Buffy, seduta sul divano, sollevò i piedi
da terra per ripiegare le gambe sotto di sè. Incrociò le
braccia sul petto e inclinò leggermente il capo. I suoi occhi grigi
erano seri e in essi Angel lesse la paura. Aspettava che lui parlasse
sapendo già che le sue parole l'avrebbero ferita.
Tutto in lei esprimeva timore. Aveva istintivamente assunto la posizione
tipica di chi sente il bisogno di proteggersi da una minaccia che non
può evitare.
Il vampiro abbassò lo sguardo. Avrebbe voluto rassicurarla, abbracciarla,
dirle che tutto andava bene, ma sarebbe stato ipocrita.
Infinite volte in passato le sue confessioni avevano suscitato in lei
angoscia e dolore. Questa volta non sarebbe stata diversa dalle altre.
Se solo ... sognare, aggrapparsi a futili speranze
in quel momento non sarebbe stato utile a nessuno. Tutto quello poteva
fare era essere, per quanto gli era possibile, onesto con lei.
La tentazione di offrirle un'ultima possibilità di salvezza, fu
però più forte di lui.
"Buffy, non è indispensabile che tu sappia. Devi solo avere
un pò di pazienza, sopportarmi quando...non mi comprendi, senza
fare domande, e tutto questo non sarà necessario."
Lei scosse il capo con decisione.
"Tu, la tua mente, il tuo passato...sei come un labirinto per me.
Cammino senza vedere l'uscita, incerta su ogni passo che compio, ogni
sentiero che intraprendo. Ogni mio gesto, ogni mia parola possono significare
tutto o nulla. Sei sereno, dolce, affettuoso. Mi sorridi e io penso che
nulla potrà mai divederci. Un istante dopo ti trasformi, chiudendoti
in te stesso. Diventi cupo, distante, lontano da me anni luce. E io soffro
senza neppure sapere il perchè.
Procedo insicura, compio una svolta, e scopro un nuovo frammento del tuo
essere che mi era sconosciuto. Mi convinco di essere finalmente di essere
arrivata all'Ultima porta, di conoscere finalmente l'uomo di cui mi sono
innamorata. Poi arriva la delusione. Non ho lasciato veramente il labirinto.
Devo proseguire il mio viaggio. Quando sono disperata penso che questo
sia il mio destino: vagare all'infinito nella tua anima, nella tua mente,
senza trovare mai la via di uscita.
Sono stata tentata tante volte in passato di
fermarmi, non pormi più domande, godere del presente senza preoccuparmi
di che cosa accadrà di noi l'istante successivo.
Non posso farlo però. Mi fa troppo male non sapere e soprattutto...mi
fa troppa paura. Temo che qualcosa nascosto in quel labirinto possa uccidere
quello che provi per me, recidere per sempre il nostro legame. Allora
vado avanti, nonostante il dolore.
Adesso poi ho un altro motivo per voler aprire anche questa porta: nostro
figlio. Devo sapere chi è suo padre. Perciò parla. Ti ascolto."
Angel rialzò il capo guardandola negli occhi. Buffy aveva paura
ma non sarebbe fuggita.
"Sei arrivata all'Ultima Porta Buffy. Se la attraverserai non potrai
più tornare indietro." L'avvertì, con la voce colma
di ansia. Buffy non disse nulla. Il vampiro incominciò a parlare,
senza più esitare.
"Quasi un anno fa ho bevuto il tuo sangue. Tu ora hai bevuto il mio."
mormorò fissandola negli occhi. Il suo tono pacato, tranquillo
strideva con le crude immagini evocate dalle sue parole.
"E' vero." commentò Buffy sorpresa. "Non ci avevo
pensato. E' come se...." ad un tratto impallidì e guardò
il compagno sgomenta.
"Angel ... " Nella sua voce ora c'era tutto il terrore che può
suscitare un incubo quando minaccia di diventare reale.
"Non preoccuparti." Si affrettò a rassicurarla il vampiro.
