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RATING: NC17 per descrizione grafica di rapporti sessuali
SPOILER: V Serie di BtVS e II Serie di ATS.

COMMENTO: potessimo guardarci con gli occhi degli altri probabilmente vedremmo degli sconosciuti. Lo specchio riflette la nostra immagine, ma non la vediamo. Come vampiri vediamo solo il vuoto che colmiamo con l'idea che abbiamo di noi stessi.

 

 

Capitolo XIII
Occhi come specchi

L'appuntamento con gli amici non assillava più Willow.
Aveva ascoltato l'amica raccontarle la strana esperienza vissuta e la perplessità aveva lasciato il posto all'ansia.
Non era stato un sogno. Buffy non stava dormendo ed evidentemente il suo corpo non aveva lasciato l'appartamento. Quindi era stato solo il suo spirito a compiere quel viaggio, un viaggio nel tempo sul quale Buffy non aveva avuto nessun controllo.
Qualcuno poteva impossessarsi liberamente dello spirito di Buffy. Il Signor Giles doveva esserne informato.

"Buffy, io credo che dovremmo raccontare tutto agli altri. Abbiamo già rimandato troppo." Disse, tentando di usare il suo tono più persuasivo. Buffy non si era ancora decisa a parlare agli amici di Angelus e Willow temeva che non l'avrebbe mai fatto.
Poteva comprenderla. Quello che avrebbe dovuto dire era imbarazzante ed anche umiliante, soprattutto tenendo conto che probabilmente non tutti l'avrebbero capita. I sentimenti di Xander verso il vampiro non erano mai stati un mistero per nessuno.
L'episodio di quella sera però era troppo grave per poter essere sottovalutato.
"No Willow, ti prego, prima….ho bisogno di capire che cosa mi è successo e perché." Protestò Buffy, quasi implorante. Era ancora confusa e l'ultima cosa di cui sentiva il bisogno era di confrontarsi con i suoi amici.

"Quello che è successo è evidente: Gloria!" Esplose Willow, nel cui animo la preoccupazione stava prendendo il sopravvento sulla pazienza."E' stata lei a impossessarsi della tua mente e forse..."
"Willow, vieni a vedere!" la interruppe Buffy con urgenza. Mentre la giovane strega parlava, Buffy si era avvicinata alla finestra e qualcosa in strada aveva attratto la sua attenzione.
"Io non vedo nulla di particolare." Affermò Willow con espressione perplessa, dopo aver scrutato il viale illuminato dai lampioni.
"Era solo un'ombra, sotto il lampione. Ora se n'è andata, ma sono sicura….era lui. Come sempre, al solito posto." Terminò Buffy con un sorriso triste.
"Vuoi dire Angel, o…Angelus?" Chiese innocentemente Willow.

Il sorriso sparì immediatamente dal volto della Cacciatrice.
"Era Angel!" rispose decisa "…almeno credo" si corresse però immediatamente. La ragione, anche se tardivamente, aveva prevalso sulle sue speranze. La felicità di rivedere ancora il suo amore, creduto perso per sempre, s'incrinò nel suo animo.
"E' strano che fosse sotto la tua finestra proprio mentre tu viaggiavi nel tempo per incontrarlo…insieme a Darla. Forse Gloria sta agendo ancora attraverso di lui!" Willow storse la bocca sentendosi molto cattiva. La vita di Buffy non era stata facile da quando Angel era scomparso e ora lei aveva trasformato il suo ritorno in una minaccia. Buffy però era in pericolo e perdersi nelle illusioni non l'avrebbe certo aiutata. L'amica però la sorprese.

"Non importa." Rispose seria e determinata. "La sola cosa che conta è che avevi ragione: è vivo! E' qui, e non all'Inferno. Forse è veramente Angelus che ha trovato un nuovo sistema per farmi perdere la ragione. Se è così lo affronterò di nuovo e se è Angel…" Buffy non riuscì a completare la frase. Per quella sera aveva vissuto già troppe emozioni.

