Buffy osservava la pagina della rivista, spalancata
sulle sue ginocchi, senza però veramente vederla. La mano di Angel
che giocava con i suoi capelli era una distrazione troppo forte. I suoi
movimenti parevano distratti, casuali, ma provocavano a Buffy brividi
lungo tutta la spina dorsale. Non si era mai resa conto prima di quanta
sensualità potesse esserci in un gesto così innocente.
Erano seduti insieme sul divano. Il capo appoggiato sul petto di lui Buffy
era in pace con se stessa, ma non riusciva a trovare quella serenità
di cui sentiva un disperato bisogno. Era il suo maledetto corpo ad impedirglielo.
Non c'era un solo centimetro di lei che non desiderasse di essere toccato,
accarezzato dalle forti mani del vampiro. Sedeva immobile, timorosa che
ogni suo movimento scatenasse l'uragano di passione che disperatamente
cercava di soffocare.
Ripeteva a se stessa che era una donna adulta, un essere razionale e che
quindi avrebbe dovuto saper controllarsi, ma poi sentiva la leggera pressione
delle sue labbra sul suo capo e ogni pensiero coerente svaniva dalla sua
mente.
Tara, seduta sul tappeto poco distante, sembrava
assorta nella visione di un insulso programma televisivo. Ufficialmente
era venuta per farle compagnia, in realtà lei e Willow si davano
il cambio per consentire ai loro due amici qualche momento di tenerezza,
senza correre rischi.
Willow aveva accolto con incredulità la notizia che il bambino
era di Angel, ma quando aveva saputo tutta la storia di come era accaduto,
come Buffy aveva previsto, ne era stata commossa. Le sue congratulazioni
al futuro papà erano state sincere. I suoi due amici sembravano
essere troppo felici perchè non lo fosse anche lei.
Tara, che conosceva da poco Angel, era rimasta in disparte quando avevano
dato la notizia agli amici, ma dal suo sorriso Buffy aveva compreso di
poter contare su di lei.
La reazione del Signor Giles era stata più misurata e prudente.
Era preoccupato e Buffy non poteva dargli torto.
Xander e Anya avevano mormorato i loro auguri ai futuri genitori sotto
lo sguardo minaccioso di Buffy determinata a non permettere a nessuno
al mondo di rovinarle quel momento.
Probabilmente entrambi disapprovavano, ma ormai c'era poco da disapprovare.
Riley restava all'oscuro di tutto, convinto che lei fosse a Los Angeles
da suo padre. Avrebbe dovuto dire a colui che ormai considerava il suo
ex che c'era stato un errore e il bambino non era suo. Riley avrebbe certo
fatto domande e lei ...aveva bisogno di tempo per formulare risposte che
non mettessero a repentaglio la sopravvivenza di suo figlio. Buffy si
sentiva in colpa, ma continuava a rimandare quel momento. Ripeteva a se
stessa che lo faceva per proteggere il bambino, ma....in realtà
le mancava semplicemente il coraggio. Dopo un lungo periodo di angosce
e dubbi si sentiva finalmente serena e detestava l'idea di rinunciare
a quella pace così duramente conquistata per piombare di nuovo
in un vortice di paure e problemi.
Angel posò sul tavolino il libro che
stava leggendo da quasi un'ora. Buffy non l'aveva mai sentito voltare
pagina. Evidentemente anche lui era distratto. Ritraendo la mano le sfiorò
un braccio nudo. Il tocco casuale si trasformò in una carezza.
Buffy in risposta non potè trattenersi dal voltare il capo e le
loro labbra si incontrarono. La scintilla della passione scoccò
immediata. Le bocche si unirono con forza, bramose di rubare per pochi
istanti quell'ebbrezza di cui presto sarebbero state private.
La mano di Angel scese dal braccio fino al suo ventre per raggiungere
il centro del suo piacere.
La rivista cadde a terra. Buffy si maledisse per aver giudiziosamente
indossato dei pantaloni e inarcò il bacino, alla ricerca di sensazioni
più forti. Lui ora non giocava più con i suoi capelli. Attraverso
la stoffa sottile della maglietta le stringeva un seno, accarezzandole
il capezzolo eretto per l'eccitazione.
