L'appuntamento con gli amici non assillava più Willow.
Aveva ascoltato l'amica raccontarle la strana esperienza vissuta e la
perplessità aveva lasciato il posto all'ansia.
Non era stato un sogno. Buffy non stava dormendo ed evidentemente il suo
corpo non aveva lasciato l'appartamento. Quindi era stato solo il suo
spirito a compiere quel viaggio, un viaggio nel tempo sul quale Buffy
non aveva avuto nessun controllo.
Qualcuno poteva impossessarsi liberamente dello spirito di Buffy. Il Signor
Giles doveva esserne informato.
"Buffy, io credo che dovremmo raccontare tutto agli altri. Abbiamo
già rimandato troppo." Disse, tentando di usare il suo tono
più persuasivo. Buffy non si era ancora decisa a parlare agli amici
di Angelus e Willow temeva che non l'avrebbe mai fatto.
Poteva comprenderla. Quello che avrebbe dovuto dire era imbarazzante ed
anche umiliante, soprattutto tenendo conto che probabilmente non tutti
l'avrebbero capita. I sentimenti di Xander verso il vampiro non erano
mai stati un mistero per nessuno.
L'episodio di quella sera però era troppo grave per poter essere
sottovalutato.
"No Willow, ti prego, prima
.ho bisogno di capire che cosa mi
è successo e perché." Protestò Buffy, quasi
implorante. Era ancora confusa e l'ultima cosa di cui sentiva il bisogno
era di confrontarsi con i suoi amici.
"Quello che è successo è evidente: Gloria!" Esplose
Willow, nel cui animo la preoccupazione stava prendendo il sopravvento
sulla pazienza."E' stata lei a impossessarsi della tua mente e forse..."
"Willow, vieni a vedere!" la interruppe Buffy con urgenza. Mentre
la giovane strega parlava, Buffy si era avvicinata alla finestra e qualcosa
in strada aveva attratto la sua attenzione.
"Io non vedo nulla di particolare." Affermò Willow con
espressione perplessa, dopo aver scrutato il viale illuminato dai lampioni.
"Era solo un'ombra, sotto il lampione. Ora se n'è andata,
ma sono sicura
.era lui. Come sempre, al solito posto." Terminò
Buffy con un sorriso triste.
"Vuoi dire Angel, o
Angelus?" Chiese innocentemente Willow.
Il sorriso sparì immediatamente dal volto della Cacciatrice.
"Era Angel!" rispose decisa "
almeno credo" si
corresse però immediatamente. La ragione, anche se tardivamente,
aveva prevalso sulle sue speranze. La felicità di rivedere ancora
il suo amore, creduto perso per sempre, s'incrinò nel suo animo.
"E' strano che fosse sotto la tua finestra proprio mentre tu viaggiavi
nel tempo per incontrarlo
insieme a Darla. Forse Gloria sta agendo
ancora attraverso di lui!" Willow storse la bocca sentendosi molto
cattiva. La vita di Buffy non era stata facile da quando Angel era scomparso
e ora lei aveva trasformato il suo ritorno in una minaccia. Buffy però
era in pericolo e perdersi nelle illusioni non l'avrebbe certo aiutata.
L'amica però la sorprese.
"Non importa." Rispose seria e determinata. "La sola cosa
che conta è che avevi ragione: è vivo! E' qui, e non all'Inferno.
Forse è veramente Angelus che ha trovato un nuovo sistema per farmi
perdere la ragione. Se è così lo affronterò di nuovo
e se è Angel
" Buffy non riuscì a completare la
frase. Per quella sera aveva vissuto già troppe emozioni.
"Willow per favore, vai al Negozio di Magia dagli altri e porta
anche Down. Trova una scusa qualsiasi per me, come che sono stanca e ho
l'emicrania. Anche la Cacciatrice ha diritto ad essere malata immagino!
Io
ho solo bisogno di dormire."
"Va bene, " assentì Willow " ma se dovesse accadere
ancora?" domandò apprensiva.
"Tu non potresti in ogni caso fare nulla." controbatte Buffy
con impazienza."Accade tutto nella mia testa. Se avessi bisogno
userò
il telefono. Non puoi restare comunque sempre con me, no?"