"Willow per favore, vai al Negozio di Magia dagli altri e porta anche Down. Trova una scusa qualsiasi per me, come che sono stanca e ho l'emicrania. Anche la Cacciatrice ha diritto ad essere malata immagino! Io…ho solo bisogno di dormire."
"Va bene, " assentì Willow " ma se dovesse accadere ancora?" domandò apprensiva.
"Tu non potresti in ogni caso fare nulla." controbatte Buffy con impazienza."Accade tutto nella mia testa. Se avessi bisogno…userò il telefono. Non puoi restare comunque sempre con me, no?"
Un rassegnato:"Hai ragione." fu il saluto di Willow che con un'espressione profondamente infelice si diresse verso la porta.

Aveva paura per l'amica e detestava i segreti. Mentire era la cosa che sapeva fare peggio di tutte e sentiva il bisogno del consiglio degli amici, in quella situazione scabrosa. Soprattutto della pacata ragionevolezza del Signor Giles.
Questa volta però non poteva essere lei a parlare, doveva essere Buffy a farlo. Si trattava di qualcosa di troppo intimo e personale. Lei non avrebbe neppure trovato le parole per esprimerlo: Angelus, quello che lui e Buffy aveva fatto insieme, la lettera di Angel, la sua scomparsa e ora questo viaggio nel passato.
Se c'era un significato in tutto questo era nascosto nell'animo di Buffy e se per Buffy non era ancora venuto il momento di cercare l'aiuto degli altri…aveva però cercato il suo di aiuto e Willow non aveva intenzione di negarglielo. Con un sospiro uscì dalla stanza, dirigendosi verso la camera di Down.

"Come ti devo chiamare?" chiese il vampiro, senza preamboli, sedendosi di fronte all'uomo che aveva appena conosciuto.
Il locale era quasi vuoto, ma Angelus dovette protendersi per cogliere la risposta.
"Uriel" mormorò lo sconosciuto fissando gli occhi scuri del suo interlocutore.
Il vampiro sollevò un sopracciglio perplesso. Quel nome non gli suggeriva nulla.
"Perché sei qui?" tornò ad indagare, nella speranza di ottenere maggiori delucidazioni.
"Per Gloria…e per te." Fu la laiconica risposta.
"Sei un suo alleato? E' lei che ti ha mandato? Sto svolgendo il mio compito. Presto la Cacciatrice non sarà più un pericolo per i suoi piani e Gloria dovrà mantenere le sue promesse!"
"Buffy, la Cacciatrice…una donna notevole direi. C'è molta energia in lei, energia e potere." Commentò Uriel fissando il bicchiere di birra ancora colmo che aveva di fronte.

"Lei è come tutte le altre!" rispose Angelus, non sapendo lui stesso se si stava riferendo alle altre donne o alle altre Cacciatrici.
"Davvero?" Mormorò lo sconosciuto, con aria falsamente ingenua, tornando a fissare negli occhi il vampiro. "Eppure mi sembra che abbia risvegliato in te un interesse diciamo…particolare.
Perché tante complicazioni? Perché non l'hai semplicemente uccisa quando ne hai avuto l'opportunità?"
Angelus si voltò per ordinare una birra. Quando riportò la sua attenzione sul compagno il suo sguardo si era incupito. "Ucciderla sarebbe inutile. Arriverebbe subito un'altra Cacciatrice. E' molto meglio lasciarle la vita, ma distruggere la sua anima. Senza contare che così è molto più divertente!"

Uriel rispose con un sorriso al sorriso ironicamente crudele del vampiro. Non gli erano sfuggite le dita di Angelus contratte intorno al bicchiere, che gli era stato portato, al punto che avrebbe potuto facilmente spezzarlo.
"Una Cacciatrice senza un'anima…un concetto interessante direi. Ma tu che cosa ci guadagni?"
La domanda era stata posta con indifferenza, ma Angelus s'irrigidì.
Chiunque fosse quell'individuo che si faceva chiamare Uriel faceva troppe domande.
Eppure sentiva una strana affinità con lui che lo spingeva a fidarsi. Uriel non era un vampiro, ma c'era un legame fra loro.
Angelus iniziò a parlare d'istinto sopprimendo l'impulso di alzarsi e sfuggire da quella situazione che non riusciva a controllare.

