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Il comune di Campora (SA)


Come arrivare

 Il comune si trova a 88 km da Salerno, ed è raggiungibile percorrendo l'autostrada A3, uscita al casello di Battipaglia, mediante la nazionale S.S. 18 (fino a Capaccio Scalo), la S.S. 166 degli Alburni, fino al km 22, ed infine, la S.S. 488 fino al bivio di Stio.

La stazione FS più vicina è quella di Vallo Scalo, sulla linea Roma-Reggio Calabria.

Il comune è raggiungibile anche mediante autobus di autolinee private, sulla linea Campora-Salerno e Campora-Vallo Lucania, con collegamenti per Salerno (1 corsa giornaliera nel periodo estivo e 1 corsa nel periodo invernale) e per Vallo della Lucania (3 corse giornaliere nel periodo estivo e 3 corse nel periodo invernale).

Un po' di storia


 L'origine del paese si ricollega alla storia dell'antica città di Velia. Questa pose infatti delle torri di guardia lungo tutta la strada del Sele, unica via di comunicazione verso il Vallo di Diano. Il colle su cui sorge Campora era stato probabilmente scelto per assolvere il delicato compito di avvistamento. Quando le incursioni saracene devastarono il litorale tirrenico, gli abitanti delle varie contrade si rifugiarono all'interno dando origine a vari agglomerati, tra cui Campora.

Le prime notizie certe su Campora partono dal 1131 quando, da un documento, si evince che il re normanno Ruggiero II confermò ai padri basiliani di Grottaferrata il possesso della torre della Grancia di Sant'Arcangelo. Questo importante documento attesta anche che queste terre furono donate un secolo prima ai suddetti monaci da Guiscardo V, principe longobardo di Salerno.

Il primo nucleo abitato del paese si costituì tra la fine del X e gli inizi dell’XI sec., intorno al monastero di S. Giorgio di Campora.

Nel 1269, Carlo I d’Angiò concesse Castrum campore a Mathe de Alena e successivamente a Simone Bois. Nel 1453 re Alfonso alienò Campora ad Alfonso della Gonesse. Poiché quest'ultimo nel 1460, prese parte alla congiura ordita da Antonello de Petruciis, primo ministro di re Ferrante, il feudo passò a Carlo Carafa, marchese di Montesarchio che, nel 1468, lo perse per tradimento.

Passato poi ai Sanseverino di Caiazzo, Campora seguì sotto il loro dominio le vicende del feudo di Albanella fino al 1532. In quest'anno diventò Signore di Campora Alfonso Avalos d’Aquino, marchese del Vasto.

Nel 1756 il titolo di marchese di Campora passò a Scipione Loffredo.

Nel febbraio del 1821, a Campora, come nel resto del Cilento, i contadini occuparono le terre padronali e, nella Pasqua del 1823, la popolazione reagì violentemente al regime poliziesco dei Borboni.

Anche Campora fu colpita dalla peste del 1656, che ne decimò la popolazione.

Le risorse culturali

Le manifestazioni folcloristiche

 
DENOMINAZIONE LOCALITA' PERIODO
Gara di tiro al prosciutto Capoluogo aprile

Le sagre

 
 
DENOMINAZIONE LOCALITA' PERIODO
Sagra dei prodotti tipici locali Capoluogo Dall'1 all'8 agosto

 

I beni architettonici


 (1) CHIESA DI S. NICOLA

 Edificata nel 1660. A navata unica, custodisce pregevoli statue in legno raffiguranti S. Nicola, la Madonna della Neve, l'Immacolata e il Crocifisso. In fase di restauro è l'organo a canne.

Le risorse ambientali

I parchi, i boschi ed i territori rimboschiti

 (1) Territorio inserito nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano

 (7) Bosco Monagna. 400 ettari di piante ad alto fusto, con prevalenza del cerro.

(8) Bosco Mangini. 100 ettari di castagno ed ontano.

(2) Tempa Piana. 75 ettari, soprattutto pini.

 

La fauna

 (1) Si nota la presenza di cinghiali e volpi.

 

Corsi d'acqua e i laghetti collinari

 (4) Fiume Trenico. Nasce in località Aquaro, ed è affluente del Calore.

(5) Fiume Torno. Affluente del Trenico, nasce in località Ceraso.

(1) Laghetto prevalentemente invernale.

 

Le zone di ripopolamento e cattura


 (99) Il territorio di Campora è compreso per due terzi nella zona di ripopolamento e cattura della provincia di Salerno

 

 


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