Some Things Are...Forever > Quello Che Whedon Non Dirà Mai > Storie Tristi > Incantesimo> Amore e Dolore |
RATING: la serie è vietata ai minori di 18 anni (NC 17) per trascrizione grafica di rapporti sessuali | |||
|
|
||
Capitolo IV
|
|||
Amore e Dolore
|
|||
Buffy si
sentiva affranta, confusa, ma anche stranamente sollevata. Sedeva sul divano
del Signor Giles vicino ad Angel e la consapevolezza del suo corpo, che
appena la sfiorava, le dava un senso di tranquillità che non provava
da tempo. Angel parlava. Gli altri ogni tanto lo interrompevano per qualche chiarimento, ma il suono delle loro voci le giungeva solo a tratti, confuso: " è per questo quindi che è stato creato l'incantesimo, per asservire gli esseri umani ai vampiri." la voce del Signor Giles suonava al suo orecchio calma e assorta, come se le sue parole esprimessero solo una minima parte dei pensieri che avvolgevano la sua mente. Il tono di Willow era invece eccitato e ansioso " .ma allora se un vampiro qualunque le avesse ordinato di " o quella colma d'ira di Xander " .non dirlo neppure Willow, ma perché si comportava in quel modo, le corse nella notte o il restare immobile per ore a guardare un muro ?" Il vampiro si sentiva a disagio. Avrebbe voluto restare solo con Buffy per parlarle, aiutarla a comprendere, consolarla o anche solo stringerla a sé. Insomma fare qualunque cosa potesse darle sollievo. Invece doveva rispondere alle domande di quelle persone che una volta avrebbe potuto chiamare amici, ma che oggi sentiva, nella migliore delle ipotesi estranee. Dopo tutto quello che aveva fatto a loro e a Buffy gli anni della sua lontananza non potevano certo aver accresciuto la loro fiducia in lui. Forse questa era l'unica cosa di cui gli erano sicuramente grati: di essere rimasto lontano da loro e soprattutto da Buffy! E ora era di nuovo a Sunnydale, ed il fatto di essere stati loro a chiamarlo non rendeva certo molto più gradita la sua presenza. Eppure erano i suoi amici. Da quando lui l'aveva lasciata erano stati loro ad esserle vicini, ad aiutarla e sostenerla. Loro e Riley. Questo e i torti che avevano subito a causa suo in passato li rendeva meritevoli della sua considerazione, nonostante l'evidente rancore che covavano nei suoi confronti. "Non è facile rispondere alla tua domanda Xander" continuò Angel con tono tranquillo, dopo l'ennesima interruzione "Chi ha formulato per la prima volta l'incantesimo era ovviamente un vampiro e possedeva quindi l'idea di dominanza e sottomissione intrinseca nella natura dei vampiri. Esiste un rapporto innato che si crea fra un vampiro, detto Sire, padre, maestro o padrone e i vampiri da lui creati, chiamati dal loro Sire servi, figli, schiavi o cuccioli a seconda dell'occasione e dell'umore del momento. Si tratta di un legame forte e complesso, che nasce nel momento in cui il Sire priva la sua vittima del sangue per donargli il proprio, insieme alla non-vita, che permetterà al servo di camminare sulla terra per l'eternità. E' un vincolo creato dal sangue, e farà parte di loro come il loro sangue! " "Non mi ero mai reso conto" mormorò il Signor Giles, come se parlasse a se stesso "di quanto fossero complesse le relazioni fra i vampiri. Noi tendiamo a considerarli individui isolati, esseri demoniaci, malvagi, animaleschi nella loro brama di sangue e di vita. Evidentemente la realtà non è così semplice." Xander, temendo che il Signor Giles iniziasse una delle sue interminabili disquisizioni sulla natura del male e dei vampiri in particolare, si affrettò a interromperlo. "Se è così perché non tutte le vittime sono trasformate in vampiri. In questo modo ci sarebbero più vampiri e un Sire avrebbe più servi da comandare." Anya conosceva bene la scarsa comprensione che il suo ragazzo dimostrava