Un rassegnato:"Hai ragione." fu il saluto di Willow che con
un'espressione profondamente infelice si diresse verso la porta.
Aveva paura per l'amica e detestava i segreti. Mentire era la cosa che
sapeva fare peggio di tutte e sentiva il bisogno del consiglio degli amici,
in quella situazione scabrosa. Soprattutto della pacata ragionevolezza
del Signor Giles.
Questa volta però non poteva essere lei a parlare, doveva essere
Buffy a farlo. Si trattava di qualcosa di troppo intimo e personale. Lei
non avrebbe neppure trovato le parole per esprimerlo: Angelus, quello
che lui e Buffy aveva fatto insieme, la lettera di Angel, la sua scomparsa
e ora questo viaggio nel passato.
Se c'era un significato in tutto questo era nascosto nell'animo di Buffy
e se per Buffy non era ancora venuto il momento di cercare l'aiuto degli
altri
aveva però cercato il suo di aiuto e Willow non aveva
intenzione di negarglielo. Con un sospiro uscì dalla stanza, dirigendosi
verso la camera di Down.
"Come ti devo chiamare?" chiese il vampiro, senza preamboli,
sedendosi di fronte all'uomo che aveva appena conosciuto.
Il locale era quasi vuoto, ma Angelus dovette protendersi per cogliere
la risposta.
"Uriel" mormorò lo sconosciuto fissando gli occhi scuri
del suo interlocutore.
Il vampiro sollevò un sopracciglio perplesso. Quel nome non gli
suggeriva nulla.
"Perché sei qui?" tornò ad indagare, nella speranza
di ottenere maggiori delucidazioni.
"Per Gloria
e per te." Fu la laiconica risposta.
"Sei un suo alleato? E' lei che ti ha mandato? Sto svolgendo il mio
compito. Presto la Cacciatrice non sarà più un pericolo
per i suoi piani e Gloria dovrà mantenere le sue promesse!"
"Buffy, la Cacciatrice
una donna notevole direi. C'è
molta energia in lei, energia e potere." Commentò Uriel fissando
il bicchiere di birra ancora colmo che aveva di fronte.
"Lei è come tutte le altre!" rispose Angelus, non sapendo
lui stesso se si stava riferendo alle altre donne o alle altre Cacciatrici.
"Davvero?" Mormorò lo sconosciuto, con aria falsamente
ingenua, tornando a fissare negli occhi il vampiro. "Eppure mi sembra
che abbia risvegliato in te un interesse diciamo
particolare.
Perché tante complicazioni? Perché non l'hai semplicemente
uccisa quando ne hai avuto l'opportunità?"
Angelus si voltò per ordinare una birra. Quando riportò
la sua attenzione sul compagno il suo sguardo si era incupito. "Ucciderla
sarebbe inutile. Arriverebbe subito un'altra Cacciatrice. E' molto meglio
lasciarle la vita, ma distruggere la sua anima. Senza contare che così
è molto più divertente!"
Uriel rispose con un sorriso al sorriso ironicamente crudele del vampiro.
Non gli erano sfuggite le dita di Angelus contratte intorno al bicchiere,
che gli era stato portato, al punto che avrebbe potuto facilmente spezzarlo.
"Una Cacciatrice senza un'anima
un concetto interessante direi.
Ma tu che cosa ci guadagni?"
La domanda era stata posta con indifferenza, ma Angelus s'irrigidì.
Chiunque fosse quell'individuo che si faceva chiamare Uriel faceva troppe
domande.
Eppure sentiva una strana affinità con lui che lo spingeva a fidarsi.
Uriel non era un vampiro, ma c'era un legame fra loro.
Angelus iniziò a parlare d'istinto sopprimendo l'impulso di alzarsi
e sfuggire da quella situazione che non riusciva a controllare.
"Gloria mi ha promesso la libertà
per sempre."
Disse brevemente.
"La libertà è una bella parola, ma ambigua. Può
significare molte cose. Ci rifletterei al tuo posto."
Angelus scosse violentemente il capo. Gloria era la sua ultima speranza
di tornare ad essere quello che era stato: potente e libero dai vincoli
che gli imponeva quella ridicola anima.