Buffy percepì contro la schiena la pressione
della sua virilità che pretendeva di essere soddisfatta. Con un
gemito sommesso si mosse, alla ricerca di una posizione più comoda
che le permettesse di...
"Non capisco perchè continuino a trasmettere questo programma!
E' talmente stupido." commentò Tara, ad alta voce, senza voltarsi.
Non aveva bisogno di guardare per sapere che alle sue spalle i due innamorati
stavano andando troppo oltre.
Buffy, ora in ginocchio sul divano, di fronte al compagno, posava una
mano sul suo inguine. Lui la guardava con occhi imploranti continuando
ad accarezzarle il seno con movimenti lenti, fatti più per esasperare
il desiderio che per soddisfarlo.
Che cosa le stava veramente chiedendo Angel, si domandò fugacemente
Buffy: di appagarlo o di cessare quella dolce tortura?
Non ebbe il tempo però di trovare la risposta. Tara, resasi conto
che le sue parole non avevano sortito il dovuto effetto, aveva deciso
di passare a metodi più drastici.
"Che ne dici di un panino, Buffy?"
domandò, alzandosi lentamente, per dare ai due il tempo di ricomporsi.
"Per te Angel metto a scaldare l'acqua per il the." Decretò
decisa, voltandosi finalmente verso gli amici che nel frattempo si erano
allontanati uno dall'altra.
Buffy si alzò dal divano lanciando uno sguardo accusatore al vampiro.
Era stato lui a scatenare la reazione a catena che aveva indotto Tara
ad intervenire per separarli. Angel si limitò a chiudere gli occhi
appoggiando la testa alla spalliera del divano in un gesto di resa.
Avevano concordato che potevano stare vicini, anche abbracciati, scambiandosi
qualche carezza e qualche bacio, ma solo in presenza di terze persone.
Non era molto, ma Buffy godeva intensamente di quei momenti di tenerezza,
ne aveva bisogno. La rassicuravano sui sentimenti che lui provava per
lei, la facevano sentire amata. Avrebbe voluto che non finissero mai.
Invece inevitabilmente il minino gesto dell'uno o dell'altra interrompeva
quel delicato equilibrio e loro rischiavano di cadere insieme nell'abisso.
"Mi dispiace avervi interrotto." furono
le prime parole di Tara appena entrarono in cucina.
"Hai fatto bene." la rassicurò Buffy. "Dovremmo
comportarci con più giudizio, ma ....dannazione, se lui non fosse
così..."
"...affascinante, eccitante, fantastico e assolutamente e completamente
innamorato di te?" concluse Tara al suo posto. "Francamente
non so come fai a resistere. A volte ti guarda in un modo...che fonderebbe
l'acciaio credo. Deve essere stato stupendo quando...avete concepito il
bambino." mormorò timidamente.
"Sì, lo è stato." confermò tristemente
Buffy. "Stupendo e...terribile."
"Il destino non è stato generoso con voi, ma sono sicura che
troveremo una soluzione." tentò di confortarla l'amica.
"Dobbiamo trovarla o...impazziremo tutti e due. Prima era più
semplice. Avevo fatto l'amore solo una volta e, anche se lo desideravo
anche allora, controllarmi era più facile. Adesso a volte mi pare
impossibile."
"Ti capisco." rispose l'amica comprensiva. Tara pensava a Willow
e a quanto le costava trattenersi dal...
" Potremo lasciarci, vivere lontani," continuò Buffy
" ma abbiamo già tentato e non ha funzionato, per nessuno
dei due. Il bambino poi ha bisogno di entrambi i suoi genitori."
C'era sconforto nella sua voce, ma anche un'ira impotente. "Se tu
e Willow non trovate il mezzo per aggirare la maledizione...non so proprio
che cosa succederà!"
Tara non rispose. Non aveva risposte da dare
per il momento. Lei e Willow avevano passato molte ore sui libri, ma la
loro ricerca era stata infruttuosa. La maledizione era un incantesimo
antico, primitivo, in un certo senso, ma proprio per questo più
difficile da controllare. Si basava su principi elementari, sul sentimento
di vendetta, la colpa, la punizione e la sofferenza. Non conteneva gli
appigli che invariabilmente offrivano i sortilegi più sofisticati.
Era un'equazione semplice: colpa più vendetta uguale dolore.
