Dawn entrò
nella stanza della sorella, come sempre senza bussare, e si bloccò
impietrita sulla porta: Buffy era in pigiama, inginocchiata ai piedi di
un vampiro, che, seduto comodamente sul suo letto, le stava mordendo il
collo.
Evidentemente nessuno si era accorto di lei. Questo le diede il tempo di
riprendersi dallo stupore. Senza esitare, afferrò un paletto, dimenticato
da Buffy sul ripiano della specchiera, e si avventò contro il mostro
avvinghiato a sua sorella.
L'istante successivo si ritrovò seduta sul tappeto, ansimante
per la violenza del colpo che aveva ricevuto.
Immediatamente comprese che non era stato il vampiro a colpirla, infatti,
era ancora seduto sul letto, ma Buffy!
"Che cosa succede qui?" riuscì a mormorare, indecisa
fra la paura e l'indignazione per l'ingiusto affronto subito.
"Succede che come al solito t'intrometti in questioni che non ti
riguardano!" rispose prontamente Buffy, mentre si chinava su di lei
per aiutarla ad alzarsi.
"Ma tu, cioè lui
è un vampiro e
.Lui ti stava
mordendo! Che cosa avrei dovuto fare, se non cercare di fermarlo? Applaudire
forse?" esplose la ragazzina indignata " Non è possibile
che per te tutto quello che faccio sia sbagliato, perfino quando cerco
di salvarti la vita!"Buffy alzò gli occhi al cielo, mentre
un sorriso di scusa le spuntava sulle labbra.
"Mi dispiace Dawn, non volevo farti male, ma tu non saresti dovuto
entrare senza bussare! Lui è Angel. Ti ricordi di lui?"
L'esitazione nella voce di Buffy nel formulare l'ultima domanda ferì
Dawn, perché le ricordò quello che era, anzi quello che
non era, ma decise di accantonare per il momento quelle tristi riflessioni.
Lo sconosciuto, ora in piedi vicino a lei, la guardava con espressione
preoccupata. A causa dell'alta statura la sovrastava, ma quel volto, ormai
completamente umano, non le incuteva nessuna paura. C'era troppa dolcezza,
comprensione e tristezza in quello sguardo perché potesse provarne
timore.
"Certo che mi ricordo di lui! Era il tuo ragazzo, quando non era
occupato a cercare di uccidere tutti!"
"Dawn!!!!!" esplose Buffy, impreparata di fronte a tanta mancanza
di delicatezza!
Quando Dawn si comportava in quel modo Buffy tendeva a dimenticare la
Chiave, e la sua provenienza. Solo un'adolescente totalmente umana poteva
essere così inopportuna e inconsapevolmente crudele!
Sentì al suo fianco il corpo di Angel tendersi, come chi accusa
un colpo inaspettato. Inconsciamente allungò una mano per sfiorargli
un braccio. Una leggera carezza destinata a lenire un'ennesima ferita.
Un timido gesto che per il suo riservato compagno avrebbe avuto il significato
di mille parole.
Sapeva che sarebbe bastato quel breve, semplice contatto per attutire
il dolore di un passato durato più di un secolo: era quella la
magia del loro amore. Semplici gesti, poche parole, ma capaci di esprimere
ogni cosa. "Io sento il tuo dolore e ti amo anche per questo!"
Per Angel quell'istante fu più sconvolgente di ogni altro evento
di quella sera, che, era certo, avrebbe ricordato fino alla fine dei suoi
giorni.
Solo ora si sentiva pienamente cosciente di come tutto fosse cambiato,
nella sua vita.
Era di nuovo con lei. Non solo nella stessa città, nello stesso
luogo, in sua presenza. Era di nuovo il suo ragazzo, il suo compagno,
il suo amore, e lo sarebbe rimasto per sempre.
Poteva di nuovo contare sul suo appoggio, sul suo conforto, sulla sua
accettazione. Non sarebbe stato più solo ad affrontare i suoi incubi.
Lei sarebbe stata al suo fianco come lo era in quel momento di fronte
a quella ragazzina impertinente! Un senso di calore lo invase e sentì
i muscoli rilassarsi: era tornato a casa!
La voce di Buffy lo riportò bruscamente alla realtà.
