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RATING: la serie è vietata ai minori di 18 anni (NC 17) per trascrizione grafica di rapporti sessuali
 

 

Capitolo VIII
Una Nuova Amica
Buffy sentì il materasso cedere sotto il suo peso. Angel l’aveva dolcemente deposta sul letto. Le sue labbra, avide, ma gentili, si impossessarono del suo seno, ancora esposto, mentre le sue mani scivolavano lungo la sua vita sottile.
Buffy lo abbracciò. Provò un moto di impazienza, sentendo il contatto della maglietta di cotone sotto le dita. Inconsciamente afferrò la stoffa, quasi volesse strapparla.
Angel sembrò comprendere e si allontanò da lei. Furono pochi istanti, necessari per togliere l’indumento, ma a Buffy parvero un’eternità. Quando finalmente sentì di nuovo la sua bocca muoversi contro i suoi seni, ormai turgidi, emise un sospiro di sollievo. Si inarcò verso di lui, i sensi sconvolti dal desiderio. Incapace di dare voce a quello che provava, affondò le dita nei muscoli della sua schiena, in una muta richiesta. Aveva bisogno di lui, delle sue carezze, del contatto del suo corpo contro ogni centimetro della sua pelle. Solo divenendo un’unica cosa con lui avrebbe colmato il vuoto che sentiva dentro si sè dal giorno in cui l’aveva lasciata. Quando una mano di lui scivolò contro il suo sesso, ancora protetto dai pantaloni, emise un gemito di piacere misto a frustrazione. Quel contatto non le bastava. Lo voleva dentro di sè: subito.
Il suo gemito però aveva riportato bruscamente Angel alla ragione.
In un unico agile balzo fu in piedi, a fianco del letto, con negli occhi un’espressione di orrore.  
“Buffy io....mi dispiace.” Buffy chiuse gli occhi, senza tentare di ricoprirsi. Si sentiva svuotata, stanca, abbandonata. Avrebbe voluto piangere, ma si sforzò di non farlo. Versare altre lacrime non sarebbe servito. Sempre con gli occhi serrati trovò la forza di formulare l’unica domanda che, in quel momento, la sua mente confusa era riuscita a formulare. “Perchè?” Angel scosse il capo, voltandole le spalle. Rispetto per la sua nudità? Vergogna per se stesso? Un modo per allontanarsi da lei? Lui stesso non avrebbe saputo dirlo. In quel momento tutto quello che il vampiro avrebbe desiderato era....trasformarsi in polvere, che il vento avrebbe spazzato via.
L’aveva portata su quel letto per farla sua, possederla, senza preoccuparsi delle conseguenze per lei. Era stata la sua natura di vampiro a prevalere. Il Sire avrebbe fatto valere i suoi diritti sul suo cucciolo, come un animale, perchè lui non era nulla più di questo. Un animale, anzi neppure questo. In lui non c’era nulla dell’innocenza di quelle creature di Dio. Lui era stato creato dall’Inferno! Le doveva comunque una risposta e cercò di dargliela nel modo più indolore possibile per lei.
“Buffy, io...è difficile anche per me restarti vicino, in questa situazione. Tu...sai che cosa significhi per me.” Buffy riaprì gli occhi. Prese la maglietta di lui e la indossò, provando uno struggente rimpianto. Sapeva di sapone, come la sua pelle.
 
Ormai rivestita, si sedette sul bordo del letto.
“Una volta lo sapevo Angel, ma molte cose sono cambiate. Tu sei cambiato e io....non so più nulla. Potrei essere per te un ricordo, che ti sei lasciato alle spalle; una missione, che hai deciso di intraprendere, o qualcuno verso cui ti senti in debito o forse, considerato l’accaduto, una ragazza gradevole con cui ti piacerebbe fare del sesso. Non lo so. A quindici anni ho creduto nel tuo amore e negli anni seguenti ho combattuto, sofferto, pianto per esso. Oggi non ho più la stessa forza di allora. Sono cresciuta e ho imparato che spesso la vita non è come vorremmo che fosse e che non basta amare per essere riamati.
