Buffy con
un sospiro di soddisfazione finalmente abbandonò il capo sul petto
del suo amore. In quel momento le sembrava che ogni cosa fosse chiara e
limpida nella sua mente. Lui la amava, lei lo amava, ed erano insieme, per
sempre. Nient'altro aveva importanza. Tutto il suo universo era concentrato
in quel letto, in quella casa, rimasta vuota per troppi anni.
Sapeva che non tutti i loro problemi erano finiti. Avevano fatto l'amore,
ed era stato
.meraviglioso, ma
.in quel momento non voleva pensare
ad altro. Soprattutto non voleva pensare al sole, che sarebbe presto sorto,
illuminando con la sua luce calda, ma anche crudele, la realtà della
loro difficile storia. In quel momento amava la notte, le ombre che rendevano
indefiniti, sfumati i contorni di ogni cosa: i sogni potevano allora fondersi
con la realtà e divenire concreti raggiungibili. La luce li avrebbe
fatti sparire, nella polvere, come vampiri. Lei non voleva però che
il suo vampiro, il suo sogno svanisse. Voleva che restasse con lei, per
sempre, perché lui era un sogno divenuto realtà, proprio quella
notte, nella luce del suo amore.
Era comparso dal buio, nel vicolo, tanto tempo fa, e allora avrebbe davvero
potuto avere l'inconsistenza di un'illusione. Compariva improvvisamente
per poi sparire, senza rumore, senza lasciare segno del suo passaggio,
sempre nell'ombra, nell'oscurità. Con il passare del tempo però
e il crescere del loro amore, lui era divenuto una parte sempre più
importante della sua vita, fino al punto di diventare la sua stessa ragione
di vita. Senza di lui nulla avrebbe più avuto significato. Lo aveva
imparato durante gli anni di solitudine che li avevano divisi.
Quella notte lui era uscito definitivamente dal mondo dei sogni di un'adolescente.
Ora era, per sua stessa scelta, il compagno di una donna, con cui avrebbe
diviso la vita, tutta la vita!
Buffy provò un piacevole senso di benessere assaporando il contatto
con la pelle fresca di Angel, il suo ragazzo, il suo uomo, il suo amore.
Il tocco leggero di quelle forti dita che le sfioravano la schiena in
lente carezze era rilassante. Sentì la tensione abbandonare i suoi
muscoli, mentre il tumulto nella sua anima si quietava. Fare l'amore con
Angel era stata un'esperienza travolgente, tale da intaccare anche le
forze, fisiche e mentali, di una Cacciatrice.
Nella penombra, formata dalla luce sul comodino, ancora accesa, Angel
sorrise. La sua Cacciatrice, sempre fremente di vita, sembrava finalmente
tranquilla, appagata, ma lui aveva altri programmi.
Con dolcezza di mosse per sollevare la compagna dal suo petto, e deporla
nuovamente sul letto. Buffy chiuse gli occhi e non oppose nessuna resistenza,
affidandosi completamente a lui.
Angel accettò in silenzio quell'atto di fiducia, ma i suoi occhi
s'illuminarono di gratitudine verso Buffy e verso il destino che li aveva
riuniti.
Buffy dischiuse subito la bocca quando sentì il morbido contatto
delle labbra, che ben conosceva. Angel era un amante straordinario, ma
nulla riusciva a sconvolgerla quanto i suoi baci. Certo il piacere che
le davano non era così completo e assoluto come quando era stata
sua, ma solo le sue labbra, la sua bocca riuscivano a farla sentire persa,
senza remore o vincoli.
Angel era stato il primo e il solo ragazzo che aveva baciato veramente
quando aveva incontrato Parker e quando lei e Parker si erano scambiati
i loro primi baci si era stupita della differenza. Baciando Parker lei
riusciva a pensare! Quando baciava Angel ogni pensiero spariva dalla sua
mente. In quei momenti esistevano solo loro due e non c'era nulla che
non avrebbe fatto per lui.
Con Parker, e poi con Riley, baciandoli lei restava cosciente di se stessa
e della realtà che la circondava.
