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RATING: NC17 per descrizione grafica di rapporti sessuali
RINGRAZIAMENTI: a tutte le partecipanti della ML Angelforever, e in particolare a Simona, per avermi ispirato, con i loro commenti e riflessioni, e a coloro che mi hanno incoraggiato, con i loro apprezzamenti.
 
Capitolo III
Tutto Al Suo Posto
Dawn entrò nella stanza della sorella, come sempre senza bussare, e si bloccò impietrita sulla porta: Buffy era in pigiama, inginocchiata ai piedi di un vampiro, che, seduto comodamente sul suo letto, le stava mordendo il collo.
Evidentemente nessuno si era accorto di lei. Questo le diede il tempo di riprendersi dallo stupore. Senza esitare, afferrò un paletto, dimenticato da Buffy sul ripiano della specchiera, e si avventò contro il mostro avvinghiato a sua sorella.

L'istante successivo si ritrovò seduta sul tappeto, ansimante per la violenza del colpo che aveva ricevuto.
Immediatamente comprese che non era stato il vampiro a colpirla, infatti, era ancora seduto sul letto, ma Buffy!
"Che cosa succede qui?" riuscì a mormorare, indecisa fra la paura e l'indignazione per l'ingiusto affronto subito.
"Succede che come al solito t'intrometti in questioni che non ti riguardano!" rispose prontamente Buffy, mentre si chinava su di lei per aiutarla ad alzarsi.
"Ma tu, cioè lui…è un vampiro e….Lui ti stava mordendo! Che cosa avrei dovuto fare, se non cercare di fermarlo? Applaudire forse?" esplose la ragazzina indignata " Non è possibile che per te tutto quello che faccio sia sbagliato, perfino quando cerco di salvarti la vita!"Buffy alzò gli occhi al cielo, mentre un sorriso di scusa le spuntava sulle labbra.
"Mi dispiace Dawn, non volevo farti male, ma tu non saresti dovuto entrare senza bussare! Lui è Angel. Ti ricordi di lui?"

L'esitazione nella voce di Buffy nel formulare l'ultima domanda ferì Dawn, perché le ricordò quello che era, anzi quello che non era, ma decise di accantonare per il momento quelle tristi riflessioni.
Lo sconosciuto, ora in piedi vicino a lei, la guardava con espressione preoccupata. A causa dell'alta statura la sovrastava, ma quel volto, ormai completamente umano, non le incuteva nessuna paura. C'era troppa dolcezza, comprensione e tristezza in quello sguardo perché potesse provarne timore.

"Certo che mi ricordo di lui! Era il tuo ragazzo, quando non era occupato a cercare di uccidere tutti!"
"Dawn!!!!!" esplose Buffy, impreparata di fronte a tanta mancanza di delicatezza!
Quando Dawn si comportava in quel modo Buffy tendeva a dimenticare la Chiave, e la sua provenienza. Solo un'adolescente totalmente umana poteva essere così inopportuna e inconsapevolmente crudele!

Sentì al suo fianco il corpo di Angel tendersi, come chi accusa un colpo inaspettato. Inconsciamente allungò una mano per sfiorargli un braccio. Una leggera carezza destinata a lenire un'ennesima ferita. Un timido gesto che per il suo riservato compagno avrebbe avuto il significato di mille parole.
Sapeva che sarebbe bastato quel breve, semplice contatto per attutire il dolore di un passato durato più di un secolo: era quella la magia del loro amore. Semplici gesti, poche parole, ma capaci di esprimere ogni cosa. "Io sento il tuo dolore e ti amo anche per questo!"

Per Angel quell'istante fu più sconvolgente di ogni altro evento di quella sera, che, era certo, avrebbe ricordato fino alla fine dei suoi giorni.
Solo ora si sentiva pienamente cosciente di come tutto fosse cambiato, nella sua vita.
Era di nuovo con lei. Non solo nella stessa città, nello stesso luogo, in sua presenza. Era di nuovo il suo ragazzo, il suo compagno, il suo amore, e lo sarebbe rimasto per sempre.
Poteva di nuovo contare sul suo appoggio, sul suo conforto, sulla sua accettazione. Non sarebbe stato più solo ad affrontare i suoi incubi. Lei sarebbe stata al suo fianco come lo era in quel momento di fronte a quella ragazzina impertinente! Un senso di calore lo invase e sentì i muscoli rilassarsi: era tornato a casa!
La voce di Buffy lo riportò bruscamente alla realtà.

