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RATING: NC17 per descrizione grafica di rapporti sessuali
RINGRAZIAMENTI: a tutti coloro che mi hanno incoraggiato, con i loro apprezzamenti, e soprattutto a tutti coloro che….continuano a credere nel sogno dell'amore di Angel e Buffy, perché, almeno nei sogni, l'amore sia….forever.
 
Capitolo VI
Conoscrsi...Accettarsi...Amarsi
Buffy con un sospiro di soddisfazione finalmente abbandonò il capo sul petto del suo amore. In quel momento le sembrava che ogni cosa fosse chiara e limpida nella sua mente. Lui la amava, lei lo amava, ed erano insieme, per sempre. Nient'altro aveva importanza. Tutto il suo universo era concentrato in quel letto, in quella casa, rimasta vuota per troppi anni.
Sapeva che non tutti i loro problemi erano finiti. Avevano fatto l'amore, ed era stato….meraviglioso, ma….in quel momento non voleva pensare ad altro. Soprattutto non voleva pensare al sole, che sarebbe presto sorto, illuminando con la sua luce calda, ma anche crudele, la realtà della loro difficile storia. In quel momento amava la notte, le ombre che rendevano indefiniti, sfumati i contorni di ogni cosa: i sogni potevano allora fondersi con la realtà e divenire concreti raggiungibili. La luce li avrebbe fatti sparire, nella polvere, come vampiri. Lei non voleva però che il suo vampiro, il suo sogno svanisse. Voleva che restasse con lei, per sempre, perché lui era un sogno divenuto realtà, proprio quella notte, nella luce del suo amore.

Era comparso dal buio, nel vicolo, tanto tempo fa, e allora avrebbe davvero potuto avere l'inconsistenza di un'illusione. Compariva improvvisamente per poi sparire, senza rumore, senza lasciare segno del suo passaggio, sempre nell'ombra, nell'oscurità. Con il passare del tempo però e il crescere del loro amore, lui era divenuto una parte sempre più importante della sua vita, fino al punto di diventare la sua stessa ragione di vita. Senza di lui nulla avrebbe più avuto significato. Lo aveva imparato durante gli anni di solitudine che li avevano divisi.
Quella notte lui era uscito definitivamente dal mondo dei sogni di un'adolescente. Ora era, per sua stessa scelta, il compagno di una donna, con cui avrebbe diviso la vita, tutta la vita!
Buffy provò un piacevole senso di benessere assaporando il contatto con la pelle fresca di Angel, il suo ragazzo, il suo uomo, il suo amore.
Il tocco leggero di quelle forti dita che le sfioravano la schiena in lente carezze era rilassante. Sentì la tensione abbandonare i suoi muscoli, mentre il tumulto nella sua anima si quietava. Fare l'amore con Angel era stata un'esperienza travolgente, tale da intaccare anche le forze, fisiche e mentali, di una Cacciatrice.

Nella penombra, formata dalla luce sul comodino, ancora accesa, Angel sorrise. La sua Cacciatrice, sempre fremente di vita, sembrava finalmente tranquilla, appagata, ma lui aveva altri programmi.
Con dolcezza di mosse per sollevare la compagna dal suo petto, e deporla nuovamente sul letto. Buffy chiuse gli occhi e non oppose nessuna resistenza, affidandosi completamente a lui.
Angel accettò in silenzio quell'atto di fiducia, ma i suoi occhi s'illuminarono di gratitudine verso Buffy e verso il destino che li aveva riuniti.
Buffy dischiuse subito la bocca quando sentì il morbido contatto delle labbra, che ben conosceva. Angel era un amante straordinario, ma nulla riusciva a sconvolgerla quanto i suoi baci. Certo il piacere che le davano non era così completo e assoluto come quando era stata sua, ma solo le sue labbra, la sua bocca riuscivano a farla sentire persa, senza remore o vincoli.

