungo, quello di un essere umano è in totale 102 miliardi di chilometri. Ecco un termine di paragone, tanto per rendere l'idea: l'orbita attorno al Sole dell'ultimo pianeta, il piccolo Plutone, segna il confine del sistema solare. Ebbene... "Il nastro DNA potrebbe distendersi sulla sua orbita, fortemente ellittica, lasciando penzolare un lunghissimo tratto. Potrebbe però disdegnare quell'orbita-confine, andare molto più lontano. Potrebbe racchiudere il Sistema Solare entro un cerchio di 16,2 miliardi di chilometri di raggio... Su quel cerchio-orbita è esattamente trascritto come il nostro corpo si è autocostruito, come funziona, come vive... I mille grossi volumi di un'enorme enciclopedia risulterebbero appena sufficienti, per contenere tutte le informazioni trascritte su quel metro e 70 cm. di nastro DNA di ciascuna nostra cellula." (Domenico E. Ravalico, "La creazione non è una favola", Ed. Paoline - pp. 59,61). Ora, come conciliare l'evoluzione per caso sostenuta dagli scienziati non credenti con il progetto della vita e dell'autocostruzione contenuto nel DNA di ogni essere vivente? Se è stato il caso a decidere come procedere, come spiegare la registrazione a priori di ogni minimo particolare di quell'organismo vivente che si stava formando? Sì, possiamo essere d'accordo con il re Davide quando cantava a Dio: "Sì, tu hai plasmato i miei reni, mi hai tessuto nel grembo di mia madre. Ti rendo grazie perché sono stato formato in modo stupendo: stupende sono le tue opere! La mia anima lo riconosce appieno. Non ti erano nascoste le mie membra, quando fui formato nel segreto, ricamato nel profondo della terra." (Salmo 139:13-15 - P)
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Da più di un secolo, l'idea evoluzionistica imbeve gli spiriti... Tutti sono stati formati dallo stesso modello evoluzionista della scuola e dell'università. Questo dogma regna in sociologia, in etnologia, in geologia, in biologia. Non è per niente nelle nostre intenzioni negare il mutamento in ogni campo. Non difendiamo il fissismo biologico, nè l'immutabilità geologica. Ciò che contestiamo, è il dogma dell'evoluzione trasformista, che vuole che tutte le specie viventi attuali abbiano una origine comune dalla quale tutte proverrebbero tramite trasformazioni profonde e progressive... In altre parole, noi combattiamo l'attualismo e il trasformismo che dalla metà del XIX secolo regnano senza ragione vera su tutte le scienze della vita. "Così Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, di cui brulicano le acque, ciascuno secondo la propria specie, ed ogni volatile secondo la sua specie. E Dio vide che questo era buono... E Dio fece le fiere della terra secondo la loro specie, il bestiame secondo la propria specie, e tutti i rettili della terra secondo la loro specie. E Dio vide che questo era buono." (Genesi 1:21,25 - ND).La spirale della vita secondo la teoria evoluzionistica Secondo la Bibbia, dunque, ogni essere vivente è stato creato "secondo la sua specie" (e la stessa cosa è detta per la vegetazione - cfr. Genesi 1:11-12), escludendo passaggi e trasformazioni da un genere all'altro. Va detto comunque che molto probabilmente la parola "specie" nella Bibbia non ha lo stesso senso che ha oggi. Quanto alle specie, secondo l'accezione moderna del vocabolo, possiamo notare che un gran numero di specie nuove (vegetali e animali) si sono differenziate dal diluvio in poi: per incrocio, per selezione naturale e non, per ibridazione, ecc., senza tuttavia sconfinare mai da una famiglia all'altra. Non essere fissisti significa riconoscere questo dato di fatto. Per ritenere valida la teoria dell'evoluzione (sotenuta apparentemente dalla paleontologia, che si occupa dello studio e della classificazione dei fossili), occorrerebbe che potessimo verificare la totalità delle condizioni seguenti:1. Spiegazione plausibile dell'apparizione della vita a partire dalla materia, spontaneamente, senza intervento esterno (per il calcolo delle probabilità che questo evento si possa essere verificato, vedi punto 3.: La generazione spontanea della vita). 