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RATING: NC17 per descrizione grafica di rapporti sessuali
SPOILER: V Serie di BtVS e II Serie di ATS.
DEDICA: al vero amore, che tutto comprende e tutto perdona.
 
Capitolo VIII
Chi Sei?
L’erba era bagnata sotto le sue dita. Angel alzò lentamente il capo. “Riposa in pace”: poche parole, incise su una lapide, con lettere sbiadite dal tempo. Il vampiro tornò a adagiare il viso sul prato. Le sue dita sprofondarono nel terreno soffice. Un filo di fumo scaturì dalla terra consacrata. Il bruciore alle mani non suscitò in lui nessuna reazione. Non cercò di attenuare il dolore che pervadeva il suo corpo, morto da tempo. Sarebbe stato inutile. Il peggior tormento era quello della sua anima che aveva perso per sempre il diritto ad aspirare a quella pace, che l’iscrizione invocava.  
“...avanti, Angelus, parla! Tu l’avevi quasi sconfitta, lei che ha vinto me: un Dio!. Come hai fatto?” “Perchè dovrei dirtelo Gloria?” “Perchè io ti ho liberato, annullando la volontà dell’anima che abita il tuo corpo. Ricorda però: così come l’ho fatto, posso disfarlo!” “Tu non riuscirai mai a distruggerla, così come non ci sono riuscito io. C’è un solo modo ..”.  
Faticosamente il vampiro si rialzò in piedi e con passo spedito si diresse verso l’uscita del cimitero. Ancora una volta era stato il pensiero di lei, della sua incolumità, a farlo emergere dal nero abisso dei suoi incubi. Doveva trovarla, prima che fosse troppo tardi.  
Buffy scostò uno dei pesanti tendoni che isolavano la casa dal resto del mondo. Il sole stava per sorgere. Gli alberi e i cespugli del giardino non erano più ombre indistinte nella notte. Alla luce del giorno, che stava per iniziare, i loro contorni erano più definiti e le diverse tonalità di verde iniziavano a distinguersi. Buffy provò a immaginare un mondo di perpetua oscurità, senza colori, senza luce. Quello era stato il mondo di Angel per secoli, un mondo che non avrebbe mai voluto condividere con lei. Ora Angel l’aveva di nuovo lasciata e lei ... Udì aprirsi la porta, ma non si voltò. Non aveva paura. Questa volta sarebbe stata pronta ad affrontarlo.
“Buffy...” Il suo nome, appena sussurrato, la colse di sorpresa. Serrò gli occhi e lacrime di sollievo le scivolarono lungo le guance. Strinse il marmo del davanzale fino a farsi male. Aveva bisogno di afferrarsi a qualcosa di reale, concreto, per essere certa che non fosse solo un’illusione. Angel avanzò lentamente verso di lei, incerto. Ricordava ogni cosa accaduta quella notte, ma l’ansia di trovarla e assicurarsi che lei stesse bene, gli aveva impedito di riflettere sull’accaduto e ora non sapeva come comportarsi. Esitante le posò le mani sulle spalle.  
“Non mi toccare!” Poche parole, pronunciate a bassa voce, ma inequivocabili. Il vampiro la lasciò subito e fece un passo in dietro, ferito, ma soprattutto preoccupato per lei.
Lui si era allontanato, ma era ancora alle sue spalle. Sentiva la sua presenza, ma non voleva voltarsi, guardare il suo viso. Non osava farlo.
“Chi sei? Un sussurro, come sola risposta: “Ti amo”. Buffy sospirò piano e aprì gli occhi sul giardino fuori dalla finestra.