"Gloria mi ha promesso la libertà…per sempre." Disse brevemente.
"La libertà è una bella parola, ma ambigua. Può significare molte cose. Ci rifletterei al tuo posto."
Angelus scosse violentemente il capo. Gloria era la sua ultima speranza di tornare ad essere quello che era stato: potente e libero dai vincoli che gli imponeva quella ridicola anima.
Buffy era il suo prezzo e lui lo avrebbe pagato e con gioia. Distruggere Buffy, la sua serenità, la sua felicità sarebbe stato un piacere per lui. Finito il lavoro lei sarebbe stata una facile preda. Non voleva e non poteva dubitare della promessa che gli era stata fatta.

"E tu che ruolo hai in tutto questo?" chiese per sviare il discorso. "Perché sei stato mandato da me? Non ho bisogno di nessun aiuto! Questo è un lavoro che ho già fatto infinite volte…e molto bene!"
"Non ne dubito." Lo rassicurò subito Uriel "Ma credimi…questa volta si tratta di un lavoro speciale, in cui non sono ammesse interferenze."
Angelus sollevò le sopracciglia perplesso.
"Interferenze? Quali interferenze? "

Gli occhi di Uriel improvvisamente cambiarono. L'azzurro sparì, per essere sostituito da un vorticante nulla.
Il lineamenti del suo compagno s'immobilizzarono, come congelati, per poi riprendere vita in un'espressione di assoluto stupore.
"Come hai fatto?" mormorò il vampiro, guardandosi intorno allibito.
"E' un vecchio trucco, molto vecchio, ma sempre efficace." Rispose Uriel i cui occhi erano ritornati al colore consueto. "Purtroppo non dura a lungo quindi dovremo sfruttare bene il nostro tempo."
"Che cosa vuoi da me? Io non lavoro per Gloria, io…"

"So chi sei e anche che cosa sei. Un'anima con un destino molto particolare. Anche tu fai parte del gioco e devi fare la tua parte." Spiegò Uriel con tono pacato, ma deciso.
"Io non farò del male a Buffy, puoi scordartelo!" rispose Angel altrettanto deciso.
La risata di Uriel fu così fragorosa da attrarre l'attenzione di tutti gli avventori del locale, che tornarono però subito ai loro affari dopo aver scoperto chi aveva turbato la quiete. Il loro istinto li aveva avvisati che quella era gente con cui era meglio non intromettersi.

La risata terminò bruscamente come era iniziata.
"Nessuno ha fatto soffrire Buffy, nella sua breve vita, quanto te e anche ora Angelus ti sta usando per farla soffrire ancora. Non sarà lui a distruggerla, ma tu e questo lo sai benissimo!"
Il volto di Angel ad ascoltare quelle parole crudeli si distorse in una smorfia di sofferenza. Non poteva controbattere l'evidenza. Uriel però non mostrò nessuna pietà.
"Dovevi solo proteggerla, ma ti sei dimenticato di proteggerla dal pericolo più grande: te stesso. Hai permesso che s'innamorasse di te."
"Non è stata colpa mia." tentò di difendersi Angel. "Era destino. Lei avrebbe dovuto odiarmi, uccidermi quando credeva che fossi un semplice vampiro. Dopo aver saputo che ero diverso dagli altri meritavo solo il suo disprezzo per la mia debolezza o la sua pietà invece…mi ha amato."
"E tu l'hai ricambiata con fiumi di lacrime!"
Angel inghiottì a vuoto. Avrebbe voluto fuggire, ma non poteva. Doveva restare, se c'era una sola speranza di aiutare Buffy.
"Vuoi che aiuti Angelus nel suo compito?" mormorò incredulo.