Quante volte mi hai detto “Ti amo.” o anche solo “Ti desidero” negli anni che abbiamo condiviso insieme? Poche, troppo poche perchè il loro ricordo possa bastarmi. Mi hai lasciato ad un altro. Ho atteso invano per anni una tua parola, che mi desse una speranza per il futuro. C’è stato solo il silenzio, interrotto da pochi incontri....che preferisco non ricordare. Ti sei costruito una nuova vita a Los Angeles....senza di me e ora...sei tornato, per salvarmi la vita da un misterioso nemico, come probabilmente avresti fatto per qualsiasi altra ragazza.
Tutto quello che abbiamo condiviso, la sofferenza, come i momenti felici, ha avuto un significato? Una volta credevo di sì, ora non ne sono più sicura.
Forse non siamo stati altro che due ragazzini, che hanno voluto sfidare il destino, in un gioco troppo grande per loro. Allora eravamo convinti che il nostro amore avrebbe superato qualsiasi ostacolo, anche la morte. Ora siamo diventati adulti, maturi, responsabili. Non solo io. Anche tu, con i tuoi 250 anni, avevi bisogno di crescere e l’hai fatto. Siamo cambiati....e questo non ha nulla a che fare con l’Incantesimo. Dimmelo: che cosa significo per te oggi?”  
Angel aveva ascoltato il lungo discorso con lo sguardo fisso sul muro che aveva di fronte.
Buffy, come altre volte in passato, gli aveva aperto il suo cuore, ma lui....non poteva fare altrettanto. Avrebbe voluto dissipare i suoi dubbi, le sue incertezze. Sarebbe stato semplice farlo: dirle la verità, quella verità che gli bruciava l’anima, che lo tormentava perfino nei suoi sogni, quella verità che non osava confessare neppure ai suoi amici e colleghi. La amava come l’aveva amata il primo giorno che l’aveva vista. Durante gli anni che aveva trascorso lontano da lei aveva imparato a vivere con quell’amore nascosto in fondo al cuore. Come colui che ha perso la vista, conserva, come tesori preziosi, i ricordi dei colori del mondo, lui serbava dentro di sè i frammenti del loro amore, ricomponendoli ogni giorno nella sua mente, con meticolosa cura, per trovare in essi la forza di continuare a vivere. Non osava parlarne con nessuno, temendo che se avesse dato voce al dolore che provava, esso si sarebbe trasformato in un urlo, che niente avrebbe potuto interrompere. Aveva vissuto, fatto esperienze nuove. Come Buffy aveva detto, era cresciuto, ma con lui era cresciuto anche il suo amore per lei.
La verità. Sarebbero bastate poche parole, ma non era il momento di pronunciarle. C’era l’Incantesimo e....c’era Riley.  
“Adesso non ha importanza che cosa tu significhi per me Buffy. Non avrei dovuto iniziare questo discorso e soprattutto....non avrei dovuto perdere il controllo. Sono il tuo Sire, ma solo per proteggerti. Quando tutto questo finirà....tornerò a Los Angeles e tu....potrai riprendere la tua vita di sempre.” Buffy, esasperata, si alzò in piedi e lo afferrò per un braccio, costringendolo a voltarsi.
“Angel! Non puoi cavartela in questo modo, dannazione! Mi devi qualcosa di più!” Il viso di Angel si era trasformato in una maschera di ghiaccio. Ora ricordava il suo dovere.
“Io non ti devo nulla! Sono il tuo Sire. Mi hai disobbedito, mettendo a rischio la tua vita, e io ti ho punito. Questo è tutto!” dichiarò svincolandosi dalla sua stretta. “Ti odio!” fu tutto quello che Buffy riuscì a replicare. Nelle sue parole non c’era ira. Aveva parlato in tono calmo, controllato. Angel serrò appena le labbra. Le ultime parole di Buffy l’avevano ferito, più di quanto volesse ammettere, ma non poteva permettersi il lusso di dimostrarielo. Era il suo Sire. Fingendo indifferenza si diresse verso la porta.