“Che cosa è accaduto? Perchè....lui è tornato?” chiese con voce sommessa. Non erano quelle le domande che assillavano la sua mente. Erano altre le risposte di cui aveva bisogno, ma non aveva il coraggio per formularle. “Non lo so. Non ne sono sicuro. Gloria è stata qui ieri. E’ entrata senza che me n’accorgessi. Lei...è pazza! Ha cercato di sedurmi e quando non c’è riuscita si è infuriata. Ha iniziato a dire cose senza senso. Poi...non so come, lo ha liberato. Mi sono risvegliato nel cimitero, ed ero di nuovo me stesso.” Buffy si morse le labbra. Avrebbe desiderato scordare ogni cosa, ma non era possibile.
 
Aveva passato un’ora sotto la doccia, ma non era bastato a lavare via la consapevolezza di quello che aveva fatto. “Tu ricordi...?” I lineamenti del volto di Angel si contrassero in un’espressione di dolore, ma anche di rabbia. “Sì, ricordo. Ero... nella sua mente.” Buffy abbandonò la presa sul davanzale per avvolgersi le braccia intorno al corpo. Aveva bisogno del conforto di un abbraccio, ma non c’era nessuno a cui chiederlo. Si sentiva sola come non lo era mai stata. Il Signor Giles, Willow, Xander, gli amici: questa volta nessuno l’avrebbe compresa, neppure Angel, soprattutto non lui. In quel momento, se non la odiava, certo la disprezzava, e n’aveva ogni diritto. In fondo era lo stesso disprezzo che lei provava per se stessa. “Mi dispiace” mormorò, più a se stessa che a lui.  
Le labbra strette, in preda a sentimenti contrastanti, Angel cercò invano una risposta.
Si sentiva in colpa per essere stato ancora una volta causa di sofferenza per lei, per quello che Angelus le aveva fatto e per il modo in cui l’aveva fatto. L’orgoglio ferito e la gelosia però alimentavano la sua rabbia. L’aveva sempre trattata con tenerezza e rispetto. L’amava e lei...aveva provato piacere fra le braccia di quel bruto che l’aveva presa come una...neppure nella sua mente riuscì a formulare la parola. Provò l’impulso di fuggire da quella casa e da quella città per tornare a Los Angeles, nel suo appartamento, e illudersi che le ultime ore non fossero state altro che uno dei suoi incubi. La guardò, ma non poteva scorgere il suo viso. Lei gli voltava ancora le spalle. La sua esile figura era rischiarata dalle luci dell’alba. Con un sospiro Angel chinò il capo. Non poteva lasciarla. L’amava e l’avrebbe sempre amata, era il suo destino. “Anch’io vorrei...che tutto questo non fosse successo. Forse...dovremo cercare entrambi di dimenticare." “Tu puoi farlo Angel?” “Non lo so. Una parte di me vorrebbe chiederti perdono, ma....” “Continua!” Non era una richiesta, era un ordine. Voleva, doveva sapere quanto dolore aveva provocato alla persona che più amava al mondo. Se lo meritava per quello che aveva fatto. “...anche quando ormai eri certa che non ero io a fare l’amore con te gli ha chiesto, lo ha pregato di...continuare.”  
Buffy chiuse gli occhi e raddrizzò le spalle. Quella notte aveva scoperto di essere una persona diversa, che non avrebbe mai creduto di poter essere, una persona che odiava. Anche Angel l’aveva scoperto, suo malgrado.  “E’ vero. L’ho fatto.” “Alla fine sei stata tu a....fare l’amore con lui!” Buffy rivide per un istante il viso innamorato di Angel, chino su di lei, mentre facevano l’amore e sentì le lacrime affiorare di nuovo. Non avrebbe mai creduto che, dopo le lacrime versate poco prima, sarebbe di nuovo riuscita a piangere. Non avrebbero mai più avuto un futuro. Nulla sarebbe più stato come prima, ma almeno i suoi ricordi poteva salvarli. Ingoiò le lacrime e quando parlò la sua voce era sicura. “Non era amore Angel. L’amore....in tutta la mia vita l’ho fatto solo con te. Era solo sesso. Comunque hai ragione. Lui mi ha fatto provare....sensazioni che non avrei mai creduto possibili. Mi faceva male, ma...mi dava anche piacere. La sua forza, la sua violenza mi facevano sentire...sua come non mi era mai successo. Avrei voluto...che non finisse mai, anche se ho odiato lui e me stessa in ogni istante, per quello che stavamo facendo.” Le mani strette a pugno Angel provò l’impulso di afferrarla e costringerla, anche con la forza, se necessario, a negare ogni parola che aveva pronunciato.  