"Lei è Dawn, mia
.sorella! Lo so che non ho una sorella,
ma
..è una storia un po complicata e forse è
meglio se te la farai raccontare domani da Giles." Buffy, voltandosi
verso la ragazzina, la congedò con un inderogabile: "Buona
notte!"Dawn conosceva la sorella e quindi si limitò ad alzare
gli occhi al cielo, mormorare un saluto alquanto freddo, e lasciare la
stanza.
Ovviamente si sarebbe precipitata al telefono per avvisare tutti, ma proprio
tutti, che Angel era tornato ed era nella camera della sorella. Questo
però per Buffy non aveva importanza. Le avrebbe semplicemente risparmiato
la fatica di divulgare la notizia personalmente, con le relative giustificazioni!
Gli altri potevano anche pensare il peggio: tanto il "peggio"
per loro era proprio quello che lei sperava accadesse!
Si voltò lentamente verso Angel, gli occhi fissi sulla sua maglietta,
e timidamente appoggiò i palmi delle mani sul suo petto.
Era incredibile il senso di concretezza, realtà che il semplice
contatto con il suo corpo aveva sempre saputo infonderle. Anche quando
tutto il mondo intorno a lei sembrava sfuggirle, dissolversi in un caos
assurdo di sangue, morti, mostri, creature infernali, il semplice toccarlo,
essere fra le sue braccia, le aveva sempre trasmesso un profondo senso
di sicurezza.
L'intero universo poteva capovolgersi, ogni sua certezza infrangersi,
ma lui, lui sarebbe stato sempre con lei, a combattere le sue battaglie,
a rendere i suoi errori insignificanti e le sue debolezze motivo d'orgoglio.
Fino a quando allungando una mano avesse potuto incontrare la sua non
potevano esserci problemi, pericoli, nemici capaci di sconfiggerla. Per
sempre!
"Buffy, dobbiamo parlare."
La sua voce le giunse distante. La sola cosa che percepiva chiaramente
era la dura consistenza dei suoi muscoli, che le scorrevano sotto le dita,
attraverso il sottile tessuto della maglietta. Veri, concreti, reali:
era finito il tempo dei sogni e dei risvegli angoscianti, in un mondo
senza di lui.
"Abbiamo già parlato Angel, non c'è altro che dobbiamo
dirci ora!"
Improvvisamente si rese conto di non osare guardarlo negli occhi. Era
incredibile!
Quella notte piovosa, di tanto tempo fa, aveva trovato il coraggio, mossa
dall'amore e dal desiderio, di prendere l'iniziativa. Fino ad allora per
lei il sesso non era altro che ardenti baci e gentili carezze, il corpo
teso nell'attesa di qualcosa di vago e incerto, che sarebbe avvenuto,
ma solo quando lei lo avesse voluto. E quella sera, stanca, bagnata, spaventata
e infreddolita l'aveva voluto con tutta se stessa e lui, come sempre,
l'aveva accontentata.
Ora sapeva esattamente che cosa sarebbe accaduto, e lo desiderava più
di allora.
Era ormai una donna e stava finalmente per fare l'amore con lui, l'unico
uomo che avesse veramente amato, la parte di se stessa, che tanto le era
mancata in quegli anni vuoti, colmi di solitudine e tristezza.
Nessuna però delle esperienze che aveva vissuto, che l'avevano
trasformata nella donna di oggi, l'aveva preparata a tutto questo! Nessuna,
a parte quella notte, trascorsa nel suo appartamento, nel suo letto. Quella
notte di timori e di abbandono di cui conservava un ricordo confuso, eppure
meraviglioso. Era stato lui il primo, il solo, a renderla donna e ora
non osava neppure incontrare il suo sguardo!
Angel però questa volta sembrava deciso a negarle ciò di
cui lei aveva bisogno. Le appoggiò le mani sulla vita per allontanarla
gentilmente da sé. "Buffy, anch'io desidero stare con te,
desidero amarti
completamente. Già una volta però siamo
stati impulsivi, e le conseguenze
.troppe persone innocenti hanno
pagato per il nostro errore. Non possiamo ripeterlo. Questa volta dobbiamo
controllarci, ascoltare la ragione. Abbiamo tutta l'eternità per
amarci!"
