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RATING: NC17 per descrizione grafica di rapporti sessuali
SPOILER: V Serie di BtVS e II Serie di ATS.
DEDICA: ai fortunati che non hanno mai varcato il confine fra l’amore e l’odio e che possono ancora illudersi che non lo valicheranno mai.
 
Capitolo IX
Ossessioni
 La strada era affollata, ma nessuno si soffermava a guardare le poche vetrine ancora illuminate. Le luci degli ultimi negozi, ancora aperti, ad una ad una, si stavano spegnendo. Ognuno desiderava solo tornare alla propria casa, dalle persone care, dopo una lunga giornata di lavoro.
Buffy camminava tranquilla. Non aveva una meta precisa. Avrebbe dovuto recarsi al Negozio di Magia. Durante il giorno aveva incontrato Willow e Xander, ma non avevano avuto occasione di parlare. Aveva chiamato Giles, al telefono, per rassicurarlo che stava bene e che tutto era sotto controllo. Ovviamente quel “tutto” sottintendeva Angel, non certo Gloria. Il suo Osservatore l’aveva invitata a recarsi da lui, per analizzare meglio la situazione. Buffy aveva promesso, ma non aveva mantenuto la parola data. Sapeva che erano tutti molto preoccupati. Gloria e il ritorno di Angelus erano ottimi motivi per preoccuparsi. Lei però non era ancora pronta per confrontarsi con loro.  
Proprio quando, dopo il ritorno di Angel, aveva sperato di poter trovare un po’ di pace, Angelus aveva sconvolto ogni cosa. Dopo il loro incontro, lei non si sentiva più la stessa. Far l’amore con Angel e soprattutto parlare con lui l’aveva aiutata a ritrovare il proprio equilibrio, ma non tutto era stato detto. Era stata sincera, quella notte, ma forse allora, come in quel momento, stava mentendo soprattutto a se stessa. Molte domande, dentro di lei, attendevano ancora una risposta onesta. Doveva riflettere, tranquillamente, sulla nuova Buffy, di cui aveva scoperto recentemente l'esistenza e soprattutto su quello che aveva provato e provava per….Angelus. Lui il vampiro, il mostro, lei, la Cacciatrice: preda e cacciatore così come era stato fin dall’inizio dei tempi. Era elementare, ovvio, scontato. In realtà in due semplici lettere, aggiunte a un nome, era racchiuso un intero universo, la differenza fra l’amore e l’odio. Si era sempre considerata una "brava ragazza", del tutto normale, per quello che riguardava il sesso. Certo, amava un’anima racchiusa nel corpo di un vampiro, ma nulla di quello che avevano fatto insieme era stato fuori della norma. Al contrario, spesso le sorgeva il dubbio che molte sue coetanee avrebbero potuto insegnarle molto sull’argomento.  
Angelus, però, aveva aperto il vaso di Pandora scoprendo la sua natura più nascosta. L’aveva odiato per questo, ma…si chiese chi avrebbe trovato, al suo ritorno a casa. Era Angel, che la stava attendendo, ansioso di poterla ancora una volta amare con tutto se stesso, o Angelus, pronto ad una nuova sfida? Al pensiero di incontrare ancora il demone provò un brivido. Aveva paura. Cercò di consolarsi al pensiero che era logico temere un mostro come Angelus, ma sapeva di non essere del tutto sincera con se stessa.
Non era solo la paura a farle battere il cuore più forte. Il timore di soccombere, di non essere all’altezza, di morire o peggio l’aveva accompagnata ogni momento della sua vita, da quando era diventata la Cacciatrice. Era ansiosa e impaziente di sapere che cosa le avrebbe riservato il loro prossimo incontro. All’idea si sentì afferrare da un assurdo senso di impotenza e rabbia verso se stessa. Lo odiava e lo disprezzava. Era un essere di una crudeltà senza limiti e lei avrebbe dovuto desiderare di non ritrovarlo mai più sulla sua strada. Invece…non vedeva l’ora di confrontarsi ancora con lui.  