Desiderosa di alleviare l'umore tetro della compagna la giovane strega
cercò di cambiare argomento.
"Willow mi ha detto che ora tutto procede bene con la gravidanza.
Non capisco però come mai, se l'avete concepito quando lui era
un uomo, ora il piccolo mostri queste strane tendenze."
Buffy sospirò, grata per la diplomazia dell'amica che si era limitata
a definire "strane" le tendenze di suo figlio.
"Angel pensa che quando lui ha perso la
sua umanità, tornando ad essere un vampiro, la parte di lui che
era nel bambino abbia seguito lo stesso destino." Buffy si interruppe,
ma Tara non replicò. Era consapevole che c'era altro che la Cacciatrice
avrebbe voluto confidarle. Aveva bisogno però di tempo per trovare
il coraggio per farlo. Dopo lunghi istanti di esitazione Buffy alla fine
riprese il discorso.
"Quello che ci spaventa veramente non è il fatto che abbia
ereditato da Angel le sue debolezze di vampiro. A quelle si può
ovviare in modo relativamente semplice. L'idea che ci terrorizza è
quello che il piccolo avrà nel cuore e nella mente. Conosci il
proverbio "Chi di gatta nasce topo piglia."? Se lui da grande
avrà semplicemente bisogno di sangue per vivere non sarà
un problema procurarglielo, ma se sentirà l'istinto di...cercarselo
da solo, allora non so proprio come faremo!"
"Io non credo che la genetica influenzi
i nostri pensieri e i nostri principi fino a questo punto." dichiarò
sicura Tara. "Questo è il compito dell'educazione e il figlio
tuo e di Angel sicuramente... "
"Non è cosi facile!" esclamò Buffy sottovoce,
timorosa dell'udito acuto del vampiro rimasto in soggiorno. "Per
i vampiri il sangue non è solo...sangue. E' vita, calore, energia.
Se l'istinto del bambino lo condurrà a desiderare questo...non
credo noi potremmo fare molto."
"I vampiri sono morti, il bambino è vivo...ed ha certamente
un'anima." osservò la giovane strega, deponendo su un piatto
i due panini che aveva preparato nel frattempo. "Ne hai discusso
con Angel?" chiese timidamente, avendo notato il tono di voce basso
con cui aveva continuato a parlare l'amica.
"No" rispose Buffy, ancora più depressa. "Non oso
farlo. Lui ha ancora più paura di me di quello che potrebbe essere
il bambino e preoccuparsi a questo punto...non serve a molto."
Tara sorrise comprensiva. "E' vero. Non
preoccuparti. Vedrai che tutto andrà per il meglio." la incoraggiò.
"La vita ci sorprende sempre. Chi avrebbe mai immaginato quando eri
disperata perchè ti aveva lasciato che tu e Angel avreste avuto
un figlio?" chiese sorridendo. "Ora andiamo a mangiare."
la invitò, dirigendosi verso la porta con il piatto con i panini
in mano. "Il the di Angel lo prendi tu?"
Buffy non si mosse. Tara, sulla soglia, si voltò con sguardo interrogativo.
"Io...non ho fame" mormorò la Cacciatrice. Tara sollevò
un sopracciglio sorpresa. "Non di...panini almeno." tentò
di spiegare Buffy. "Lo so che per te può essere disgustoso,
ma ... sento il bisogno del....suo sangue. Se lo facciamo quando siamo
soli, dopo...rischiamo di finire a letto o...su qualsiasi altra superficie
abbastanza robusta da reggerci." Tara colse in quelle parole imbarazzo,
ma anche timore. Buffy era consapevole della propria debolezza e aveva
paura delle eventuali conseguenze. Era stata quella paura a darle la forza
per confidarsi. "Se non ti dispiace troppo..."
Tara tacque alcuni istanti in preda allo stupore.
Willow le aveva raccontato le mutate "esigenze" di Buffy con
la gravidanza e lei, forte dei suoi studi di magia, le aveva trovate logiche,
comprendendole forse meglio di Buffy stessa. Nessuno meglio di una strega
poteva cogliere il significato profondo, il simbolismo, l'essenza di quel
gesto all'apparenza così inusuale.
