Un
cataclisma come il diluvio, accompagnato da violenti terremoti, può
benissimo aver provocato le spinte verticali che sono all'origine della
formazione di catene montuose. |
L'orogenesi (insieme di fenomeni geologici che determinano la formazione delle montagne; da "oros" che in greco vuol dire appunto "montagna"). Se si osservano catene come le Alpi, l'Hymalaya, le Ande (dai 4-5000 agli 8000 mt.) spesso corrugate, trasportate, ripiegate e solcate da ampie e profonde vallate, non si può non rimanere colpiti dalle tracce dell'azione di forze straordinarie che le hanno modellate. La Bibbia dichiara che le grandi montagne sorsero mentre le acque si ritiravano, dopo il diluvio: "Tu l'avevi coperta dell'abisso come d'una veste, le acque s'erano fermate sui monti. Alla tua minaccia esse si ritirarono, alla voce del tuo tuono fuggirono spaventate. Le montagne sorsero, le valli s'abbassarono nel luogo che tu avevi stabilito per loro. Tu hai posto alle acque un limite che non trapasseranno; esse non torneranno a coprire la terra." (Salmo 104:6-8 - L).Dagli inizi della geologia, si ripete che sono state forze lente ed orizzontali che, esercitando una spinta nel senso degli strati, sarebbero riuscite a piegarli, come si farebbe per infilare una pila di lenzuola in un armadio troppo stretto. In seguito, l'erosione, attaccando queste pieghe regolari, avrebbe formato i rilievi che oggi conosciamo. Per i geologi uniformisti, questa erosione avrebbe attaccato le sommità delle pieghe (anticlinali) sino a farle a volta sparire del tutto; mentre le "buche" (sinclinali) sarebbero spesso rimaste intatte, per infine ritrovarsi in alto rispetto al resto (fenomeno chiamato dei "sinclinali rialzati" o del "rilievo invertito"). Questa complicata ipotesi è stata avanzata per spiegare l'esistenza di strati identici da una parte e dall'altra dei massicci centrali cristallini. Occorreva, per risolvere il mistero, immaginare che l'erosione avesse distrutto enormi falde; addirittura - come abbiamo visto - avrebbe spianato intere sommità di montagne (vedi schema). Però potrebbe anche darsi che tutto lo schema sia da rivedere completamente. I lavori dei geologi e dei geografi della Scuola di Grenoble (Istituto di Geografia Alpina) hanno infatti assodato che: Non sono, nella maggior parte dei casi, spinte orizzontali alla base del sorgere delle montagne, ma piuttosto spinte verticali provenienti dalla base della crosta terrestre o del cosiddetto mantello. Questo spiegherebbe a meraviglia l'esistenza di strati identici dai due versanti di massicci centrali cristallini. Vediamo... Queste pressioni verticali hanno fatto salire le masse cristalline, le quale perforando gli strati sedimentari che li ricoprivano, li hanno rigettati da una parte e dall'altra mediante slittamento. Dunque un doppio movimento: a. Salita verticale dei massicci cristallini; - b. Slittamento laterale degli strati sedimentari che li ricoprivano: "prealpi" sedimentarie piegate al momento dello slittamento. Questo "scollamento" ha creato una regione depressa (fra il massiccio centrale e le "prealpi"), detta "solco alpino" (che deve poco all'erosione, ma che altro non è se non il risultato dello staccarsi degli strati sedimentari al momento del loro slittamento). Un cataclisma come il diluvio, accompagnato da violenti terremoti, può benissimo aver provocato le spinte verticali che sono all'origine della formazione di catene montuose. Dobbiamo tenere presente che allora gli strati sedimentari erano ancora molli, non ancora consolidati e quindi slittarono più facilmente; erano mobili perché depositati di recente. In questi ultimi decenni, è stata constatata l'ampiezza dei fenomeni sismici e la loro ripercussione sul rilievo del Cile, nel 1970, dove un'intera vallata venne cancellata in pochi istanti. Nel 1023, in Giappone, si osservò un sollevamento che raggiunse un dislivello di oltre 300 mt. in pochi secondi. |