“Dormi. Ci vediamo domani mattina.” Buffy, rimasta sola, si distese sul letto. Ora poteva finalmente piangere, stringendosi addosso la maglietta, troppo grande per lei.
 
Angel era tornato nel soggiorno da pochi minuti quando sentì passi leggeri attraversare il vialetto che conduceva alla casa. Non sapeva chi fosse il visitatore inatteso a quell’ora, prossima all’alba. Chiunque sarebbe comunque stato il benvenuto in quel momento. L’ultima cosa che desiderava era trascorrere un’altra notte di fronte al fuoco, chiedendosi come sarebbe stata la sua vita quando fosse tornato a Los Angeles, di nuovo senza di lei. Aprì la porta prima che il nuovo arrivato avesse avuto il tempo di bussare. Si trovò davanti una ragazza bruna, che vagamente ricordava. Evidentemente era rimasta sorpresa dalla sua improvvisa apparizione, ma non sembrava avere paura di lui.
“Ciao, sono Tara”dichiarò la giovane. In risposta al silenzio di lui aggiunse timidamente “L’amica di Willow. Ti ricordi di me?” Angel pensò che doveva essere veramente sconvolto per non averla riconosciuta subito. “Certo, accomodati.” Mormorò, togliendosi da vano della porta per permetterle di entrare. Tara varcò la porta con passo tranquillo, ma sicuro. Si guardò intorno, nel vasto atrio, senza fare nulla per nascondere la curiosità.
 
“Willow mi ha parlato di questo posto, ma non c’ero mai stata. E’ una casa veramente....particolare.” Angel sorrise, cogliendo la cura con cui la ragazza aveva scelto l’aggettivo. Doveva essere una persona molto sensibile. Era prevedibile, d'altra parte, considerato il suo legame con Willow. Senza rispondere al commento il vampiro precedette la sua ospite nel soggiorno. In lui stava crescendo l’ansia. Il sole sarebbe sorto entro poche ore. Se Tara non aveva atteso il mattino per parlare con Buffy e non aveva usato il telefono dovevano esserci novità importanti, ma allora perchè era venuta lei, da sola? Sarebbe stato più logica la presenza di Giles o Willow. “Buffy sta dormendo. Vado a svegliarla.” Dichiarò, dirigendosi verso la camera da letto, impaziente di scoprire il mistero. La voce sommessa di lei lo fermò quando aveva già posato la mano sulla maniglia della porta della camera da letto dove dormiva Buffy. “Aspetta! Io...secondo il Signor Giles è meglio se parlo prima solo con te. Sarebbe stato meglio attendere domani, dopo che lei fosse uscita, ma...ho preferito non disturbarti durante il giorno. Speravo che a quest’ora lei stesse dormendo.” Angel ritornò lentamente sui suoi passi. La sua ansia ora si era trasformata in paura. Se Giles pensava fosse meglio tenere Buffy all’oscuro, Tara non portava certo buone notizie. “Stai bene?” la voce di Tara questa volta suonò insicura. “Sì, sto bene.” rispose Angel, forse troppo in fretta, chiedendosi che cosa nel suo aspetto potesse fare pensare a un’estranea, che lo conosceva appena, che qualcosa lo tormentava. “Willow era preoccupata per te, per il fatto di dover vivere con Buffy....in questa situazione.” Spiegò la ragazza, per giustificare la sua preoccupazione. Angel scrollò il capo con insofferenza. Gli creava sempre imbarazzo il fatto che altri pensassero a lui. Avere amici, a parte Buffy, era qualcosa a cui non si era ancora abituato.
“Willow dovrebbe preoccuparsi per Buffy, non per me. ”Immediatamente si rese conto che la sua frase poteva essere equivocata, visto i precedenti, e si affrettò a rimediare.” Intendevo dire che è lei che ha bisogno del nostro aiuto. In ogni caso sono libero dalla mia maledizione e anche se non lo fossi, ora....c’è Riley.”  