"Lei è Dawn, mia….sorella! Lo so che non ho una sorella, ma…..è una storia un po’ complicata e forse è meglio se te la farai raccontare domani da Giles." Buffy, voltandosi verso la ragazzina, la congedò con un inderogabile: "Buona notte!"Dawn conosceva la sorella e quindi si limitò ad alzare gli occhi al cielo, mormorare un saluto alquanto freddo, e lasciare la stanza.
Ovviamente si sarebbe precipitata al telefono per avvisare tutti, ma proprio tutti, che Angel era tornato ed era nella camera della sorella. Questo però per Buffy non aveva importanza. Le avrebbe semplicemente risparmiato la fatica di divulgare la notizia personalmente, con le relative giustificazioni!
Gli altri potevano anche pensare il peggio: tanto il "peggio" per loro era proprio quello che lei sperava accadesse!

Si voltò lentamente verso Angel, gli occhi fissi sulla sua maglietta, e timidamente appoggiò i palmi delle mani sul suo petto.
Era incredibile il senso di concretezza, realtà che il semplice contatto con il suo corpo aveva sempre saputo infonderle. Anche quando tutto il mondo intorno a lei sembrava sfuggirle, dissolversi in un caos assurdo di sangue, morti, mostri, creature infernali, il semplice toccarlo, essere fra le sue braccia, le aveva sempre trasmesso un profondo senso di sicurezza.
L'intero universo poteva capovolgersi, ogni sua certezza infrangersi, ma lui, lui sarebbe stato sempre con lei, a combattere le sue battaglie, a rendere i suoi errori insignificanti e le sue debolezze motivo d'orgoglio. Fino a quando allungando una mano avesse potuto incontrare la sua non potevano esserci problemi, pericoli, nemici capaci di sconfiggerla. Per sempre!

"Buffy, dobbiamo parlare."
La sua voce le giunse distante. La sola cosa che percepiva chiaramente era la dura consistenza dei suoi muscoli, che le scorrevano sotto le dita, attraverso il sottile tessuto della maglietta. Veri, concreti, reali: era finito il tempo dei sogni e dei risvegli angoscianti, in un mondo senza di lui.
"Abbiamo già parlato Angel, non c'è altro che dobbiamo dirci ora!"

Improvvisamente si rese conto di non osare guardarlo negli occhi. Era incredibile!
Quella notte piovosa, di tanto tempo fa, aveva trovato il coraggio, mossa dall'amore e dal desiderio, di prendere l'iniziativa. Fino ad allora per lei il sesso non era altro che ardenti baci e gentili carezze, il corpo teso nell'attesa di qualcosa di vago e incerto, che sarebbe avvenuto, ma solo quando lei lo avesse voluto. E quella sera, stanca, bagnata, spaventata e infreddolita l'aveva voluto con tutta se stessa e lui, come sempre, l'aveva accontentata.
Ora sapeva esattamente che cosa sarebbe accaduto, e lo desiderava più di allora.
Era ormai una donna e stava finalmente per fare l'amore con lui, l'unico uomo che avesse veramente amato, la parte di se stessa, che tanto le era mancata in quegli anni vuoti, colmi di solitudine e tristezza.

Nessuna però delle esperienze che aveva vissuto, che l'avevano trasformata nella donna di oggi, l'aveva preparata a tutto questo! Nessuna, a parte quella notte, trascorsa nel suo appartamento, nel suo letto. Quella notte di timori e di abbandono di cui conservava un ricordo confuso, eppure meraviglioso. Era stato lui il primo, il solo, a renderla donna e ora non osava neppure incontrare il suo sguardo!

