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Questo testo è un riassunto della conferenza di presentazione della prima edizione del Calendario laico, avvenuta il 3 novembre 5504 (2004) presso la sede del circolo UAAR di Verona. PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO LAICO 5504 (2004) È stato presentato ieri sera dall’autore, il “Calendario laico 5504”: un calendario senza santi né cristi. L’impianto del calendario in questione è quello attualmente in uso: 365 giorni in un anno con un giorno in più ogni 4 anni (tranne alcune eccezioni che vedremo più avanti), di cui ogni anno diviso in 12 mesi e relative settimane. Questo tipo di calendario è attualmente il più diffuso e preciso: trascorreranno più di 10.000 anni prima che si avverta la necessità di correzioni. Va detto che non è corretto chiamare questo il “calendario gregoriano”, dal nome del papa GregorioXIII, ma calendario giuliano. Fu infatti Giulio Cesare che, nell'anno 708 di Roma (46 a. c.), procedette alla riforma, dietro suggerimento, probabilmente, di vari astronomi e matematici. Egli, dopo aver assegnato la durata di 445 giorni a quello che definì Ultimus annus confusionis, per mettere il calendario civile in fase con quello solare, stabilì che la durata dell'anno sarebbe stata di 365 giorni, e che ogni quattro anni si sarebbe dovuto intercalare un giorno complementare. L'anno di 366 giorni fu detto bisestile, perché quel giorno doveva cadere sei giorni prima delle calende di marzo: bis sexto die ante Kalendas Martias. Con la riforma di Cesare l'anno restò diviso in 12 mesi, della durata, alternativamente, di 31 e 30 giorni, con la sola eccezione di febbraio, destinato ad avere 29 giorni oppure 30 (negli anni bisestili). Inoltre gennaio e febbraio diventarono i primi mesi dell'anno, anziché gli ultimi, com'era stato dai tempi di Numa Pompilio fino ad allora. Il calendario da lunisolare divenne in questo modo solare, simile a quello degli Egizi. In seguito, il mese successivo a quello intitolato a Giulio Cesare (luglio) venne dedicato all’imperatore Augusto (agosto) ed incrementato di un giorno in suo onore, togliendo di conseguenza un giorno a febbraio; tra le altre cose quindi, oltre quelle spiegate nel testo dell'ultima pagina del calendario, in futuro bisognerà rimettere a posto anche questa modifica diventata anacronistica. Quattro cicli solari tuttavia, sono leggermente più corti di 4 anni civili compreso il bisestile, di pochi minuti, ma questa piccola differenza, moltiplicata per secoli, diventò evidente durante il pontificato di Gregorio XIII. Con l'attuazione della riforma gregoriana si provvide a correggere l’errore che era venuto accumulandosi nel passato: il giorno successivo a quello di giovedì 4 ottobre 1582 divenne venerdì 15 ottobre, attuandosi così un salto di 10 giorni. Per evitare altri scostamenti in futuro, dopo aver consultato eminenti astronomi e matematici, si stabilì che dovessero essere comuni (anziché bisestili) quegli anni secolari che non fossero divisibili per 400. Quindi, in definitiva, rimangono bisestili tutti gli anni non terminanti con due zeri e divisibili per 4, e quegli anni terminanti con due zeri ma divisibili per 400. La differenza fra il calendario gregoriano e quello giuliano è che il primo conta solo 97 anni bisestili nel corso di 400 anni, anziché 100. Come si vede, la modifica di Gregorio non fu molto grande, anche matematicamente parlando, e non giustifica quindi il cambiamento di nome del calendario che, nel suo impianto sostanziale, è ancora quello giuliano. Ciò risulta evidente, per esempio, dal nome dei giorni della settimana e da quello dei mesi: gli ultimi 4 conservano ancora il nome che derivò dall’antico calendario romano che, prima della riforma di Giulio Cesare, comprendeva 10 mesi. Oltretutto, ancor oggi il calendario civile non coincide con quello solare, ma è sfasato di 9 giorni. Molti calendari del mondo, oltre a conteggiare gli anni partendo da punti di riferimento diversi, hanno anche capodanni diversi: per esempio il 26 settembre per quello ebraico, 5 febbraio il cinese, 11 gennaio il cristiano ortodosso (per questi ultimi è ancora in vigore il sistema giuliano), e così via; se in futuro si arriverà ad una unificazione, l’inizio anno dovrà essere coincidente con la “rinascita