per tutto ciò che esulava dalla vita concreta, reale, tangibile. Assurdamente forse era stato soprattutto questo a farla innamorare. Nessuno più di Xander riusciva ad ancorarla a quel mondo fatto di materia e sostanza, che a lei, ex-demone, a volte appariva decisamente innaturale. Perciò, alzando gli occhi al cielo, rispose pazientemente a Xander. "Proprio perché è un legame forte e complesso Xander un vampiro sta molto attento a non crearlo con il primo che gli capita. Nutrirsi del sangue di una persona è un conto, essere legata a lei per l'eternità è un altro! Ricordati che se il servo ha bisogno del suo Sire, il Sire prova la stessa necessità nei confronti del suo servo, o figlio o comunque ti voglia chiamarlo. Non si tratta di assumere una colf, che puoi licenziare se non ti piace come lavora. Ricordo che due secoli fa a Norimberga un vampiro che conoscevo bene, perché era proprio un tipo notevole, decise di vampirizzare due gemelle, ma poi " "Anya, questo non mi pare il momento migliore per una delle tue storie" interferì Willow la cui ansia per l'amica andava crescendo " Tutto questo è molto interessante, ma in che modo riguarda Buffy?" Buffy continuava ascoltare, sedendo immobile, apatica vicino ad Angel. A sentire il suo nome il suo volto sembrò riacquistare un po di vita. Si mosse per mettersi più comoda sul divano e, con la stessa naturalezza con cui un gatto si acciambella sul suo cuscino preferito, finì di sedersi praticamente sulle ginocchia di Angel, il capo appoggiato alla sua spalla. - Deve essere la tensione di questi ultimi giorni a rendermi così stanca e confusa. Non capisco cosa mi stia succedendo, e non ho voglia di preoccuparmene. Sto così bene adesso. Avevo dimenticato quanto mi piacesse l'odore di Angel, e il suo corpo così solido e accogliente .. "L'incantesimo Willow" continuò Angel, appoggiandosi allo schienale del divano per permettere a Buffy di accomodarsi contro di lui "ha distorto la mente di Buffy facendole provare le stesse sensazioni, sentimenti, bisogni di una persona che sia stata vampirizzata." Mentre parlava non poté trattenersi dalla tentazione di abbracciare quel corpo caldo che si stringeva a lui, con un gesto gentile, impacciato quasi avesse timore di farle in qualche modo del male. La consapevolezza che il comportamento della ragazza non era normale e che la sua volontà era fuori controllo lo feriva e contemporaneamente lo faceva sentire in colpa. Non voleva approfittare della situazione e soprattutto non voleva fare nulla che avrebbe aumentato il rancore di Buffy nei suoi confronti. Era però troppo profondo in lui l'istinto di proteggerla e amarla perché potesse trattenersi da darle tutto il sollievo di cui era capace. "Vampirizzata da chi? E per tornare alla domanda di Xander perché si comportava in modo così strano?" L'urgenza nella voce del Signor Giles distolse bruscamente l'attenzione di Angel dai propri problemi. "Questo è il limite dell'incantesimo a cui ho accennato prima. Non essendoci effettivamente stato il rituale dello scambio di sangue fra vampiro e vittima, la vittima tende ad assoggettarsi al primo vampiro con cui viene in contatto che, magari casualmente, le dà un ordine. Se però subentra l'autorità di un vampiro più antico e quindi potente del precedente la vittima non esiterà a cambiare padrone. La mente della persona assoggettata tende ovviamente a sconvolgersi sempre di più fino a quando la pazzia non la induce al suicidio. Questo è il motivo perché l'incantesimo per secoli è stato dimenticato: chi lo formulava raramente riusciva a goderne i vantaggi e chi ne era colpito non sopravviveva mai abbastanza a lungo per servire agli scopi di chiunque." Angel tentava di parlare in modo impersonale, come si trattasse di una