Angel sapeva di avere ragione, ma il suo corpo aveva già riconosciuto,
nel corpo vicino a lui, quello della sua compagna che non chiedeva altro
che essere amato.
Aveva ancora sulle labbra il suo sapore, e l'odore della sua pelle, della
sua crescente eccitazione, colpiva il suo sensibile olfatto in modo quasi
doloroso.
Le sue mani, invece di allontanarla, si spostarono sulle rotondità
dei suoi fianchi per spingerli contro i propri. Voleva che lei sentisse
l'intensità del suo desiderio, del bisogno disperato che provava
di perdersi ancora in lei, nel suo amore.
Il contatto gli trasmise una sensazione simile a una scossa elettrica:
serrò le palpebre e un sospiro di appagamento gli sfuggì
dalle labbra. Quello era il suo posto, stretto a lei, i corpi pulsanti
di desiderio uno contro l'altro, preludio di un'unione più profonda.
Buffy ormai non voleva, non poteva più aspettare. Con gesto deciso
gli sollevò la maglietta per sentire di nuovo la fresca consistenza
della sua pelle sotto le dita. Era liscia e tesa contro i muscoli, come
era sempre stata, come doveva essere. In quel momento si rese conto di
come non si fosse mai completamente abituata al calore del corpo di Riley,
di come le fosse sembrato strano, estraneo.
Sentiva premere contro di lei la sua virilità, e il constatare
tangibilmente il suo desiderio le fece provare un impeto di felicità:
lui la voleva, aveva ancora bisogno di lei, per placare la sua sete di
vita, come allora. Come quella notte!
Angel, abbandonata ormai ogni obiezione, sollevò le mani dai suoi
fianchi, per togliersi la maglietta. Ogni logica aveva lasciato la sua
mente: lei era ancora sua e nulla doveva dividerli!
Lei non si mosse, quando sentì mancare la pressione delle sue dita,
e fu lui a doverla scostare gentilmente per slacciarle la giacca del pigiama
che non riuscì però a sfilarle. Le sue mani non resistettero
alla tentazione di avvolgere i seni appena scoperti.
Per alcuni istanti Angel rimase immobile, assaporando il tepore, la morbidezza
di quella pelle, sottile come seta, lo sguardo fisso sulle proprie mani,
incredulo all'idea di poter toccare tanta bellezza. Bastarono però
pochi istanti perché il corpo di Buffy, già vibrante di
passione, si risvegliasse. Angel sentì contro i palmi delle mani
i capezzoli premere e le sue dita si strinsero in un gesto di dolce possesso.
"Mia!" fu il pensiero che attraversò in un istante la
sua mente mentre si chinava per impossessarsi delle labbra offerte di
lei.
Il semplice peso del corpo di Angel, insieme all'impeto del bacio, costrinsero
Buffy a indietreggiare, fino alla sponda del letto. Quando le mani di
lui abbandonarono i suoi seni Buffy emise un gemito di protesta, che Angel
si affrettò a soffocare, iniziando ad accarezzarle, con la punta
della lingua, le labbra, quasi volesse farsi perdonare quella breve interruzione.
Con gesti decisi, ma gentili, finì di toglierle la giacca del pigiama
e la adagiò lentamente sul letto, che aveva lasciato poco prima.
Senza interrompere il bacio il vampiro appoggiò le ginocchia sul
letto, ai lati dei suoi fianchi, sovrastandola completamente. Le sue grandi,
dolci mani, si persero fra i capelli biondi, sparsi sul cuscino, per scendere
lentamente, in una tenera carezza, lungo il viso, il collo, i seni, i
fianchi fino alla dolce rotondità del ventre, dove si fermarono.
Angel sentiva l'urgenza di riprendere possesso di quello che era suo.
Quel magnifico corpo abbandonato sotto di lui, gli apparteneva da sempre,
dalla prima volta in cui i loro sguardi si erano incontrati. Suo da sempre
e per sempre.
Altri l'avevano accarezzata, baciata, avevano esplorato ogni sua più
intima parte, l'avevano penetrata e le avevano dato piacere, ma solo lui
l'aveva posseduta veramente, corpo e anima. Lei era solo sua!