Il dolore, palese nello sguardo dell’uomo che aveva di fronte, commosse Tara. Provò un moto di tenerezza per l’indifferenza, palesemente falsa, con cui lui aveva cercato di mascherare la sua gelosia. “Buffy sta bene, da quando tu sei qui. Anzi, se devo essere sincera, non l’ho mai vista così.....serena. E’ come se...avesse ritrovato qualcosa che aveva perso.” Angel sospirò piano. Gli sarebbe piaciuto credere alle parole di Tara, ma sapeva fin troppo bene che la realtà era diversa.
“Non so che cosa ti abbiano raccontato di me, Tara, e ...della storia mia e di Buffy. In ogni caso lei sembra stare bene perchè la mia presenza attenua gli effetti dell’Incantesimo. Questo però non significa che non esista più il problema. Dobbiamo trovare il modo di liberarla.” “L’abbiamo trovato, Angel.” Risposte Tara, improvvisamente nervosa. Angel la guardò allibito. Tara, per darsi un contegno, si sedette sul divano e rivolse il viso verso le fiamme del camino, quasi non osasse affrontare il suo sguardo.
Angel si riprese dallo stupore che l’apparentemente disinvolta dichiarazione della giovane strega aveva generato in lui. “Che cosa avete trovato?” chiese con veemenza, ricordandosi appena in tempo di non alzare la voce per non svegliare Buffy. “Il modo di liberare Buffy.” Annunciò con calma Tara, senza voltarsi. Angel avrebbe voluto afferrarla e scuoterla per costringerla a dirgli ogni cosa, ma controllò quell’impulso irrazionale che sarebbe servito solo a spaventarla probabilmente. Si avvicinò a lei, inginocchiandosi ai suoi piedi. La voce gli uscì dalle labbra in un sussurro: “Come?” “L’Incantesimo agisce sulla sua volontà. Ha incrinato la sua sicurezza di sè, il suo rapporto con gli altri e con il mondo. Senza un Sire, che sia il fulcro della sua vita, Buffy si sente persa, incompleta, incapace di agire. Non esiste nessun contro-incantesimo che possa liberarla e se anche esistesse non oseremmo usarlo. Si tratterebbe comunque di agire sulla sua mente e sarebbe troppo rischioso. Se Buffy vuole essere libera deve liberarsi da sola.”  
Angel non era certo di avere compreso. Apparentemente sembrava che gli amici di Buffy avessero trovato una scusa per svincolarsi dalla responsabilità di aiutarla in quel delicato e pericoloso frangente. Adirato si alzò per dirigersi verso il telefono.
“E’ assurdo. Voglio parlare con Giles!” Anche Tara si era però alzata e arrivò giusto in tempo per posare una mano sulla sua, impedendogli di alzare la cornetta.
“Aspetta. Non ti ho detto tutto. E’ per questo che hanno mandato me.” Angel si voltò impaziente. Trovava intollerabili quei giochetti quando era in discussione la vita di Buffy.
“Spiegati!” Tara fece un passo in dietro, ripensando ai racconti di Willow su come potesse trasformarsi Angel quando era in discussione il benessere di Buffy. In lei c’era però più coraggio di quanto potesse apparire e riprese a parlare con voce sicura. “Sono stata mandata io perchè ho conosciuto Buffy quando la vostra storia era già finita. So ogni cosa, perchè Willow me l’ha raccontata, ma non ho partecipato agli avvenimenti quindi......il Signor Giles sperava che tu ti fidassi più di me che di tutti gli altri.” “Perchè a te non ho fatto del male?” chiese con amarezza il vampiro. “Sì.” Una risposta chiara e sincera. Angel ammirò la franchezza della ragazza. “Parla. Ti ascolto.” “Solo tu puoi essere il Sire di Buffy. Su questo è inutile discutere. Non potremmo affidarla a nessun altro vampiro senza mettere a rischio la sua vita. Stabilito questo è importante scoprire quanto è forte il potere dell’Incantesimo su di lei. Insomma, quanto il suo Sire sia importante per lei. Inizialmente avevamo pensato di scoprirlo semplicemente facendoti sparire per qualche tempo, ma ci siamo subito resi conto dei rischi.” “Infatti” mormorò Angel con decisione “probabilmente Buffy finirebbe di trovarsi un altro Sire, che approfitterebbe di lei, uccidendola, o perderebbe per sempre il senno, e il risultato finale non sarebbe molto diverso.” “L’alternativa” riprese Tara “è studiare i suoi comportamenti, provare a interrogarla su quello che prova, e tu ...sei la persona più indicata per farlo. Hai sempre avuto la sua fiducia. Inoltre, dei suoi sentimenti per te, a causa del passato, con noi non parlava neppure prima dell’Incantesimo, ora...credo le sarebbe ancora più difficile essere sincera.”  
