Tre decreti dei Medo-Persiani Decreto del 536 a.C. emanato da Ciro il Grande >> Questo decreto (vedi Esdra 1:1-4) prevedeva la ricostruzione del tempio e permetteva il ritorno degli esuli in patria. Pochi ne approfittano: coltivatori, gente povera. Non vi si autorizza il ristabilimento politico d'Israele, in quanto nazione, infatti nulla si dice della ricostruzione della capitale. Gerusalemme ricostruita poteva diventare un centro di rivolta e impedire i progetti di Ciro nei confronti dell'Egitto, che egli conquisterà undici anni dopo, nel 525 a.C. Le popolazioni vicine ad Israele cominciano ad opporsi alla ricostruzione del tempio (Esdra 4:1-5), che viene "sospesa fino al secondo anno del regno di Dario, re di Persia" (Esdra 4:24). Così l'editto di Ciro rimase lettera morta per quindici anni, fino al tempo del re Dario, quando i Giudei, sotto l'influsso dei profeti Aggeo e Zaccaria, ripresero i lavori e "ricominciarono a edificare la casa di Dio a Gerusalemme..." (Esdra 5:2).Decreto del 520 a.C. emanato da Dario il Medo >> I nemici dei Giudei, visto che essi avevano intrapreso la ricostruzione del tempio di Gerusalemme, li accusarono di ricostruire le mura della città e inviarono lettere in tal senso in Persia. In realtà si trattava della ricostruzione delle mura del tempio, che veniva edificato in forma così massiccia che lo facevano rassomigliare assai più ad una cittadella fortificata che ad un luogo di culto. Dario compie delle ricerche, invia funzionari sul posto e ritrova l'editto di Ciro. Quindi, a sua volta, emana un decreto che non fa che riconfermare il precedente (vedi Esdra 6:1-12). La ricostruzione del tempio termina nel 515 a.C. Decreto del 457 a.C. emanato da Artaserse >> Quando il tempio fu costruito sul Monte Moria era come un edificio in mezzo ad un deserto. Ma la sua ricostruzione era la prima tappa per l'unità nazionale. Finalmente, nel 457 a.C., Artaserse emana un editto che autorizza la ricostruzione politica della nazione giudaica: le mura cominciano ad essere riparate (vedi Esdra 7:11-26). Si ripristinano: a) Il POTERE LEGISLATIVO: "Giacché tu (Esdra) sei mandato da parte del re e dai suoi sette consiglieri per informarti in Giuda e in Gerusalemme come vi sia osservata la legge del tuo Dio, la quale tu hai nelle mani..." (vers. 14 - L). b) Il POTERE GIURIDICO: "E tu, Esdra, secondo la sapienza di cui il tuo Dio ti ha dotato, stabilisci dei magistrati e dei giudici che amministrino la giustizia a tutto il popolo d'oltre il fiume, a tutti quelli che conoscono le leggi del tuo Dio; e fatele voi conoscere a chi non le conosce." (vers. 25 - L). c) Il POTERE ESECUTIVO: "E di chiunque non osserverà la legge del tuo Dio e la legge del re farete pronta giustizia, punendolo con la morte o col bando o con multa pecuniaria o col carcere." (vers. 26 - L). É dunque quest'ultimo decreto che dev'essere preso in considerazione. Esdra parte da Babilonia, con il decreto in mano, il primo giorno del primo mese del settimo anno del re Artaserse (marzo 457 a.C.) e arriva a Gerusalemme cinque mesi dopo (Esdra 7:7-9): la data d'inizio della profezia delle settanta settimane è dunque il mese di LUGLIO DELL'ANNO 457 a.C. |