"Sei viva. Non ti ho ucciso con il mio morso." Un lieve sorriso
illuminò per un istante i lineamenti austeri. "Non sei certo
un vampiro. Il bambino...influisce su di te, ma la tua natura è
rimasta la stessa."
La sua espressione tornò a essere grave. "Però sono
cambiati...i nostri rapporti. Io sono cambiato e...anche tu. Avrei preferito
non parlartene. Tu avresti accettato il tuo nuovo modo di sentire, di
vivere la nostra relazione come una conseguenza della gravidanza. Se fossi
riuscito a controllarmi meglio tu forse non te ne saresti mai accorta."
osservò con rimpianto. "Ma...le cose sono andate diversamente.
Io non sono stato abbastanza forte e tu..."
"Sei il mio compagno, il padre di mio figlio!" lo interruppe
Buffy impaziente. "Non ci devono essere segreti fra noi."
Angel assunse un'espressione colpevole. Buffy
si pentì di quelle parole che erano suonate come un'accusa. Il
suo tono divenne più dolce. "Ti amo. Qualsiasi cosa che coinvolge
te, coinvolge inevitabilmente anche me. "
"Va bene." Assentì il vampiro rassegnato, ma anche più
sereno. Buffy non aveva torto. Sarebbe comunque arrivato, presto o tardi,
il momento in cui avrebbe dovuto darle delle spiegazioni.
"Prima eravamo legati dall'amore, come la maggior parte delle coppie.
Ti sei innamorata di quello che di umano c'è in me e io...ho adorato,
dal primo momento in cui ti ho vista, la tua luce, la tua energia, l'incredibile
capacità di amare che sai offrire al mondo.
Io non sono però solo un uomo. C'è un demone che vive dentro
di me. Lui ti odia, perchè mi hai dato il coraggio di vivere come
un essere umano, e non solo sopravvivere strisciando per l'eternità
nel buio, escluso tanto dal mondo della luce quanto dal mondo delle tenebre.
Senza di te Lui lentamente, giorno dopo giorno, sarebbe riuscito a logorare
la mia volontà, asservire la mia anima, troppo debole per resistergli
all'infinito, e sarebbe di nuovo stato libero.
Invece ti ho incontrata e tu hai dato uno scopo
alla mia esistenza. Ti ho amato.
Lui ti odia per questo, ma...è anche ossessionato da te. Hai vanificato
i suoi progetti, lo hai combattuto, ti sei dimostrata non solo sua pari,
ma anche superiore a Lui. Questo Angelus non può accettarlo. Deve
essere Lui il più forte, deve avere il controllo fra le sue mani,
sempre! "
Angel si interruppe. Parlare dell'entità oscura che viveva nel
suo stesso corpo gli costava uno sforzo evidente.
Buffy comprese il suo tormento e ne provò pena. Fu tentata di fermarlo,
di lasciare perdere, ma le sue parole stavano facendo affiorare i ricordi
e i dubbi che da anni dormivano nascosti nella sua coscienza.
"Lo so. Angelus...non l'ho mai capito fino
in fondo. Voleva uccidermi, ma quando ne ha avuto la possibilità
non l'ha fatto.
Mi ha insultato, perseguitato, ha ucciso persone che mi erano care, ma
senza mai minacciare veramente la mia vita." Il suo cuore mancò
un battito. "E' perfino entrato nella mia stanza mentre dormivo...ma
solo per lasciare un segno del suo passaggio: un disegno, un mio ritratto.
Era come se volesse che io sapessi che era stato lì, a pochi centimetri
da me che dormivo indifesa, e avrebbe potuto uccidermi, ma...ha deciso
di non farlo. Perchè?"
Angel corrugò la fronte preoccupato. Il viso di Buffy esprimeva
l'angoscia che aveva provato in quei giorni, ma non c'era paura nelle
sue parole. Angelus rappresentava il passato, un nemico pericoloso, ma
ormai sconfitto per sempre. Sarebbe stato difficile farle comprendere
che non era così.
"Spike e Drusilla erano convinti che lui
volesse la tua vita, ma solo perchè non hanno mai compreso veramente
il loro Sire. Angelus ha lasciato che lo credessero, che tutti lo pensassero,
anche tu, perchè detestava ammettere che tu significavi per lui
molto di più di una qualsiasi preda.