Aveva trovato molto più facile concedere ad entrambi il suo corpo
piuttosto che la sua bocca. Il suo corpo, il suo ventre erano una parte
di lei, ma una parte che poteva scindere dalla propria volontà.
Quando faceva l'amore con loro la sua mente era libera di vagare lontano,
il suo io più profondo poteva rinchiudersi nelle profondità
della sua anima e piangere in silenzio la propria solitudine. Mentre la
baciavano però non poteva sottrarsi a loro, non poteva abbandonare
il proprio corpo ai suoi ciechi istinti. Doveva essere presente, consapevole
di quello che stava facendo e questo le era difficile perché lei
..sapeva
di non appartenere a loro, che la sua bocca era solo sua
del suo
Angel.
Per anni, in pratica per tutta la durata del loro rapporto, con l'unica
meravigliosa eccezione della notte del suo diciassettesimo compleanno,
avevano avuto solo i baci per
.dirsi ogni cosa. Prima lei era stata
troppo giovane e poi lui
..quanto era stato difficile. Prima almeno
lei poteva solo vagamente immaginare quello che avrebbe significato essere
totalmente sua, ma dopo
.sapeva, e il non poter avere quello a cui
agognava più di ogni altra cosa al mondo era stata una perenne
tortura. I suoi baci, le sue labbra, tenere ma anche esigenti. La sua
bocca, il suo sapore non erano altro che una promessa per qualcosa che
non si sarebbe mai compiuto. Lei non aveva mai smesso di credere, sperare,
ma lui: la maledizione gli aveva tolto la speranza e l'aveva lasciata.
Ora però potevano sperare di nuovo in un futuro, non facile forse,
ma da affrontare insieme.
Angel stava continuando a esplorare con lentezza ogni recesso della sua
bocca e Buffy lo strinse a sé con più forza, accarezzandogli
i muscoli della schiena, invitandolo ad approfondire il contatto. Lo voleva
sentire completamente dentro di se, desiderava fondersi con lui, anima
e corpo, in ogni modo possibile, perché nulla potesse più
separarli.
I denti di Buffy premuti contro la sua lingua, in un morso gentile, stapparono
ad Angel un gemito, che si perse contro le labbra di lei. Il vampiro rimase
un attimo confuso dal gesto, e dall'urlo di rabbia che scaturì
dal demone e risuonò nella sua mente. Per la sua razza il significato
di un morso può assumere molte sfumature, ma fondamentalmente è
un atto che implica dominio e Angelus non era abituato a farsi dominare
da nessuno, soprattutto non da colei che reputava "la sua Cacciatrice"!
L'urlo si spense presto però nell'orgoglio e nel divertimento che
Angel provò all'idea che la sua imprevedibile e intrepida Buffy
l'aveva appena morso.
Il suo viso però torno immediatamente ad assumere un'espressione
seria e assorta. Era arrivato il momento. Aveva rimandato il più
possibile, ma ora era necessario completare quello che era iniziato tanti
anni prima.
Con lentezza fece scorrere una mano contro il corpo della compagna, soffermandosi
brevemente su un seno eretto, per poi raggiungere il ventre. Quando le
sue dita sfiorarono la soffice peluria che ricopriva il sesso della ragazza
Buffy separò immediatamente le gambe, inarcando il ventre contro
la sua mano.
Angel, senza interrompere il bacio, si stese su di lei. Le sue dita sentirono
presto l'umido calore del piacere che era tornato ad inondare il corpo
di Buffy. "Angel, ti prego
ho bisogno di te!" mormorò
Buffy interrompendo il bacio per poi tornare a baciargli il collo e le
spalle mentre le sue piccole mani premevano contro i suoi fianchi in una
muta richiesta.
Il vampiro non aveva bisogno di sentire altro. Il desiderio stava crescendo
in lui fino a divenire insostenibile e il suo sesso, ora premuto contro
il ventre tiepido di lei, richiedeva con urgenza di essere appagato. Si
liberò dell'abbraccio della ragazza per afferrarle i polsi e premerli
sul cuscino, di fianco al suo capo. "Buffy, apri gli occhi e guardami!".
