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RATING: NC17 vietato ai minori di 18 anni per descrizione grafica di rapporti sessuali.

SPOILER: V Serie di BtVS e II Serie di ATS.


COMMENTO: la paura non nasce dal dubbio e dalla insicurezza, ma dal nostro bisogno di certezze. La vita stessa è una scommessa dall'esito incerto. Se non accettiamo questa realtà la paura ci accompagnerà fin oltre la morte.
 

 

Capitolo XVII
Dubbi e paure



Il fruscio delle lenzuola e il lieve movimento del materasso non svegliarono Buffy, ancora profondamente addormentata. Angel scivolò piano sotto le coperte.
Era l'alba. Il sole stava sorgendo. Dovevano trascorrere ancora molte ore prima che giungesse la sera e potessero attuare il loro piano per sconfiggere Gloria.
Anche lui era esausto per le dure prove sostenute nelle ultime ore. la sua stanchezza non era però tanto fisica quanto mentale e sapeva che ovunque avesse dormito il sonno gli avrebbe donato ben poco ristoro.
Non aveva realmente bisogno di dormire per recuperare le forze: era un vampiro. Chiudere gli occhi e annullarsi nel buio della incoscienza non gli portava nessun beneficio...se non l'oblio, un oblio troppo spesso turbato da incubi e ricordi.
Aveva esitato prima di raggiungere Buffy a letto. Avrebbe potuto dormire sul divano senza rischiare di svegliarla.La tentazione di giacere vicino a lei era però stata troppo forte.

Rimase immobile, al fianco dell'essere che amava più al mondo, godendo di quell'attimo di serenità. Nonostante Gloria, e il pericolo che rappresentava per tutti loro, Angel si sentiva felice.
Infinite volte in passato era entrato nella sua stanza dalla finestra, come un ladro, e l'aveva semplicemente osservata dormire. Non poteva svegliarla. Lui era un vampiro, solo una tetra illusione destinata a sparire alla luce del giorno.
Sarebbe stato un altro, un uomo degno di quel dono prezioso, a destarla dal suo sonno di fanciulla per renderla donna.

Lui non avrebbe dovuto essere in quella stanza pulita, ordinata insieme a quella splendida creatura. Avrebbe dovuto essere solo, nascosto agli occhi del mondo, nella sua tana, in qualche fogna maleodorante o in una cripta in cui tutto sapeva di morte. la sua sola presenza li con lei, addormentata, violava ogni regola. Eppure, notte dopo notte, non riusciva a controllare il desiderio di rivederla ancora una volta e raggiungeva la sua stanza.
Zittiva la propria coscienza ripetendosi che lei dormiva e quindi la sua presenza non poteva farle alcun male, ma ... la finestra, che trovava invariabilmente aperta, rendeva futili le menzogne che raccontava a se stesso.
Ora era vicino a lei, nel suo stesso letto. Ascoltava il suo respiro leggero, trovando la pace nel battito del suo cuore, regolare e tranquillo nel sonno.
Non era però più un clandestino, costretto a rubare pochi istanti di una felicità che il destino gli aveva negato. Era suo diritto essere vicino a lei, condividere quei momenti preziosi di intimità. Lei gli aveva concesso quel diritto perchè lo amava e si fidava di lui.

Stranamente il suo demone taceva. Sarebbe stato facile balzare su di lei, intontita dal sonno, e affondare i denti nella tenera carne. Il suo sangue era dolce, il più dolce che un vampiro potesse desiderare.
Evidentemente qualcosa frenava i suoi istinti demoniaci. Buffy, in qualche modo, aveva catturato non solo la sua anima, ma anche il suo demone, rendendolo incapace di sottrarle la vita.
Angel sorrise nel buio a quel pensiero. Immediatamente però tornò serio.
Angelus non doveva essere sottovalutato. Anche se non voleva ucciderla avrebbe potuto comunque farle del male in modi che Buffy, nella sua innocenza, non poteva neppure immaginare. Il suo compito di proteggerla non era certo finito.