Angel assentì semplicemente con il capo, sedendosi vicino al camino. Istintivamente abbassò gli occhi. La maggior parte dei problemi fra lui e Buffy non erano mai nati quando erano solo loro due. Il loro universo era sempre stato perfetto. A mettere in crisi il loro rapporto era il mondo esterno, in cui Buffy doveva vivere, fra la gente, gli amici, la famiglia e lui...non era mai potuto veramente entrare in quel mondo.
La sua natura glielo precludeva, la sua natura....e i pregiudizi degli altri. Certo, era ovvio che le persone provassero diffidenza, se non addirittura odio e disprezzo, per un vampiro, e lui aveva commesso abbastanza crimini per meritare tutto questo, ma se solo....avessero reso la vita più facile, non a lui, ma a lei. Si era sempre sentito in colpa per tutte le volte che Buffy aveva dovuto scusarsi, giustificarsi, umiliarsi per lui con le persone che amava.
Era tristemente ironico che ora fossero proprio gli amici di Buffy a chiedergli di entrare nella sua anima, nella sua mente come loro non potevano fare.
“Va bene. Parlerò con Buffy e cercherò di stabilire quanto sia succube di quel maledetto Incantesimo. Ma come farà lei a liberarsi?" Tara si mosse, per tornare ad avvicinarsi a lui, ma si fermò a metà strada.
“Se il potere dell’Incantesimo non è molto forte sarà facile. Le spiegheremo tutto e lei dovrà solo sforzarsi di fare a meno di te. Sapendo la verità potrà farlo, magari gradualmente, senza per questo impazzire.” “E se non fosse così?” Chiese Angel guardandola negli occhi. ”Se la forza dell’Incantesimo fosse tale da non permetterle di resistergli?” Tara sospirò.
“Per questo sono venuta qui io. Tu dovrai....spingerla a farlo.”  
Il silenzio era calato fra di loro. Angel aveva compreso fin troppo bene quello che Tara aveva voluto dire, ma non riusciva ad accettarlo.
“L’ami ancora, non è così?” La domanda lo colse impreparato e la sua risposta fu più spontanea di quanto avrebbe voluto.
“L’amerò sempre, per l’eternità. Ogni innamorato è convinto che l’amore che prova sia per sempre. Poi accade qualcosa, o semplicemente il tempo trascorre, e l’altra persona si allontana. L’amore finisce, spesso senza un motivo, e la vita ritorna ad essere grigia fino a quando non si incontra un’altra persona e l’illusione ricomincia. Per me è diverso. Buffy...mi ha aiutato a nascere di nuovo, a diventare quello che sono oggi. E’ stata la luce che ha illuminato la mia esistenza fatta di tenebre. Attraverso di lei ho riscoperto sentimenti che avevo dimenticato: la gioia, il dolore, ma anche la speranza in un futuro migliore. Ero, sono ancora, un vampiro, un essere immondo che si nutre di sangue e si trasforma in polvere alla luce del sole, ma ho anche un’anima. Buffy l’ha risvegliata. Se smettessi di amarla ogni cosa, nella mia vita, perderebbe di significato. Tornerei a non esistere, in qualche anfratto buio e nascosto del mondo, nel silenzio della morte.”  Tara chinò il capo. Willow le aveva narrato i fatti, ma nulla di quello che le aveva detto l’aveva preparata all’intensità dei sentimenti che si agitavano nell’animo di quell’uomo che sedeva di fronte a lei. Si sentiva giovane, insicura e incapace di trovare parole adeguate per rispondere. Alla fine prevalse in lei il rimorso.