2. Presenza, negli strati più antichi, di organismi rudimentali da cui sarebbero potute originarsi ulteriori forme più complesse. 3. Apparizione progressiva e continua delle forme di vita partenti dalle semplici verso le complesse in senso irreversibile. 4. Presenza di forme di transizione fra le Specie, le Famiglie, i Generi, ecc. 5. Presenza di "serie evolutive" indiscutibili, all' interno, per esempio, di una stessa Famiglia, dimostranti il passaggio progressivo da una forma all'altra. 6. Spiegazione plausibile dei fattori che avrebbero potuto trasformare certe specie e lasciare altre invariate dalla loro prima apparizione negli strati inferiori. 7. Evidenza delle leggi naturali attuali che permettono questo trasformismo; o almeno, in mancanza di ciò, dimostrazione dell'esistenza di fattori naturali che sarebbero stati anticamente concomitanti per permettere tali trasformazioni, e giustificazione della loro sparizione. La teoria evoluzionista (interessante a questo proposito il parere del Prof. A. Zichichi) non ha ragioni di pretendere di essere un fatto appurato, nè tantomeno una teoria altamente probabile, infatti non può rispondere a nessuno dei punti suddetti. I fossili, invece, mostrano: 1. L'apparizione improvvisa in grande varietà di forme altamente complesse senza progenitori. - 2. L'assenza di forme trasitorie tra grandi gruppi, esattamente come ci si aspetterebbe se fossero stati creati. Mentre esistono forme intermedie al livello di sottospecie, l'assenza degli anelli di passaggio tra le grandi categorie è regolare e sistematico (il più classico esempio è quello dell'archeopterix). Mentre l'evoluzionista cerca di trovare i progenitori per tutti i gruppi, pare invece che i grandi gruppi furono creati distintamente, possedendo però una capacità cromosomica per una quantità limitata di variazioni. Darwin ha considerato i documenti fossili come le più serie obiezioni contro la sua teoria e, come abbiamo visto, questa obiezione resta ancora oggi. Però, contemporaneamente, la maggior parte degli evoluzionisti di oggi vede nei fossili anche la più importante prova per la teoria dell'evoluzione delle specie. Cioè asseriscono che le rocce più vecchie contengono fossili di animali semplici mentre rocce più giovani contengono fossili di animali più complessi, mostrando così una progressione. Quest'idea solleva naturalmente la questione: "Come si sa quali sono le rocce più antiche?" I geologi determinano l'età delle rocce sulla base dei fossili che contengono. Quelle che contengono fossili di animali più semplici sono considerate più antiche e quelle che contengono fossili di animali più complessi vengono considerate più recenti!! E' il gatto che si morde la coda... Ecco la conferma del biologo francese L. Bounoure che racconta come, da studente, fosse naturalmente evoluzionista, perché i suoi professori lo erano e gli sembrava impossibile essere altrimenti. Egli mostra come dovette lottare contro questa teoria quando, divenuto lui stesso professore di università, s'accorse che "i fatti" si opponevano decisamente alla teoria dell'evoluzione e come, per onestà intellettuale, cominciò a combattere ciò che una volta aveva accettato ed anche insegnato come un'evidenza. Egli ha sottolineato: "La devozione all'idea finisce per offuscare completamente il senso dell'oggettività scientifica. Da ciò consegue che l'evoluzionismo dipende interamente da una vasta petizione di principio, e cioè: i fatti in paleontologia sono utilizzati per provare l'evoluzione e, nello stesso tempo, essi trovano la loro spiegazione in questa teoria inventata da loro. Si tratta di una magnifico esempio di circolo vizioso!".Ma che cosa provano i fatti in biologia per quanto riguarda le famose mutazioni che avrebbero portato sempre nuovi miglioramenti in natura (dal caos primordiale verso la perfezione degli esseri viventi, secondo la teoria evoluzionista)? Ecco qualche argomento che può far riflettere: a) La giraffa dal "collo corto" d) Le mutazioni ipotizzate da Darwin