“Buffy...che cosa vuoi da me?” Era una domanda, ma alle orecchie di Buffy suonò come un’accusa: lei non aveva più diritto di pretendere nulla da lui. Ricordò la sua dolcezza, le infinite attenzioni che aveva sempre avuto per lei, la sua capacità di comprenderla, amarla. “Il tuo amore Angel, vorrei soltanto questo. E’ l’unica cosa che io abbia mai veramente voluto nella mia vita. Essere amata da te! Ma ormai...”Si morse le labbra con forza. Se avesse dato voce ai suoi pensieri, se si fosse voltata, per abbandonarsi fra le sue braccia, lui non l’avrebbe respinta. N’era certa. L’avrebbe abbracciata, consolata. Avrebbe anche fatto l’amore con lei come prima. Lui era Angel...il suo Angel. Non poteva però chiedergli questo. Non sarebbe stato giusto. Offrirgli se stessa ora sarebbe stato come offrirgli un cibo avariato. Lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per alleviare le sue sofferenze, avrebbe anche rinunciato alla propria dignità di uomo, ma lei non poteva permetterglielo.
“Non lo so Angel. Forse, visto che non riesco a perdonare me stessa, vorrei che almeno tu lo facessi.” Angel allungò una mano, ma si fermò prima di arrivare a toccarla. Sentiva il desiderio di stringerla a sè, di farle dimenticare ogni cosa fra le sue braccia, ma non era certo che lei accettasse il suo abbraccio.
Buffy non riusciva a perdonarsi e neppure lui era certo di riuscire a farlo.
 
“Ho sentito i tuoi gemiti di piacere, i tuoi muscoli contrarsi intorno a lui, il tuo corpo rispondere al suo tocco. Ho visto il piacere diffondersi sul tuo viso a causa sua, il tuo corpo che si muoveva su di lui. Non è facile per me accettare tutto questo.” Buffy chinò le spalle sconfitta e finalmente si voltò verso di lui.
“Vuoi che vada via?” Aveva parlato guardandolo negli occhi, con dignità, ma il timore che traspariva dalle sue parole e l’espressione implorante dei suoi occhi commossero il vampiro più di qualsiasi preghiera. “No! Non voglio perderti. Vorrei solo capire....” Angel le stava chiedendo una spiegazione. Semplici parole capaci di rimettere ordine nel loro mondo, capaci di cancellare quell’orribile notte e ricondurli, uno fra le braccia dell’altro, al giorno prima, ai loro progetti, al loro amore. Anche una menzogna sarebbe stata bene accolta, Buffy lo sapeva. In quel momento entrambi avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di far cessare la sofferenza che tormentava le loro anime. Mentire, negare tutto, anche l’evidenza. Buffy sarebbe stata disposta a farlo pur di avere di nuovo il suo amore e il rispetto di se stessa. Non riusciva però a trovare quelle parole che lui aveva bisogno di sentirsi dire. Nella sua mente c’era solo il vuoto. La vergogna oscurava ogni suo altro pensiero. La rabbia verso se stessa, Angelus, Gloria, il destino prese il sopravvento.  
“Neppure io riesco a capire Angel! Lui aveva la tua voce, il tuo corpo, il tuo odore, il tuo sapore, ma...tu sei stato un amante meraviglioso, dolce, tenero, attento. Lui è stato brutale, violento eppure, anche se la mia mente si ribellava, il mio corpo lo voleva. Non so spiegartelo, ma è così. Non avrei mai creduto che...Angel che cosa sono, chi sono io?” Nella voce di Buffy ora la disperazione era palese. Quella domanda l’aveva perseguitata per ore e non riusciva a trovare una risposta. Si sentiva persa e spaventata. Non aveva perso solo Angel quella notte, aveva perso anche se stessa. Aveva paura di quel lato oscuro che si nascondeva in lei che Angelus aveva risvegliato.