del sole”, cioè il 22 dicembre. Per unificare il conteggio degli anni, questo nuovo calendario propone come punto di riferimento la nascita della scrittura, avvenuta approssimativamente 5504 anni fa, cioè nel 3500 a. c. Tutti gli avvenimenti anteriori a questa data vengono comunemente definiti preistoria, e quelli successivi storia, viene così a cadere l’inutile ulteriore spartiacque della nascita di cristo. Il nuovo calendario presentato non contiene festività religiose, ma solo quelle civili che già si celebrano in Italia più altre, diffuse in altri paesi, e, invece dei santi cattolici, i giorni vengono accompagnati con notizie di vario genere, in primo luogo le nascite di grandi scienziati. Le note, che in linea di massima, come criterio generale, sono “fatti positivi”, si possono ricondurre ai seguenti generi: oltre alle nascite di grandi scienziati, anche quelle di scrittori, filosofi, uomini politici, giornalisti, inventori, artisti, ecc. In questi casi tali note riportano, a seconda dello spazio disponibile, la città di nascita o la nazionalità, le opere più importanti o le scoperte fatte, frasi significative. Sono presenti anche trattati di pace, cadute di regimi totalitari, invenzioni, pubblicazioni di articoli e libri famosi, inaugurazioni di grandi opere di ingegneria, scoperte scientifiche, scoperte geografiche; in quest’ultima categoria le notizie vengono riportate in quanto fatti storici. Occorre infatti ricordare che, molto spesso, i navigatori che fecero quelle scoperte non furono i primi, ma trovarono sul posto degli uomini che in qualche modo vi erano già arrivati: i cosiddetti “selvaggi”; ai fini di una maggiore precisione, tali note sono state scritte, per esempio, con una formula tipo: “Cristoforo Colombo sbarca in America” e non “Cristoforo Colombo scopre l’America”. Nel calendario, una particolare cura è stata impiegata nel corredare i giorni con immagini: foto di personaggi, opere pittoriche, o comunque oggetti inerenti le note in essi contenute. A conclusione della serata, nel buon interesse generale, sono state distribuite molte copie del calendario in versione su carta. Andrea Cori
Questo testo è un riassunto della conferenza di presentazione della prima edizione del Calendario laico, avvenuta il 3 novembre 5504 (2004) presso la sede del circolo UAAR di Verona. PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO LAICO 5504 (2004)
È stato presentato ieri sera dall’autore, il “Calendario laico 5504”: un calendario senza santi né cristi. L’impianto del calendario in questione è quello attualmente in uso: 365 giorni in un anno con un giorno in più ogni 4 anni (tranne alcune eccezioni che vedremo più avanti), di cui ogni anno diviso in 12 mesi e relative settimane. Questo tipo di calendario è attualmente il più diffuso e preciso: trascorreranno più di 10.000 anni prima che si avverta la necessità di correzioni. Va detto che non è corretto chiamare questo il “calendario gregoriano”, dal nome del papa GregorioXIII, ma calendario giuliano. Fu infatti Giulio Cesare che, nell'anno 708 di Roma (46 a. c.), procedette alla riforma, dietro suggerimento, probabilmente, di vari astronomi e matematici. Egli, dopo aver assegnato la durata di 445 giorni a quello che definì Ultimus annus confusionis, per mettere il calendario civile in fase con quello solare, stabilì che la durata dell'anno sarebbe stata di 365 giorni, e che ogni quattro anni si sarebbe dovuto intercalare un giorno complementare. L'anno di 366 giorni fu detto bisestile, perché quel giorno doveva cadere sei giorni prima delle calende di marzo: bis sexto die ante Kalendas Martias. Con la riforma di Cesare l'anno restò diviso in 12 mesi, della durata, alternativamente, di 31 e 30 giorni, con la sola eccezione di febbraio, destinato ad avere 29 giorni oppure 30 (negli anni bisestili). Inoltre gennaio e febbraio diventarono i primi mesi dell'anno, anziché gli ultimi, com'era stato dai tempi di Numa Pompilio fino ad allora. Il calendario da lunisolare divenne in questo modo solare, simile a quello degli Egizi. In seguito, il mese successivo a quello intitolato a Giulio Cesare (luglio) venne dedicato all’imperatore Augusto (agosto) ed incrementato di un giorno in suo onore, togliendo di conseguenza un giorno a febbraio; tra le altre cose quindi, oltre