Angel era stato il primo e il solo ragazzo che aveva baciato veramente quando aveva incontrato Parker e quando lei e Parker si erano scambiati i loro primi baci si era stupita della differenza. Baciando Parker lei riusciva a pensare! Quando baciava Angel ogni pensiero spariva dalla sua mente. In quei momenti esistevano solo loro due e non c'era nulla che non avrebbe fatto per lui.
Con Parker, e poi con Riley, baciandoli lei restava cosciente di se stessa e della realtà che la circondava.
Aveva trovato molto più facile concedere ad entrambi il suo corpo piuttosto che la sua bocca. Il suo corpo, il suo ventre erano una parte di lei, ma una parte che poteva scindere dalla propria volontà. Quando faceva l'amore con loro la sua mente era libera di vagare lontano, il suo io più profondo poteva rinchiudersi nelle profondità della sua anima e piangere in silenzio la propria solitudine. Mentre la baciavano però non poteva sottrarsi a loro, non poteva abbandonare il proprio corpo ai suoi ciechi istinti. Doveva essere presente, consapevole di quello che stava facendo e questo le era difficile perché lei…..sapeva di non appartenere a loro, che la sua bocca era solo sua…del suo Angel.

Per anni, in pratica per tutta la durata del loro rapporto, con l'unica meravigliosa eccezione della notte del suo diciassettesimo compleanno, avevano avuto solo i baci per….dirsi ogni cosa. Prima lei era stata troppo giovane e poi lui…..quanto era stato difficile. Prima almeno lei poteva solo vagamente immaginare quello che avrebbe significato essere totalmente sua, ma dopo….sapeva, e il non poter avere quello a cui agognava più di ogni altra cosa al mondo era stata una perenne tortura. I suoi baci, le sue labbra, tenere ma anche esigenti. La sua bocca, il suo sapore non erano altro che una promessa per qualcosa che non si sarebbe mai compiuto. Lei non aveva mai smesso di credere, sperare, ma lui: la maledizione gli aveva tolto la speranza e l'aveva lasciata. Ora però potevano sperare di nuovo in un futuro, non facile forse, ma da affrontare insieme.

Angel stava continuando a esplorare con lentezza ogni recesso della sua bocca e Buffy lo strinse a sé con più forza, accarezzandogli i muscoli della schiena, invitandolo ad approfondire il contatto. Lo voleva sentire completamente dentro di se, desiderava fondersi con lui, anima e corpo, in ogni modo possibile, perché nulla potesse più separarli.
I denti di Buffy premuti contro la sua lingua, in un morso gentile, stapparono ad Angel un gemito, che si perse contro le labbra di lei. Il vampiro rimase un attimo confuso dal gesto, e dall'urlo di rabbia che scaturì dal demone e risuonò nella sua mente. Per la sua razza il significato di un morso può assumere molte sfumature, ma fondamentalmente è un atto che implica dominio e Angelus non era abituato a farsi dominare da nessuno, soprattutto non da colei che reputava "la sua Cacciatrice"!
L'urlo si spense presto però nell'orgoglio e nel divertimento che Angel provò all'idea che la sua imprevedibile e intrepida Buffy l'aveva appena morso.