Il suo corpo gelido si stava gradualmente riscaldando al tepore di lei, trattenuto dalle coperte. Il profumo del suo corpo gli giungeva leggero, ma inconfondibile.
Era un profumo che non aveva mai più sentito, dopo averla lasciata, se non nei suoi sogni. C'era stato un tempo in cui Buffy non conosceva neppure il suo volto. Allora il suo profumo che restava sospeso nell'aria dove lei era passata era stato tutto quello che aveva potuto avere di lei. Eppure era bastata quella sensazione così effimera, eppure così personale, a turbare i suoi sonni.
Ora poteva avere tutto quello che desiderava. Lei non gli avrebbe negato nulla, eppure Angel non sentiva bisogno di altro: il suo profumo, il suo calore, la sua presenza vicino a lui.

Buffy si voltò, nel sonno, e sentendo la sua presenza al suo fianco istintivamente si strinse contro di lui. I loro corpi si toccarono e Angel ringraziò di non aver tolto i pantaloni di una vecchia tuta da allenamento che indossava.
La accolse abbracciandola gentilmente, sorridendo alla vista di quel volto sereno simile a quello di un bambino.
Buffy non era però più una bambina. Senza dar segno di essersi svegliata iniziò a muoversi contro di lui in modo inequivocabilmente sensuale premendo i seni contro il suo petto.
Una maglietta di lui, troppo grande per lei, era il suo solo indumento. Angel percepì chiaramente, attraverso il cotone leggero, i capezzoli eretti. Cercò di immaginare che cosa stesse sognando la sua Cacciatrice e il suo ego maschile esultò. Nessun mostro o vampiro vagava nella sua mente incosciente...se non lui!

Sorridendo, le accarezzò dolcemente i capelli, combattuto fra il desiderio di ricondurla a sonni più tranquilli o svegliarla per appagare gli istinti che stava destando dentro di lui.
Buffy aveva bisogno di riposare. Le sue esigenze maschili avrebbero dovuto attendere un momento più favorevole per essere appagate.
Quando però lei sollevò un ginocchio, posandolo sul suo membro semi eretto, premendo il ventre contro il suo fianco, al vampiro sfuggì un gemito di sconfitta. Anche il suo autocontrollo aveva dei limiti.
D'impulso si voltò, trovandosi così disteso su di lei, e le premette con forza le labbra contro le proprie.

Buffy, svegliata dal brusco movimento e dal peso del compagno su di sé, spalancò gli occhi e dischiuse istintivamente le labbra. La sua bocca fu invasa immediatamente dall'inebriante sapore che conosceva così bene. Era ancora assonnata, ma quello che le stava accadendo non era altro che la continuazione del sogno in cui era stata immersa fino a pochi secondi prima. Senza esitare rispose al bacio con passione, afferrando le spalle muscolose del compagno, come a volerne costatare la concretezza. Quello non era un sogno. Era la realtà.

Angel fece scorrere lentamente una mano contro il corpo morbido che giaceva sotto di lui. Lo sentì inarcarsi sotto quella sensuale carezza proprio come aveva sperato che accadesse. Quando giunse al ventre scoperto non fu sorpreso di costatare che lei era pronta ad accoglierlo senza bisogno d'altri preliminari. Il gemito sommesso di lei, che seguì al suo tocco leggero contro la pelle sensibile, non fu che un'ulteriore conferma.
Cercando di non pesare troppo sulla compagna liberò entrambi dei pochi indumenti che indossavano. La sensazione della pelle calda di lei contro la sua gli fece quasi perdere il controllo.
Affondò il viso nell'incavo dell'esile collo assaporando, con le labbra dischiuse, il sapore della vita, della speranza, dell'amore.