quelle spiegate nel testo dell'ultima pagina del calendario, in futuro bisognerà rimettere a posto anche questa modifica diventata anacronistica. Quattro cicli solari tuttavia, sono leggermente più corti di 4 anni civili compreso il bisestile, di pochi minuti, ma questa piccola differenza, moltiplicata per secoli, diventò evidente durante il pontificato di Gregorio XIII. Con l'attuazione della riforma gregoriana si provvide a correggere l’errore che era venuto accumulandosi nel passato: il giorno successivo a quello di giovedì 4 ottobre 1582 divenne venerdì 15 ottobre, attuandosi così un salto di 10 giorni. Per evitare altri scostamenti in futuro, dopo aver consultato eminenti astronomi e matematici, si stabilì che dovessero essere comuni (anziché bisestili) quegli anni secolari che non fossero divisibili per 400. Quindi, in definitiva, rimangono bisestili tutti gli anni non terminanti con due zeri e divisibili per 4, e quegli anni terminanti con due zeri ma divisibili per 400. La differenza fra il calendario gregoriano e quello giuliano è che il primo conta solo 97 anni bisestili nel corso di 400 anni, anziché 100. Come si vede, la modifica di Gregorio non fu molto grande, anche matematicamente parlando, e non giustifica quindi il cambiamento di nome del calendario che, nel suo impianto sostanziale, è ancora quello giuliano. Ciò risulta evidente, per esempio, dal nome dei giorni della settimana e da quello dei mesi: gli ultimi 4 conservano ancora il nome che derivò dall’antico calendario romano che, prima della riforma di Giulio Cesare, comprendeva 10 mesi. Oltretutto, ancor oggi il calendario civile non coincide con quello solare, ma è sfasato di 9 giorni. Molti calendari del mondo, oltre a conteggiare gli anni partendo da punti di riferimento diversi, hanno anche capodanni diversi: per esempio il 26 settembre per quello ebraico, 5 febbraio il cinese, 11 gennaio il cristiano ortodosso (per questi ultimi è ancora in vigore il sistema giuliano), e così via; se in futuro si arriverà ad una unificazione, l’inizio anno dovrà essere coincidente con la “rinascita del sole”, cioè il 22 dicembre. Per unificare il conteggio degli anni, questo nuovo calendario propone come punto di riferimento la nascita della scrittura, avvenuta approssimativamente 5504 anni fa, cioè nel 3500 a. c. Tutti gli avvenimenti anteriori a questa data vengono comunemente definiti preistoria, e quelli successivi storia, viene così a cadere l’inutile ulteriore spartiacque della nascita di cristo. Il nuovo calendario presentato non contiene festività religiose, ma solo quelle civili che già si celebrano in Italia più altre, diffuse in altri paesi, e, invece dei santi cattolici, i giorni vengono accompagnati con notizie di vario genere, in primo luogo le nascite di grandi scienziati. Le note, che in linea di massima, come criterio generale, sono “fatti positivi”, si possono ricondurre ai seguenti generi: oltre alle nascite di grandi scienziati, anche quelle di scrittori, filosofi, uomini politici, giornalisti, inventori, artisti, ecc. In questi casi tali note riportano, a seconda dello spazio disponibile, la città di nascita o la nazionalità, le opere più importanti o le scoperte fatte, frasi significative. Sono presenti anche trattati di pace, cadute di regimi totalitari, invenzioni, pubblicazioni di articoli e libri famosi, inaugurazioni di grandi opere di ingegneria, scoperte scientifiche, scoperte geografiche; in quest’ultima categoria le notizie vengono riportate in quanto fatti storici. Occorre infatti ricordare che, molto spesso, i navigatori che fecero quelle scoperte non furono i primi, ma trovarono sul posto degli uomini che in qualche modo vi erano già arrivati: i cosiddetti “selvaggi”; ai fini di una maggiore precisione, tali note sono state scritte, per esempio, con una formula tipo: “Cristoforo Colombo sbarca in America” e non “Cristoforo Colombo scopre l’America”. Nel calendario, una particolare cura è stata impiegata nel corredare i giorni con immagini: foto di personaggi, opere pittoriche, o comunque oggetti inerenti le note in essi contenute. A conclusione della serata, nel buon interesse generale, sono state distribuite molte copie del calendario in versione su carta.
Andrea Cori
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