Il tono delle sue parole, di comando più che di richiesta, per
un istante sorpresero Buffy che però automaticamente obbedì.
Aprì gli occhi e scrutò il viso del compagno, illuminato
dalla luce soffusa. Angel non sorrideva. Il suo sguardo era indecifrabile,
e i suoi bei lineamenti nell'ombra, le apparivano confusi, misteriosi.
Buffy non vide la sua espressione solenne, austera ma anche dolce quando
con un movimento lento, ma inarrestabile, la penetrò.
Gli occhi fissi in quelli di lei non si fermò fino a quando non
fu completamente avvolto dal suo corpo. Buffy si sentì interamente
posseduta e dalle sue labbra scaturì una sola parola "Angel
.".
Il nome risuonò nella stanza come una domanda, un'invocazione o
forse una preghiera. Quando Buffy pensò di aver raggiunto il limite
delle sue possibilità fisiche Angel si mosse ancora, toccando profondità
del suo ventre fino a quel momento mai sfiorate, e poi rimase immobile,
in preda al piacere, ma anche alla paura.
Buffy sentiva di essere completamente posseduta da lui, il suo corpo teso
ad accoglierlo, stringerlo. Emise ancora un gemito, misto fra il piacere
e il dolore, quando lui cercò nuove profondità nel suo corpo,
e poi tacque, le labbra ancora socchiuse, ma incapaci di dare voce a quello
che provava.
Angel sentiva scorrere nelle sue vene il piacere, la gioia estrema del
maschio che possiede la sua femmina, l'esultanza del demone che sottomette
la sua preda, ma anche il timore di perdere quello che si è appena
conquistato. Buffy non lo sapeva, ma quei momenti avrebbero assunto un'importanza
decisiva nel loro rapporto. La Cacciatrice stava per incontrare colui
che aveva scelto come compagno, senza altre false illusioni e ipocrite
bugie. Lui non era un uomo, non del tutto almeno. Era un vampiro e se
Buffy amava la sua anima avrebbe dovuto accettare anche quella parte del
suo essere da cui dipendeva la sua esistenza. Se non l'avesse fatto
.non
ci sarebbe stato futuro per loro.
Buffy cercò di abbracciarlo di nuovo, ma le mani di lui che ancora
le trattenevano i polsi glielo impedirono. Si sentiva impotente come raramente
le era capitato, soggiogata, incapace di far valere la sua volontà.
Si sentiva sua, in modo totale e assoluto e scoprì con stupore,
ne provava piacere.
Lui era penetrato nella sua mente, prima che nel suo corpo. Se lo avesse
voluto avrebbe potuto liberarsi in un attimo della stretta che la vincolava
al letto, ma in realtà lei voleva tutto questo. Voleva sentirsi
sua, corpo, anima e mente.
La scoperta la sorprese. Non riusciva a capire. Non poteva essere lei,
l'orgogliosa e volitiva Cacciatrice, a provare piacere a essere soggiogata
da un uomo, anche se quell'uomo era Angel, ma in quel momento poteva solo
ascoltare quello che il suo cuore e il suo corpo le urlavano prepotentemente.
Sul suo viso la sorpresa e la rabbia sfumarono immediatamente e nei suoi
occhi Angel lesse solo più amore e accettazione.
Sentì il corpo di lei rilassarsi sotto il suo e vide le sue labbra
piegarsi in un sorriso. "Ti amo Angel. Sono tua. Lo sono sempre stata
e lo sarò per sempre."
"Sì, è così!" rispose semplicemente il
vampiro, iniziando lentamente a muoversi dentro di lei con movimenti gentili,
ma decisi. L'espressione del suo viso apparentemente non era cambiata,
ma nei suoi occhi Buffy lesse un'intensa gioia e un sollievo di cui si
domandò per un attimo la ragione, prima di perdersi nel piacere
sempre più intenso.