 
Angel si passò nervosamente una mano fra i capelli. Sapeva che doveva accantonare per il momento i suoi sentimenti, per poter aiutare la donna che amava. In passato l’aveva fatto più di una volta, ma ora....era diverso. Non si trattava di lasciarla perchè potesse essere felice con un altro, migliore di lui. Doveva accettare che lei provasse desiderio per quel mostro al punto da tradire tutto quello in cui credeva. Non era semplice. Buffy gli aveva posto una domanda. In passato non avrebbe esitato a risponderle. Sapeva chi era Buffy, la conosceva probabilmente meglio di quanto si conoscesse lei stessa, ma la ragazza che quella notte aveva raggiunto il piacere fra le braccia del suo demone era per lui una sconosciuta. Se avesse aperto bocca per risponderle in quel momento lo avrebbe fatto solo per ferirla, per colpire il suo orgoglio, così come lei aveva colpito il suo. Angelus però aveva già provveduto a annientare ogni parvenza di orgoglio in lei. Angel non aveva intenzione di fare il suo gioco, completando la sua opera. Perciò eluse la domanda. In ogni caso c’erano altri problemi più immediati di cui preoccuparsi: Gloria era libera di agire e non avrebbe rinunciato. Angelus sarebbe tornato e lei... “Credo Buffy che dovremo avvertire Giles. Deve sapere che Gloria è ancora in circolazione....e anche Angelus.” Buffy si avvicinò alla poltrona e n’afferrò lo schienale fra le dita. Aveva bisogno di ancorarsi a qualcosa. Il mondo intorno a lei stava crollando. “No...non posso dire al Signor Giles...non capirebbe, nessuno può capire.” Angel scosse il capo incredulo: come poteva la stessa donna darsi a un mostro con l’entusiasmo di un’esperta cortigiana e poche ore dopo non concepire l’idea di mentire all’uomo che amava come un padre? Come potevano conciliassi, nella stessa persona, tanta lussuria e tanta innocenza? “Non è necessario che raccontiamo tutto, eviteremo i ....particolari. E’ importante che loro sappiano, ed è anche giusto, per la loro sicurezza!” “Hai ragione.” Assentì Buffy sollevata, dirigendosi verso il telefono. Prima di raggiungerlo però si fermò e tornò a voltarsi verso il vampiro. “Angel...se lui dovesse tornare...” Angel sospirò piano.
“Lo affronterai Buffy, come hai sempre fatto, ma questa volta non sarai sola. Ricordati che io sarò con te...sempre.  
“Quindi Gloria pensa di usare Angelus per sconfiggere Buffy. Non capisco però in che modo.” Il Signor Giles era perplesso. Sedeva sulla poltrona, nel soggiorno di Angel, sorseggiando pensosamente il suo te.  L’istinto gli diceva che non tutto era stato detto, ma aveva deciso di non indagare. Buffy tendeva a comportarsi come un’incosciente a volte, ma Angel non avrebbe mai taciuto nulla che potesse servire a proteggerla. Di questo Giles era certo. Se alcuni particolari erano stati omessi probabilmente non erano importanti, ma semplicemente dolorosi per Buffy o Angel o forse per entrambi. Buffy appariva provata, ma era comprensibile. Un incubo, che aveva combattuto e distrutto a caro prezzo in passato, era tornato nella sua vita.