Il suo viso però torno immediatamente ad assumere un'espressione seria e assorta. Era arrivato il momento. Aveva rimandato il più possibile, ma ora era necessario completare quello che era iniziato tanti anni prima.
Con lentezza fece scorrere una mano contro il corpo della compagna, soffermandosi brevemente su un seno eretto, per poi raggiungere il ventre. Quando le sue dita sfiorarono la soffice peluria che ricopriva il sesso della ragazza Buffy separò immediatamente le gambe, inarcando il ventre contro la sua mano.
Angel, senza interrompere il bacio, si stese su di lei. Le sue dita sentirono presto l'umido calore del piacere che era tornato ad inondare il corpo di Buffy. "Angel, ti prego…ho bisogno di te!" mormorò Buffy interrompendo il bacio per poi tornare a baciargli il collo e le spalle mentre le sue piccole mani premevano contro i suoi fianchi in una muta richiesta.
Il vampiro non aveva bisogno di sentire altro. Il desiderio stava crescendo in lui fino a divenire insostenibile e il suo sesso, ora premuto contro il ventre tiepido di lei, richiedeva con urgenza di essere appagato. Si liberò dell'abbraccio della ragazza per afferrarle i polsi e premerli sul cuscino, di fianco al suo capo. "Buffy, apri gli occhi e guardami!". Il tono delle sue parole, di comando più che di richiesta, per un istante sorpresero Buffy che però automaticamente obbedì. Aprì gli occhi e scrutò il viso del compagno, illuminato dalla luce soffusa. Angel non sorrideva. Il suo sguardo era indecifrabile, e i suoi bei lineamenti nell'ombra, le apparivano confusi, misteriosi.
Buffy non vide la sua espressione solenne, austera ma anche dolce quando con un movimento lento, ma inarrestabile, la penetrò.
Gli occhi fissi in quelli di lei non si fermò fino a quando non fu completamente avvolto dal suo corpo. Buffy si sentì interamente posseduta e dalle sue labbra scaturì una sola parola "Angel….". Il nome risuonò nella stanza come una domanda, un'invocazione o forse una preghiera. Quando Buffy pensò di aver raggiunto il limite delle sue possibilità fisiche Angel si mosse ancora, toccando profondità del suo ventre fino a quel momento mai sfiorate, e poi rimase immobile, in preda al piacere, ma anche alla paura.
Buffy sentiva di essere completamente posseduta da lui, il suo corpo teso ad accoglierlo, stringerlo. Emise ancora un gemito, misto fra il piacere e il dolore, quando lui cercò nuove profondità nel suo corpo, e poi tacque, le labbra ancora socchiuse, ma incapaci di dare voce a quello che provava.
Angel sentiva scorrere nelle sue vene il piacere, la gioia estrema del maschio che possiede la sua femmina, l'esultanza del demone che sottomette la sua preda, ma anche il timore di perdere quello che si è appena conquistato. Buffy non lo sapeva, ma quei momenti avrebbero assunto un'importanza decisiva nel loro rapporto. La Cacciatrice stava per incontrare colui che aveva scelto come compagno, senza altre false illusioni e ipocrite bugie. Lui non era un uomo, non del tutto almeno. Era un vampiro e se Buffy amava la sua anima avrebbe dovuto accettare anche quella parte del suo essere da cui dipendeva la sua esistenza. Se non l'avesse fatto….non ci sarebbe stato futuro per loro.
Buffy cercò di abbracciarlo di nuovo, ma le mani di lui che ancora le trattenevano i polsi glielo impedirono. Si sentiva impotente come raramente le era capitato, soggiogata, incapace di far valere la sua volontà. Si sentiva sua, in modo totale e assoluto e scoprì con stupore, ne provava piacere.
Lui era penetrato nella sua mente, prima che nel suo corpo. Se lo avesse voluto avrebbe potuto liberarsi in un attimo della stretta che la vincolava al letto, ma in realtà lei voleva tutto questo. Voleva sentirsi sua, corpo, anima e mente.
La scoperta la sorprese. Non riusciva a capire. Non poteva essere lei, l'orgogliosa e volitiva Cacciatrice, a provare piacere a essere soggiogata da un uomo, anche se quell'uomo era Angel, ma in quel momento poteva solo ascoltare quello che il suo cuore e il suo corpo le urlavano prepotentemente. Sul suo viso la sorpresa e la rabbia sfumarono immediatamente e nei suoi occhi Angel lesse solo più amore e accettazione.