"Lo stai già facendo abbastanza bene direi." Rispose Uriel ironicamente.
"Ora basta!" Angel si alzò di scatto e afferrò il compagno per il bavero della giacca. Per brevi istanti i due si fronteggiarono poi il vampiro riacquistò il controllo di sé e lasciò la presa. Uriel tornò ad accomodarsi sulla sua sedia come se nulla fosse successo. Angel si ricompose e fissò l'interlocutore con sguardo di sfida.
"Io volevo, speravo di poterla rendere felice. Per questo sono tornato." La sua avrebbe voluto essere una semplice dichiarazione, ma il suo desiderio di giustificarsi era evidente.
"Lei è stata felice. E' proprio questo il problema. E' stata felice con te, ma….esiste anche lui dentro di te, e anche lui la vuole."
"Non l'avrà mai!" esplose il vampiro.
"E' già sua, lo è sempre stata." Rispose Uriel scuotendo il capo "Lui è una parte di te, una parte che tu ti ostini a combattere, invece di comprenderla. Vuoi sconfiggere il male che è in te, ma non puoi farlo. Non vedremmo la luce, se non esistesse il buio e la vita, senza la morte, non è vita."
"Vuoi indurmi ad allearmi con il mio demone? E' questo che vuoi? Pensi di convincermi a stare dalla sua parte? Sei pazzo!" concluse Angel quasi sussurrando.
"No" mormorò Uriel "Voglio solo che tu rifletta perché tutto si svolga come è scritto."
L'espressione di Angel cambiò di nuovo. Il demone stava riprendendo il controllo.
"Che cosa mi hai fatto?" mormorò confuso, ma non c'era più nessuno ad ascoltarlo.

Buffy, indossato il pigiama, andò a letto, sentendosi in colpa. Aveva mentito a Willow. Non aveva sonno e non si sentiva neppure stanca. Voleva pensare e soprattutto ricordare ogni dettaglio dell'esperienza che aveva vissuto.
Rivedere Angel, dopo aver vissuto l'angoscia della sua scomparsa, l'aveva stordita. Durante il suo viaggio l'idea che in realtà si trattasse di Angelus non l'aveva sfiorata neppure per un istante.

Lui era con Darla. Era evidente chi comandava fra i due, ma lui…sembrava disposto ad acconsentire a qualsiasi sua richiesta. Neppure quando lei lo aveva graffiato si era ribellato.
Buffy rivide chiaramente i segni rossi lasciati dalle unghie affilate del vampiro segnare la pelle di quel corpo che lei aveva tante volte accarezzato. Si chiese quali altri segni, che lei non poteva vedere, il suo Sire avesse lasciato su Angel dopo un rapporto durato più di un secolo.
La gelosia la colpì, improvvisa e dolorosa. Angel aveva ucciso Darla per salvarle la vita, ma lo avrebbe fatto se avesse avuto un'altra scelta?
La risposta era: No! In caso contrario Darla sarebbe stata polvere molto prima di quando lei l'aveva incontrata.

Angel era stato costretto a scegliere e lo aveva fatto, ma quanto gli era costato? Forse le portava addirittura rancore per averlo costretto a scegliere.
Darla doveva essere stata un'amante incredibilmente abile, e lo aveva saputo comprendere come lei non sarebbe mai riuscita a fare: erano uguali, legati da un legame di sangue che andava oltre la morte. Lei invece era la Cacciatrice, il nemico, la loro nemesi. Non aveva nulla in comune con…Angelus.
Di nuovo le si presentava il dilemma che non riusciva a sciogliere: Angel e Angelus, amore e lussuria, crudeltà e pentimento, pazzia e ragione uniti dal sangue.

Darla doveva aver avuto potere su Angelus, un enorme potere.
L'essere acquiescente che aveva visto fra le braccia della vampira non aveva nulla in comune con il demone presuntuoso che lei aveva conosciuto.
Angelus era stato con lei arrogante, presuntuoso, prepotente. Darla sembrava saper tenere bene a freno il suo cucciolo al punto da ridurlo a un semplice oggetto creato per soddisfare la sua lussuria. Perché? Qual era l'ascendente che aveva su di lui?
Conosceva l'arte dell'erotismo bene al punto da ridurre un carattere orgoglioso come Angelus a uno schiavo privo di volontà?
Il piacere, la soddisfazione dei sensi, era davvero un'arma così potente?