 “Si sono già scontrati e Buffy ha vinto. Perchè farlo tornare? Tutto questo non ha senso.” Controbattè Willow con tono assente. “Buffy è strana. Angelus non le ha mai fatto un simile effetto in passato. Questa volta Angel non è morto, evidentemente, quindi lei dovrebbe essere arrabbiata, impaziente di affrontare Gloria invece...sembra essere impaziente solo di vederci andare via.”“Ci aveva già provato il Sindaco, vi ricordate? Non è stato divertente.” osservò Xander massaggiandosi inconsciamente la mascella dove anni prima Angel, impersonando Angelus, l’aveva colpito. “Esatto! Solo che allora erravamo riusciti a impedirlo. Angel hai idea di che cosa abbia in mente Angelus?” chiese il Signor Giles rivolgendosi al vampiro che sedeva nell’ombra, lontano dalle finestre coperte dai pesanti tendoni. Sentendosi interpellare Angel si riscosse dai suoi pensieri.
La maggior parte dei presenti aveva dimenticato la sua presenza nella stanza fino a quel momento, ma ora tutti gli sguardi erano su di lui. Non aveva parlato molto. Dopo aver raccontato brevemente l’accaduto si era allontanato dagli altri in un moto inconscio di autodifesa. Sapeva fin troppo bene quale sarebbe stata la loro reazione. Angelus era una sua responsabilità, lo era sempre stata. “Mi dispiace, ma non lo so. Lui è una parte di me e condividiamo lo stesso corpo, ma....” Xander balzò in piedi: “Maledetto vampiro devi saperlo, sei stato tu a...” esplose, con un’espressione di odio, misto a disprezzo, sul viso. Buffy però lo interruppe, prima che potesse terminare la sua accusa. “Non è stato lui Xander!” affermò decisa la ragazza. Xander percepì nel suo tono un dolore che lo sorprese, perchè non riusciva a comprenderne l’esatta causa. “No, purtroppo non è stato lui....” la triste ironia delle sue stesse parole colpì profondamente Buffy. Scosse il capo, di fronte all’occhiata da cucciolo ferito che Xander le stava dedicando.L’amico, alla fine, costatando che lei non aveva altro da dire, cedette e tornò malvolentieri a sedersi rigidamente sulla sedia. Il suo sguardo accusatore non lasciò però Angel, che decise di ignorarlo e con voce sommessa riprese il discorso interrotto.“Come stavo dicendo, condivido con il mio demone ogni cosa, mio malgrado, ma i suoi pensieri...” “...sono anche i tuoi.” terminò al suo posto una voce dalla porta. “Spike? Come sei arrivato qui?” chiese Anya, posando sul mobile, dove l’aveva presa, la preziosa statuetta, che stava esaminando con attenzione da quando erano arrivati. “Attraverso le fogne, naturalmente. E’ un privilegio di queste vecchie case avere accessi non conosciuti da tutti. Perchè pensate che Angelus l’avesse scelta come dimora? Era pazzo forse, ma non idiota.”  Il biondo vampiro avanzò con sicurezza verso il vampiro più anziano, sotto gli sguardi incuriositi di tutti. “Che cosa vuoi?” chiese Angel con freddezza senza muoversi, ma pronto a reagire alla minima provocazione. Spike evidentemente non cercava lo scontro perchè si fermò in mezzo alla stanza. In fondo essere al centro dell’attenzione gli piaceva, almeno quanto Angel amava passare inosservato. “La vita da queste parti è diventata monotona da quando non c’è più Gloria e la Cacciatrice è...occupata con te. Ho sentito in giro che Angelus era tornato e ho voluto controllare di persona. In fondo è sempre il mio Sire!” “Perchè hai detto che i pensieri di Angelus sono anche quelli di Angel?” Buffy non era riuscita a impedirsi di parlare, anche se non era certa di voler sapere la risposta.