Forse era solo il suo spirito naturalmente combattivo a darle quella sensazione di eccitazione all’idea di battersi ancora con lui. La Cacciatrice voleva catturare la sua preda. Ma perché, allora, si sentiva in colpa nei confronti di Angel? Perché non osava confidarsi completamente con lui? Quando avevano parlato aveva ridotto il suo rapporto con il demone a una questione di solo sesso e desiderio fisico. Non aveva mentito. Si era illusa lei stessa che non ci fosse stato altro fra loro, ma ora, dopo aver riflettuto più serenamente, doveva ammettere che la realtà era diversa.
Angelus l'aveva umiliata, dando piacere al suo corpo, ma annullando contemporaneamente la sua volontà. L’esperienza aveva devastato la sua anima. Non era preparata ad affrontare la passione violenta, il desiderio allo stato puro, che lui aveva risvegliato. Far l'amore, nella sua concezione della vita, aveva sempre voluto dire passione, certo, ma soprattutto tenerezza, dolcezza, rispetto. Angel le aveva restituito le stesse emozioni, ma pervase dall’amore. Abbandonarsi a lui, al loro reciproco desiderio, senza limiti, era stato stupendo. Per la prima volta, fra le braccia di un uomo, si era sentita completa, appagata, felice, ma soprattutto libera. Con il suo amore, il vampiro, aveva rimesso ordine nella sua esistenza, aiutandola a ricomporre l’immagine che aveva di se stessa, un’immagine di cui non avrebbe dovuto vergognarsi. Ora che era di nuovo serena, e aveva accettato la “nuova” Buffy, i ricordi della notte che aveva trascorso con Angelus erano ritornati e avevano assunto significati che prima, nel caos di emozioni che l’avevano sconvolta, le erano sfuggiti.  
Il pensiero di Angelus l’aveva ossessionata durante tutta la giornata. I suoi modi rudi, violenti, possessivi, tipici di chi non ha dubbi, ma solo certezze. Il suo sguardo freddo, ma capace di penetrare nella sua anima. Il tono della sua voce ironico, ma anche suadente, colma di potere e di forza. Avrebbe voluto dimenticare, ma non poteva farlo. Aveva detto ad Angel che Angelus aveva avuto solo il suo corpo, ma ora non n’era più così sicura. Lui aveva segnato anche la sua mente, profondamente, come solo Angel aveva fatto, prima di lui. L’aveva posseduta senza amore, ma mentre si muoveva dentro di lei, trattandola come un oggetto, lei aveva sentito che, dietro alle sue parole insultanti, c’era molto di più. Angelus non la considerava semplicemente un oggetto, che poteva dargli piacere e neppure soltanto una nemica da sconfiggere. Provava qualcosa per lei di ben più complesso e lei….  Angel le mancava. Aveva bisogno, ora più che mai, del suo amore, della sua capacità di comprenderla, di farla sentire sicura. Erano trascorse solo poche ore da quando l'aveva lasciato, quella mattina, ma la tentazione di tornare da lui era forte. Forse, se si fosse confidata con lui, avrebbe trovato le risposte che cercava. Non poteva però farlo, non ne aveva il coraggio e sapeva non sarebbe stato giusto. Avrebbe dovuto raccontargli altre menzogne. Se avesse condiviso con lui i suoi dubbi avrebbe solo accresciuto la gelosia, che già lo tormentava. Non voleva farlo soffrire ancora, inutilmente.
 
Era confusa e in sua presenza si sarebbe sentita ancora più persa. Lui l’avrebbe guardata con quegli immensi occhi scuri, colmi di dolcezza, e l’avrebbe ascoltata con pazienza, senza interromperla, pronto ad accettare, comprendere, perdonare ogni cosa, perché l’amava. Lei avrebbe iniziato a spiegargli che il pensiero di incontrare di nuovo Angelus la attraeva. Sicuramente il primo pensiero di Angel sarebbe stato, come sempre, fare la cosa giusta per lei, incurante del dolore che avrebbe comportato per lui. Soffocando i propri sentimenti le avrebbe elencato mille giustificazioni, fino a dissolvere ogni suo dubbio e senso di colpa. L’avrebbe protetta anche da se stessa, assumendo su di sè ogni colpa. Angel doveva già convivere con abbastanza crimini. Non avrebbe contribuito anche lei ad aumentarne il peso. Inoltre non aveva bisogno di giustificazioni, ma di chiarimenti, che nessuno, all’infuori di lei, poteva darle. Lui le avrebbe offerto la sicurezza del suo amore, e lei avrebbe visto sparire le proprie incertezze. Il suono della sua voce tranquilla e rassicurante avrebbe fatto svanire ogni sua obiezione e quando lui l’avesse sfiorata... qualcuno le urtò con forza la schiena. Due mani, indubbiamente maschili, le afferrarono con forza le spalle, apparentemente per sorreggerla. Continuarono però a trattenerla, anche quando lei fu di nuovo stabile sui suoi piedi. "Ci incontriamo di nuovo amore. Sarà il destino?" mormorò una voce nota al suo orecchio, in tono canzonatorio.