Buffy era il suo prezzo e lui lo avrebbe pagato e con gioia. Distruggere
Buffy, la sua serenità, la sua felicità sarebbe stato un
piacere per lui. Finito il lavoro lei sarebbe stata una facile preda.
Non voleva e non poteva dubitare della promessa che gli era stata fatta.
"E tu che ruolo hai in tutto questo?" chiese per sviare il
discorso. "Perché sei stato mandato da me? Non ho bisogno
di nessun aiuto! Questo è un lavoro che ho già fatto infinite
volte
e molto bene!"
"Non ne dubito." Lo rassicurò subito Uriel "Ma credimi
questa
volta si tratta di un lavoro speciale, in cui non sono ammesse interferenze."
Angelus sollevò le sopracciglia perplesso.
"Interferenze? Quali interferenze? "
Gli occhi di Uriel improvvisamente cambiarono. L'azzurro sparì,
per essere sostituito da un vorticante nulla.
Il lineamenti del suo compagno s'immobilizzarono, come congelati, per
poi riprendere vita in un'espressione di assoluto stupore.
"Come hai fatto?" mormorò il vampiro, guardandosi intorno
allibito.
"E' un vecchio trucco, molto vecchio, ma sempre efficace." Rispose
Uriel i cui occhi erano ritornati al colore consueto. "Purtroppo
non dura a lungo quindi dovremo sfruttare bene il nostro tempo."
"Che cosa vuoi da me? Io non lavoro per Gloria, io
"
"So chi sei e anche che cosa sei. Un'anima con un destino molto
particolare. Anche tu fai parte del gioco e devi fare la tua parte."
Spiegò Uriel con tono pacato, ma deciso.
"Io non farò del male a Buffy, puoi scordartelo!" rispose
Angel altrettanto deciso.
La risata di Uriel fu così fragorosa da attrarre l'attenzione di
tutti gli avventori del locale, che tornarono però subito ai loro
affari dopo aver scoperto chi aveva turbato la quiete. Il loro istinto
li aveva avvisati che quella era gente con cui era meglio non intromettersi.
La risata terminò bruscamente come era iniziata.
"Nessuno ha fatto soffrire Buffy, nella sua breve vita, quanto te
e anche ora Angelus ti sta usando per farla soffrire ancora. Non sarà
lui a distruggerla, ma tu e questo lo sai benissimo!"
Il volto di Angel ad ascoltare quelle parole crudeli si distorse in una
smorfia di sofferenza. Non poteva controbattere l'evidenza. Uriel però
non mostrò nessuna pietà.
"Dovevi solo proteggerla, ma ti sei dimenticato di proteggerla dal
pericolo più grande: te stesso. Hai permesso che s'innamorasse
di te."
"Non è stata colpa mia." tentò di difendersi Angel.
"Era destino. Lei avrebbe dovuto odiarmi, uccidermi quando credeva
che fossi un semplice vampiro. Dopo aver saputo che ero diverso dagli
altri meritavo solo il suo disprezzo per la mia debolezza o la sua pietà
invece
mi ha amato."
"E tu l'hai ricambiata con fiumi di lacrime!"
Angel inghiottì a vuoto. Avrebbe voluto fuggire, ma non poteva.
Doveva restare, se c'era una sola speranza di aiutare Buffy.
"Vuoi che aiuti Angelus nel suo compito?" mormorò incredulo.
"Lo stai già facendo abbastanza bene direi." Rispose
Uriel ironicamente.
"Ora basta!" Angel si alzò di scatto e afferrò
il compagno per il bavero della giacca. Per brevi istanti i due si fronteggiarono
poi il vampiro riacquistò il controllo di sé e lasciò
la presa. Uriel tornò ad accomodarsi sulla sua sedia come se nulla
fosse successo. Angel si ricompose e fissò l'interlocutore con
sguardo di sfida.
"Io volevo, speravo di poterla rendere felice. Per questo sono tornato."
La sua avrebbe voluto essere una semplice dichiarazione, ma il suo desiderio
di giustificarsi era evidente.
"Lei è stata felice. E' proprio questo il problema. E' stata
felice con te, ma
.esiste anche lui dentro di te, e anche lui la
vuole."
"Non l'avrà mai!" esplose il vampiro.