Buffy si strinse a lui con più forza, avvolgendolo con le gambe snelle, premendolo contro di sé come nel tentativo di penetrare dentro di lui. Anche lei aveva superato il limite della consapevolezza di se stessa e del mondo. La sola cosa importante in quel momento era placare il disperato bisogno di essere sua che provava.
Angel sollevò la testa e affondò le dita fra i capelli biondi.
"Guardami....ti prego." mormorò con tono implorante.
Buffy non lo sentì. Gli occhi chiusi era persa nelle sensazioni violente che stavano sconvolgendo tutto il suo essere.
"Guardami!" ripetè Angel più decisamente.
Buffy questa volta udì le sue parole e aprì gli occhi per incontrare quelli scuri e profondi del suo amante. Ansimava e nel suo sguardo c'era sorpresa, mescolata al tormento del desiderio insoddisfatto. Si morse un labbro per impedirsi di implorare per ottenere l'appagamento a cui tutto il suo corpo anelava.

Angel si chinò su di lei per posarle un leggero bacio sulle labbra, come di scusa per quella dolce tortura. Poi, senza distogliere gli occhi dai suoi, iniziò a entrare dentro di lei con estrema lentezza.
Voleva assaporare ogni istante di quel momento sublime, leggere nell'espressione del volto che amava ogni cambiamento. Voleva, doveva trovare in quei lineamenti scolpiti nella sua anima la risposta a tutti i suoi dubbi e le sue incertezze.
Lei desiderava il suo corpo, questo era evidente, ma non gli bastava. Troppe donne lo avevano voluto per il piacere che lui sapeva donargli. Buffy era qualcosa di più, molto di più. Per trovare la forza di continuare a vivere e combattere doveva essere certo che lei amava non solo il suo corpo, ma anche la sua anima, con tutte le sue debolezze. Voleva la conferma di poterle offrire qualcosa che il suo demone non avrebbe mai potuto darle.

Buffy avrebbe voluto abbassare le palpebre per vivere nell'intimità di se stessa quegli attimi di estremo piacere. Si sentiva indifesa e vulnerabile incapace com'era a rispondere ad altro se non agli istinti del suo corpo. Il volto serio, concentrato sospeso sopra di lei, quegli occhi scuri colmi di dubbi e di paure le impedirono però di farlo.
Vinse la timidezza e il suo naturale pudore per offrire all'uomo che amava quello che lui le chiedeva con tanta insistenza.

Nelle altre occasioni in cui avevano fatto l'amore lei si era abbandonata completamente al piacere incapace di seguire qualsiasi pensiero coerente. Questa volta invece gli occhi di lui la vincolavano inesorabilmente alla realtà di quello che le stava accadendo.

"Sta entrando dentro di me. Fa un po' male, ma non voglio che si fermi! Ho bisogno di lui."

"La sua pelle è sottile e calda. Mi desidera, lo sento, ma è stretta come quando era ancora vergine. Devo stare attento. Non voglio arrecarle dolore!"

"E' troppo! Non posso...ma lo voglio più di qualsiasi altra cosa al mondo!"

"Il suo corpo si sta abituando a me. Dannazione...farebbe impazzire anche un santo! Mi stringe come se non volesse mai più lasciarmi andare."

"Mi sento colma di lui, come se non ci fosse più neppure il più piccolo spazio vuoto dentro di me, eppure non mi basta."

"Potrei fermarmi ora, ma non posso. E' incredibile. Mi avvolge al punto di farmi quasi male, eppure continua ad aprirsi per accogliermi, come se tutto questo non dovesse avere mai una fine. "

"Lui è stato creato per me e io sono stata creata per lui."

"Lei è mia! E io...sono suo."

Angel rimase immobile per quella che gli parve un'eternità, avvolto dal calore di quel magnifico corpo di donna che ora era una parte di lui.
Il volto di Buffy, poco distante dal suo, nella penombra gli appariva luminoso e sereno. I suoi occhi brillavano di felicità, le sue labbra erano piegate in un sorriso di dolce ironia. Lei aveva sempre saputo quello che lui stava scoprendo solo quella notte.
Fra loro potevano esserci demoni, angeli, dei ma nessuno avrebbe potuto separarli. Un destino forse beffardo li aveva uniti, vampiro e Cacciatrice, ma per quanto assurda potesse apparire agli occhi del mondo, la loro unione sarebbe durata per sempre.