“Mi dispiace. So che ti stiamo chiedendo molto.”  
Angel scosse tristemente il capo.
“Non credo proprio che nessuno di voi possa veramente sapere quello che mi state chiedendo ed è una fortuna per la quale dovreste ringraziare Dio. L’amore di Buffy è stata l’ancora a cui mi sono aggrappato per uscire dall’Inferno, e non solo metaforicamente.” Concluse con un sorriso mesto. “I ricordi, l’assurdo sogno di poter un giorno, anche solo per pochi brevi istanti....quando un’anima vive sul baratro del nulla si aggrappa a qualsiasi cosa pur di continuare ad esistere. Voi volete che mi privi anche dei pochi fragili appigli che mi sono rimasti, dopo averla lasciata.” Tara d’impulso si avvicinò a lui. Si sedette al suo fianco e timidamente allungò una mano per sfiorare le sue. “Se non lo farai per lei sarà la fine. Non potete continuare per sempre così. Lei deve andare avanti con la sua vita e prima o poi, se l’Incantesimo non sarà spezzato.....” Angel scoprì con sorpresa di non volersi allontanare dalla giovane. Dopo decenni di solitudine l’eccessiva vicinanza degli altri generalmente lo infastidiva, ma Tara sembrava veramente comprendere quello che lui provava e le sue mani calde gli trasmettevano un piacevole senso di conforto. “Lo so e farò tutto quello che sarà necessario per aiutare Buffy. Non potrei agire diversamente, neppure se lo volessi. Se lei morisse....io morirei con lei. Certo, continuerei ad esistere. L’immortalità è la mia più grande condanna, ma la mia anima....seguirebbe la sua. Vorrei...poter pregare per lei. ”  
Tara rimase per un attimo perplessa.
“Tu credi in Dio?” Angel, per la prima volta quella sera, rise, anche se la sua risata traboccava di amarezza.
“Certo che ci credo. Sono un Irlandese, Cattolico e un vampiro. Come potrei non crederci?” All’udire la risata Tara si rilassò e osò insistere. “Non capisco, che cosa vuoi dire? Io credevo che i vampiri....” “Nessuno crede in Dio più del Demonio, Tara. Senza l’uno non esisterebbe l’altro. Per questo temiamo le croci e l’acqua benedetta ci brucia la pelle. Perchè crediamo. Se non fosse così, le croci non sarebbero altro che pezzi di legno o metallo e l’acqua benedetta nient’altro che acqua.” “Se ci credi, Angel, perchè non .....preghi? Forse la fede ti aiuterebbe. Il tuo demone te lo impedisce?” Angel sospirò e le sue spalle si piegarono come se fossero oppresse da un peso troppo grande.
“No. Non è il demone a impedirmelo. E’ la mia anima.” “La tua anima? Non capisco.” Tara provava un interesse accademico per la questione, ma soprattutto sentiva di aver superato, casualmente, uno dei tanti muri che il vampiro aveva costruito fra se stesso e il mondo. Ora non poteva tornare in dietro. La sua indole generosa e gentile non glielo avrebbe permesso. Angel sentiva il bisogno di confidarsi con quella sconosciuta. Forse a generare in lui quel bisogno era il timore di perdere definitivamente Buffy, che era stata da sempre la sola persona di cui veramente si fidasse. I ricordi erano comunque stati risvegliati e premevano per prendere di nuovo vita attraverso le sue parole. Ormai non era più in grado di fermarli.