"E' già sua, lo è sempre stata." Rispose Uriel
scuotendo il capo "Lui è una parte di te, una parte che tu
ti ostini a combattere, invece di comprenderla. Vuoi sconfiggere il male
che è in te, ma non puoi farlo. Non vedremmo la luce, se non esistesse
il buio e la vita, senza la morte, non è vita."
"Vuoi indurmi ad allearmi con il mio demone? E' questo che vuoi?
Pensi di convincermi a stare dalla sua parte? Sei pazzo!" concluse
Angel quasi sussurrando.
"No" mormorò Uriel "Voglio solo che tu rifletta
perché tutto si svolga come è scritto."
L'espressione di Angel cambiò di nuovo. Il demone stava riprendendo
il controllo.
"Che cosa mi hai fatto?" mormorò confuso, ma non c'era
più nessuno ad ascoltarlo.
Buffy, indossato il pigiama, andò a letto, sentendosi in colpa.
Aveva mentito a Willow. Non aveva sonno e non si sentiva neppure stanca.
Voleva pensare e soprattutto ricordare ogni dettaglio dell'esperienza
che aveva vissuto.
Rivedere Angel, dopo aver vissuto l'angoscia della sua scomparsa, l'aveva
stordita. Durante il suo viaggio l'idea che in realtà si trattasse
di Angelus non l'aveva sfiorata neppure per un istante.
Lui era con Darla. Era evidente chi comandava fra i due, ma lui
sembrava
disposto ad acconsentire a qualsiasi sua richiesta. Neppure quando lei
lo aveva graffiato si era ribellato.
Buffy rivide chiaramente i segni rossi lasciati dalle unghie affilate
del vampiro segnare la pelle di quel corpo che lei aveva tante volte accarezzato.
Si chiese quali altri segni, che lei non poteva vedere, il suo Sire avesse
lasciato su Angel dopo un rapporto durato più di un secolo.
La gelosia la colpì, improvvisa e dolorosa. Angel aveva ucciso
Darla per salvarle la vita, ma lo avrebbe fatto se avesse avuto un'altra
scelta?
La risposta era: No! In caso contrario Darla sarebbe stata polvere molto
prima di quando lei l'aveva incontrata.
Angel era stato costretto a scegliere e lo aveva fatto, ma quanto gli
era costato? Forse le portava addirittura rancore per averlo costretto
a scegliere.
Darla doveva essere stata un'amante incredibilmente abile, e lo aveva
saputo comprendere come lei non sarebbe mai riuscita a fare: erano uguali,
legati da un legame di sangue che andava oltre la morte. Lei invece era
la Cacciatrice, il nemico, la loro nemesi. Non aveva nulla in comune con
Angelus.
Di nuovo le si presentava il dilemma che non riusciva a sciogliere: Angel
e Angelus, amore e lussuria, crudeltà e pentimento, pazzia e ragione
uniti dal sangue.
Darla doveva aver avuto potere su Angelus, un enorme potere.
L'essere acquiescente che aveva visto fra le braccia della vampira non
aveva nulla in comune con il demone presuntuoso che lei aveva conosciuto.
Angelus era stato con lei arrogante, presuntuoso, prepotente. Darla sembrava
saper tenere bene a freno il suo cucciolo al punto da ridurlo a un semplice
oggetto creato per soddisfare la sua lussuria. Perché? Qual era
l'ascendente che aveva su di lui?
Conosceva l'arte dell'erotismo bene al punto da ridurre un carattere orgoglioso
come Angelus a uno schiavo privo di volontà?
Il piacere, la soddisfazione dei sensi, era davvero un'arma così
potente?
Buffy ripensò ad Angel. Alla loro prima notte in cui lei, con
la sua inesperienza, lo aveva sedotto con tanta facilità. Angel
era però stato per lungo tempo privo di ogni contatto umano, prima
di quell'occasione e i successivi commenti di Angelus su quella notte
non erano stato certo lusinghieri per lei.
La assalì l'ansia di essere ancora oggi inadeguata, inetta, incapace
di dare all'uomo che amava quello di cui aveva bisogno. Lo rivide abbandonato
sul corpo di Darla, perso fra le braccia dell'essere che lo aveva ucciso.