“Perchè è così! Loro sono la stessa persona Buffy. Solo la volontà li distingue. Gli impulsi, i desideri, perfino le passioni dell’uno sono quelle dell’altro, e tu dovresti saperlo molto bene. Angel conosce tutti i pensieri più nascosti del suo demone, anche se non vuole ammetterlo, e il suo demone...conosce i suoi!” “Io l’avevo detto!” esplose Xander, ma Angel si era già alzato per balzare contro Spike e colpirlo violentemente al volto. Buffy s’interpose immediatamente fra i contendenti e a fatica riuscì a trascinare Angel nella camera da letto. “Ora calmati! Io tornerò dagli altri e li inviterò ad andarsene. Quello che dovevamo dire l’abbiamo detto. Dopo tornerò qui e parleremo. “ Il suo tono non ammetteva repliche e al vampiro non restò che assentire. Buffy tornò nel soggiorno. Spike era sparito. I suoi amici sembravano molto preoccupati.
“Credo sia meglio, ora, che torniate a casa. Penso non ci sia altro da dire.”  “Non senza di te!” dichiarò Xander con tono deciso. “Non puoi restare con quel mostro!” Buffy sospirò con impazienza.
“Angel non è un mostro Xander e se non l’hai ancora capito....” Il Signor Giles però intervenne in difesa del giovane. “Xander ha ragione Buffy. Angelus potrebbe tornare e se tu resti qui...non sappiamo ancora quali siano i suoi piani.” “Andandomene non risolverò nulla Giles! Devo restare e affrontarlo se sarà necessario. Non c’è altra soluzione!” Giles scosse il capo, ma si diresse verso la porta, trascinando Xander con sè. Anya li seguì.
“Chiamami se hai bisogno di qualcosa.” Le mormorò piano Willow prima di uscire insieme a Tara. Buffy rimase immobile ad ascoltare il silenzio, che era sceso sulla grande casa. Infine, raddrizzate le spalle, si voltò per tornare nella camera da letto. Angel le doveva delle spiegazioni.
Lo trovò seduto sul letto, il capo fra le mani. Lo osservò in silenzio per alcuni minuti, ma lui non si mosse. Buffy improvvisamente si rese conto di quanto poco conoscesse quell’uomo, che era il centro di tutta la sua esistenza. La complessità della sua personalità riusciva sempre a confonderla, tanto in forma di uomo, quanto in forma di demone. Appoggiò la schiena alla porta chiusa e incrociò le braccia. Quando trovò il coraggio di parlare il suo tono era tranquillo, pacato. Stava per fare delle domande di cui ora conosceva già le risposte.
“Angel...Spike ha ragione? I desideri di Angelus, sono anche i tuoi? “NO! ....si....io ti amo! Non ti avrei mai voluto farti del male, trattarti in quel modo...., ma....” Buffy completò la frase per lui “...ma quello che mi ha fatto Angelus...lo volevi anche tu, è così?” Angel sollevò il capo. Il suo sguardo era tormentato, colpevole.
“Io non lo so!” mormorò il vampiro, senza distogliere gli occhi da lei. “Se lo volevi Angel, allora fallo! “ esclamò Buffy avvicinandosi al letto. “No...” “Angel, ti prego, ne ho bisogno. Ho bisogno di sapere che posso provare con te quello che ho provato con lui perchè se non è così...lui avrà vinto! Sii te stesso, semplicemente te stesso, senza vincoli! Ti prego.” Angel si alzò, il muscoli del viso contratti, le mani strette a pugno. Non voleva farle del male. Lei era la sua Buffy, la dolce ragazzina innocente che aveva conosciuto quando ancora la vita non le aveva insegnato nulla. No. Non era più quella ragazzina. Era una donna, matura, complessa e stupenda. Una donna che lo amava per quello che era e dalla quale non aveva motivo di nascondersi.
Senza una parola la afferrò per le spalle e la baciò con passione, lasciando il suo corpo libero di agire, privo di ogni controllo.
Buffy percepì vagamente che lui stava cercando di toglierle i vestiti e assecondò i suoi gesti. Non era cosciente di quello che stava facendo. Le sensazioni che avvolgevano la sua mente erano troppo intense per lasciare spazio a qualsiasi altra considerazione.