Sentì il corpo di lei rilassarsi sotto il suo e vide le sue labbra piegarsi in un sorriso. "Ti amo Angel. Sono tua. Lo sono sempre stata e lo sarò per sempre."
"Sì, è così!" rispose semplicemente il vampiro, iniziando lentamente a muoversi dentro di lei con movimenti gentili, ma decisi. L'espressione del suo viso apparentemente non era cambiata, ma nei suoi occhi Buffy lesse un'intensa gioia e un sollievo di cui si domandò per un attimo la ragione, prima di perdersi nel piacere sempre più intenso.
Ogni volta che tornava in lei Angel lo faceva completamente, senza risparmiarle nulla, ma il disagio che aveva inizialmente provato a essere penetrata in modo così totale ormai era sparito e lei godeva di ogni istante in cui lo sentiva in lei. Perse ogni cognizione di se stessa, del luogo in cui si trovava, del mondo intero. La sua realtà erano gli occhi di lui che continuavano a guardarla.
"Buffy, io ti amo." Mormoro piano Angel, contro le sue labbra dischiuse. Poi il suo viso tornò ad allontanarsi, le sue mani le strinsero i polsi con più forza e dalla sua bocca uscì con forza una sola breve parola. "Ora!", mentre tornava in lei fino ai recessi più nascosti del suo corpo.
Buffy spalancò gli occhi, ancora una volta sorpresa dal cambiamento del compagno, ma il suo corpo ormai agiva di volontà propria. Un'onda di piacere la sommerse e raggiunse l'estasi in un modo tanto improvviso quanto impetuoso. I muscoli del suo corpo si contrassero spasmodicamente, la sua bocca si mosse, ma senza emettere suoni. Confusamente vide i lineamenti di Angel deformarsi in quelli del demone che lo animava, ma non ne fu sorpresa. In quel momento nulla aveva importanza, nulla era reale se non il piacere che la travolgeva.
Nel momento in cui Buffy raggiunse il culmine del piacere Angel abbandonò ogni controllo sul suo corpo che finalmente raggiunse l'appagamento tanto agognato. Chiuse gli occhi, per assaporare quell'attimo eterno, in cui parte di lui defluiva nel corpo di lei e dalle sue labbra scaturì un gemito di piacere, ma anche di sollievo. Dentro di lui la felicità da cui era pervasa la sua anima trovò voce nell'urlo di soddisfazione del demone, per avere infine raggiunto il possesso di ciò che più desiderava. Angel chinò il capo per sfiorare le labbra di Buffy in un tenero bacio.
Buffy sentì il suo tocco e protese il capo verso di lui. Il bacio di Angel sapeva di gratitudine, di consolazione, ma era anche una muta richiesta di un immeritato perdono. Buffy lo comprese. Con la lingua gli accarezzò le labbra e non si fermò quando sentì la dura consistenza dei suoi denti acuminati. Quando li sfiorò uno di essi ferì leggermente la tenera carne. Il sapore del suo sangue invase la bocca di Angel. Il vampiro non poté impedirsi di approfondire il bacio cercando inconsciamente di assaporare ancora quel nettare che già una volta aveva sentito scorrere in lui.
Il demone fu sconvolto da quanto era appena accaduto, ma immediatamente si sentì pervaso da una nuova forza, nata dal desiderio stimolato dal sangue caldo che aveva appena assaporato. Il sangue di Buffy, la Cacciatrice.
L'anima tacque, attonita, inorridita e impaurita, per quello che sarebbe potuto succedere, ma anche decisa a proteggere colei che amava.
Angel sentì un violento impulso sommergere la sua volontà. Il bisogno, il desiderio di affondare i denti in quel corpo vibrante di vita. Conosceva la violenza e l'intensità delle sensazioni che l'avrebbero pervaso: le aveva già provate. Sentire in lui il calore, la vita di lei. Sentire la sua forza, la sua energia percorrere ogni muscolo, nervo, organo del suo corpo. Per pochi istanti essere ancora vivo.
Buffy continuava a baciarlo, ignorando ogni cosa. Gli occhi gialli del demone si chiusero, lentamente. "Lei era sua" fu l'ultimo pensiero cosciente dell'anima o forse del demone. Poi Angel trovò la pace che aveva cercato per secoli. Il suo capo scivolò dolcemente su una spalla di Buffy e dalla sua mente sparì ogni paura e desiderio.