Angel però questa volta sembrava deciso a negarle ciò di cui lei aveva bisogno. Le appoggiò le mani sulla vita per allontanarla gentilmente da sé. "Buffy, anch'io desidero stare con te, desidero amarti…completamente. Già una volta però siamo stati impulsivi, e le conseguenze….troppe persone innocenti hanno pagato per il nostro errore. Non possiamo ripeterlo. Questa volta dobbiamo controllarci, ascoltare la ragione. Abbiamo tutta l'eternità per amarci!"
Angel sapeva di avere ragione, ma il suo corpo aveva già riconosciuto, nel corpo vicino a lui, quello della sua compagna che non chiedeva altro che essere amato.
Aveva ancora sulle labbra il suo sapore, e l'odore della sua pelle, della sua crescente eccitazione, colpiva il suo sensibile olfatto in modo quasi doloroso.
Le sue mani, invece di allontanarla, si spostarono sulle rotondità dei suoi fianchi per spingerli contro i propri. Voleva che lei sentisse l'intensità del suo desiderio, del bisogno disperato che provava di perdersi ancora in lei, nel suo amore.
Il contatto gli trasmise una sensazione simile a una scossa elettrica: serrò le palpebre e un sospiro di appagamento gli sfuggì dalle labbra. Quello era il suo posto, stretto a lei, i corpi pulsanti di desiderio uno contro l'altro, preludio di un'unione più profonda.

Buffy ormai non voleva, non poteva più aspettare. Con gesto deciso gli sollevò la maglietta per sentire di nuovo la fresca consistenza della sua pelle sotto le dita. Era liscia e tesa contro i muscoli, come era sempre stata, come doveva essere. In quel momento si rese conto di come non si fosse mai completamente abituata al calore del corpo di Riley, di come le fosse sembrato strano, estraneo.

Sentiva premere contro di lei la sua virilità, e il constatare tangibilmente il suo desiderio le fece provare un impeto di felicità: lui la voleva, aveva ancora bisogno di lei, per placare la sua sete di vita, come allora. Come quella notte!

Angel, abbandonata ormai ogni obiezione, sollevò le mani dai suoi fianchi, per togliersi la maglietta. Ogni logica aveva lasciato la sua mente: lei era ancora sua e nulla doveva dividerli!
Lei non si mosse, quando sentì mancare la pressione delle sue dita, e fu lui a doverla scostare gentilmente per slacciarle la giacca del pigiama che non riuscì però a sfilarle. Le sue mani non resistettero alla tentazione di avvolgere i seni appena scoperti.

Per alcuni istanti Angel rimase immobile, assaporando il tepore, la morbidezza di quella pelle, sottile come seta, lo sguardo fisso sulle proprie mani, incredulo all'idea di poter toccare tanta bellezza. Bastarono però pochi istanti perché il corpo di Buffy, già vibrante di passione, si risvegliasse. Angel sentì contro i palmi delle mani i capezzoli premere e le sue dita si strinsero in un gesto di dolce possesso.
"Mia!" fu il pensiero che attraversò in un istante la sua mente mentre si chinava per impossessarsi delle labbra offerte di lei.

Il semplice peso del corpo di Angel, insieme all'impeto del bacio, costrinsero Buffy a indietreggiare, fino alla sponda del letto. Quando le mani di lui abbandonarono i suoi seni Buffy emise un gemito di protesta, che Angel si affrettò a soffocare, iniziando ad accarezzarle, con la punta della lingua, le labbra, quasi volesse farsi perdonare quella breve interruzione.
Con gesti decisi, ma gentili, finì di toglierle la giacca del pigiama e la adagiò lentamente sul letto, che aveva lasciato poco prima.
Senza interrompere il bacio il vampiro appoggiò le ginocchia sul letto, ai lati dei suoi fianchi, sovrastandola completamente. Le sue grandi, dolci mani, si persero fra i capelli biondi, sparsi sul cuscino, per scendere lentamente, in una tenera carezza, lungo il viso, il collo, i seni, i fianchi fino alla dolce rotondità del ventre, dove si fermarono.