 
Buffy s’irrigidì istintivamente, preparandosi alla lotta, ma subito costrinse i suoi muscoli a rilassarsi. Non sarebbe stato con la forza fisica che avrebbe vinto quella battaglia. "Evidentemente sì, Angelus. Il destino oppure...la tua ossessione per me." Rispose pungente.
Le dita del suo catturatore si contrassero intorno alle sue spalle. Il colpo era andato a segno.
Angelus però riprese immediatamente il controllo della situazione.
"Andiamo." Esclamò, in tono di comando, afferrandole un braccio e incamminandosi fra la folla.
Buffy si svincolò violentemente dalla sua presa. Lui la guardò con occhi gelidi, ma quando vide che lei accennava comunque a seguirlo, si limitò a scrollare le spalle e a riprendere il cammino interrotto.
In breve tempo furono a casa. " La loro casa" pensò Buffy con un sospiro, osservando il vampiro, vicino al camino, intento ad accendere il fuoco.
Sia Angel sia Angelus sembravano attratti da quell'elemento così pericoloso per loro. Buffy non ricordava di aver mai visto quella stanza con il camino spento.
Angel, una sera di molto tempo fa, le aveva confidato che amava osservare le fiamme ardere perchè la luce, il calore, l'energia, il continuo cambiare del fuoco gli trasmettevano una sensazione di vita. Anche su Angelus il camino acceso sembrava esercitare lo stesso fascino. In Angel però, dal rimpianto per quello che aveva perso per sempre, nasceva l’amore per tutto quello che era luce, calore e vita. In Angelus il desiderio inappagato per ciò che la sua stessa natura gli negava conduceva all’odio e alla distruzione.  
Angelus si era voltato. Il fuoco ormai scoppiettava alle sue spalle e il suo viso era in ombra. Sarebbe stato facile, per Buffy, illudersi che fosse Angel l’uomo di fronte a lei, pronto ad accoglierla fra le braccia e a dissipare ogni sua angoscia. L'illusione però sarebbe durata poco, troppo poco. "Ti sei ripresa presto dal nostro ultimo incontro vedo. Il bamboccio con l'anima, a quanto sembra, ti ha perdonata. E' più generoso di quanto pensassi, o forse solo più stupido. L'amore rende stupidi. Sono ansioso di scoprire quanto stupido possa essere diventato."
Il vampiro, dietro una maschera di ironia e indifferenza, nascondeva un'ira profonda. Ancora una volta lei era riuscita a sfuggirgli. Lo leggeva nel suo sguardo tranquillo, nel suo atteggiamento sicuro. Non era la creatura sottomessa, affranta, priva di ogni speranza che si era aspettato di incontrare. Aveva sperato di averla sconvolta, mostrandole quello che veramente era, e soprattutto era certo di avere posto fra lei e l’uomo che amava un muro, che nessuno dei due sarebbe mai più riuscito ad oltrepassare. Aveva spalancato, con violenza, porte nella sua mente, che non avrebbero mai dovuto essere aperte, se non con estrema attenzione. Angel, forse un giorno, lo avrebbe fatto, ma non prima di essere certo che lei fosse pronta ad accettare quello che si nascondeva dietro a quelle porte. Lui l’aveva anticipato e nel farlo avrebbe dovuto toglierle tutto: il rispetto di se stessa e il rispetto del suo compagno. Invece apparteneva ancora, evidentemente, a quell'anima, che lui odiava più di ogni altra cosa al mondo.  