Buffy ripensò ad Angel. Alla loro prima notte in cui lei, con la sua inesperienza, lo aveva sedotto con tanta facilità. Angel era però stato per lungo tempo privo di ogni contatto umano, prima di quell'occasione e i successivi commenti di Angelus su quella notte non erano stato certo lusinghieri per lei.
La assalì l'ansia di essere ancora oggi inadeguata, inetta, incapace di dare all'uomo che amava quello di cui aveva bisogno. Lo rivide abbandonato sul corpo di Darla, perso fra le braccia dell'essere che lo aveva ucciso. Di che cosa aveva veramente bisogno Angel?
"…la mia mente e la mia anima ti vogliono, hanno bisogno di te, della tua vicinanza, del tuo calore, della tua vitalità….sempre.
Non potrò mai essere appagato da te….. perché ti amo."
Il ricordo di quelle parole, con cui lui, poco prima che Angelus tornasse fra loro, aveva placato le sue insicurezze restituì la pace al suo animo tormentato.
Lei era quello di cui Angel aveva bisogno.

Quanto ad Angelus…Buffy rivisse l'intensità delle sensazioni che lui aveva saputo trasmetterle, la violenza delle emozioni che erano corse fra loro. Risentì sul corpo il suo sguardo ardente di desiderio e sulla pelle la forza del suo tocco. Non c'era amore fra loro. Lui era un demone, e lei…amava Angel e nessun altro, ma i loro rapporti non si potevano neppure ridurre a quella mera ricerca di piacere di cui aveva parlato Darla. C'era molto di più: il fuoco devastante della passione.
Buffy fu assalita dal dubbio che Darla, nella sua presunzione, non avesse mai capito veramente quello che la legava al suo cucciolo. La lussuria del sesso, la caccia, il perverso piacere che entrambi provavano nel privare della vita anime innocenti non potevano essere sufficienti per soggiogare una creatura complessa come Angelus.

Darla lo aveva scoperto troppo tardi. Quando lui non era stato più in grado, contaminato dalla presenza della sua anima, di offrirle quello che lei voleva lo aveva abbandonato a se stesso.
Era tornata da lui contando sul potere della sua seduzione, ma la lontananza aveva allentato il loro legame, la passione che il vampiro aveva provato per lei. L'anima aveva vinto e Darla era morta.
Il suo bel corpo e le sue arti ammaliatrici non erano bastate a salvarla.
Angelus non aveva mai rinfacciato a Buffy la morte del suo Sire. Non era stato solo Angel, quella notte lontana, ad impugnare il paletto che aveva trafitto il cuore di Darla. Angelus aveva dato forza alla sua mano. Angelus che ora aveva una nuova passione…una nuova ossessione…lei, la Cacciatrice! Demone e uomo, insieme, avevano rotto quell'antico legame di passione e sangue…per lei.

Il sangue…Buffy sentì di nuovo il sangue denso sporcarle le mani. Brividi di paura le corsero lungo la schiena. Sollevò le mani davanti al viso e con orrore scoprì che grondavano sangue. Aprì la bocca per urlare, ma due mani forti e rassicuranti le afferrarono i polsi con dolcezza.
"Buffy, no…non avere paura. Va tutto bene." Le sussurrò una voce nota.
Anche nel buio distinse il suo bel volto che si avvicinava lentamente. Quando le labbra fresche toccarono le sue Buffy emise un gemito di sollievo. Dischiuse subito la bocca, ansiosa di rendere più intimo quel dolce contatto. Con dolorosa incredulità scoprì quanto intensamente le era mancata la tenerezza del suo amante.
Gli indumenti presto non furono più un ostacolo fra loro. Il pensiero di dove fosse stato Angel, fino a quel momento, di quello che era accaduto e delle mille domande che avrebbe dovuto fargli attraversò la mente di Buffy, ma lei lo soppresse con violenza. Non aveva bisogno di risposte: voleva solo essere amata come lui stava facendo.

Angel sembrava sapere sempre esattamente quello che lei desiderava. Il suo corpo non aveva segreti per lui. La accarezzava sapientemente indugiando nei punti più sensibili ed esasperando così il suo desiderio.
Le scostò i capelli, per raggiungere la nuca che massaggiò con le dita sensibili, scivolò lungo il suo corpo, abbandonando la sua bocca, per tormentarle dolcemente i seni con le labbra fresche.
Buffy non avrebbe voluto smettere di baciarlo, ma non potè fare altro che arrendersi. Abbandonò il capo sul cuscino assaporando le fitte di piacere che le attraversavano il corpo.
Sentiva il suo peso su di lei, ma non le dava fastidio, anzi le comunicava un piacevole senso di realtà.