delle tante chiacchierate che aveva avuto in passato con il Signor Giles, mentre Buffy sbadigliava annoiata o fremeva per essere accompagnata al Bronze. Questa volta però era diverso, non stava raccontando antichi incubi persi nel tempo, stava parlando di Buffy e di quello che le avevano fatto, e la sola idea gli stingeva la gola impedendogli quasi di continuare. Eppure loro dovevano sapere. "Buffy, inconsapevolmente, sentiva il bisogno di un Sire, maestro, padre o padrone, comunque vogliate chiamarlo. Questo bisogno la spingeva a cercarlo disperatamente o a restare completamente inattiva non avendo nessuno che le ordinasse cosa fare. Come un giocattolo senza la carica. Se non avessimo capito il problema in tempo probabilmente avrebbe obbedito ciecamente al primo vampiro con cui avesse avuto l'occasione di parlare il quale, pur non comprendendo la situazione, non avrebbe certo mancato di approfittarne. Oppure il crescente bisogno inappagato di un Sire l'avrebbe fatta gradualmente perdere contatto con la realtà e quindi la ragione. In entrambi i casi chi ha formulato l'incantesimo avrebbe vinto. La cacciatrice sarebbe stata sconfitta. " ********* Avevano deciso di comune accordo che il posto più sicuro per Buffy, fino a quando non avessero trovato il modo di spezzare l'incantesimo, sarebbe stata la vecchia abitazione di Angel. Buffy doveva per prima cosa recuperare le energie fisiche, che aveva disperso nell'ultimo periodo per combattere le innaturali ossessioni che infestavano la sua mente. Un Angel molto angosciato aveva quindi salutato il gruppo e aveva lasciato la casa, con una Buffy docile e apatica al suo fianco. "Non mi piace!" Xander non riuscì ad aspettare neppure che la porta si richiudesse dietro alla coppia prima di esplodere. "E a Riley piacerà ancora meno che quei due restino da soli per tutto questo tempo in quella casa. Lui non riusciva a tenere le mani lontano da lei neppure quando toccarla avrebbe significato perdere la sua anima e mettere in pericolo il mondo intero, figuriamoci ora che potrebbe farlo impunemente e lei non è certo in grado di fermarlo!" Willow sentì una stretta al cuore all'idea di quanto era ingiusta la vita. Qualunque cosa avesse sconfitto la maledizione di Angel solo pochi anni prima avrebbe significato tanto, tutto, per lui e per Buffy. Certo gli altri problemi sarebbero rimasti, ma, soprattutto Angel, avrebbe avuto qualcosa di più, oltre a poche frenetiche ore di felicità, da ricordare nei secoli di solitudine che lo attendevano. E Buffy, anche per lei la vita sarebbe potuta essere diversa, solo se . , ma ora era inutile pensarci, avevano altro di cui preoccuparsi e anche Xander e Riley avrebbero fatto bene a ricordarselo. "Xander non dire assurdità" esplose il Signor Giles i cui pensieri avevano evidentemente seguito lo stesso corso di quelli di Willow " Angel non è certo il tipo di persona che approfitta delle debolezze degli altri per appagare i propri istinti. Inoltre sa fin troppo bene che ora Buffy sta con Riley, e questo era esattamente quello che lui voleva per lei." "Non so come fai Xander a pensare certe cose!" continuò Willow" Sarebbe assurdo se Angel, dopo aver volutamente rinunciato a lei, ora che Buffy è completamente indifesa, vanificasse tutto per trarre vantaggio dalla sua situazione. E' più probabile che concentri ogni sua energia per aiutare Buffy a tornare ad essere quella che è sempre stata, come dovremmo fare anche noi, invece di perdere tempo in discorsi inutili." "E' così triste vedere Buffy così tranquilla e indolente" mormorò Tara, come se non avesse seguito i discorsi degli altri. Conosceva la storia di Angel solo tramite quello che le aveva raccontato Willow, ma l'aspetto che l'aveva colpita maggiormente, più della sua tragica