Angel sentiva l'urgenza di riprendere possesso di quello che era suo. Quel magnifico corpo abbandonato sotto di lui, gli apparteneva da sempre, dalla prima volta in cui i loro sguardi si erano incontrati. Suo da sempre e per sempre.
Altri l'avevano accarezzata, baciata, avevano esplorato ogni sua più intima parte, l'avevano penetrata e le avevano dato piacere, ma solo lui l'aveva posseduta veramente, corpo e anima. Lei era solo sua!
Il Demone, sepolto nelle profondità della sua mente, fremeva all'idea di penetrarla, senza altri preliminari, per ricordarle chi era il suo vero e unico amante, compagno, padrone! Ma Buffy si meritava molto di più di questo!
Lui non era un animale, un mostro, ma un uomo, e lei era la sua donna, degna di amore e rispetto, non una femmina del suo branco!

Alzò quindi il viso, cercando il suo sguardo, con una muta domanda negli occhi: "Sei certa di volermi, di volere proprio me e nessun altro?"

Gli occhi di Buffy erano però chiusi.
Quante volte, nel sonno, aveva sentito la pelle fremere sotto quelle stesse carezze che ora facevano inarcare il suo corpo alla ricerca di un contatto più intimo? Quante notti si era svegliata, nel buio, il ventre pulsante per un desiderio che sapeva destinato a morire senza mai raggiungere il suo culmine?
L'idea di svegliare l'uomo che dormiva al suo fianco, per trovare un po’ di sollievo, non l'aveva mai sfiorata. Quel desiderio, quell'agonia, erano solo sue, sue e di colui che non c'era! Riley non avrebbe mai potuto aiutarla.Durante il giorno forse poteva farle dimenticare la sua solitudine, ma la notte, la notte apparteneva a Angel.
Le carezze di Riley colmavano forse il desiderio del suo corpo, ma solo con Angel la sua anima si sarebbe sentita in pace, completa, come in quel momento.

Le mani di Buffy, dal petto di Angel, erano scese fino alla chiusura dei suoi pantaloni.
Angel decise di interpretare il gesto come un implicito consenso. Le afferrò però le mani per impedirle di procedere oltre.
Buffy spalancò gli occhi sorpresa, temendo un nuovo ripensamento: "Ma Angel…?"Aveva compiuto quel gesto mossa dal desiderio, ma non le era stato facile e lui…"Sh…Va tutto bene, devi solo avere un po’ di pazienza!"
Angel aveva avuto molte donne, umane e vampiri, giovani e con l'esperienza di secoli, e il tempo per imparare l'autocontrollo non gli era mancato. Ma ora era tale il disperato bisogno che provava di sprofondare dentro di lei, di riunire i loro corpi, così come erano unite le loro anime, che il tessuto dei pantaloni, che lo stringevano, diventava un'indispensabile espediente per mantenere il controllo.
Doveva aspettare, trattenersi fino a quando non fosse venuto il momento, quando anche lei sarebbe stata pronta ad accoglierlo.

Si affrettò quindi a cancellare dalla mente l'idea di quelle piccole mani che sfioravano la sua virilità per tornare a concentrarsi sulla vista dei magnifici seni che si offrivano al suo sguardo.
Buffy liberò gentilmente la mano dalla sua, che ancora la stringeva, e la posò sulla sua nuca.
Voleva sentire ancora il sapore delle sue labbra, la dolce intrusione della sua lingua nell'intimità della sua bocca, ma Angel era di diverso parere.
Cedette subito alla leggera pressione della mano dell'amante, ma per posare un casto bacio nell'incavo fra i seni, in un atto di riverenza e adorazione per tanta bellezza.

Senza interrompere il contatto le sue labbra si spostarono poi a stringere un capezzolo eretto, l'altra mano posata sul seno trascurato dalla sua bocca, immobile, solo il pollice occupato ad accarezzarne il capezzolo con movimenti lenti, ma pressanti.

Un gemito sfuggì fra le labbra di Buffy "Angel…."Sentiva irradiarsi dal suo petto sensazioni violente, ma anche estremamente piacevoli.
Chiuse gli occhi e inarcò il busto verso la sua bocca, mentre la sua mano inconsciamente aumentava violentemente la pressione contro la nuca del vampiro.
Un fuggevole senso di imbarazzo la colse, quando realizzò che i pantaloni del pigiama, che ancora indossava, probabilmente avrebbero portato i segni del suo stato di eccitamento, ma fu solo un attimo. Quando sentì il contatto umido e leggero della sua lingua sul capezzolo ogni pensiero razionale lasciò la sua mente.