Il Demone, sepolto nelle profondità della sua mente, fremeva all'idea
di penetrarla, senza altri preliminari, per ricordarle chi era il suo
vero e unico amante, compagno, padrone! Ma Buffy si meritava molto di
più di questo!
Lui non era un animale, un mostro, ma un uomo, e lei era la sua donna,
degna di amore e rispetto, non una femmina del suo branco!
Alzò quindi il viso, cercando il suo sguardo, con una muta domanda
negli occhi: "Sei certa di volermi, di volere proprio me e nessun
altro?"
Gli occhi di Buffy erano però chiusi.
Quante volte, nel sonno, aveva sentito la pelle fremere sotto quelle stesse
carezze che ora facevano inarcare il suo corpo alla ricerca di un contatto
più intimo? Quante notti si era svegliata, nel buio, il ventre
pulsante per un desiderio che sapeva destinato a morire senza mai raggiungere
il suo culmine?
L'idea di svegliare l'uomo che dormiva al suo fianco, per trovare un po
di sollievo, non l'aveva mai sfiorata. Quel desiderio, quell'agonia, erano
solo sue, sue e di colui che non c'era! Riley non avrebbe mai potuto aiutarla.Durante
il giorno forse poteva farle dimenticare la sua solitudine, ma la notte,
la notte apparteneva a Angel.
Le carezze di Riley colmavano forse il desiderio del suo corpo, ma solo
con Angel la sua anima si sarebbe sentita in pace, completa, come in quel
momento.
Le mani di Buffy, dal petto di Angel, erano scese fino alla chiusura
dei suoi pantaloni.
Angel decise di interpretare il gesto come un implicito consenso. Le afferrò
però le mani per impedirle di procedere oltre.
Buffy spalancò gli occhi sorpresa, temendo un nuovo ripensamento:
"Ma Angel
?"Aveva compiuto quel gesto mossa dal desiderio,
ma non le era stato facile e lui
"Sh
Va tutto bene, devi
solo avere un po di pazienza!"
Angel aveva avuto molte donne, umane e vampiri, giovani e con l'esperienza
di secoli, e il tempo per imparare l'autocontrollo non gli era mancato.
Ma ora era tale il disperato bisogno che provava di sprofondare dentro
di lei, di riunire i loro corpi, così come erano unite le loro
anime, che il tessuto dei pantaloni, che lo stringevano, diventava un'indispensabile
espediente per mantenere il controllo.
Doveva aspettare, trattenersi fino a quando non fosse venuto il momento,
quando anche lei sarebbe stata pronta ad accoglierlo.
Si affrettò quindi a cancellare dalla mente l'idea di quelle piccole
mani che sfioravano la sua virilità per tornare a concentrarsi
sulla vista dei magnifici seni che si offrivano al suo sguardo.
Buffy liberò gentilmente la mano dalla sua, che ancora la stringeva,
e la posò sulla sua nuca.
Voleva sentire ancora il sapore delle sue labbra, la dolce intrusione
della sua lingua nell'intimità della sua bocca, ma Angel era di
diverso parere.
Cedette subito alla leggera pressione della mano dell'amante, ma per posare
un casto bacio nell'incavo fra i seni, in un atto di riverenza e adorazione
per tanta bellezza.
Senza interrompere il contatto le sue labbra si spostarono poi a stringere
un capezzolo eretto, l'altra mano posata sul seno trascurato dalla sua
bocca, immobile, solo il pollice occupato ad accarezzarne il capezzolo
con movimenti lenti, ma pressanti.
Un gemito sfuggì fra le labbra di Buffy "Angel
."Sentiva
irradiarsi dal suo petto sensazioni violente, ma anche estremamente piacevoli.
Chiuse gli occhi e inarcò il busto verso la sua bocca, mentre la
sua mano inconsciamente aumentava violentemente la pressione contro la
nuca del vampiro.
Un fuggevole senso di imbarazzo la colse, quando realizzò che i
pantaloni del pigiama, che ancora indossava, probabilmente avrebbero portato
i segni del suo stato di eccitamento, ma fu solo un attimo. Quando sentì
il contatto umido e leggero della sua lingua sul capezzolo ogni pensiero
razionale lasciò la sua mente.