Con sua sorpresa però la prospettiva di assistere di persona a
quelle che fino a quel momento erano state per lei solo speculazioni teoriche
la lasciò interdetta. Era una strega, ma era anche una persona
come tante con tutti i tabù legati alla propria cultura. Leggere
edotte narrazioni sul cannibalismo rituale era un conto. Assistere a un
banchetto era tutta un'altra faccenda.
A indurla a superare la sua istintiva incertezza fu lo sguardo titubante
e imbarazzato di Buffy. L'amica aveva tanti problemi e tanti motivi per
angosciarsi. Sarebbe stato ingiusto e crudele da parte sua rifiutarle
quell'aiuto che le chiedeva con tanta difficoltà. In fondo non
sarebbe stato così difficile...sperava. Avrebbe potuto distogliere
le sguardo e limitarsi a controllare che dopo non accadesse nulla che
non dove accadere.
Con un cenno del capo acconsentì.
Tornarono insieme in soggiorno. Angel era ancora
seduto sul divano. Aveva ripreso in mano il libro, ma lo depose subito
all'arrivo delle due ragazze.
Gli bastò un'occhiata per cogliere la presenza del coltello nelle
mani di Buffy e afferrarne il significato. Non disse nulla. Si sedette
solo in posizione più eretta, restando in silenziosa attesa. L'espressione
intensa, austera, suscitò in Tara l'impressione di trovarsi di
fronte a un essere superiore ai comuni mortali, qualcuno che aveva scoperto
fino in fondo il significato della propria esistenza.
Tara vide con gli occhi della mente immagini, sbiadite dal tempo, di sacrifici
rituali e martiri. Le vittime volontarie ritratte negli antichi dipinti
si accostavano all'altare con la stessa solenne compostezza con cui il
vampiro attendeva, sereno che Buffy venisse verso di lui.
Tara normalmente evitava di fissare in volto il vampiro. Angel le piaceva
per la sua forza tranquilla, la sua tendenza a parlare poco e riflettere
a lungo prima di esprimere un'opinione. La consapevolezza di ciò
che era e delle esperienze che aveva vissuto le incutevano però
ancora soggezione.
Avevano molto in comune. Discutendo con lui di magia e di storia lei tendeva
a dimenticare chi aveva di fronte, affascinata dal suo acume, il suo sottile
umorismo e l'enorme bagaglio di conoscenze che riusciva a trasmettere
all'interlocutore con una naturalezza priva di ogni presunzione. Ma per
la maggior parte del tempo il suo carattere timido prevaleva e lei sfuggiva
lo sguardo del vampiro che sembrava in grado di penetrare anche gli angoli
più nascosti dell'anima di una persona.
Angel era consapevole dell'effetto che aveva su di lei e Tara gli era
grata perchè non gli e ne aveva mai fatto una colpa. Era sempre
gentile con lei, ma anche attento a non invadere i suoi spazi. Desiderava
la sua amicizia, la sua fiducia, perchè percepiva l'affinità
che esisteva fra loro. Tara lo sentiva. Lui era però anche disposto
a offrirle tutto il tempo di cui aveva bisogno per concedergliela.
In quell'occasione però la giovane strega
scoprì che poteva osservare con agio il vampiro perchè lui
l'aveva completamente esclusa dalla sua coscienza. Tutti i suoi sensi
erano concentrati su Buffy e sul coltello che lei teneva in mano.
I suoi profondi occhi scuri erano fissi sulla compagna, quasi ipnotici.
Il corpo, anche se immobile, sembrava protendersi verso la ragazza che
si avvicinava a lui, lentamente, per infine inginocchiarsi ai suoi piedi.
A Tara Buffy ricordò un'antica sacerdotessa, compresa nel rito
che stava per compiere. Altera, eppure supplice, si accostava alla sua
vittima, con lo stesso rispetto che avrebbe riservato al suo Dio.
Lentamente Angel prese il coltello dalla mano sottile che lo stringeva
con forza. Per un istante parve che Buffy fosse riluttante a lasciare
l'impugnatura che serrava fra le dita. Poi cedette. Il vampiro senza abbassare
lo sguardo dal viso di lei lo accostò al proprio polso.