Ogni volta che tornava in lei Angel lo faceva completamente, senza risparmiarle
nulla, ma il disagio che aveva inizialmente provato a essere penetrata
in modo così totale ormai era sparito e lei godeva di ogni istante
in cui lo sentiva in lei. Perse ogni cognizione di se stessa, del luogo
in cui si trovava, del mondo intero. La sua realtà erano gli occhi
di lui che continuavano a guardarla.
"Buffy, io ti amo." Mormoro piano Angel, contro le sue labbra
dischiuse. Poi il suo viso tornò ad allontanarsi, le sue mani le
strinsero i polsi con più forza e dalla sua bocca uscì con
forza una sola breve parola. "Ora!", mentre tornava in lei fino
ai recessi più nascosti del suo corpo.
Buffy spalancò gli occhi, ancora una volta sorpresa dal cambiamento
del compagno, ma il suo corpo ormai agiva di volontà propria. Un'onda
di piacere la sommerse e raggiunse l'estasi in un modo tanto improvviso
quanto impetuoso. I muscoli del suo corpo si contrassero spasmodicamente,
la sua bocca si mosse, ma senza emettere suoni. Confusamente vide i lineamenti
di Angel deformarsi in quelli del demone che lo animava, ma non ne fu
sorpresa. In quel momento nulla aveva importanza, nulla era reale se non
il piacere che la travolgeva.
Nel momento in cui Buffy raggiunse il culmine del piacere Angel abbandonò
ogni controllo sul suo corpo che finalmente raggiunse l'appagamento tanto
agognato. Chiuse gli occhi, per assaporare quell'attimo eterno, in cui
parte di lui defluiva nel corpo di lei e dalle sue labbra scaturì
un gemito di piacere, ma anche di sollievo. Dentro di lui la felicità
da cui era pervasa la sua anima trovò voce nell'urlo di soddisfazione
del demone, per avere infine raggiunto il possesso di ciò che più
desiderava. Angel chinò il capo per sfiorare le labbra di Buffy
in un tenero bacio.
Buffy sentì il suo tocco e protese il capo verso di lui. Il bacio
di Angel sapeva di gratitudine, di consolazione, ma era anche una muta
richiesta di un immeritato perdono. Buffy lo comprese. Con la lingua gli
accarezzò le labbra e non si fermò quando sentì la
dura consistenza dei suoi denti acuminati. Quando li sfiorò uno
di essi ferì leggermente la tenera carne. Il sapore del suo sangue
invase la bocca di Angel. Il vampiro non poté impedirsi di approfondire
il bacio cercando inconsciamente di assaporare ancora quel nettare che
già una volta aveva sentito scorrere in lui.
Il demone fu sconvolto da quanto era appena accaduto, ma immediatamente
si sentì pervaso da una nuova forza, nata dal desiderio stimolato
dal sangue caldo che aveva appena assaporato. Il sangue di Buffy, la Cacciatrice.
L'anima tacque, attonita, inorridita e impaurita, per quello che sarebbe
potuto succedere, ma anche decisa a proteggere colei che amava.
Angel sentì un violento impulso sommergere la sua volontà.
Il bisogno, il desiderio di affondare i denti in quel corpo vibrante di
vita. Conosceva la violenza e l'intensità delle sensazioni che
l'avrebbero pervaso: le aveva già provate. Sentire in lui il calore,
la vita di lei. Sentire la sua forza, la sua energia percorrere ogni muscolo,
nervo, organo del suo corpo. Per pochi istanti essere ancora vivo.
Buffy continuava a baciarlo, ignorando ogni cosa. Gli occhi gialli del
demone si chiusero, lentamente. "Lei era sua" fu l'ultimo pensiero
cosciente dell'anima o forse del demone. Poi Angel trovò la pace
che aveva cercato per secoli. Il suo capo scivolò dolcemente su
una spalla di Buffy e dalla sua mente sparì ogni paura e desiderio.