La prima cosa di cui Buffy fu cosciente, quando tornò in sé, fu il peso del corpo del compagno che ancora gravava su di lei. Angel dormiva. Era pesante. Buffy però scoprì che essere schiacciata dal suo corpo, contro il materasso, le trasmetteva un confortevole senso di sicurezza e protezione. In passato era sempre stata felice di liberarsi del peso del compagno appena terminato il rapporto.Con Angel era diverso. Con lui ogni cosa era diversa.
Percepiva le sue grandi mani ancora avvolte intorno ai suoi polsi, ma rilassate, quasi non volesse lasciarla andare, neppure durante il sonno. Buffy sorrise. Non c'era nessun altro posto al mondo dove avrebbe voluto essere. Dolcemente si liberò della presa, ora gentile, del compagno, per abbracciarlo e accarezzargli piano la schiena.

Lui dormiva tranquillo. Non sentiva il suo respiro e neppure i battiti del suo cuore, e per un attimo questo la rattristò. Un impeto di soddisfazione sostituì però presto la tristezza quando realizzò quante poche volte in passato aveva avuto occasione si vedere Angel dormire. Sembrava una piccolezza. Dormire era un'attività naturale, come mangiare, bere o lavarsi eppure erano anche attività che Angel era sempre stato reticente a condividere con lei.
All'inizio del loro rapporto non ci aveva fatto caso. Non esisteva ancora molta confidenza fra loro e il tempo che riuscivano a passare insieme era così poco! Se n'era resa conto solo quando lui era tornato dall'Inferno. In quel periodo era stata lei ad aiutarlo a compiere quasi ogni gesto necessario a mantenerlo in vita. L'aveva procurato il nutrimento, assistito mentre si lavava, vestiva. Aveva vegliato sui suoi sonni tormentati dagli incubi. Quei giorni erano però stati particolari. Lui non era se stesso. Appena aveva ripreso coscienza di sé la aveva subito allontanata di nuovo. Neppure allora lei aveva veramente compreso. Aveva vissuto quell'allontanamento come una conseguenza della maledizione, dei sensi di colpa di lui per il male compiuto da Angelus, della velata ostilità che gli dimostravano gli amici di lei. Forse inconsciamente l' aveva anche accettata come una giusta punizione per averlo ucciso, mandato all'Inferno e poi….tradito con Scott.

Certo non era stato un vero tradimento. Quando aveva iniziato a frequentare Scott credeva che lui fosse morto e poi….era inutile cercare giustificazioni razionali. Lei era sua e avrebbe comunque sempre sentito come un tradimento quello che c'era stato con Sott, Parker e perfino Riley, anche se era stato lui a invitarla a cercarsi un uomo "normale"!
Al ricordo degli orribili momenti che aveva passato quando lui l'aveva lasciata le sue labbra si piegarono in un sorriso di soddisfazione. Ora era di nuovo suo, per sempre.

Angel si mosse, liberandola dal suo peso, ma tenendola sempre stretta a sé. Buffy lo guardò. Dormiva ancora, come quella notte lontana. Erano andati a caccia insieme e al ritorno avevano deciso di passare dalla casa di lui. Si erano coricati, vestiti, su quello stesso letto nel tentativo di godere per qualche momento della reciproca compagnia. Il sonno li aveva sorpresi, abbracciati e frustrati per la crudeltà del loro destino. L'avevano svegliata i gemiti e i movimenti inconsulti di lui. Buffy per lunghi momenti era rimasta allibita. I bei lineamenti del suo angelo erano sconvolti dal dolore mentre incubi di un passato mai completamente morto lo tormentavano. Angel si lamentava nel sonno come aveva fatto al ritorno dall'Inferno, come se l'Inferno lo avesse seguito e fosse dentro di lui, nella sua mente, nei suoi ricordi e sensi di colpa. L'istinto indusse Buffy ad abbracciarlo e il calore delle sue braccia sembrò scacciare i fantasmi. Angel mormorò piano il suo nome, senza svegliarsi, e la strinse fino a farle quasi male. Buffy non cercò di sottrarsi alla sua stretta. Era giovane allora e aveva ancora tante cose da comprendere su quell'anima legata a lei dal destino, ma dove non arrivò la maturità, arrivò il cuore.