L'espressione assorta di Angel si sciolse di fronte a quel sorriso contagioso.
Lentamente si sottrasse alla stretta della compagna. Buffy dischiuse le labbra in una muta protesta che si tramutò in un gemito di piacere quando lui tornò con forza dentro di lei.
L'istinto prese il sopravvento ed entrambi iniziarono a muoversi insieme seguendo ritmi antichi, nati con la vita stessa.
L'ultima cosa che Buffy vide chiaramente fu il volto di Angel, contratto nel piacere, gli occhi chiusi, per escludere il mondo dall'estasi quasi dolorosa che dilagava dentro di lui.
Poi, sentendo il suo fluido colmarla, si arrese e raggiunse il compagno della sua vita in quell'universo in cui non si può essere da soli.

"Ti amo"
Buffy, abbandonata sul petto del suo amante di sempre, sorrise nel buio. Quello era un dono che raramente Angel le aveva fatto, ma proprio per questo era più prezioso.
Mille volte avrebbe avuto bisogno di sentirselo dire, ma lui aveva taciuto lasciando che i suoi occhi, i suoi gesti, le sue azioni parlassero per lui. Lei aveva dovuto accontentarsi. L'uomo che il destino le aveva assegnato era fatto così.
Era perfino riuscito a donarle l'anello, che l'avrebbe legata a lui fino oltre la soglia della morte, senza pronunciare quelle due brevi parole.
A quei tempi Angel aveva paura dell'amore, di quello che avrebbe potuto fare ad entrambi, delle conseguenze di un sentimento che pareva violare ogni legge della natura e di Dio.

La paura di perderla era però stata più forte. Erano sfuggiti alla morte per mano del Giudice quasi per caso. Avevano lottato inutilmente contro il destino: quello che doveva compiersi si era compiuto.
Ora le aveva ripetuto quelle stesse parole e di nuovo la morte gettava la sua ombra sul loro futuro.
"Anch'io ti amo" mormorò piano Buffy in risposta.
"Ho paura" confessò sempre con tono sommesso.
"Andrà tutto bene" tentò di rassicurarla Angel, ma la sua voce tranquilla non riuscì ad infondere in Buffy la consueta sicurezza.
"Gloria è forte. E' un Dio. Se dovessi affrontarla...moriremmo entrambi." Nel tono della Cacciatrice c'era una rassegnazione che preoccupò il vampiro.

"Non sarai da sola Buffy. Ci sarò anch'io con te questa volta...o meglio ci sarà Angelus. Mi sembra pazzesco dirtelo, ma...ti puoi fidare di lui...almeno in questo caso. Non dovrai affrontarla direttamente. Lei ti penserà sconfitta e tu potrai approfittarne."
Buffy sospirò sconfortata. "E' anche questo che mi preoccupa. A differenza di te sono una pessima attrice e non so se riuscirò a ingannare un Dio."
Angel serrò le braccia intorno a lei con più forza di quello che avrebbe voluto. "Il trucco di ogni buon attore Buffy è credere nella propria parte." affermò con decisione. "Per una notte tu dovrai diventare quello che Angelus vorrebbe che tu fossi."