La mano di Buffy però scattò in avanti, come pentita di
aver abbandonato la presa sull'arma. "No!" L'esclamazione violenta
e improvvisa fece sobbalzare la spettatrice. Suonò però
più come una preghiera che un comando. "Le altre ferite non
si sono ancora del tutto rimarginate." mormorò Buffy sottovoce.
Solo allora Tara notò che su entrambi i polsi del vampiro c'erano
i segni di tagli, alcuni quasi completamente guariti, altri più
recenti, ancora in via di guarigione.
Dopo un'impercettibile esitazione i vampiro si tolse la maglietta, restando
a torso nudo.
Tara non potè impedirsi di ammirare quel
fisico scultoreo che non aveva però nulla della artificialità
dei fisici palestrati da spiaggia. La sua ammirazione era priva di qualsiasi
risvolto sessuale. Angel era bello di una bellezza che varcava i confini
dei sessi. Il suo corpo era elegante, armonioso, proporzionato come un'opera
d'arte nata dalla fantasia di un artista. Lui però era concreto,
reale.
Buffy aveva allungato una mano per accarezzargli i muscoli del petto.
Tara sorrise comprensiva. Sarebbe stata tentata perfino lei di cercare
una conferma della realtà di un'opera così perfetta.
Angel gentilmente prese la piccola mano fra le sue e la allontanò
da sè. Poi, sempre fissando Buffy negli occhi, con la punta del
coltello tracciò una linea sottile a livello del proprio cuore.
Tara socchiuse le labbra e fece un passo avanti, in un'istintiva protesta
nel vedere quel capolavoro così deturpato. Angel colse il suo movimento
e la bloccò, con uno sguardo di affettuoso rimprovero. La strega
abbozzò un sorriso di scusa e si fermò, decisa a non intervenire
oltre.
Ignara di tutto Buffy accostò il capo
alla ferita dalla quale stavano iniziando a emergere piccole gocce di
sangue. Le lambì gentilmente, come timorosa di fare male al compagno.
Angel chiuse gli occhi e le posò una mano sul capo, come per trattenerla
contro di sè.
L'espressione sul volto del vampiro divenne estatica. Tara poteva distinguere
la tensione dei muscoli di tutto il suo corpo. Non era certo il dolore
provocato da quella piccola ferita a provocare in lui sensazioni così
intense. La strega si chiese che cosa dovesse provare, lui, creatura nata
dal sangue, che viveva grazie ad esso, sentendo la sua compagna bere il
suo liquido vitale, la sua essenza.
Distogliendo con uno sforzo l'attenzione dal vampiro la giovane strega
notò che il capo di Buffy non si muoveva più lentamente,
come all'inizio. Il sangue stava fluendo più copioso e la ragazza
lo sorbiva con sempre maggiore avidità. Il suo corpo era contratto,
quasi rigido. Stringeva con forza le ginocchia di lui. Dimentica della
presenza dell'amica Buffy non stava soddisfacendo semplicemente un bisogno
del bambino. La tensione del suo corpo, quasi spasmodica, testimoniava
che c'era qualcosa di più che la spingeva ad agire.
La ragione diceva a Tara che avrebbe dovuto
provare disgusto ad assistere a un simile atto. Invece ne era affascinata.
C'era qualcosa in quei due esseri avvinti fra loro in modo così
intimo, selvaggio, ma allo stesso tempo naturale che esprimeva completezza
e perfezione. Era uno spettacolo maestoso e solenne.
"Il cerchio si è chiuso". La frase emerse nella mente
dalla sua mente come sussurrata da una voce lontana. Non ricordava dove
l'avesse letta, ma quelle parole esprimevano esattamente quello a cui
stava assistendo.
Ad un tratto le mani di Angel dal capo di Buffy si spostarono al suo viso.
Gentilmente la separò da sè e la baciò. Tara non
disse nulla. Quel bacio era la logica conclusione dell'atto che si era
appena compiuto. Appassionato, ma anche colmo di dolcezza, sembrava voler
suggellare lo scambio di cui i due erano stati partecipi. Solo quando
le mani di Angel scivolarono lungo il corpo di Buffy, fermandosi sul suo
seno, la silenziosa spettatrice tossì energicamente. Il vampiro
chiuse gli occhi e con uno scatto si alzò in piedi porgendo una
mano alla compagna per aiutarla ad alzarsi.