“Mia madre era molto credente. Quando ero in vita ho ricevuto tutti i sacramenti, ma....non sono mai stato molto osservante. Ad essere sincero credo di aver commesso tutti i peccati previsti, a parte l’omicidio, ma se le cose fossero andate diversamente, e ne avessi avuto il tempo, probabilmente avrei commesso anche quello.” L’ironia del suo commento non ingannò Tara. Angel soffriva ancora per l’uomo che era stato, più di due secoli prima.  “In un momento di lucidità, nel delirio che provocò in me l’aver riavuto la mia anima, ho tentato di....entrare in una chiesa. Come ti ho detto un Irlandese Cattolico resta sempre tale, anche dopo la morte, evidentemente.” Angel si interruppe. Tara provò l’impulso di cambiare argomento. Per il vampiro ricordare quel periodo della sua vita non doveva essere un’esperienza piacevole. Forse però parlare poteva fargli bene, quindi la giovane strega decise di insistere. “Che cosa è successo?” chiese sottovoce, temendo che quell’uomo, normalmente così introverso, tornasse a chiudersi in se stesso. Era molto tempo che Angel non pensava più a quell’episodio. Non sapeva perchè avesse deciso di condividerlo proprio con Tara. Neppure con Buffy ne aveva mai parlato. C’era qualcosa però nell’atteggiamento della ragazza che lo induceva a confidarsi. Forse erano i suoi occhi. Tara era giovane, ma nel suo sguardo c’era la consapevolezza di una donna matura, capace di ascoltare e comprendere. “La porta era aperta. Doveva essere una ricorrenza particolare perchè, anche se la chiesa era vuota, c’erano molte candele accese e fiori ovunque. Qualcuno stava suonando l’organo e voci di bambini cantavano. Probabilmente provavano i canti per la funzione. Entrai. Non mi avvicinai all’altare. Non osai tanto. Rimasi all’ombra di una colonna ad ascoltare. In quel canto e in quella luce, la mia anima, per la prima volta, cessò di tormentarmi. C’era pace in quel luogo. Mi tornarono in mente i ricordi di quando ero un bambino, ancora innocente, che trattenuto per mano dalla madre, insieme alla famiglia, assiste alla messa, impaziente di tornare al sole a giocare.”  
Per Tara fu facile immaginare il ragazzino intelligente, impetuoso e ribelle che doveva essere stato Angel. Educarlo doveva essere stata un’impresa per i suoi genitori. La voce di Angel catturò però subito, di nuovo, la sua attenzione. “Erano bei ricordi, che avevo dimenticato, perchè sommersi dagli orrori che erano seguiti a quegli anni di innocenza. La pace che mi era stata concessa fu però di breve durata. Il prete, o forse il sacrestano, si avvicinò a me incuriosito. Io indietreggiai nell’ombra timoroso. Allora avevo paura di chiunque. Era da moltissimo tempo che non parlavo con nessuno. Alle mie spalle c’era un affresco. Ritraeva un santo con una croce in mano. Quando sentii la presenza della croce sobbalzai bruscamente. L’uomo comprese immediatamente chi ero, o meglio, che cosa ero. A quei tempi c’era più ignoranza nel mondo, ma gli occhi degli ignoranti spesso vedono quello che è nascosto ai sapienti. Nell’uomo la furia fu più potente della paura. Afferrò due candele e ponendole a croce avanzò verso di me. Non fu però la croce improvvisata a farmi fuggire correndo, ma le parole che mi urlò contro. Erano parole di odio, ma anche di disprezzo. Ero un essere immondo, scaturito dall’Inferno, e non avrei mai dovuto permettermi di profanare quel luogo sacro con la mia lurida presenza. L’unico posto adatto per me erano le fogne. L’unica compagnia di cui ero degno erano i ratti, che costituivano anche il mio cibo. Non ero degno di stare al cospetto di Dio. Le sue parole furono crudeli, ma c’era molta verità in esse. Da allora non sono più entrato in nessun luogo sacro, se non i cimiteri, e se ho osato pregare, l’ho fatto sapendo di non poter essere ascoltato.”  