Il sapore della sua pelle invase la bocca di Angel e ottenebrò ogni altra sensazione fino a quando un fugace pensiero attraversò la sua mente "….è così calda, eccitata, impaziente di essere presa, amata…sento l'odore della sua eccitazione e il suo corpo fremere sotto di me, ma il suo corpo avrà risposto allo stesso modo anche a lui…agli altri…quali e quanti altri?"Di nuovo il ruggito di Angelus irruppe nella sua coscienza. Con il bacino la premette con forza contro il materasso, mentre i suoi denti afferrarono il capezzolo eretto che fino a quel momento le sue labbra e la sua lingua avevano teneramente accarezzato.

Buffy, persa nel suo piacere, s'irrigidì e spalancò gli occhi al sorprendente cambio di atteggiamento dell'amante, ma subito si arrese, e in un atto di assoluta fiducia, si limitò a posare un gentile bacio sul capo posato sul suo seno.
Angel sentì appena il bacio che gli aveva sfiorato i capelli, ma la consapevolezza del corpo della compagna che si rilassava sotto il suo, come disposto ad accettare da lui ogni cosa, lo indussero a ritrovare se stesso.
Per fortuna non aveva avuto il tempo di stringere i denti al punto da rendere doloroso l'atto e con la lingua si affrettò a lenire ogni sensazione spiacevole potesse aver provocato.

Buffy gemette di piacere in risposta al nuovo cambiamento, ma il suo era anche un gemito di protesta per la perdita della violenta pressione del corpo di lui contro il suo.
"Buffy, Angel…NO!"Al suono della voce angosciata di Willow, Angel reagì immediatamente, voltandosi e ponendo il suo corpo fra Buffy e la porta, il volto deformato dai lineamenti da vampiro mentre un ruggito gli sfuggiva dalle labbra.
Alla brusca e inaspettata interruzione dell'intimità che aveva finalmente ritrovato con la sua compagna l'animale che viveva in lui era risorto ed era pronto a combattere contro qualunque cosa gli impedisse di accoppiarsi con la sua femmina.

I suoi lineamenti si ricomposero solo quando percepì il tocco della mano di Buffy, contro la sua spalla nuda.
Alla vista di Angel, nelle sue sembianze di vampiro, Willow aveva fatto un passo indietro, verso la porta, da cui aveva fatto irruzione, finendo contro Riley, che immobile, fissava la scena sul letto con un'espressione allibita sul volto. Dawn era al suo fianco, evidentemente curiosa di vedere come si sarebbe evoluta quella situazione oltremodo interessante.
"Scusami Willow, non intendevo spaventarti" mormorò Angel, osservando il colore che stava lentamente tornando sulle guance della ragazza.
"Possibile che nessuno bussi, prima di entrare nella mia camera?" mormorò Buffy alle sue spalle, occupata a infilarsi nuovamente la giacca del pigiama.