La prima cosa di cui Buffy fu cosciente, quando tornò in sé,
fu il peso del corpo del compagno che ancora gravava su di lei. Angel
dormiva. Era pesante. Buffy però scoprì che essere schiacciata
dal suo corpo, contro il materasso, le trasmetteva un confortevole senso
di sicurezza e protezione. In passato era sempre stata felice di liberarsi
del peso del compagno appena terminato il rapporto.Con Angel era diverso.
Con lui ogni cosa era diversa.
Percepiva le sue grandi mani ancora avvolte intorno ai suoi polsi, ma
rilassate, quasi non volesse lasciarla andare, neppure durante il sonno.
Buffy sorrise. Non c'era nessun altro posto al mondo dove avrebbe voluto
essere. Dolcemente si liberò della presa, ora gentile, del compagno,
per abbracciarlo e accarezzargli piano la schiena.
Lui dormiva tranquillo. Non sentiva il suo respiro e neppure i battiti
del suo cuore, e per un attimo questo la rattristò. Un impeto di
soddisfazione sostituì però presto la tristezza quando realizzò
quante poche volte in passato aveva avuto occasione si vedere Angel dormire.
Sembrava una piccolezza. Dormire era un'attività naturale, come
mangiare, bere o lavarsi eppure erano anche attività che Angel
era sempre stato reticente a condividere con lei.
All'inizio del loro rapporto non ci aveva fatto caso. Non esisteva ancora
molta confidenza fra loro e il tempo che riuscivano a passare insieme
era così poco! Se n'era resa conto solo quando lui era tornato
dall'Inferno. In quel periodo era stata lei ad aiutarlo a compiere quasi
ogni gesto necessario a mantenerlo in vita. L'aveva procurato il nutrimento,
assistito mentre si lavava, vestiva. Aveva vegliato sui suoi sonni tormentati
dagli incubi. Quei giorni erano però stati particolari. Lui non
era se stesso. Appena aveva ripreso coscienza di sé la aveva subito
allontanata di nuovo. Neppure allora lei aveva veramente compreso. Aveva
vissuto quell'allontanamento come una conseguenza della maledizione, dei
sensi di colpa di lui per il male compiuto da Angelus, della velata ostilità
che gli dimostravano gli amici di lei. Forse inconsciamente l' aveva anche
accettata come una giusta punizione per averlo ucciso, mandato all'Inferno
e poi
.tradito con Scott.
Certo non era stato un vero tradimento. Quando aveva iniziato a frequentare
Scott credeva che lui fosse morto e poi
.era inutile cercare giustificazioni
razionali. Lei era sua e avrebbe comunque sempre sentito come un tradimento
quello che c'era stato con Sott, Parker e perfino Riley, anche se era
stato lui a invitarla a cercarsi un uomo "normale"!
Al ricordo degli orribili momenti che aveva passato quando lui l'aveva
lasciata le sue labbra si piegarono in un sorriso di soddisfazione. Ora
era di nuovo suo, per sempre.
Angel si mosse, liberandola dal suo peso, ma tenendola sempre stretta
a sé. Buffy lo guardò. Dormiva ancora, come quella notte
lontana. Erano andati a caccia insieme e al ritorno avevano deciso di
passare dalla casa di lui. Si erano coricati, vestiti, su quello stesso
letto nel tentativo di godere per qualche momento della reciproca compagnia.
Il sonno li aveva sorpresi, abbracciati e frustrati per la crudeltà
del loro destino. L'avevano svegliata i gemiti e i movimenti inconsulti
di lui. Buffy per lunghi momenti era rimasta allibita. I bei lineamenti
del suo angelo erano sconvolti dal dolore mentre incubi di un passato
mai completamente morto lo tormentavano. Angel si lamentava nel sonno
come aveva fatto al ritorno dall'Inferno, come se l'Inferno lo avesse
seguito e fosse dentro di lui, nella sua mente, nei suoi ricordi e sensi
di colpa. L'istinto indusse Buffy ad abbracciarlo e il calore delle sue
braccia sembrò scacciare i fantasmi. Angel mormorò piano
il suo nome, senza svegliarsi, e la strinse fino a farle quasi male. Buffy
non cercò di sottrarsi alla sua stretta. Era giovane allora e aveva
ancora tante cose da comprendere su quell'anima legata a lei dal destino,
ma dove non arrivò la maturità, arrivò il cuore.