Angel aveva abbandonato un seno per dedicarsi all'altro, con uguale perizia, mentre le sue mani scorrevano lentamente, lungo il suo corpo, fino a raggiungere i fianchi torniti.
Buffy gli afferrò le spalle con forza, in un inconscio tentativo di incoraggiarlo ad appagare la passione che aveva suscitato. La pazienza non era mai stata la più grande virtù della Cacciatrice, ma il suo compagno sembrava non avere fretta.
Le accarezzò glutei per poi saggiarne gentilmente la consistenza. Buffy sollevò le gambe, ponendole intorno ai suoi fianchi. Lo voleva. Aveva bisogno di sentirlo dentro di sé. L'immagine di lui e Darla abbracciati aveva tentato di emergere fra i suoi ricordi, ma era stata sommersa dal tumulto di emozioni che le sconvolgevano la mente.

Angel si sollevò, come se tentasse di sfuggirle. In risposta Buffy aumentò la pressione delle caviglie contro la sua schiena. Non lo avrebbe lasciato andare, non voleva e non poteva farlo, soprattutto non in quel momento. Angel però non intendeva abbandonarla. Sorridendo dolcemente tornò a adagiarsi su di lei baciandola con passione.
Buffy sentì il sesso di lui premere contro il proprio ormai pronto per accoglierlo. Affondò le mani fra i suoi capelli lisci e morbidi ed emise un gemito sommesso.

"Vergognati!"
Un'unica parola, ma colma di disprezzo e rabbia interruppe il silenzio della stanza.
Buffy spalancò gli occhi in preda al panico. Doveva esserci qualcuno! Infatti non erano più soli. Il letto era circondato da persone che li stavano fissando.
Buffy si immobilizzò incapace di credere ai suoi occhi. Angel invece sembrava inconsapevole di tutto. Smise di baciarle la bocca e sprofondò il viso nell'incavo del suo collo.
"Sei una sgualdina! Anzi peggio!" A parlare era stata una giovane donna, vestita in modo dimesso. "Loro almeno lo fanno per soldi!"
"Un tempo ti avrebbero bruciato sul rogo per esserti data ad un demone…e avrebbero fatto bene!" Aggiunse un giovane monaco, il cui viso, di straordinaria bellezza, era distorto in una smorfia di orrore.
"Come puoi unirti a lui con così tanta passione…lui che si è cibato della nostra innocenza, della nostra dignità, della nostra vita?" aggiunse un ragazzo nel pieno della giovinezza, con un abito costoso, ma decisamente obsoleto.
"Ha infangato le nostre anime, corrotto i nostri pensieri togliendoci tutto quello per cui valeva la pena vivere e tu ….non esiteresti ad implorarlo, a strisciare ai suoi piedi pur di appagare i tuoi sensi. Non hai proprio nessun rispetto per te stessa e la tua anima immortale?" esclamò una dama, riccamente abbigliata, avvicinandosi al letto, come se volesse intervenire fisicamente per interrompere l'unione che stava per compiersi.

C'era dolore in quelle voci, ma soprattutto rabbia e disprezzo. Un incontenibile odio ardeva nei loro occhi. Avevano irrimediabilmente perduto qualcosa che Buffy non avrebbe potuto restituirgli, ma assistere a quello spettacolo sembrava che per loro fosse un ultimo atroce scherzo che il destino aveva deciso di infliggergli.
"No!" tentò di difendersi Buffy "Voi non capite, lui non è più quello che era. Ora ha un'anima, è un uomo, non il vampiro che vi ha ucciso!"
"Davvero?" le rispose quella che appariva come poco più che una ragazzina. I suoi profondi occhi scuri scrutavano la Cacciatrice con innocente curiosità. Buffy pensò che erano occhi bellissimi, misteriosi…da zingara. "Anch'io pensavo che fosse un uomo, un bellissimo uomo, invece... ma tu lo sai, sai chi è veramente! Lui te lo ha mostrato, ma tu….tu che cosa hai fatto quando lo hai scoperto? Hai permesso che fosse lui a trafiggerti il cuore, inducendoti ad amarlo."

 

Foglie al vento Continua...