storia d'amore con Buffy, era stata la maledizione. Tara considerava la magia una parte integrante della vita e non riusciva a comprendere l'intensità dell'odio che doveva avere spinto gli zingari a condannare un'anima a condividere il corpo, ma soprattutto la mente e i ricordi un demone. "Io al tuo posto pregherei perché restasse così più tempo possibile" osservò Anya apparentemente persa nella contemplazione delle proprie unghie "Purtroppo non durerà a lungo. Appena avrà recuperato le forze credimi, farà scintille! Il fatto che il servo sia dipendente dal suo Sire non vuole per nulla dire che sia contento di esserlo. Penso che Angel si troverà presto a dover gestire il più indocile dei cuccioli. Ricordo una femmina di vampiro a Pechino, nel 600, che vampirizzò, senza saperlo, un samurai e quella stessa notte mentre lei dormiva lui prese la sua spada e ..beh, la testa fu l'ultima parte del corpo che gli tagliò. Ripensandoci non credo che lei arriverà a tanto, normalmente un servo non uccide il suo Sire, ma quanto a rendergli la vita impossibile .Non penso che Buffy perderà l'occasione di farlo. Accidenti, non invidio proprio quel poveraccio, anche se dopo tanti crimini, Drusilla e Spike, forse Buffy era esattamente il servo che Angelus si meritava!" A Tara Angel incuteva soggezione, ma questo si poteva dire di qualsiasi persona che la avvicinasse per la prima volta. Però le piaceva e assunse un'espressione preoccupata all'udire Anya parlare con così tanta indifferenza del vampiro. Nessuno, nella frenesia di quei momenti, aveva pensato a presentarli uno all'altra, ma il suo pacato equilibrio, il controllo che dimostrava di avere sui suoi sentimenti l'avevano sorpresa favorevolmente. Tara possedeva una sensibilità innata nel cogliere l'essenza delle persone che la circondavano. Sentiva perciò chiaramente il vortice di energia repressa che avvolgeva l'animo del vampiro, l'intensità delle sue emozioni, accentuata dalla violenza con cui il mondo colpiva i suoi sensi ipersviluppati. Come potesse Angel trasformare e filtrare un simile caos dirompente in modo da trasmettere agli altri, e soprattutto a Buffy, un confortevole senso di tranquillità e sicurezza per Tara era un mistero. Controllo, ecco la parola che meglio definiva il vampiro, secondo lei. Un'estremo controllo su una forza che, se liberata, avrebbe probabilmente sconvolto ogni cosa, come era quasi successo quando aveva perso la sua anima. Ed ora Angel era fra loro e lei sapeva per esperienza personale cosa significasse vivere in mezzo agli altri con il terrore che il proprio demone si manifestasse. ********** Buffy si era finalmente addormentata. Entrati nella grande casa ad Angel era bastato indicarle il letto perché lei docilmente si coricasse e chiudesse gli occhi con un sospiro, per riaprirli però dopo un istante. Quegli incredibili occhi grigi, di nuovo spalancati, lo stavano ora fissando con una muta richiesta. Non le aveva ancora ridato il permesso di parlare, da quando avevano lasciato il cimitero. Nel suo attuale stato le parole avrebbe solo trasformato l'angoscia in panico. Il silenzio, anche se involontario, l'avrebbe invece aiutata a rilassarsi e trovare quel riposo di cui aveva disperatamente bisogno. Fra loro in ogni caso le parole non erano mai state indispensabili. Lei lo stava implorando di restare con lei, confortarla e rassicurarla. Angel non sapeva esattamente di chi avesse bisogno Buffy in quel momento: dell'amico, dell'amante o del vampiro, ma in fondo non aveva alcuna importanza. Lui non poteva ancora una volta abbandonarla, soprattutto non in quel momento. Dopo un attimo di indecisione Angel prese una sedia e l'avvicinò al letto. Il semplice fatto di averlo seduto accanto a lei sembrò bastare a Buffy che