Restarono lunghi istanti, uno di fronte all'altra, gli occhi ancora avvinti
incapaci di rassegnarsi a quella inopportuna interruzione.
Fu Buffy a cedere, voltarsi e fuggire su per le scale. Lui non fece neppure
un gesto per seguirla. La accompagnò solo con uno sguardo colmo
di rimpianto e desiderio.
"Avrà bisogno di me?" chiese
Tara indecisa se seguire l'amica per le scale.
"No." la rassicurò Angel, "Deve solo stare un po
da sola."
"Willow è mai stata presente quando voi..." la giovane
strega non trovò le parole adatte a descrivere quello a cui aveva
assistito. Non sapeva esattamente perchè avesse posto quella domanda.
Forse era solo curiosa di sapere se anche la sua compagna avesse reagito
come lei a quella situazione fuori dell'ordinario.
"Buffy glielo ha raccontato credo, ma Willow non è mai stata
presente. Non capita spesso che Buffy abbia bisogno...di me e quando è
successo...abbiamo corso il rischio."
Angel riflette che era strano che Buffy avesse osato fare quella richiesta
a Tara, ma non a Willow. Probabilmente Willow la conosceva troppo bene
e Buffy aveva istintivamente temuto quello che l'amica avrebbe potuto
vedere.
Il vampiro osservò la strega con un nuovo interesse. I suoi occhi
scuri esprimevano confusione, ma anche una più profonda consapevolezza.
Lo sguardo attonito, le mani sottili che tormentavano la stoffa della
gonna dimostravano un evidente disagio. Buffy l'aveva sottovalutata.
"Tu sai che cosa è successo." mormorò il vampiro.
Sentendosi interpellare Tara si riscosse. Avrebbe
potuto fingere di non comprendere il significato delle parole del vampiro.
Era scossa a causa di quello che aveva visto. Avrebbe voluto avere tempo
per riflettere, discuterne magari con Willow, e soprattutto ridimensionare
ogni cosa.
Si era lasciata coinvolgere, trasportare su un piano lontano dalla realtà.
Con il tempo sarebbe riuscita a vedere tutto con maggior chiarezza.
Angel però non era disposto a concederle tempo. La sua voce era
colma d'ansia e di bisogno di essere rassicurato. Evidentemente anche
lui si trovava su un terreno sconosciuto e voleva delle conferme da lei.
Tara non si sentì di deluderlo. Dubitava di potergli essere di
molto aiuto, ma avrebbe fatto il possibile.
"Io...non ne sono sicura." rispose incerta "Quello che
mi è venuto in mente è "Il cerchio si è chiuso."
Deve essere una frase che ho letto da qualche parte, ma non rammento a
proposito di che cosa."
Angel, che era tornato a sedersi sul divano,
la scrutò con un'attenzione che mise a disagio la timida strega.
"E' questo che hai pensato Tara? Veramente? Ne sei proprio sicura?"
Il sollievo che Tara lesse nel suo tono la tranquillizzò, nonostante
la violenza con cui quella raffica di domande era stata pronunciata.
"Sì, ne sono sicura, anche se non capisco il perchè."
confermò senza esitare.
"E' strano." Mormorò il vampiro parlando a se stesso.
"Il cerchio rappresenta la perfezione, la vita, il mondo, l'intero
Universo. Tutto ciò che è bene si può ridurre ad
un cerchio. Gli estremi si uniscono, uno spazio è delimitato, senza
angoli, punti deboli, interruzioni. Il cerchio è la completezza,
l'inizio e la fine di tutte le cose."
Angel tornò ad alzarsi per camminare irrequieto per la stanza,
immemore della sua ascoltatrice, seguendo solo il percorso dei propri
pensieri.
"Il cerchi: neppure la morte sfugge alla sua logica. L'anima si incarna,
nasce un uomo, infine muore. Il suo corpo torna alla terra tornando nel
ciclo della natura e la sua anima si libera tornando ad essere l'essenza
eterea che era stata. L'uomo stesso è un cerchio: mente, cuore,
anima e corpo strettamente connessi e dipendenti l'uno dall'altro.
