Buffy era ritornata a casa puntuale, ma labitazione era vuota.
Angel doveva essersi affidato al tempo nuvoloso ed essere uscito un pò
prima del tramonto. Buffy sospirò. Non le era mai piaciuto che
Angel corresse quel genere di rischi, ma il suo razionale ed equilibrato
vampiro sapeva essere incredibilmente testardo a volte. Aveva letto da
qualche parte che era una prerogativa degli irlandesi. Non sapeva se fosse
vero o no. Angel era lunico irlandese che avesse mai frequentato.
Quello di cui era sicura era che avrebbe voluto trovarlo a casa, ad attenderla,
come sempre. Anche se con tutti, soprattutto con Riley, ostentava insofferenza
per il rientro obbligato, doveva confessare a se stessa che il dover tornare
da lui ogni sera era un dovere che trovava estremamente piacevole. Sapere
che alla fine dalla giornata lavrebbe rivisto, che avrebbero passato
la serata insieme, le dava un rilassante senso di sicurezza.
Dalla mattina in cui Angel le aveva fatto linterrogatorio non cerano
stati più scontri fra loro. Buffy aveva chiesto agli amici quali
novità avevano scoperto, ma le loro risposte erano state vaghe
e confuse. Si fidava in ogni caso di Giles e gli altri, quindi non aveva
indagato molto. Gli studi e le ricerche non erano mai stati il suo punto
di forza. Preferiva delegare a loro quel genere di compiti.
Angel era diventato più cupo del solito. Probabilmente era preoccupato.
Interferiva nella sua vita il meno possibile. Non faceva domande e non
impartiva ordini, salvo in casi particolari. Il suo unico, costante obbligo
era di rientrare prima del tramonto. Dopo quella sera nefasta era sempre
stata puntuale.
Al suo rientro, in genere, trovava la cena pronta. Con stupore aveva scoperto
che Angel era un ottimo cuoco. Angelus probabilmente aveva usato larte
culinaria per sedurre le sue vittime. Angel, fra i fornelli, forse riusciva
a dimenticare, per brevi istanti, la sua vera natura. Mangiava da sola.
Quando aveva terminato riordinava la cucina. Non era stato Angel a chiederle
di farlo. Questa divisione dei compiti era nata spontaneamente. In fondo
lui cucinava solo per lei. Non sapeva se lo facesse perchè era
compito di un Sire avere cura del proprio cucciolo o perchè provava
piacere nel provvedere alle sue necessità con gustosi manicaretti.
La prima volta che era successo se lo era domandato. In seguito aveva
smesso di porsi domande ed aveva semplicemente apprezzato il semplice
piacere di trovare la tavola apparecchiata e invitanti pietanze pronte
per essere gustate.
Parlavano poco. Angel non era mai stato propenso a fare lunghi discorsi
e lei, che un tempo, aveva sempre milioni di cose da dirgli, ora preferiva
tacere nel timore di turbare il fragile equilibrio che si era stabilito
fra loro.
A volte restavano tutta la sera nel più assoluto silenzio, fingendo
indifferenza luno per laltra. Angel si immergeva nella lettura.
Buffy guardava la televisione, che aveva portato nellappartamento.
Giunta lora, augurava la buona notte al suo taciturno compagno e
andava a dormire, nel suo letto. Angel fingeva di non averci fatto caso,
ma Buffy aveva continuato ad usare la sua maglietta come camicia da notte.
Lui restava seduto di fronte al fuoco perso nei suoi pensieri. Buffy avrebbe
desiderato più di qualsiasi cosa al mondo sapere dove la mente
inquieta del vampiro vagasse, ma non osava fare domande.
Quando lei sentiva più forte il bisogno di lui Angel, sembrava
percepirlo. Si sedeva accanto a lei sul divano. Le accarezzava i capelli
e la coccolava, come se fosse una bambina. Buffy si abbandonava a lui,
cercando di reprimere il proprio desiderio, per assaporare con tranquillità
quei momenti di tenerezza. Quando lui la mandava a dormire obbediva senza
discutere.
Solo nella solitudine della camera da letto si concedeva qualche lacrima
pensando a quello che aveva perso. Avrebbe dato volentieri unintera
vita di sesso con Riley in cambio di quegli innocenti momenti che divideva
con luomo che aveva perso per sempre. Angel sapeva anche comprendere
quando lei aveva bisogno di un altro genere di attenzioni, spesso prima
che lei stessa se ne rendesse conto. In quelle occasioni la interrompeva
nel bel mezzo di un allenamento, di un film o mentre si stava limando
le unghie per mandarla a prendergli un bicchiere di acqua, o un libro.