Buffy non si lasciò ingannare dalla sua apparente indifferenza. Percepiva chiaramente che Angel aveva paura quanto lei e odiava quella situazione più di quanto lei riuscisse ad immaginare. Eppure era un discorso che dovevano affrontare. Non potevano aspettare di essere di fronte a Gloria per risolvere quel problema.
"Il punto è proprio questo." protestò Buffy, sciogliendosi dall'abbraccio dell'amante. "Io non so esattamente che cosa vorrebbe il tuo demone da me. Che cosa devo diventare? Una schiava obbediente? Una prigioniera ribelle, ma vinta? Una bambola priva di una propria volontà a cui lui può tirare i fili secondo il suo piacere? Vorrei poter leggere che cosa c'è in quella mente contorta! Non credo che quello che leggerei mi piacerebbe, ma... "

Angel si abbandonò contro i cuscini. Avvolta dalle lenzuola. Buffy sedeva di fronte a lui, al fondo del letto. Gli appariva fragile e giovane, gli occhi grigi resi cupi dalla preoccupazione e le labbra piegate in una smorfia di disappunto. Fu tentato di alzarsi ed andare ad affrontare Gloria da solo, ma si trattenne. Sapeva che sarebbe stato un sacrificio inutile. La sua morte non sarebbe comunque servita a proteggere la vita di Buffy.

"Non so neppure io che cosa Angelus desideri." confessò alla fine. "Forse non lo sa neppure lui. Ha tentato altre volte in passato di costruirsi la sua donna ideale, ma i risultati...li hai visti anche tu. Drusilla ne è un esempio."
"Se devo proprio assomigliare ad una donna di Angelus se non ti dispiace preferirei Darla. Lei almeno non era pazza.....cioè non del tutto." rispose Buffy con una smorfia di disprezzo.
Il vampiro scosse la testa con un sorriso divertito.
"Non credo riusciresti mai ad assomigliare a Darla!" non riuscì a trattenersi dall'esclamare.

Immediatamente si rese conto di aver detto la frase sbagliata. Gli occhi di Buffy brillavano d'ira.
Buffy rivide davanti a sè le unghie affilate della sua rivale penetrare nella pelle dell'uomo che amava abbandonato fra le sue braccia. La gelosia che credeva di avere sconfitto tornò ad emergere con violenza dentro di lei.
"Che cosa vorresti dire con questo? Che io non sono all'altezza di quella...puttana!"
Angel soppresse con fatica il desiderio di ridere che provava per quella assurda risposta.
Buffy aveva accusato Darla di essere una puttana, e non un mostro e un vampiro come sarebbe stato naturale per la Cacciatrice. Evidentemente senza volere aveva ferito il suo orgoglio e suscitato la sua gelosia. Il fatto che Buffy fosse gelosa di lui lo lusingava, ma non al punto da rischiare di incrinare i loro rapporti per un semplice equivoco. E che lei si paragonasse a Darla era...semplicemente pazzesco!
Il suo divertimento però trasparì dai suoi occhi. Buffy lo fraintese e la sua furia crebbe ancora di più. Angel se ne accorse e tentò di rimediare.
"Non intendevo dire questo Buffy, ma..." Buffy, bruscamente lo interruppe. Aveva finalmente trovato un pretesto per sfogare la tensione che cresceva dentro di lei all'avvicinarsi del momento cruciale e intendeva sfruttarlo al massimo.

"Sicuramente non ho avuto tutti i suoi amanti e non sono brava come lei a letto, ma almeno io...." la sua voce si spense improvvisamente come se i suoi pensieri non riuscissero più a trasformarsi in parole. Buffy si prese il capo fra le mani ed emise un debole singhiozzo che colse Angel di sorpresa.
Si aspettava una sfuriata, era pronto ad affrontare tutti i colpi, morali e fisici, che lei gli avrebbe certo inflitto nella sua rabbia. Non era però preparato a vederla piangere.
Incapace di trovare qualcosa di adeguato da dire, non comprendendo fino in fondo il motivo della sua reazione, si limitò ad avvicinarsi cautamente a lei ed a prenderla fra le braccia.
Non era certo che Buffy fosse nella giusta disposizione di spirito per accettare il conforto delle sue carezze, ma lei lo rassicurò immediatamente abbandonandosi contro di lui e nascondendo il volto nell'incavo del suo collo.