Di che cosa aveva veramente bisogno Angel?
"
la mia mente e la mia anima ti vogliono, hanno bisogno di
te, della tua vicinanza, del tuo calore, della tua vitalità
.sempre.
Non potrò mai essere appagato da te
.. perché ti amo."
Il ricordo di quelle parole, con cui lui, poco prima che Angelus tornasse
fra loro, aveva placato le sue insicurezze restituì la pace al
suo animo tormentato.
Lei era quello di cui Angel aveva bisogno.
Quanto ad Angelus
Buffy rivisse l'intensità delle sensazioni
che lui aveva saputo trasmetterle, la violenza delle emozioni che erano
corse fra loro. Risentì sul corpo il suo sguardo ardente di desiderio
e sulla pelle la forza del suo tocco. Non c'era amore fra loro. Lui era
un demone, e lei
amava Angel e nessun altro, ma i loro rapporti non
si potevano neppure ridurre a quella mera ricerca di piacere di cui aveva
parlato Darla. C'era molto di più: il fuoco devastante della passione.
Buffy fu assalita dal dubbio che Darla, nella sua presunzione, non avesse
mai capito veramente quello che la legava al suo cucciolo. La lussuria
del sesso, la caccia, il perverso piacere che entrambi provavano nel privare
della vita anime innocenti non potevano essere sufficienti per soggiogare
una creatura complessa come Angelus.
Darla lo aveva scoperto troppo tardi. Quando lui non era stato più
in grado, contaminato dalla presenza della sua anima, di offrirle quello
che lei voleva lo aveva abbandonato a se stesso.
Era tornata da lui contando sul potere della sua seduzione, ma la lontananza
aveva allentato il loro legame, la passione che il vampiro aveva provato
per lei. L'anima aveva vinto e Darla era morta.
Il suo bel corpo e le sue arti ammaliatrici non erano bastate a salvarla.
Angelus non aveva mai rinfacciato a Buffy la morte del suo Sire. Non era
stato solo Angel, quella notte lontana, ad impugnare il paletto che aveva
trafitto il cuore di Darla. Angelus aveva dato forza alla sua mano. Angelus
che ora aveva una nuova passione
una nuova ossessione
lei, la
Cacciatrice! Demone e uomo, insieme, avevano rotto quell'antico legame
di passione e sangue
per lei.
Il sangue
Buffy sentì di nuovo il sangue denso sporcarle
le mani. Brividi di paura le corsero lungo la schiena. Sollevò
le mani davanti al viso e con orrore scoprì che grondavano sangue.
Aprì la bocca per urlare, ma due mani forti e rassicuranti le afferrarono
i polsi con dolcezza.
"Buffy, no
non avere paura. Va tutto bene." Le sussurrò
una voce nota.
Anche nel buio distinse il suo bel volto che si avvicinava lentamente.
Quando le labbra fresche toccarono le sue Buffy emise un gemito di sollievo.
Dischiuse subito la bocca, ansiosa di rendere più intimo quel dolce
contatto. Con dolorosa incredulità scoprì quanto intensamente
le era mancata la tenerezza del suo amante.
Gli indumenti presto non furono più un ostacolo fra loro. Il pensiero
di dove fosse stato Angel, fino a quel momento, di quello che era accaduto
e delle mille domande che avrebbe dovuto fargli attraversò la mente
di Buffy, ma lei lo soppresse con violenza. Non aveva bisogno di risposte:
voleva solo essere amata come lui stava facendo.
Angel sembrava sapere sempre esattamente quello che lei desiderava. Il
suo corpo non aveva segreti per lui. La accarezzava sapientemente indugiando
nei punti più sensibili ed esasperando così il suo desiderio.
Le scostò i capelli, per raggiungere la nuca che massaggiò
con le dita sensibili, scivolò lungo il suo corpo, abbandonando
la sua bocca, per tormentarle dolcemente i seni con le labbra fresche.
Buffy non avrebbe voluto smettere di baciarlo, ma non potè fare
altro che arrendersi. Abbandonò il capo sul cuscino assaporando
le fitte di piacere che le attraversavano il corpo.
Sentiva il suo peso su di lei, ma non le dava fastidio, anzi le comunicava
un piacevole senso di realtà.