Aveva posseduto il suo corpo, ma non era stato sufficiente. Lo spirito indomito della Cacciatrice lo respingeva ancora, quello spirito che amava quello che di umano c'era in lui. In quell’amore aveva trovato la forza di accettare se stessa e l’anima l’aveva aiutata a farlo. L’anima…si era accertato che fosse presente, cosciente, che condividesse con lui ogni istante. Aveva sentito la sofferenza, il tormento che l’avevano pervasa per quello che lui stava facendo a Buffy, la Cacciatrice, il suo amore. Avevano condiviso ogni sensazione, parola, immagine. L’anima aveva protestato, urlato, pianto e lui aveva goduto del suo dolore. Infine, quando dal dolore aveva sentito nascere la rabbia, la gelosia, l’ira aveva finalmente deciso di ritirarsi, nella certezza che avrebbe assistito alla disfatta di quell’unione che disprezzava tanto. Inizialmente si era illuso che il suo piano avesse funzionato, ma poi….Spike si era intromesso e lui ora avrebbe dovuto trovare un’altra strada per ottenere il suo scopo.  
Buffy strinse le labbra, per impedirsi di cadere nel tranello del vampiro. L’aveva provocata, insultando Angel, e facendola sentire colpevole per quello che aveva fatto con lui. Voleva costringerla a difendersi, lei però intendeva deluderlo. Aveva imparato da tempo che l’attacco è la miglior difesa. "Non credo, Angelus, che tu sappia molto sull'amore. E' possibile però che io riesca a insegnarti qualcosa." Rispose con un sorriso di sfida.
 
Buffy, la Prescelta, la Cacciatrice lo stava sfidando. Angelus si preparò alla lotta.
Un vampiro odia la vita perchè la desidera, fino all'ossessione, ma sa che non potrà mai più possederla veramente. Trascorre l'eternità inseguendola, cacciandola. A volte la cattura, per un breve istante. La stringe fra le dita, palpitante, la sente scorrere nelle proprie vene, con il sangue delle proprie vittime, ne percepisce il calore, il sapore, ma non riesce a trattenerla e si ritrova, dopo, ancora più inappagato e bramoso di quel nettare sublime.
Era lo stesso desiderio, la stessa ossessione che Angelus provava per quell'esile ragazza che era di fronte a lui. Con pochi passi la raggiunse e, afferratele le spalle, posò violentemente le labbra sulle sue. Buffy questa volta non fu colta di sorpresa e rispose al bacio con uguale ardore.
 
Se avesse cercato di sfuggirgli, avrebbe fatto esattamente quello che il vampiro si aspettava da lei. L'avrebbe inseguita e sedotta. Alla fine ci sarebbe riuscito. Buffy n’era tragicamente consapevole. La conosceva troppo bene, anche meglio di Angel, perchè non possedeva un'anima che offuscasse la sua mente con l'amore. Il suo spirito, come il suo corpo, non avevano segreti per lui. L'avrebbe sedotta e sconfitta. Se voleva vincere quella battaglia, avrebbe dovuto lasciare a lui la scelta del campo. Lei però avrebbe dettato le regole. Non sarebbe più stata una vittima incapace di reagire.
Quando sentì la lingua di lei penetrare con forza fra le sue labbra Angelus si scostò sorpreso. Fu Buffy allora ad avanzare verso di lui con decisione.
"Che cosa hai Angelus? Hai paura di me? Oppure di te stesso? Tu mi desideri. Io ti desidero. Facciamo l'amore. Dov'è il problema?"
 
C'era della verità nelle sue parole, doveva ammetterlo. Desiderava veramente fare l'amore con quel magnifico corpo, ma solo se in quegli occhi avesse visto brillare la luce dell'anima dell'uomo che amava. Non voleva donarsi a quel demone per essere usata come un oggetto. Era però consapevole che se si fosse opposta però il suo corpo l'avrebbe tradita.