In realtà lui ha visto in te...quello che io non posso, o forse
non voglio vedere." mormorò Angel, distogliendo lo sguardo.
"Che cosa ha visto?" lo incalzò Buffy, la voce colma
di curiosità, ma anche di ansia. Conosceva da sempre la risposta,
ma non era mai stata disposta ad accettarla.
"Vede il tuo lato oscuro. La tua energia, la tua vitalità
ai suoi occhi sono forza, potere, lussuria. Il tuo coraggio è una
sfida per la sua mente distorta dall'odio. Vuole possedere il tuo corpo,
come la tua anima. Non desidera ucciderti. Non ne ha bisogno. Il suo alimento
sono la tua paura, il tuo disprezzo, ma anche...l'attrazione che provi
per lui." Angel aveva sussurrato le ultime parole, ma esse rimbombarono
nella mente di Buffy con la violenza di un tuono.
"Sei impazzito? Io non..." iniziò
a protestare, ma sotto lo sguardo acuto e dolente del vampiro tacque.
Angel l'aveva avvertita. Non poteva più tornare in dietro.
"C'è una parte di te che è affascinata da lui. Angelus
è il male, la violenza, la morte, ma anche la forza, il dominio,
il piacere proibito.
L'hai combattuto, l'avresti perfino ucciso, ma lui è riuscito a
penetrare in quei sogni. I sogni che avvolgono la tua mente nelle ore
più oscure della notte, gli stessi che al risveglio ti affretti
a cancellare dalla tua coscienza, perchè ti fanno sentire colpevole,
ma a cui la tua mente nel sonno, libera da ogni vincolo, si abbandona
con desiderio. E' entrato in quei pensieri che non riveli neppure a te
stessa.
La mattina in cui ti sei svegliata e hai trovato il segno del tuo passaggio,
prima che sopraggiungesse l'ira e il timore, per un istante, un solo,
breve istante, hai desiderato che lui..."
"Basta!" Esclamò Buffy, rossa in volto per l'ira, ma
anche per la vergogna. "Può darsi che tu abbia ragione."
ammise faticosamente. "In fondo esiste un pò di pazzia in
tutti noi. E' possibile che io abbia pensato a Lui, solo per un istante...così
come tu dici, ma ora Lui non camminerà mai più sulla Terra,
tu non perderai più la tua anima e quindi...non ha importanza.
Nei miei sogni ci sei soltanto tu e quando mi risveglio...il mio unico
rimpianto è di essere da sola."
Angel sospirò tristemente. Avrebbe voluto
crederle. Non era stato facile neppure per lui accettare quella realtà,
ma...condivideva con Angelus i suoi ricordi, le sue sensazioni e...conosceva
Buffy. Non c'era mai stato nulla di definito fra loro. Buffy era troppo
forte per cadere succube delle proprie debolezze. Ma c'erano stati lampi
nello sguardo, brevi istanti di fragilità, l'indugiare, durante
una lotta, del tocco di una mano, il leggero socchiudersi delle labbra
sotto un bacio crudele, ma che gli avevano rivelato quello che era ignoto
a Buffy stessa.
Fino a quel momento aveva cancellato quelle immagini dalla sua mente.
Angelus non avrebbe più interferito nelle loro vite. Era il passato.
Ma ora...il legame di sangue che li univa aveva coinvolto anche il demone,
rendendolo più forte. E il demone sapeva, conosceva Buffy non meglio
di lui, ma in un modo diverso. Sentiva il suo inconscio richiamo. Aveva
tentato di tenerlo lontano da lei, ma...nè lui, nè Buffy
potevano più ignorare la sua esistenza.
"Ha importanza invece." affermò deciso, guardando Buffy
negli occhi. "Ora che hai bevuto il mio sangue, il suo sangue...sei
legata anche a lui.
Quando non esisteva ancora questo vincolo mi era più facile ridurlo
al silenzio, trasformare i suoi urli in sussurri che si perdevano nel
fluire della mia vita. Ora mi è sempre più difficile farlo
tacere."