chiuse di nuovo gli occhi scivolando in un sonno tranquillo. Buffy stava sognando. Era un bel sogno. Lei e Angel erano insieme. Non poteva vederlo, ma sentiva la sua presenza, la sua voce. "Ora puoi parlare Buffy." - Certo che posso parlare amore, perché non dovrei? Bruscamente Buffy spalancò gli occhi per ritrovarsi seduta sul letto della vecchia casa di Angel. Non era un sogno, lui era veramente in piedi al suo fianco, con una tazza di caffè in mano, e uno sguardo molto preoccupato negli occhi. Mentre muta restava a fissarlo i ricordi della notte precedente riaffiorarono confusi, eppure chiari nella loro drammaticità. Il caffè caldo le diede un po di sollievo dalla tensione che l'aveva invasa e sorseggiandolo, lo sguardo fisso sulla tazza fumante, le diede anche il tempo di riordinare i suoi pensieri. Posata la tazza vuota sul comodino riuscì infine a ritrovare la voce. "Perché mi hai portato qui?". " Per essere al sicuro Buffy, dovrai restare con me per qualche tempo, soprattutto durante la notte. Questo mi è sembrato il posto migliore dove entrambi potremmo vivere fino a quando questa storia non sarà finita. Willow è passata poco fa per portarti qualche vestito. Sono in quella borsa. Se vuoi puoi farti una doccia e cambiarti. " Senza rispondere Buffy si alzò dal letto, prese la borsa che Angel le aveva indicato, e si diresse verso la stanza da bagno. La casa non era cambiata: tranquilla, silenziosa, immersa nella penombra, illuminata solo dalla poca luce che filtrava dagli infissi chiusi. C'era solo la polvere che ricopriva ogni cosa a ricordarle che il tempo era passato e l'uomo, la cui vita era racchiusa in quelle stanze, non era più il suo ragazzo, il suo amore, ma un estraneo di cui solo il corpo le era familiare. - Accidenti no, non questo! C'è un limite a tutto! Aperta la porta della stanza da bagno Buffy capì immediatamente che Angel doveva averla preceduta. Le pareti della doccia erano ancora bagnate, sul tappetino erano evidenti le orme bagnate dei suoi piedi, e soprattutto l'ambiente era pervaso da quella fragranza indefinibile che lei aveva sentito tanto spesso su di lui. Non si trattava di un profumo o di un dopobarba artificiale. Angel non si sarebbe mai sognato di farne uso. Era semplicemente il suo odore mescolato a quello del comune sapone con cui abitualmente si lavava. Dopo essere rimasta qualche istante impietrita sulla porta, Buffy, con un notevole sforzo, riuscì a scacciare lacrime e ricordi. Chiusa la porta alle sue spalle, con gesto deciso, iniziò a togliersi i vestiti stropicciati, in cui aveva dormito, concentrandosi sul compito di tornare a prendersi cura di se stessa. Insieme ad un aspetto normale, Buffy aveva recuperato anche tutto il suo coraggio e fu quindi con passo spedito che entrò nel grande soggiorno, ma si fermò appena varcata la soglia. Angel sedeva su uno scalino del caminetto, quasi a livello del pavimento, fissando il fuoco. Buffy lo aveva visto centinaia di volte nella stessa posizione. Lo sguardo assorto, perso nel movimento delle fiamme. A che cosa pensava? Al passato, all'inferno o forse a serate serene con la famiglia intorno al focolare? Forse semplicemente cercava, nella luce e nel calore del legno che bruciava, sollievo dall'eterna tenebra in cui era costretto a vivere. Con passo più misurato Buffy si decise infine ad avvicinarsi. Lui non si mosse, anche se doveva averla sentita entrare. Aspettava, indeciso sull'atteggiamento migliore da assumere, nel timore di peggiorare la situazione. Buffy reagì, al riaffiorare di sentimenti assopiti da tempo, dando al comportamento di Angel l'interpretazione peggiore. - Sembra un cacciatore che attende la preda, immobile per non spaventala, ma io non intendo essere la sua preda e non mi spavento così