Quelle mani erano le mani il cui tocco lei aveva sempre accolto con gioia, prima ancora di sapere che cosa significasse essere una donna. Quelle labbra avevano accarezzato la sua pelle, baciato la sua bocca come nessun altro uomo aveva mai fatto. Quella voce non l’aveva mai abbandonata, neppure nei suoi sogni, sussurrandole le parole che avevano dato un senso alla sua esistenza. Se l’avesse affrontata con la forza avrebbe potuto combatterlo, ma non poteva combattere se stessa. Non sarebbe riuscita a lungo a negarsi a lui. Non aveva scelta. Il vampiro non rispose subito. Per un istante considerò l'idea di essersi sbagliato. Forse era riuscito nel suo intento. Aveva veramente fatto emergere il lato oscuro di Buffy Summer e lei ora apparteneva a lui. Aveva ammesso di desiderarlo e questo era più di quanto avesse mai fatto. Presto Gloria non avrebbe più dovuto preoccuparsi di lei.
"Non c'è nessun problema Buffy. Pensavo di conoscerti, ma tu riesci sempre a sorprendermi. Credo proprio trascorreremo una notte molto interessante, noi due."
La pressione delle mani di lui, possessive, sui suoi fianchi, provocò in Buffy un brivido di paura, ma suo malgrado, anche di eccitazione.
 
La vita, il calore, l’energia di quella ragazza lo stavano divorando. Era su di lei, dentro di lei, sentiva la sua carne palpitare contro di lui, il suo sangue scorrere veloce sotto la pelle sottile. Aprì le labbra per serrarle con forza su un suo seno turgido. Lei rispose con un gemito di puro piacere. Le sue gambe gli serravano i fianchi con una forza tale da impedirgli quasi ogni movimento. Angelus si sentiva avvolto, inghiottito, posseduto da lei. Sfiorò con i denti la morbida carne. Lei non si sottrasse neppure allora al suo tocco. Con una mossa improvvisa premette contro le sue spalle e lui si trovò disteso sotto di lei che iniziò subito a muoversi, secondo il ritmo del proprio desiderio. Lei lo stava usando per soddisfare i propri istinti, come lui aveva usato tante donne in passato. Non c’era traccia di nessun sentimento sul suo bel volto. Gli occhi grigi lo fissavano, privi di qualsiasi espressione. Solo la passione alterava i suoi lineamenti. Angelus non era abituato a farsi sottomettere. La afferrò per la vita, con l’intenzione di riprendere il sopravvento, ma proprio in quel momento sentì il suo membro stretto nella morsa violenta dei muscoli del ventre di lei, contratti nell’estasi. Suo malgrado, non potè fare altro che seguirla, raggiungendo il culmine del proprio piacere. Lei si abbandonò su di lui, vinta dalle sensazioni che avevano sconvolto il suo corpo. Restarono immobili, sul letto, per minuti che ad Angelus parvero un’eternità. La violenza dell’orgasmo appena provato l’aveva prosciugato di ogni energia. Vagamente, il vampiro, si chiese come avessero fatto a sopravvivere a quel trattamento i suoi amanti umani. Un sorriso d’orgoglio, non privo di autoironia, gli sfiorò le labbra quando trovò la risposta. Nessuno di loro l’aveva mai condotta a quelle vette di piacere.  Lui, per fortuna era un vampiro, e recuperò presto le sue energie. Non poteva permettere che finisse in quel modo fra loro.
 
Lei era ancora distesa su di lui. Sentiva contro la pelle il suo respiro caldo. Il cuore le batteva così violentemente che poteva percepirlo contro il suo petto. Buffy… la sua ossessione. Con un unico movimento, scivolò sottraendosi al peso leggero del suo corpo, e si ritrovò in ginocchio, alle sue spalle. Lei era rimasta supina sul letto, i sensi ancora sconvolti dal piacere che aveva appena provato.
Senza esitare, con un ginocchio, le separò le gambe e, si chinò su di lei, passandole un braccio sotto il bacino per sollevarla verso di sé. Poi fu di nuovo dentro di lei, ma questa volta aveva lui il controllo. Con il suo udito sensibile percepì il sospiro che le sfuggì dalle labbra, quando lo sentì penetrare nella sua carne, ed esultò. Un senso assoluto di potere s’impadronì di lui. La possedeva, era sua, per sempre. Ora non lo avrebbe più perseguitato nei suoi incubi. Prona sotto di lui, incapace di sottrarsi alla sua volontà, la Cacciatrice era completamente sotto il suo controllo.  