Il male è tutto ciò che spezza l'armonia del cerchio. La
malattia, che infrange il legame fra la mente e il corpo, rendendo quest'ultimo
incapace di rispondere alle richieste della mente è male. Il dolore,
l'ira, l'invidia che allontanano il cuore dall'anima sono il male. L'egoismo,
che isola la mente rendendola incapace di comunicare con il cuore e l'anima..."
Il vampiro si fermò un istante per guardare
Tara, come se volesse da lei la conferma delle sue parole. "Potrei
portarti mille esempi, il concetto è però uno solo: il male
rompe il cerchio, distrugge l'armonia e porta al caos.
I vampiri sono il male. La loro esistenza interrompe il cerchio della
vita sottraendo il corpo al suo destino, consentendo ai demoni di lasciare
gli abissi infernali a loro destinati per camminare in un mondo dove non
hanno altro scopo se non portare altro dolore e altro male.
Così come simulano la vita, i vampiri tentano anche di simulare
il cerchio. Il Sire beve il sangue del nuovo cucciolo e il nuovo cucciolo
beve il sangue del suo Sire. Il loro però è un abominio,
un cerchio spezzato prima ancora che di essere formato, un'illusione,
una spirale di dolore. Il corpo che è rianimato è un vuoto
involucro destinato ad ospitare un demone. La sua essenza vitale l'ha
abbandonato. Il dono della vita eterna è una beffa, un insulto
all'ordine dell'universo.
Io ho bevuto il sangue di Buffy e ora lei...ha bevuto il mio e tu dici
che... il cerchio si è chiuso.
Se così fosse...sarebbe un bene, non un male come io temevo."
Angel tacque, ora che era riuscito finalmente
a esprimere la paura che l'aveva ossessionato fino a quel momento. Guardò
implorante la giovane, ma Tara non sapeva esattamente che cosa dire. Alla
fine lasciò parlare il suo cuore.
"Tu hai bevuto il sangue di Buffy, ma, da quanto mi ha raccontato
Willow, non glielo hai sottratto con la forza o l'inganno. E' stata lei
a donartelo spontaneamente così come ora tu le stai donando il
tuo. Nessuno dei due ha preso la vita dell'altro, al contrario bevendo
il sangue del vostro compagno avete vinto la morte. Il vostro è
stato un muto scambio dettato dall'amore. Questo non può essere
male.
Forse il male era che lo scambio non fosse stato reciproco, che tu avessi
accettato il suo sacrificio senza offrire nulla in cambio. Ora, grazie
a tuo figlio lo hai fatto, quindi...il bene si è compiuto. Avete
avuto il coraggio di rompere i vostri cerchi, soffrire, alterare la vostra
armonia, per formare un cerchio più grande, che vi comprende entrambi.
Temo Angel che a questo punto non potrai più fuggire da lei, neppure
se ti rifugiassi in un altro continente." concluse la giovane strega
sorridendo timidamente.
"Non voglio lasciarla...mai più"
dichiarò il vampiro seriamente. "Ma avevo paura. Sentivo questo
nuovo legame e non sapevo come interpretarlo. Non si tratta solo del fatto
che lei beva il mio sangue. E' qualcosa di più complesso e profondo.
I nostri rapporti stanno cambiando e...a volte mi sembrano simili ai rapporti
che si instaurano fra Sire e Cucciolo nel mondo dei vampiri, e allora
i miei peggiori incubi diventano reali, altre volte invece...mi da gioia
e serenità pensare che Buffy...abbia bisogno di me in modo più
completo, così come io ho bisogno di lei. Mi chiedo che cosa comporterà
per noi e per il bambino." mormorò scuotendo il capo perplesso
e preoccupato.
"Lo scoprirete con il tempo credo. In ogni caso non penso che ne
deriverà del male per nessuno. Dovrete solo farci l'abitudine.
Buffy se né accorta?" Domandò Tara, assalita improvvisamente
dal dubbio.
Angel fece una smorfia di autocompatimento. "No, non credo e se si
è resa conto che le cose fra noi sono cambiate probabilmente lo
attribuisce al bambino. Non so proprio come farò a spiegarle che
è qualcosa che esula dalla nascita del piccolo."
Tara represse una risata all'espressione tragicomica del vampiro. "A
questo proposito posso darti un solo consiglio: usa il termine Cucciolo
con molta cautela. Qualcosa mi suggerisce che lei non ne sarà entusiasta!"
|