L'ira nell'animo di Buffy si trasformò in preoccupazione e timore.
"Prima lui...stava urlando?" chiese, improvvisamente conscia
di quello che aveva turbato compagno.
"Sì. Io...non volevo origliare."si giustificò
subito Angel. "Ero venuto a chiamarti per la cena e ti ho sentito
mentre parlavi con...Riley. Sono tornato in cucina, ma lui...avrebbe voluto
che reagissi diversamente."
"Non ha motivo di essere geloso di Riley!"
protestò lei immediatamente. "La nostra storia è finita,
almeno per me. Anzi...forse non è mai iniziata.
Non riuscivo a rassegnarmi al fatto che tu mi avessi lasciato. Soffrivo
e mi sentivo sola. Avevo bisogno di avere vicino qualcuno tranquillo,
che non mi avrebbe creato problemi, ma presente." Aveva pronunciato
quelle parole senza riflette, ma con stupore si accorse che descrivevano
perfettamente la sua storia con Riley. Storcendo la bocca considerò
che...al suo posto avrebbe potuto comprarsi un cane! Si sentì in
colpa per quel pensiero crudele, ma il suo rimorso non servì a
renderlo meno vero. "Non l'ho mai amato veramente." osservò
con sereno distacco."Non è neppure stato un amico, perchè
non mi ha mai veramente capito, e io...non ho mai neppure tentato di capire
lui." riconobbe onestamente.
"Questo non ti ha impedito di andarci a letto." non riuscì
a trattenersi dall'osservare il vampiro, con tono amaramente ironico.
"Abbiamo già affrontato questo discorso
Angel." rispose Buffy esasperata. "Pensavo fosse chiuso! Se
non tronco la storia con lui è solo perchè ho paura...per
il bambino e per te. Lo sai benissimo anche tu!"
"Lo so, infatti." la rassicurò Angel con un'espressione
mesta di scusa. "Angelus però non lo sa o non la ritiene una
scusa sufficiente. Per lui non ci sono mezze misure e neppure giustificazioni
valide. Tu gli appartieni e Riley...se Angelus avesse mai il controllo
delle mie azioni, e questo non succederà, quel ragazzino farebbe
bene a stargli molto lontano!"
"E io?" chiese Buffy alzando il capo in un gesto di sfida. "Anch'io
dovrei stargli lontana? Ucciderebbe anche me perchè secondo lui
l'ho tradito? O forse, visto che non desidera la mia morte, mi riempirebbe
semplicemente di lividi?"
Il vampiro storse la bocca in una smorfia di divertimento, misto a rammarico.
"No. Non aveva in programma per te niente di così volgare
e cruento. Ha altri modi per ricordarti a chi appartieni...modi che alla
fine tu potresti addirittura trovare piacevoli."
Buffy strinse le labbra irritata, ma, notò
Angel, distolse gli occhi dai suoi. Era troppo onesta per non ammettere
con se stessa le proprie debolezze. L'Ultima Porta era stata aperta...per
entrambi.
Avrebbe potuto risparmiarle quella frecciata. Non le faceva una colpa
per quello che provava per il demone. Buffy era un essere umano, non poteva
quindi essere perfetta. Anche lei, come tutti, aveva il suo lato oscuro
da cui nascevano sentimenti ed emozioni di cui non era fiera. Lo accettava,
ma non poteva impedirsi di esserne ferito.
Le sorrise, sperando che le comprendesse che l'amava e capiva quello che
stava provando in quel momento. Lei però, lo sguardo fisso a terra,
non vide la sua espressione di scusa. Angel allora allungo una mano e
dolcemente la costrinse di nuovo a guardarlo in volto. Ora che aveva iniziato
non poteva più fermarsi. Lei doveva sapere tutto.
"Il problema Buffy è che non tratta solo di Riley. Lui emerge
anche quando...tu mi sorridi in un certo modo, mi tocchi, anche se accidentalmente,
o giri per la casa meno vestita di quanto dovresti.