facilmente! - pensò, quindi, accomodandosi, con una disinvoltura che non provava, sul bracciolo in una delle due poltrone. - Una volta tanto sarà lui a dover alzare gli occhi per guardarmi! - fu il suo successivo pensiero. Appena i loro occhi si incontrarono però Buffy sentì di avere perso ancora una volta la lotta con se stessa. Come durante quella notte di pioggia, in cui per la prima volta aveva ammesso di amarla, negli occhi di Angel poteva leggere il timore, la paura di perderla per sempre. E così come era successo allora si ritrovò all'improvviso fra le sue braccia, tremante, desiderosa di sentire, nella concretezza del suo corpo, che lui era lì con lei e che quindi ogni cosa, nel suo mondo, sarebbe tornata al suo posto, e tutto si sarebbe risolto. "Ora calmati Buffy, vedrai che tutto si risolverà. Non sarà poi così difficile. Non combattere contro te stessa, vedrai che così ti sentirai meglio. Io sarò sempre qui per aiutarti" Improvvisamente Angel sentì Buffy irrigidirsi nel suo abbraccio. Evidentemente aveva detto qualcosa di sbagliato! "Come osi, proprio tu, dirmi una cosa simile?" urlò Buffy, rialzandosi bruscamente in piedi "Se avessi un minimo di dignità la parola "sempre" l'avresti già cancellata da un pezzo dal tuo vocabolario, almeno per quanto riguarda noi due! " Angel aprì la bocca, ma immediatamente la richiuse, rendendosi conto che quello che stava per dire era già stato detto infinite volte: mi dispiace perdonami .è necessario .non può essere diversamente ti desidero troppo .meriti di più .ti amo, ma Non era quello il momento giusto, e probabilmente non lo sarebbe mai stato. Il loro era un discorso chiuso che Buffy ora cercava di riaprire solo per distrarsi dai problemi del presente. Fosse stata nelle sue condizioni normali probabilmente la sua prima preoccupazione sarebbe stata chiamare Riley per dargli sue notizie. Riley .il pensiero di quella che era ora la vita di Buffy riportò Angel al presente e alle responsabilità che si era assunto, suo malgrado. "Buffy, ora dobbiamo parlare!" Era quasi più di un secolo che non usava più quel tono di comando, da quando aveva lasciato i suoi simili, per condurre una vita d'isolamento. Eppure gli tornò spontaneo alle labbra, come fosse parte della sua natura. "Ormai è giorno, e tu puoi uscire tranquillamente. Poi andare dal Signor Giles e sentire se hanno scoperto qualcosa di nuovo per aiutarti, o incontrare i tuoi amici, studiare o fare spese. Non ha importanza. Evita solo accuratamente i luoghi bui, dove potresti incontrare vampiri. E' difficile, se non impossibile, che ci sia a Sunnydale un vampiro più vecchio e potente di me, ma è meglio non rischiare!" Buffy era rimasta impietrita, in piedi di fronte a lui, come se non comprendesse il senso di quello che le stava dicendo. Solo quando lui smise di parlare sembrò riprendere vita e con la vita il dono della parola. "Tu non sei il mio padrone e non mi puoi dire quello che posso o non posso fare. Nessuno può dirmelo, tanto meno un ..lurido succhiasangue!" Alle parole della ragazza Angel si alzò lentamente, con gesti misurati. Il suo corpo teso nello sforzo di non afferrarla per .colpirla o forse baciarla. Non lo sapeva nemmeno lui. In quel momento desiderava solo farle ricordare ogni attimo, ogni istante che avevano condiviso, ogni gesto, lacrima o parola che avevano costruito il loro amore e lo avevano distrutto. "Esci da qui Buffy" fu tutto quello che riuscì a dire in tono basso e controllato "Ritorna un'ora prima del tramonto, non un attimo più tardi!" Mordendosi le labbra per non dire altro, o forse per la rabbia impotente di non sapere cosa altro dire, Buffy si voltò e lasciò la stanza. |
|||
Questa non è la FINE perché il loro amore è "forever, this is the whole point" |
|||