Il sapore della sua pelle invase la bocca di Angel e ottenebrò
ogni altra sensazione fino a quando un fugace pensiero attraversò
la sua mente "
.è così calda, eccitata, impaziente
di essere presa, amata
sento l'odore della sua eccitazione e il suo
corpo fremere sotto di me, ma il suo corpo avrà risposto allo stesso
modo anche a lui
agli altri
quali e quanti altri?"Di nuovo
il ruggito di Angelus irruppe nella sua coscienza. Con il bacino la premette
con forza contro il materasso, mentre i suoi denti afferrarono il capezzolo
eretto che fino a quel momento le sue labbra e la sua lingua avevano teneramente
accarezzato.
Buffy, persa nel suo piacere, s'irrigidì e spalancò gli
occhi al sorprendente cambio di atteggiamento dell'amante, ma subito si
arrese, e in un atto di assoluta fiducia, si limitò a posare un
gentile bacio sul capo posato sul suo seno.
Angel sentì appena il bacio che gli aveva sfiorato i capelli, ma
la consapevolezza del corpo della compagna che si rilassava sotto il suo,
come disposto ad accettare da lui ogni cosa, lo indussero a ritrovare
se stesso.
Per fortuna non aveva avuto il tempo di stringere i denti al punto da
rendere doloroso l'atto e con la lingua si affrettò a lenire ogni
sensazione spiacevole potesse aver provocato.
Buffy gemette di piacere in risposta al nuovo cambiamento, ma il suo
era anche un gemito di protesta per la perdita della violenta pressione
del corpo di lui contro il suo.
"Buffy, Angel
NO!"Al suono della voce angosciata di Willow,
Angel reagì immediatamente, voltandosi e ponendo il suo corpo fra
Buffy e la porta, il volto deformato dai lineamenti da vampiro mentre
un ruggito gli sfuggiva dalle labbra.
Alla brusca e inaspettata interruzione dell'intimità che aveva
finalmente ritrovato con la sua compagna l'animale che viveva in lui era
risorto ed era pronto a combattere contro qualunque cosa gli impedisse
di accoppiarsi con la sua femmina.
I suoi lineamenti si ricomposero solo quando percepì il tocco
della mano di Buffy, contro la sua spalla nuda.
Alla vista di Angel, nelle sue sembianze di vampiro, Willow aveva fatto
un passo indietro, verso la porta, da cui aveva fatto irruzione, finendo
contro Riley, che immobile, fissava la scena sul letto con un'espressione
allibita sul volto. Dawn era al suo fianco, evidentemente curiosa di vedere
come si sarebbe evoluta quella situazione oltremodo interessante.
"Scusami Willow, non intendevo spaventarti" mormorò Angel,
osservando il colore che stava lentamente tornando sulle guance della
ragazza.
"Possibile che nessuno bussi, prima di entrare nella mia camera?"
mormorò Buffy alle sue spalle, occupata a infilarsi nuovamente
la giacca del pigiama.
"Scusami Buffy" si precipitò a giustificarsi Willow
"ma,
.la maledizione, insomma
da quello che mi ha detto
Dawn al telefono, io avevo paura che tu
.lui
.insieme, nella
tua camera, dopo tanto tempo
.io non volevo che
.accidenti,
ma vi rendete conto di quello che stavate facendo?"Concluse finalmente
una confusa e preoccupata Willow.
Poi come presa da un improvviso ripensamento si rivolse ad Angel. "Tu
sei ancora Angel, vero? Voglio dire, non sei stato felice, cioè
""Certo
che è lui!" La interruppe Buffy scivolando giù dal
letto, alle spalle di Angel, finendo di abbottonarsi la giacca. "E'
non è stato felice
.grazie solo alla vostra irruzione! La
maledizione non c'è più e la sua anima resterà dov'è,
qualsiasi cosa accada, perciò potete tornare tutti a dormire!"L'uso
inconscio della parola "tutti" che aveva fatto portò
l'attenzione di Buffy sulle altre persone presenti, in particolare su
Riley.
Angel aveva già notato la sua presenza, ma era rimasto seduto sul
letto, senza dire nulla, in attesa della reazione di Buffy. Era forse
ingiusto e crudele da parte sua lasciarla sola in quella situazione, ma
aveva passato troppe notti insonni a immaginarla fra le sue braccia, per
non sentire ora la necessità di una conferma che tutto fra loro
era veramente finito.