"Allora Dio disse a Noè: 'Mi son deciso: la fine di tutti i mortali è arrivata, poiché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra'." (Genesi 6:13 - P) - "E avvenne, al settimo giorno, che le acque del diluvio furono sopra la terra; nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, nel diciassettesimo giorno del mese, proprio in quel giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande oceano, e le cataratte del cielo si aprirono..." (Genesi 7:10-11 - P ).Il valore del racconto biblico >> La realtà del diluvio e la sua estensione mondiale sono sempre state considerate delle verità fondamentali sia da Gesù che dalla chiesa primitiva. Attualmente, davanti al trionfo della tesi evoluzionista, le chiese cristiane hanno generalmente aggirato la difficoltà dicendo che il testo della creazione è solo un mito ed il racconto del diluvio una leggenda che si ritrova, in diverse forme, presso tutti i popoli ed in particolare presso i Babilonesi ed i Sumeri, come pure gli Assiri. Ora, ben lontano dall'essere un argomento contro l'autenticità del racconto del diluvio, questa molteplicità di tradizioni presso i popoli che rappresentano i diversi rami dell'umanità post-diluviana, depone in favore del racconto biblico. Questo vuol dire che il diluvio universale fu un avvenimento reale, il cui ricordo si è perpetuato nei popoli. Tuttavia, tutti concordano sul fatto che vi è una grande differenza fra il racconto biblico, essenziale, conciso, sobrio, chiaramente scritto con intenzioni d'ordine storico e pedagogico, e le leggende degli altri popoli, palesemente "romanzate". Non c'è dubbio che la Bibbia parli di un diluvio universale e non locale. La durata stessa del diluvio - più di un anno e non 40 giorni, come si crede comunemente - e le dimensioni dell'arca di Noè si spiegano solamente nel caso di una catastrofe mondiale. Dunque, i fossili che, per gli evoluzionisti, sono la traccia dell'evoluzione, per noi in una prospettiva radicalmente opposta rappresentano le vestigia delle forme di vita antidiluviana. Questi resti, dispersi sulla totalità della Terra, confermano l'idea di un diluvio universale. Esistono oggi le tracce di questo diluvio? La natura certo presenta dei fatti: come saranno interpretati questi fatti dalla scienza, nei suoi molteplici settori, questo è un altro discorso. Gli scienziati credenti pensano che una catastrofe come il diluvio spiega molto meglio i grandi mutamenti avvenuti in natura; spesso questi restano un mistero per gli atei che, come vedremo, cadono a volte in contraddizione, nel tentativo di trovare una soluzione. L'uniformismo più rigido e ortodosso non concede che sia ammissibile un'interruzione di questo tipo, e ha bisogno perciò, per spiegare l'esistenza di ciò che vediamo oggi, di miliardi di anni. Ogni tipo di catastrofe, compreso un diluvio universale, è inammissibile per gli scienziati sostenitori dell'attualismo (o "uniformismo") che, in geologia soprattutto, vuole che il presente sia la chiave del passato. Per chiarire meglio: anche gli scienziati cristiani si attengono al principio che le cose si svolgono di fatto secondo criteri di uniformità. A differenza degli scienziati atei però, ammettono che Dio può intervenire e interrompere quando vuole questo svolgimento uniforme, come ha fatto nel diluvio della Genesi. Alcuni argomenti a favore del diluvio biblico: b) Le rocce sedimentarie c) Le rocce metamorfiche d) L'orogenesi e) L'erosione g) La stratigrafia h) Paleontologia e stratigrafia i) L'arca di Noè
"Poi Dio disse: facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza... E Dio creò l'uomo a Sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina." (Genesi 1:26-27 - L). Quando pensiamo all'evoluzione umana, ci vengono immediatamente in mente i quadri e le statue, che vediamo spesso nei musei e nei libri, che raffigurano qualcosa a mezza strada fra l'uomo e la scimmia. La Bibbia afferma invece con chiarezza che l'uomo fu creato da Dio a Sua immagine e non è frutto di una lentissima e progressiva evoluzione. Sulla base di quali evidenze allora sono stati ricostruiti i modelli degli ominidi che affollano i libri di testo scolastici e i musei? Scrive T. Heinze nel suo libro "Creazione o Evoluzione" (pag. 