Rimasero a lungo abbracciati l'uno all'altra, nella penombra, in mezzo al grande letto disfatto, ad ascoltare i rumori del giorno che penetravano dai vecchi infissi. La vita, fuori dal loro piccolo universo, continuava inesorabile. Il momento della battaglia sarebbe arrivato sempre troppo presto per loro.
Buffy non stava piangendo. Ad incrinarle la voce non era stata la disperazione, ma l'ira che sentiva dentro di sè per la propria impotenza. Aveva troppi fantasmi da combattere, fantasmi che non potevano essere uccisi. Darla in quel momento le pareva ancora più invincibile di Gloria ed altrettanto pericolosa. Il vampiro forse non minacciava l'esistenza del mondo, ma del SUO mondo sì, perchè il suo mondo era Angel e se lo avesse perso ancora....
Lui era lì con lei in quel momento, la stringeva a sè, aveva fatto l'amore con lei, ma...per quanto sarebbe durato? Un mese, un anno, dieci anni? Non sarebbe mai stato abbastanza per lei eppure dopo aver avuto una compagna come Darla Angel prima o poi avrebbe certo trovato noiosa una ragazza ingenua ed inesperta come lei.

"Buffy, mi dispiace che tu mi abbia frainteso." tentò di spiegare Angel interrompendo il silenzio."Quello che volevo dire è che tu sei così diversa da lei che non potrai mai assomigliarle. Neppure Angelus potrebbe pretendere questo da te e in ogni caso non credo che lo voglia."
Buffy strinse le labbra senza però sollevare il volto. Sapeva che Angel non poteva vederla in viso e in quel momento preferiva così. Lui aveva detto "diversa" non "migliore" o "più...qualsiasi altra cosa!" Sentendosi vigliacca cercò di sviare quel discorso che non era abbastanza coraggiosa da voler approfondire.
"Che cosa vuole allora da me il tuo demone? Posso saperlo ora o devo per forza scoprirlo sotto il naso di Gloria?" chiese irritata più dal proprio comportamento che da quello di lui.

Angel sospirò rassegnato. Non era riuscito a rimediare all'errore commesso e a quel punto non sapeva più come fare. Aveva la sensazione che qualsiasi cosa avesse detto, lei non gli avrebbe comunque creduto.
Era pazzesco. Buffy non aveva motivo di essere gelosa di Darla.
Lei era stata un vampiro, il sire del suo demone. In quanto tale aveva influito sulla sua esistenza. Per lungo tempo, prima che il loro legame si rompesse, era stata il suo solo riferimento, il fulcro intorno a cui ruotava tutto il suo universo.
Buffy era una donna, la sua donna, l'unica che avesse mai amato in tutta la sua lunga esistenza. Compagna, amica, amante, lei era stata a lungo il solo scopo della sua vita e ancora oggi nulla avrebbe più avuto un senso senza di lei.
Nessun paragone era possibile. Buffy non superava semplicemente Darla in nulla, era qualcosa di completamente diverso per lui.
Darla era stata la morte, il nulla, l'oblio. Buffy era la vita, la speranza, il futuro.

Gli sembrava impossibile che Buffy non fosse in grado di comprendere da sola tutto questo eppure...
"Credo sia meglio scoprirlo ora Buffy, e il solo modo di farlo è...chiederglielo." mormorò Angel tristemente, sciogliendosi dall'abbraccio della compagna e allontanandosi da lei.
Gli costava rinunciare anche ad un solo istante del poco tempo che ancora gli restava da dividere con lei, ma Buffy aveva ragione. Non era il momento delle sorprese. Se volevano avere un'opportunità di vincere quella battaglia dovevano essere pronti a combattere.
Buffy colse il cambiamento dal sorriso irriverente che si disegnò lentamente sulla bocca ben disegnata. Trasse un profondo respiro e si preparò ad affrontare la lotta che la attendeva, non contro Angelus questa volta, ma contro se stessa.

 

 

InganniContinua...