Angel aveva abbandonato un seno per dedicarsi all'altro, con uguale perizia,
mentre le sue mani scorrevano lentamente, lungo il suo corpo, fino a raggiungere
i fianchi torniti.
Buffy gli afferrò le spalle con forza, in un inconscio tentativo
di incoraggiarlo ad appagare la passione che aveva suscitato. La pazienza
non era mai stata la più grande virtù della Cacciatrice,
ma il suo compagno sembrava non avere fretta.
Le accarezzò glutei per poi saggiarne gentilmente la consistenza.
Buffy sollevò le gambe, ponendole intorno ai suoi fianchi. Lo voleva.
Aveva bisogno di sentirlo dentro di sé. L'immagine di lui e Darla
abbracciati aveva tentato di emergere fra i suoi ricordi, ma era stata
sommersa dal tumulto di emozioni che le sconvolgevano la mente.
Angel si sollevò, come se tentasse di sfuggirle. In risposta Buffy
aumentò la pressione delle caviglie contro la sua schiena. Non
lo avrebbe lasciato andare, non voleva e non poteva farlo, soprattutto
non in quel momento. Angel però non intendeva abbandonarla. Sorridendo
dolcemente tornò a adagiarsi su di lei baciandola con passione.
Buffy sentì il sesso di lui premere contro il proprio ormai pronto
per accoglierlo. Affondò le mani fra i suoi capelli lisci e morbidi
ed emise un gemito sommesso.
"Vergognati!"
Un'unica parola, ma colma di disprezzo e rabbia interruppe il silenzio
della stanza.
Buffy spalancò gli occhi in preda al panico. Doveva esserci qualcuno!
Infatti non erano più soli. Il letto era circondato da persone
che li stavano fissando.
Buffy si immobilizzò incapace di credere ai suoi occhi. Angel invece
sembrava inconsapevole di tutto. Smise di baciarle la bocca e sprofondò
il viso nell'incavo del suo collo.
"Sei una sgualdina! Anzi peggio!" A parlare era stata una giovane
donna, vestita in modo dimesso. "Loro almeno lo fanno per soldi!"
"Un tempo ti avrebbero bruciato sul rogo per esserti data ad un demone
e
avrebbero fatto bene!" Aggiunse un giovane monaco, il cui viso, di
straordinaria bellezza, era distorto in una smorfia di orrore.
"Come puoi unirti a lui con così tanta passione
lui che
si è cibato della nostra innocenza, della nostra dignità,
della nostra vita?" aggiunse un ragazzo nel pieno della giovinezza,
con un abito costoso, ma decisamente obsoleto.
"Ha infangato le nostre anime, corrotto i nostri pensieri togliendoci
tutto quello per cui valeva la pena vivere e tu
.non esiteresti
ad implorarlo, a strisciare ai suoi piedi pur di appagare i tuoi sensi.
Non hai proprio nessun rispetto per te stessa e la tua anima immortale?"
esclamò una dama, riccamente abbigliata, avvicinandosi al letto,
come se volesse intervenire fisicamente per interrompere l'unione che
stava per compiersi.
C'era dolore in quelle voci, ma soprattutto rabbia e disprezzo. Un incontenibile
odio ardeva nei loro occhi. Avevano irrimediabilmente perduto qualcosa
che Buffy non avrebbe potuto restituirgli, ma assistere a quello spettacolo
sembrava che per loro fosse un ultimo atroce scherzo che il destino aveva
deciso di infliggergli.
"No!" tentò di difendersi Buffy "Voi non capite,
lui non è più quello che era. Ora ha un'anima, è
un uomo, non il vampiro che vi ha ucciso!"
"Davvero?" le rispose quella che appariva come poco più
che una ragazzina. I suoi profondi occhi scuri scrutavano la Cacciatrice
con innocente curiosità. Buffy pensò che erano occhi bellissimi,
misteriosi
da zingara. "Anch'io pensavo che fosse un uomo, un
bellissimo uomo, invece... ma tu lo sai, sai chi è veramente! Lui
te lo ha mostrato, ma tu
.tu che cosa hai fatto quando lo hai scoperto?
Hai permesso che fosse lui a trafiggerti il cuore, inducendoti ad amarlo."
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