Le prime volte lei era rimasta sorpresa. Poi si era resa conto, obbedendo
allordine con naturalezza, che nel compierlo qualcosa dentro di
lei cambiava. Una tensione, di cui fino in quel momento era stata inconsapevole,
si scioglieva. Effettivamente, doveva ammettere, aveva bisogno di un Sire
e laveva trovato. I suoi malesseri non si erano più presentati
e la sua vita era tornata ad essere serena.
Angel attraversò lentamente il giardino. Aveva rimandato fino a
quella sera il momento, nella speranza che esistesse unaltra soluzione,
ma Giles quel giorno gli aveva confermato che quella era lunica
strada per liberare Buffy. Non aveva altra scelta. Quando entrò
sentì il rumore della televisione accesa. Un suono inconsueto fra
quelle mura austere, ma al quale si era presto abituato. Avere Buffy per
casa, i suoi oggetti posati dovunque, il suo profumo nella stanza da bagno,
dopo che si era fatta la doccia, erano diventati per lui un dolce tormento.
Tanto lui era silenzioso, tanto Buffy sembrava produrre rumore anche compiendo
le operazioni più semplici. Il suono delle stoviglie, mentre riordinava
la cucina, la sua voce, che gli giungeva ovattata, dalla camera da letto,
mentre parlava al telefono con Willow, i cassetti aperti e poi richiusi,
quando si svegliava al mattino: rumori che giorno dopo giorno erano diventati
la colonna sonora della sua esistenza. Aveva amato quella casa per la
sua pace. Il silenzio che regnava nelle sue stanze, quando mancava lei,
ora gli sembrava intollerabile.
Le giornate gli sembravano interminabili mentre attendeva il suo ritorno.
Poi lei entrava, normalmente chiudendo la porta con più forza del
necessario, e il tempo, che sembrava essersi fermato in sua assenza, tornava
a scorrere. La vita ritornava fra le vecchie mura.
Quella sera però qualcosa sarebbe cambiato, per sempre.
Angel varcò la soglia con decisione. Non voleva fermarsi a riflettere
ancora. Se lavesse fatto rischiava di perdere il coraggio necessario
per fare quello che era necessario. Ciao, dove sei stato?
chiese Buffy, voltandosi per seguire i suoi movimenti. Era seduta sul
tappeto, di fronte alla televisione, e mangiava un tramezzino. Angel ignorò
la domanda. Depose il pacco che aveva in mano sul tavolo. Sprofondò
nella poltrona, allungando le lunghe gambe fino quasi a sfiorare la ragazza,
seduta ai suoi piedi.
Ho fame. Dichiarò, fissandola. Buffy restò uninstante
interdetta. Non era esattamente un ordine e Angel non le aveva mai chiesto
nulla di simile. Anzi, non ricordava di averlo mai visto nutrirsi, nè
in passato, nè da quando vivevano insieme. Alla fine però
si alzò e si diresse in cucina. Trovò una sacca di sangue
accuratamente riposta in frigo, in un apposito contenitore e versatone
il contenuto in una tazza, dopo averlo scaldato con il microonde, lo portò
al vampiro. Angel prese la tazza, ma quando lei fece il gesto di tornare
a sedersi, la fermò.
Aspetta. Buffy rimase in piedi, a fianco della poltrona, mentre
lui sorseggiava tranquillamente dal tazzone il suo contenuto. Non provò
ribrezzo a quello spettacolo. Aver frequentato Spike era servito a qualcosa.
Era soprattutto incuriosita dallo strano cambiamento del compagno.
Quando finì di bere Angel le restituì la tazza.
Lavala. Buffy sollevò un sopracciglio, sempre più
sorpresa, ma anche questa volta obbedì.
Quando tornò in soggiorno la stanza era vuota.
Supponendo che Angel, come a volte accadeva, avesse scelto di passare
la serata in unaltra stanza della grande casa, si diresse verso
la camera da letto. Intendeva telefonare a Willow per chiacchierare un
pò.
Nella stanza, che ormai occupava da tempo, la aspettava però una
sorpresa. Angel era a torso nudo, disteso sul letto, come se la stesse
aspettando.
Buffy rimase incerta sulla porta.
Angel, che cosa succede? Che cosa vuoi? si decise alla fine
a chiedere. Angel le sorrise e Buffy provò un brivido. Non era
il sorriso dolce di Angel, quello che aveva di fronte, ma quello strafottente
e ironico di Angelus.
Nulla che non mi sia dovuto Buffy. La risposta fu lapidaria.