53): "Una fotografia di L.S.B. Leakey ("The Oregonian", Portland - Oregon, 23 marzo 1962) vari anni fa richiamò la mia attenzione su questo fatto. Fra le dita stringeva un frammento di osso, tanto piccolo da essere appena visibile. Nell'articolo annunziava che il suo ritrovamento colmava un importante vuoto nella conoscenza della storia dell'evoluzione dell'uomo. Partendo da minuscoli frammenti come questo, gli evoluzionisti costruiscono dei grandi modelli raffiguranti non la persona o l'animale com'era, poiché è impossibile saperlo, ma come avrebbero dovuto essere per adattarsi alla teoria evoluzionistica... Per prima cosa riconosco subito che non tutti i casi sono gli stessi e che a volte le ossa forniscono al disegnatore un ausilio per il disegno che deve fare, ma il numero delle ossa in possesso degli scienziati è molto limitato... I fossili che gli evoluzionisti considerano umani o appartenenti alla linea evolutiva verso l'uomo, sono da anni fonte di estrema confusione. La tendenza di ciascuno degli scopritori era quella di considerare la propria scoperta come qualcosa di unico, di un tipo completamente diverso da quella degli altri, sottraendola a volte gelosamente allo sguardo sfavorevole dei colleghi scienziati." Tuttavia ora emerge la classificazione seguente, partendo dai fossili ritenuti più antichi: l'Australopiteco, il Pitecantropo, l'Uomo di Neanderthal, l'Homo Sapiens. Prenderemo brevemente in considerazione questi ultimi, insieme ad un altro paio di argomenti: 1. Gli abbagli dell'Uomo di Piltdown e del Nebraska 2. Difficoltà d'interpretazione dei fossili umani 3. Il gruppo dell'Australopiteco
Un altro argomento che compare a volte in favore dell'evoluzione è che essa ha permesso alla terra di giungere al suo popolamento attuale; mentre, se si crede alla narrazione biblica, si sostiene che le poche migliaia di anni intercorse da Noè fino ad oggi non sarebbero state sufficienti per popolare la Terra così come si vede oggi. Se tuttavia esaminiamo i fatti, troviamo che la storia conosciuta ci presenta una regolare tendenza ad un costante ed esponenziale aumento della popolazione. Il tasso medio d'incremento demografico è stato dell'1,7% nel periodo 1985-90 (con un tasso che ha superato il 3% nelle aree meno privilegiate economicamente). Un tasso dello 0,5% significherebbe che la famiglia media avrebbe solo due figli e mezzo sopravviventi per famiglia, con una vita media di 40 anni. Ciò è ancora al di sotto del tasso medio d'incremento demografico nel periodo di cento anni fra il 1650 e il 1750, prima cioè che la moderna medicina facesse sentire i suoi effetti, ma in un'epoca abbastanza recent e per poter dare valutazioni alquanto accurate della popolazione. Se la coppia originale fosse comparsa sulla Terra un milione di anni fa, come dicono gli evoluzionisti, questo basso tasso avrebbe dato una popolazione attuale maggiore di quella che potrebbe affollarsi nell'intero universo! Se invece l'attuale incremento demografico ha avuto inizio con la famiglia di Noè, dopo il diluvio, ciò concorderebbe benissimo con l'insegnamento biblico, anche se si accettasse la data proposta dallo Ussher per il diluvio, di 4.300 anni or sono, che è probabilmente la più recente che gli si possa assegnare (Henry M. Morris, World Population, in "The King's Business" - gennaio 1970, pag. 19). Naturalmente le epidemie, le guerre, ecc. possono abbassare radicalmente il tasso d'incremento demografico, ma perché un'epidemia sussista occorre un certo livello di popolazione, proprio come per l'incendio di un bosco: per propagarsi occorre che gli alberi siano vicino fra di loro. Sembrerebbe perciò che più si risale indietro nel tempo, minori siano le possibilità che un fenomeno di tale natura abbia potuto eliminare una percentuale sostanziale della popolazione, poiché il contatto fra le persone è sempre meno frequente. La prova dell'incremento demografico usata contro il punto di vista biblico della creazione costituisce strettamente una prova basata sull'ignoranza. I fatti sono in favore della creazione.
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