"Riley, perché sei qui?
.credevo che fossi ancora in
missione, nella foresta."La risposta di Riley fu dura, fredda "Sono
tornato questa sera, e sono andato da Willow per avere tue notizie. Poi
Dawn ha telefonato e siamo venuti
a salvarti." terminò
con tono ironico.Buffy lo guardò negli occhi, per cercare il ragazzo
dolce e affettuoso, che per un certo periodo della sua vita si era illusa
di poter amare, ma nei suoi occhi trovò solo incomprensione e condanna
per quello a cui aveva assistito.
Se solo, in quel mare azzurro di freddezza, ci fosse stata una punta di
calore, passione, gelosia, sofferenza, forse si sarebbe sentita un po
in colpa, anche se era stato lui a lasciarla. Ma nulla attenuava quel
gelo! Lei non aveva tradito lui, ferito i suoi sentimenti. No! Lei si
era resa colpevole di amare, anzi accoppiarsi, con un animale, un ostile,
un vampiro! Questa consapevolezza accese la sua ira."Come vi ho appena
spiegato, non ho nessun bisogno di essere salvata! L'unica cosa di cui
ho bisogno è essere lasciata in pace, a vivere la mia vita come
meglio credo! E per quanto ti riguarda Riley, puoi andare a cacciare i
tuoi ostili da qualche altra parte, perché qui, ci sono solo io,
e l'uomo che amo più di qualunque cosa al mondo! "
Riley rigidamente si voltò, senza una parola. Il rumore dei suoi
passi lungo le scale, amplificato dal silenzio che avvolgeva la stanza,
terminò al suono della porta d'accesso chiusa con forza.
Buffy distolse gli occhi dallo spazio, ora vuoto, della porta per incontrare
gli occhi dell'amica.
Il cuore le batteva violentemente nel petto e strinse le mani a pugno.
Aveva paura di quello che l'espressione di Willow le avrebbe detto.
Riley, in realtà non aveva molta importanza. Era entrato nella
sua vita, per uscirne poco dopo. Allora aveva pianto, ma le sue lacrime
non erano per lui, ma per il proprio orgoglio ferito, per la propria insicurezza
di giovane donna, che si credeva incapace di trovare un compagno con cui
condividere la vita.
Willow invece era stata una delle principali costanti, dopo Angel, della
sua vita di adulta.
Erano cresciute insieme, e insieme avevano scoperto le gioie e le amarezze
dell'amore. Se ora nei suoi occhi ci fosse stata condanna o rifiuto
.sarebbe
stato difficile accettarlo: non da Willow!Certo non avrebbe mai rinunciato
ad Angel per lei. Non avrebbe rinunciato ad Angel per nulla al mondo,
ma
senza Willow al suo fianco tutto sarebbe stato più difficile.La
mente di Willow era frastornata, confusa. Lei non era fatta per le decisioni
immediate, impulsive. La vita per lei doveva scorrere al giusto ritmo,
in modo da darle tempo di pensare, valutare. Ora stava accadendo tutto
troppo in fretta.
Guardò Buffy, scalza, in pigiama, di fronte a lei e Angel, a torso
nudo, ancora seduto sul letto, lo sguardo triste di chi sa già
di essere condannato. Per un istante chiuse gli occhi e vide Tara, la
sua timidezza, la sua dolcezza, il suo timore di non poter essere amata,
a causa di quello che gli altri l'avevano convinta essere. Tara le aveva
insegnato a superare i pregiudizi, le regole, ogni ostacolo in nome dell'amore,
e lei quella lezione l'aveva imparata con gioia.
Riaprì gli occhi. Era stato solo un battere di ciglia, ma sufficiente
per ritrovare un'amica!
Senza esitare abbracciò Buffy, quasi travolgendola: "Buffy,
non so dirti quanto sia felice che tutto sia tornato al suo posto!"
Le labbra di Angel si piegarono in un timido sorriso. La condanna sarebbe
venuta, certo, lo sapeva, ma non da Willow, e questo era molto importante
per Buffy e quindi anche per lui.
Ora tutto era proprio tornato al suo posto.
Questa NON è la FINE, non può esserlo, perché il
loro amore è "forever, this is the whole point"
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