Chi sei? La domanda era stata fatta a bassa voce, ma la tensione
in essa era evidente. Rilassati Buffy, sono il tuo Angel. Come ti
ho già detto il mio demone è sotto controllo. Ho semplicemente
riflettuto e mi sono stufato di questo gioco. Se devo passare il mio tempo
qui a Sunnydale a fare la parte del tuo Sire per salvare la tua preziosa
vita, va bene, ma almeno è giusto che ne goda i benefici.
Latteggiamento di Angel era quello di chi spiega qualcosa di ovvio
a qualcuno troppo ottuso per comprenderlo da solo. Buffy però non
aveva intenzione di lasciarsi intimorire. Angel sei impazzito forse?
Di che cosa stai parlando? Sai benissimo di che cosa parlo
Buffy. Di te e di me. Io sono il tuo Sire, tu sei il mio cucciolo. So
benissimo che hai il tuo soldatino di cui occuparti. Benissimo. Quando
questa storia sarà finita potrai tornare da lui e farlo felice
fino alla fine dei suoi giorni. Fino ad allora però mi rifiuto
di continuare a recitare questa farsa. Mi sono stancato di essere quello
che si sacrifica per te, che pazienta, rinuncia, soffre perchè
tu possa avere una vita normale. Non sono stato certo io a farti lIncantesimo
e a volere questa situazione, ma visto che si è creata....non vedo
perchè non dovrei goderne i benefici. In fondo ti divertirai anche
tu, o forse no, ma non ha molta importanza. Potrai sempre divertirti per
il resto della tua vita...con Riley.
Buffy rimase per alcuni istanti senza parole. Angel era cambiato, lo
sapeva, ma non poteva essere cambiato fino a questo punto!
Non so che cosa ti sia successo Angel, e non so di quali benefici
tu stia parlando, ma io ho un ragazzo, un bravo ragazzo, come tu stesso
hai ricordato. Aveva già deciso di lasciare Riley quanto
tutto fosse finito. Non voleva farlo prima solo perchè non voleva
che in lui, o negli altri, sorgesse il dubbio che quella decisione fosse
una conseguenza dellIncantesimo. Non era così. Rivedere Angel,
vivere con lui, le aveva ricordato lintensità dei sentimenti,
della passione che si prova quando si ama veramente. Qualsiasi fosse il
sentimento che la legava a Riley, non era amore. Restare al suo fianco
non sarebbe stato giusto per nessuno dei due. Considerati questi presupposti
usare la loro relazione, per difendersi da Angel, come aveva appena fatto,
non era un comportamento onesto, ma non era preparata ad affrontare una
situazione simile e Angel stesso le aveva ricordato i suoi impegni verso
il suo ragazzo.
Non credo tu abbia molta scelta Buffy! rispose Angel con tono
ironico. Buffy impallidì, improvvisamente consapevole del potere
che lui ora aveva su di lei. Si voltò, decisa a lasciare quella
casa per andare ovunque, purchè lontano da lui.
Torna qui, subito! La sua voce la raggiunse nel soggiorno.
Il suo corpo si immobilizzò improvvisamente. In preda a sentimenti
contrastanti si ritrovò nella camera da letto, in piedi, a fianco
del letto. Le mani le tremavano per il conflitto che la tormentava. Avrebbe
voluto andarsene, la rabbia e il dolore la devastavano, ma qualcosa la
tratteneva in quella stanza, qualcosa che non riusciva a sconfiggere.
Il mondo intorno a lei iniziò a dilatarsi. Sentiva il suo cuore
battere più forte mentre i pensieri le si confondevano nella mente.
Angel la osservava preoccupato. Aveva esagerato. Doveva portarla alla
ribellione, ma gradualmente. Se avesse proceduto con troppa violenza la
tensione dentro di lei sarebbe stata troppo forte e lavrebbe fatta
impazzire. Doveva rimediare. Buffy, siediti qui vicino a me e ragioniamo.
Va bene? Il tono calmo della sua voce sembrò aiutare Buffy
a tornare alla normalità. Si sedette al suo fianco con un sospiro
di sollievo. Lui le accarezzò il viso e lei non si sottrasse alle
sue carezze.
Noi dobbiamo stare insieme fino a quando esiste lIncantesimo.
Io sono il tuo Sire e tu sei il mio cucciolo. E inutile fare finta
di nulla. E così. Tu hai i tuoi bisogni, che io cerco di
soddisfare, per salvaguardare la tua sanità mentale. Anchio
però come Sire ho i miei bisogni. Mi sembra quindi giusto che tu
faccia altrettanto per me. Sei daccordo? Non le aveva mentito.