Quando lei si protese verso di lui, cercando sollievo al proprio desiderio, lui la bloccò con decisione, afferrandole i fianchi. Iniziò poi a muoversi lentamente, nel suo ventre, consapevole che il desiderio in lei si sarebbe presto tramutato in tormento. Voleva assaporare ogni istante della sua vittoria, sentire il suo corpo aprirsi ogni volta per accoglierlo con più entusiasmo e fremere nell’ansia, attendendo il suo ritorno, quando si sottraeva da lei. Godeva nella consapevolezza che ogni volta che la lasciava, lei lo voleva sempre di più. I gemiti di lei, ormai incessanti, gli parevano una preghiera, che lui non aveva intenzione di esaudire, almeno per il momento. Con una mano sempre ferma sui suoi fianchi, le afferrò un seno con l’altra e iniziò a stringerlo con violenza. Lei, in risposta al suo gesto, inarcò la schiena, come un gatto alla ricerca di carezze. Le stava facendo male, eppure lei non si stava sottraendo, anzi sembrava voler intensificare il contatto. Angelus comprese che presto avrebbe ceduto lui stesso al desiderio bruciante che provava. Provò un senso di rimpianto. Avrebbe voluto che quel momento durasse per l’eternità, ma lei lo avrebbe presto condotto all’estasi.  
I suoi lineamenti mutarono. La mano, che prima le stringeva il seno, scese fino a raggiungere il suo sesso e quel sensibile lembo di carne, centro del piacere di ogni donna. Si mosse violentemente dentro di lei, penetrandola completamente, fino a raggiungere i più nascosti recessi del suo ventre. Sentì la sua carne opporsi alla violenta invasione, ma non si fermò finchè non fu certo di averla colmata completamente. Allora le percorse, lentamente, con le labbra dischiuse, la spina dorsale, dall’osso sacro fino al collo. Lei tremava ormai incontrollabilmente contro di lui. Cercava di muoversi, per trovare la soddisfazione che lui le negava, ma il peso del suo corpo glielo impediva. Era completamente avvolta dal suo abbraccio. Solo quando Angelus sentì contro la lingua il pulsare della giugulare, riprese a muoversi con sempre maggior forza. Proprio quando lui aprì la bocca, pregustando la sua vittoria finale, Buffy inarcò il collo e quasi urlò quella che non era sicuramente una preghiera, ma un ordine. “Mordimi!”  
Il vampiro allora serrò i denti con ira, violentemente, atrocemente consapevole del dolore, ma anche del piacere, che avrebbe arrecato in quel modo, a quella che avrebbe dovuto essere la sua vittima.
Il corpo di Buffy reagì al morso con movimenti convulsi, dovuti alla sofferenza, ma anche all’estasi, amplificata dal morso, che stava provando. Angelus, in preda al culmine del piacere bevve, avidamente, quel nettare di cui rammentava fin troppo bene il sapore, per averlo troppe volte sognato. Quella notte però aveva un gusto amaro, il sapore della sconfitta. Lei lo aveva ingannato. Si era illuso di averla sottomessa invece aveva ancora lei il controllo. La odiava. L’avrebbe uccisa trasformandola in un essere senza vita, condannato a vagare per l’eternità senza pace. Sarebbe stata quello che più odiava: un vampiro. Immaginò per un istante Buffy, le membra gelide, gli occhi privi di ogni calore, lo spirito corrotto, capace soltanto di distruggere. Possederla, in quel modo, sarebbe stato come possedere Drusilla, e tante altre come lei. Non avrebbe avuto senso. Se fosse morta, gli sarebbe sfuggita per sempre. Forse era proprio questo che lei voleva.
Bruscamente si separò da lei, abbandonandola sul letto disfatto, e indossati velocemente i vestiti, lasciò la stanza, quasi correndo.
 
Chi Sei? Continua...