Quella notte osservandolo dormire, finalmente tranquillo, Buffy comprese perché Angel la voleva tenere lontana dai momenti più intimi, ma anche più normali, della sua vita. Voleva proteggerla dai suoi tormenti, dai suoi incubi, dalla vergogna che provava ogni volta che era costretto ad alimentarsi, dal senso di paura di non esistere che provava ogni giorno, lavandosi in un bagno senza specchi che gli avrebbero ricordato solo la sua natura non umana. Erano gesti normali, ma proprio per questo ricordavano, a lui e al mondo, quando la sua natura fosse lontana dalla normalità.
Alla fine si era addormentata, con fra le braccia tutto il suo mondo, ma al risveglio aveva subito iniziato a parlare di portare lì le sue cose. Non voleva che Angel la proteggesse. Voleva poterlo amare, in ogni momento della sua vita.
In realtà, all'epoca, non era ancora pronta ad accettarlo veramente, anche se non se ne rendeva conto. Come tutti i giovani riteneva di essere in grado di fare qualsiasi cosa. Una parte di lei però continuava a considerarlo un uomo, solo un uomo, mentendo a se stessa e a lui.

Adesso però era una donna ed era pronta ad amarlo per quello che era e lui dormiva, al suo fianco, sereno e appagato, per merito suo. In lei aveva trovato qualcosa che nessun'altra donna o vampiro aveva saputo dargli: la serenità di un amore che non conosce limiti.
Angel nel sonno si mosse per stringerla a sé. Buffy voltò il capo e i loro visi si trovarono a poca distanza l'uno dall'altro. Angel aveva riacquistato le sue splendide fattezze umane che nell'incoscienza del sonno apparivano particolarmente dolci.
Buffy sospirò chiedendosi per l'ennesima volta come poteva una persona che sapeva essere tanto dolce e tenera trasformarsi nell'essere duro e arrogante che era Angelus. Sapeva che esistevano domande senza risposta, viveva ogni notte a contatto con i misteri della vita e della morte, e quella era una di quelle domande, che probabilmente l'avrebbe tormentata fino alla fine dei suoi giorni, ma non poteva impedirsi di porsela.

Anche lei, però, nella sua umanità, aveva scoperto quella notte, non era meno complicata. Poco prima, la Cacciatrice, la donna americana evoluta e sicura di sé, si era sottomessa al suo compagno e n'aveva tratto piacere. Doveva ammetterlo. Un piacere che andava oltre all'appagamento fisico. Il fatto che lui avesse il controllo completo su di lei, se prima l'aveva spinta alla ribellione, poi l'aveva fatta sentire bene, felice e serena. In quei momenti per lei non c'erano più scelte da compiere, decisioni da prendere, rinunce o angosce, sensi di colpa o dubbi. Doveva solo abbandonarsi a lui, e ogni cosa sarebbe andata per il meglio. E così era stato.
Abbandonarsi, fidarsi, credere in qualcuno erano sentimenti che facevano parte dell'amore, quello vero, profondo, che non lascia spazio a timori o rivalità. Non sarebbe mai riuscita ad affidarsi a un altro nello stesso modo, ma con lui, lo poteva fare, lo doveva fare. Il suo cuore non le lasciava alternative.

Provava ancora un po' di fastidio al ventre per la profondità e la forza con cui l'aveva posseduta, ma era un fastidio gradito, perché dava un senso di realtà a quello che era accaduto. La realtà di un sogno che si era realizzato.
Chiuse gli occhi e il sonno presto ritornò.

Questa non è la FINE perché il loro amore è "forever, this is the whole point"

 
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