Quando lo sentì su di sè lo accolse in un atto mosso dal puro istinto. Lui la prese con un solo movimento deciso. Buffy urlò, ma fu un urlò di piacere, perchè il dolore era durato solo un attimo. Essere improvvisamente colma di lui, fino ai recessi più profondi del suo corpo, la fece sentire una cosa sola con lui come mai le era accaduto e l’estasi la sconvolse. Il suo corpo si contrasse e dalle labbra le sfuggirono suoni incoerenti. Lui però non si fermò. Continuò a muoversi, violentemente, colpendo ogni volta il suo ventre come se volesse penetrare completamente nel suo corpo, nella sua mente, nella sua anima. Buffy premette contro le sue spalle, rovesciandolo sul letto, senza però staccarsi da lui. Si sollevò da lui e, aiutata dalle sue mani, posate sui suoi fianchi, si mosse su di lui, con uguale violenza. Voleva dargli piacere, e quando vide i suoi bei lineamenti alterarsi nell’estasi provò un impeto di soddisfazione. Angel la strinse contro di se e lasciò defluire il suo seme in lei, assaporando quei sublimi istanti in cui lui diventava veramente una parte di lei. Buffy si stupì quando sentì che lui, dentro di lei, non era ancora completamente appagato. Non ebbe però molto tempo per considerare i vantaggi di avere per amante un vampiro.
Angel tornò a voltarla sul letto e ricominciò a fare l’amore con lei con lo stesso impeto che aveva all’inizio. Buffy perse presto il conto delle volte in cui aveva raggiunto il culmine del piacere. Le forze iniziavano a mancarle.
“Angel...ti prego...non credo di poter più...” Non riuscì a terminare la frase perchè lui era riuscito ancora una volta a portarla all’estasi, questa volta insieme a lui. L’ultima cosa che Buffy percepì fu il gemito di piacere del compagno, seguito dalla meravigliosa sensazione del suo seme che la colmava ancora una volta. Poi perse i sensi.  
Quando riprese conoscenza sentì una sensazione piacevole di fresco contro il ventre. Angel era chino su di lei. Le stava passando un asciugamano bagnato sulla tenera pelle irritata. Buffy non parlò. Lo lasciò fare, abbandonandosi a lui.
Terminato il suo compito Angel la coprì e si distese accanto a lei. Buffy si strinse subito a lui emettendo un sospiro di soddisfazione.
Angel chinò il capo per baciarle i capelli.
“Stai bene?” “Sì, ora so che l’amore può anche non essere tenero e dolce, ma è pur sempre amore. Non c’è niente di cui vergognarsi nel provare piacere in questo modo, neppure se il tuo patner....è il demone del tuo ragazzo!” Buffy aveva pronunciato le ultime parole sottovoce, incerta sulla reazione che avrebbero suscitato in Angel.
Il silenzio del vampiro le sembrò durare un secolo.
“Hai ragione” ammise infine “lui è comunque una parte di me. Te l’ho ripetuto io stesso più di una volta. Immagino che essere geloso di lui sarebbe come essere geloso di me stesso, ma...” Buffy sorrise. La gelosia maschile era un demone veramente difficile da sconfiggere.
“Io ti amo Angel, per quello che sei, completamente e totalmente ed evidentemente il mio corpo la pensa allo stesso modo! Lui ha appagato i miei istinti, ma solo tu puoi rendermi felice, quindi...vedi di non sparire più dalla circolazione!” Angel aggrottò la fronte.
“Se lui dovesse tornare, uccidilo!” Buffy si mosse, per cercare una posizione che le permettesse di stargli più vicino. Un sorriso le comparve sul viso.
“Perchè dovrei farlo Angel? Ora so come sconfiggerlo!” Mormorò Buffy, prima di chiudere gli occhi. Dopo pochi istanti si era addormentata. Sul suo volto Angel vide la stessa espressione che aveva osservato tante volte, quando lei era ancora una bambina, ignara di quello che le avrebbe riservato la vita.
 
Confessioni Continua...