Quella notte osservandolo dormire, finalmente tranquillo, Buffy comprese
perché Angel la voleva tenere lontana dai momenti più intimi,
ma anche più normali, della sua vita. Voleva proteggerla dai suoi
tormenti, dai suoi incubi, dalla vergogna che provava ogni volta che era
costretto ad alimentarsi, dal senso di paura di non esistere che provava
ogni giorno, lavandosi in un bagno senza specchi che gli avrebbero ricordato
solo la sua natura non umana. Erano gesti normali, ma proprio per questo
ricordavano, a lui e al mondo, quando la sua natura fosse lontana dalla
normalità.
Alla fine si era addormentata, con fra le braccia tutto il suo mondo,
ma al risveglio aveva subito iniziato a parlare di portare lì le
sue cose. Non voleva che Angel la proteggesse. Voleva poterlo amare, in
ogni momento della sua vita.
In realtà, all'epoca, non era ancora pronta ad accettarlo veramente,
anche se non se ne rendeva conto. Come tutti i giovani riteneva di essere
in grado di fare qualsiasi cosa. Una parte di lei però continuava
a considerarlo un uomo, solo un uomo, mentendo a se stessa e a lui.
Adesso però era una donna ed era pronta ad amarlo per quello che
era e lui dormiva, al suo fianco, sereno e appagato, per merito suo. In
lei aveva trovato qualcosa che nessun'altra donna o vampiro aveva saputo
dargli: la serenità di un amore che non conosce limiti.
Angel nel sonno si mosse per stringerla a sé. Buffy voltò
il capo e i loro visi si trovarono a poca distanza l'uno dall'altro. Angel
aveva riacquistato le sue splendide fattezze umane che nell'incoscienza
del sonno apparivano particolarmente dolci.
Buffy sospirò chiedendosi per l'ennesima volta come poteva una
persona che sapeva essere tanto dolce e tenera trasformarsi nell'essere
duro e arrogante che era Angelus. Sapeva che esistevano domande senza
risposta, viveva ogni notte a contatto con i misteri della vita e della
morte, e quella era una di quelle domande, che probabilmente l'avrebbe
tormentata fino alla fine dei suoi giorni, ma non poteva impedirsi di
porsela.
Anche lei, però, nella sua umanità, aveva scoperto quella
notte, non era meno complicata. Poco prima, la Cacciatrice, la donna americana
evoluta e sicura di sé, si era sottomessa al suo compagno e n'aveva
tratto piacere. Doveva ammetterlo. Un piacere che andava oltre all'appagamento
fisico. Il fatto che lui avesse il controllo completo su di lei, se prima
l'aveva spinta alla ribellione, poi l'aveva fatta sentire bene, felice
e serena. In quei momenti per lei non c'erano più scelte da compiere,
decisioni da prendere, rinunce o angosce, sensi di colpa o dubbi. Doveva
solo abbandonarsi a lui, e ogni cosa sarebbe andata per il meglio. E così
era stato.
Abbandonarsi, fidarsi, credere in qualcuno erano sentimenti che facevano
parte dell'amore, quello vero, profondo, che non lascia spazio a timori
o rivalità. Non sarebbe mai riuscita ad affidarsi a un altro nello
stesso modo, ma con lui, lo poteva fare, lo doveva fare. Il suo cuore
non le lasciava alternative.
Provava ancora un po' di fastidio al ventre per la profondità
e la forza con cui l'aveva posseduta, ma era un fastidio gradito, perché
dava un senso di realtà a quello che era accaduto. La realtà
di un sogno che si era realizzato.
Chiuse gli occhi e il sonno presto ritornò.
Questa non è la FINE perché il loro amore è "forever,
this is the whole point"
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