“Dio ascolta tutti, almeno credo. E’ questo che dicono i preti. Se solo i giusti fossero bene accolti in Chiesa, le Chiese sarebbero vuote. Se non sbaglio, inoltre, i Cattolici credono anche nella Confessione e nel perdono di Dio quindi....” Angel la guardò incredulo. Tara, evidentemente, non si rendeva conto di chi aveva di fronte.
“Tara, se cercassi di confessarmi...nessun prete, anche se fosse disposto a farlo, disporrebbe di una vita abbastanza lunga per ascoltare l’elenco dei miei peccati e se anche ci provasse....probabilmente perderebbe la ragione dopo averne sentito raccontare la minima parte. Per me non c’è perdono, nè in Terra, nè in cielo. Cerco la mia redenzione, ma so che non potrò mai raggiungerla. Per quante vite io possa salvare, non potrò mai restituire quelle che ho tolto, neppure fra mille anni.”  
Tara strinse con più forza quelle grandi mani fra le sue.
“Nessuno può farlo Angel. Non ci è concesso restituire la vita a chi l’ha persa. Nessuno può pretendere questo da te. Questo però non significa che tu non possa essere perdonato. La bontà di Dio è infinita. Per questo è....Dio.” Angel si alzò in piedi impaziente, allontanandosi da lei.
“La bontà di Dio è per i vivi. Io sono morto. La mia anima è già stata giudicata e condannata.” Anche Tara si alzò. La sua pazienza aveva dei limiti e non riusciva a sopportare che qualcuno soffrisse tanto solo perchè....
“Non è vero! “ ribattè con veemenza. “Se fosse così tu non saresti qui, ma all’Inferno. Se ti è stata data un’altra possibilità è perchè c’è speranza. Non esistono anime di serie A e anime di serie B. Agli occhi di Dio tutte le anime hanno lo stesso valore. Anche la tua. Se non credi in questo....sei perduto. Dio ti può perdonare, forse l’ha già fatto, e questa nuova occasione di vivere nel mondo è il suo modo di dimostrartelo. Buffy ti ha perdonato. Ti ha addirittura amato. Sei tu che non riesci a perdonare te stesso e quindi rifiuti la vita, la speranza, ogni possibilità di condurre una vita serena.”  
Angel, che le voltava le spalle, si voltò per guardarla con ira.
“Che cosa dovrei fare Tara? Dimenticare tutto? Il sangue, i morti, gli urli di agonia delle mie vittime e condurre una vita spensierata, come tutti gli altri? Se lo facessi l’Inferno si riaprirebbe per inghiottirmi. Ho già avuto un istante di perfetta felicità e ne ho pagato il prezzo, il mondo, le persone che mi erano care, Buffy ne ha pagato il prezzo. Non ripeterò lo stesso errore due volte!” Tara rimase sconcertata dalla cocciutaggine di quell’uomo, intelligente, ma anche irremovibile quando si aggrappava ad un’idea. Ammirò il coraggio di Buffy. Vivere al suo fianco doveva richiedere una buona dose di perseveranza. “E’ ovvio che non puoi e non devi dimenticare.” Mormorò in tono più pacato.” Tutto quello che accade lascia un segno sulle nostre vite. Devi però trovare il coraggio di andare avanti, forte delle esperienze passate, cercando di fare del bene dove prima hai seminato il male. Sei fuggito da quella Chiesa e decenni dopo sei fuggito da Buffy, dal suo amore, da tutto quello che poteva significare per te. Devi smettere di scappare e affrontare la vita, afferrarne le occasioni e viverle.” Il vampiro chiuse gli occhi e inghiottì a vuoto, cercando di controllare le lacrime.
“No, non posso più scappare, ma ormai è tardi. C’è Riley e...la sola cosa che posso fare è distruggere tutto quello per cui sono vissuto, per Buffy e per la sua felicità.”

 

Questa non è la FINE perché il loro amore è "forever, this is the whole point"

Punizioni Il Passato