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Dopo aver fatto deviare ad un dato momento il corso dell'Eufrate in un lago artificiale lontano dalla città, Ciro ordina alle sue truppe scelte di passare sotto le mura da dove il canale del fiume entra ed esce dalla città, non appena diventa guadabile.

Lo stratagemma di Ciro il Persiano

Nel libro di Daniele, al cap. 5, possiamo leggere del convito orgiastico e blasfemo (si beve vino nelle coppe sacre trafugate nel tempio di Gerusalemme nel 586 a.C.) organizzato dal re Beltsasar e di come l'Eterno lo avvertì, tramite il Suo profeta Daniele, che quella notte stessa il suo regno e la sua vita sarebbero giunti alla loro fine per opera dei Medo-Persiani.

Mentre nel palazzo reale e nella città è in corso tale festa blasfema e immorale, nelle tenebre i nemici si preparano all'attacco. Contando sul generale stato di ubriachezza degli assediati, Ciro agisce fulmineamente. Dopo aver fatto deviare ad un dato momento il corso dell'Eufrate in un lago artificiale lontano dalla città, ordina alle sue truppe scelte di passare sotto le mura da dove il canale del fiume entra ed esce dalla città, non appena diventa guadabile. Dentro, le rive sono difese da alte mura e in corrispondenza delle strade che vi sboccano, porte di ferro robustissime sbarrano di notte l'accesso alla città. Ma Ciro sa che gli stravizi dei nemici gli faciliteranno la strada: infatti, nell'ebbrezza generale, le porte sono inavvertitamente rimaste aperte e le poche, sonnolenti sentinelle, vengono uccise prima ancora che abbiano il tempo di dare l'allarme. Il re Beltsasar viene ucciso con i suoi cortigiani e Babilonia cade.

 

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