Effettivamente riprendendo il suo ruolo di Sire Angel aveva sentito risorgere
in lui vecchi istinti e necessità. Fino a quel momento li aveva
controllati perchè lamava. Non voleva fare di lei il suo
cucciolo, non più di quanto fosse necessario per il suo bene. Questa
però era diventata lunica strada possibile per portarla alla
rivolta. In realtà la stava ingannando. Buffy non aveva la minima
idea di quali fossero i bisogni di un Sire. Presto però lo avrebbe
scoperto.
Buffy cercò di riflettere, di dare una parvenza di ordine ai sentimenti
che si alternavano in lei.
In fondo soddisfare i bisogni di Angel, in ogni senso, era quello che
aveva sempre desiderato. Il fatto che ora fosse il suo Sire non poteva
cambiare più di tanto le cose. Lui sarebbe sempre stato...la persona
di cui più si era fidata, in tutta la sua vita da adulta.
Hai ragione. E giusto. Rispose ormai tranquillizzata.
Che Angel volesse qualcosa da lei non solo riusciva a comprenderlo, ma
le faceva anche piacere. Forse non le era diventata del tutto indifferente,
come aveva temuto. Ti senti bene? chiese il vampiro, con reale
interesse. Angel desiderava veramente accertarsi che lei aveva riacquistato
il suo equilibrio, dopo la crisi di poco prima. Sì, ora sto
bene. Fu la laconica risposta. Perfetto! esclamò
Angel sollevato, voltandosi e distendendosi sul letto con la schiena rivolta
verso lalto. Devo avere esagerato con gli allenamenti oggi.
Ho i muscoli indolenziti. Massaggiami la schiena. Buffy, con un
sorriso, ricordò le innumerevoli volte che lui le aveva massaggiato
la schiena, dopo un combattimento, negandole però il piacere di
ricambiare il favore. Solo con il tempo aveva compreso il motivo per cui
lui aveva rifiutato le sue innocenti offerte. Lei allora era ancora troppo
giovane e impreparata a soddisfare gli istinti che quel genere di contatto
avrebbe risvegliato in lui.
Il tempo però era trascorso e aveva fatto di lei una donna.
Sentendosi sicura di se stessa Buffy si alzò dal letto e si chinò
su di lui, appoggiandogli le mani sulle spalle, senza esitazioni. Angel
però la fermò.
In quella posizione starai scomoda, e ti verrà male alla
schiena. Sali sul letto. Buffy seguì il consiglio e con un
certo imbarazzo, assecondando i movimenti di lui, posò le ginocchia
ai due lati del suo corpo. Angel premette con le mani contro le sue gambe,
costringendola ad abbassare il bacino, fino a quando non si trovò
praticamente seduta. Effettivamente era la posizione più confortevole,
ma anche molto sensuale. Attraverso i pantaloni aderenti percepiva i suoi
muscoli di lui contrarsi, mentre alzava leggermente il torace dal letto
per appoggiare il capo sulle braccia conserte. Le gambe divaricate la
facevano sentire esposta, anche se era completamente vestita e lui non
la stava guardando. Aveva chiuso gli occhi e aspettava in silenzio.
Buffy posò lo sguardo sul tatuaggio di fronte a lei. Non aveva
avuto, in passato, molte occasioni di vederlo. Angel era sempre stato
piuttosto riservato con lei, nonostante fosse la sua ragazza. Allinizio
del loro rapporto, probabilmente, aveva avuto timore di scandalizzarla,
offendendo la sua innocenza. In seguito il suo riserbo era probabilmente
nato dalla consapevolezza dei propri limiti nel renderla felice. Il disegno
scuro, sulla pelle chiara, servì però a ricordarle chi era
luomo che giaceva sotto di lei. Non un estraneo o un amante occasionale
e neppure il ragazzo che sua madre era stata lieta di accogliere in casa.
Era il suo amore, luomo che conosceva ogni segreto della sua anima,
che sapeva leggere il suo sguardo meglio di chiunque altro. Provando un
confortante senso di famigliarità Buffy tornò a appoggiare
i palmi delle mani sulla pelle fresca. Iniziò dal collo e dalle
spalle. I suoi muscoli erano effettivamente tesi, ma sotto le sue dita
sembravano rilassarsi. Percorse più volte la spina dorsale fino
al bordo dei pantaloni e poi si soffermò sui fianchi snelli.
Angel restava immobile sotto di lei, come se fosse indifferente al tocco
delle sue dita. Buffy provò un senso di risentimento nei suoi confronti.
In lei il disagio stava crescendo trasformandosi in eccitazione.