"Scusami Buffy" si precipitò a giustificarsi Willow "ma, ….la maledizione, insomma…da quello che mi ha detto Dawn al telefono, io avevo paura che tu….lui….insieme, nella tua camera, dopo tanto tempo….io non volevo che….accidenti, ma vi rendete conto di quello che stavate facendo?"Concluse finalmente una confusa e preoccupata Willow.
Poi come presa da un improvviso ripensamento si rivolse ad Angel. "Tu sei ancora Angel, vero? Voglio dire, non sei stato felice, cioè…""Certo che è lui!" La interruppe Buffy scivolando giù dal letto, alle spalle di Angel, finendo di abbottonarsi la giacca. "E' non è stato felice….grazie solo alla vostra irruzione! La maledizione non c'è più e la sua anima resterà dov'è, qualsiasi cosa accada, perciò potete tornare tutti a dormire!"L'uso inconscio della parola "tutti" che aveva fatto portò l'attenzione di Buffy sulle altre persone presenti, in particolare su Riley.
Angel aveva già notato la sua presenza, ma era rimasto seduto sul letto, senza dire nulla, in attesa della reazione di Buffy. Era forse ingiusto e crudele da parte sua lasciarla sola in quella situazione, ma aveva passato troppe notti insonni a immaginarla fra le sue braccia, per non sentire ora la necessità di una conferma che tutto fra loro era veramente finito.
"Riley, perché sei qui?….credevo che fossi ancora in missione, nella foresta."La risposta di Riley fu dura, fredda "Sono tornato questa sera, e sono andato da Willow per avere tue notizie. Poi Dawn ha telefonato e siamo venuti…a salvarti." terminò con tono ironico.Buffy lo guardò negli occhi, per cercare il ragazzo dolce e affettuoso, che per un certo periodo della sua vita si era illusa di poter amare, ma nei suoi occhi trovò solo incomprensione e condanna per quello a cui aveva assistito.
Se solo, in quel mare azzurro di freddezza, ci fosse stata una punta di calore, passione, gelosia, sofferenza, forse si sarebbe sentita un po’ in colpa, anche se era stato lui a lasciarla. Ma nulla attenuava quel gelo! Lei non aveva tradito lui, ferito i suoi sentimenti. No! Lei si era resa colpevole di amare, anzi accoppiarsi, con un animale, un ostile, un vampiro! Questa consapevolezza accese la sua ira."Come vi ho appena spiegato, non ho nessun bisogno di essere salvata! L'unica cosa di cui ho bisogno è essere lasciata in pace, a vivere la mia vita come meglio credo! E per quanto ti riguarda Riley, puoi andare a cacciare i tuoi ostili da qualche altra parte, perché qui, ci sono solo io, e l'uomo che amo più di qualunque cosa al mondo! "
Riley rigidamente si voltò, senza una parola. Il rumore dei suoi passi lungo le scale, amplificato dal silenzio che avvolgeva la stanza, terminò al suono della porta d'accesso chiusa con forza.
Buffy distolse gli occhi dallo spazio, ora vuoto, della porta per incontrare gli occhi dell'amica.
Il cuore le batteva violentemente nel petto e strinse le mani a pugno. Aveva paura di quello che l'espressione di Willow le avrebbe detto.
Riley, in realtà non aveva molta importanza. Era entrato nella sua vita, per uscirne poco dopo. Allora aveva pianto, ma le sue lacrime non erano per lui, ma per il proprio orgoglio ferito, per la propria insicurezza di giovane donna, che si credeva incapace di trovare un compagno con cui condividere la vita.
Willow invece era stata una delle principali costanti, dopo Angel, della sua vita di adulta.
Erano cresciute insieme, e insieme avevano scoperto le gioie e le amarezze dell'amore. Se ora nei suoi occhi ci fosse stata condanna o rifiuto….sarebbe stato difficile accettarlo: non da Willow!Certo non avrebbe mai rinunciato ad Angel per lei. Non avrebbe rinunciato ad Angel per nulla al mondo, ma…senza Willow al suo fianco tutto sarebbe stato più difficile.La mente di Willow era frastornata, confusa. Lei non era fatta per le decisioni immediate, impulsive. La vita per lei doveva scorrere al giusto ritmo, in modo da darle tempo di pensare, valutare. Ora stava accadendo tutto troppo in fretta.
Guardò Buffy, scalza, in pigiama, di fronte a lei e Angel, a torso nudo, ancora seduto sul letto, lo sguardo triste di chi sa già di essere condannato. Per un istante chiuse gli occhi e vide Tara, la sua timidezza, la sua dolcezza, il suo timore di non poter essere amata, a causa di quello che gli altri l'avevano convinta essere. Tara le aveva insegnato a superare i pregiudizi, le regole, ogni ostacolo in nome dell'amore, e lei quella lezione l'aveva imparata con gioia.
Riaprì gli occhi. Era stato solo un battere di ciglia, ma sufficiente per ritrovare un'amica!
Senza esitare abbracciò Buffy, quasi travolgendola: "Buffy, non so dirti quanto sia felice che tutto sia tornato al suo posto!"
Le labbra di Angel si piegarono in un timido sorriso. La condanna sarebbe venuta, certo, lo sapeva, ma non da Willow, e questo era molto importante per Buffy e quindi anche per lui.
Ora tutto era proprio tornato al suo posto.

Questa NON è la FINE, non può esserlo, perché il loro amore è "forever, this is the whole point"

 
Il Segno Continua...