Angel aveva una schiena stupenda. La vicinanza dei loro corpi, lintimità
della situazione, le sensazioni che attraverso le sue mani raggiungevano
ogni parte del suo essere stimolavano il suo desiderio. Cercava di muovere
il bacino il meno possibile, ma, inevitabilmente, le sue parti più
intime sfregavano contro il corpo di lui. Mentalmente Buffy ringraziò
di avere indossato i pantaloni quella mattina. Se avesse avuto una gonna....le
reazioni del suo corpo sarebbero preso state evidenti anche a lui. Angel
stava richiamando alla memoria tutti gli esercizi di concentrazione che
conosceva. Dovette però prendere atto della loro inutilità
quando costatò che il suo corpo stava comunque reagendo a quella
dolce tortura. Leccitazione di lei, di cui lui era atrocemente consapevole,
aggravava la situazione. Gli era sempre più difficile dominare
limpulso di voltarsi sul letto, afferrarla e fare lamore con
lei per sempre, ma se lavesse fatto lei avrebbe avuto quello che
voleva in quel momento e la sua situazione sarebbe solo peggiorata. Avrebbe
avuto lei il controllo e questo lui non poteva permetterlo. Doveva dominarla,
sottometterla, proprio come avrebbe fatto con uno dei suoi cuccioli. Buffy
non era però un vampiro. Era la Cacciatrice, una donna forte e
orgogliosa. Si sarebbe ribellata e sarebbe stata libera. Lavrebbe
fatto però solo se lui prima avesse cancellato dalla sua mente
limmagine delluomo dolce, innamorato e comprensivo, a cui
tutto poteva essere perdonato, per costruirne unaltra del tutto
diversa. Unimmagine che lei avrebbe odiato e disprezzato. Limmagine
di un uomo che non meritava nessuna clemenza e nessun perdono. Solo in
questo modo lei avrebbe trovato la forza di liberarsi veramente dellIncantesimo....e
di lui. Suscitare il suo desiderio, senza soddisfarlo e anzi, dimostrando
indifferenza, era esattamente il tipo di comportamento che Buffy non avrebbe
sopportato in un uomo. Il suo orgoglio femminile ne sarebbe rimasto ferito
e se fosse riuscito a condurla fino al punto di rinunciare alla sua dignità
per implorarlo di soddisfarla....lei non glielo avrebbe mai perdonato.
Ne era certo.
Doveva però procedere lentamente. Buffy era tuttaltro che
stupida e le sue reazioni potevano essere imprevedibili. La pazienza era
la sua arma migliore in quella lotta per la salvezza di lei che non poteva
permettersi di perdere, anche se....lui avrebbe perso comunque.
Buffy abbassò leggermente il capo. Voleva posare le labbra su
di lui, sentire ancora una volta il suo sapore. Era però una donna
adulta e allultimo istante riuscì a controllarsi. Lui le
aveva chiesto un massaggio. Non sarebbe stata lei a sedurlo. Aveva la
sua dignità. Angel si mosse. Buffy pensò ne avesse avuto
abbastanza, ma lui le impedì di alzarsi, posandole una mano su
una gamba. Si limitò a girarsi su se stesso, ma questa volta non
la costrinse più a sedersi. Buffy si ritrovò con lo sguardo
fisso sul suo petto.
Continua mormorò lui, con gli occhi chiusi e unespressione
indecifrabile sul volto. Buffy, con movimenti questa volta indecisi,
riprese a massaggiarli le spalle. Quando si decise a scendere lungo i
pettorali cercò istintivamente di eludere i capezzoli, ma lui le
afferrò gentilmente le mani e le posò su di essi. Buffy
strinse le labbra e riprese il massaggio, con lenti movimenti circolari,
quasi ipnotici. Inconsapevolmente si inumidì le labbra con la lingua.
I muscoli del suo ventre si stavano contraendo in spasmi di desiderio.
Gli indumenti che indossava le sembrarono improvvisamente troppo stretti.
Il seno premeva contro il tessuto della maglietta. Ogni centimetro del
suo corpo chiedeva disperatamente carezze che gli erano negate. Angel
sembrava tranquillo e rilassato sotto di lei, completamente insensibile
al suo tocco.
La tensione dentro di lei stava crescendo. Ora le sue mani si erano spostate
sul suo ventre piatto. Percepiva la pelle fresca e liscia di lui sotto
i polpastrelli. Le labbra di lui, socchiuse, sembravano invitarla a baciarlo.
Proprio quando lei era prossima a cedere e a chinarsi su di lui, per baciarlo
con passione, sentì la sua voce.
Ora basta. Portami la borsa che ho lasciato sul tavolo.
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