Mi costa un notevole sforzo non...amarti come vorrei. Angelus non vede
nessuna ragione per cui non dovrei farlo, anzi, perchè lui non
dovrebbe farlo.
Sente il tuo desiderio, la tua eccitazione quando ti sono vicino e...restarti
lontano mi è sempre più difficile. Per questo mi sono chiuso
nella mia stanza. Non volevo fuggire da te, ma..da lui e da me stesso."
Buffy si rilassò contro il tocco gentile
della sua mano. Quando lui abbassò il braccio si abbandonò
contro lo schienale del divano sconfortata.
"Torniamo sempre allo stesso punto. Non è così?"
chiese retoricamente. Era stanca di quella eterna lotta contro se stessa.
"Sì. E' così." le confermò Angel. "Ma
c'è qualcosa di più. Non si tratta solo più di noi
due, ma anche di lui."
"Splendido!" esclamò Buffy depressa. "Immagino che
lui abbia anche la soluzione. Io dovrei farti felice così lo libererei
ancora una volta, mentre la tua anima..."
"No!" mormorò Angel scuotendo il capo. "Angelus
non è stupido. Sa bene che non faremmo mai nulla del genere. Quello
che pretende è che io mi comporti in modo diverso con te."
"In che senso diverso?" domandò Buffy perplessa.
Fu Angel questa volta ad evadere il suo sguardo. Quello era un argomento
che non voleva proprio affrontare.
"Non ha importanza." rispose con tono vago. "E' sufficiente
che tu eviti, quando ti è possibile, di provocarlo e sii paziente
quando io mi comporto in modo "strano". Questo mi aiuterà
a controllarlo, come ho sempre fatto."
"Insomma, vorresti combattere questa battaglia
da solo!" esclamò Buffy, tornando a sedersi in posizione eretta,
di nuovo combattiva. "Per una volta Angel non cercare di fare l'eroe
e sii realistico! Con il tempo Angelus logorerà la tua volontà,
tu non riuscirai più a distinguere fra lui e te stesso. Alla fine
sarà lui a controllare le tue azioni! E' questo che vuoi?"
"Quello che voglio è che tu...non hai idea di quello di cui
è capace quel mostro!" tentò di spiegarle Angel, esasperato
e impaurito.
"Ti ricordo che l'ho già affrontato e sono sopravvissuta."
ribattè Buffy con sicurezza. "Posso farlo ancora." La
sua voce si incrinò per la tristezza e la paura. "Quello a
cui non potrei sopravvivere è...perdere te. So che questa volta
sarebbe per sempre."
"Sarebbe inutile dirti quello che lui vuole da te." mormorò
il vampiro scuotendo il capo. "Servirebbe solo a...indurti ad odiarlo
ancora di più.".
"No. Se sapessi...quello che desidera, la natura del legame che ci
unisce, forse potrei accontentarlo, almeno in parte. In questo modo lui
non avrebbe più motivo di tormentarti. Hai detto tu stesso che
sono attratta da lui. Benissimo! Questo mi faciliterà le cose."
Alle sue parole i lineamenti di Angel per un
istante si indurirono. Se lo era meritato. Era stato lui prima a provocarla.
Preso dalla disperazione, dilaniato da sentimenti contrastanti si prese
il volto fra le mani.
Aveva sperato...ma era stato inutile. Buffy era troppo testarda e soprattutto...aveva
ragione. Lui desiderava proteggerla da Angelus...e anche da se stessa,
ma non avrebbe potuto farlo per sempre. Doveva aprire l'Ultima Porta,
lasciare che lei scrutasse nei meandri più oscuri del suo essere
e ne coprisse tutto l'orrore. Dopo non sarebbe mai più riuscita
a guardarlo come lo guardava ora, con la stessa fiducia e lo stesso rispetto,
ma non c'era un'altra strada che potessero percorrere.
Lei doveva sapere.
Lentamente tornò a guardarla. Il volto di lei esprimeva comprensione,
affetto, ma anche una cupa determinazione. Il vampiro abbassò gli
occhi sulle proprie mani. Non osava incontrare i suoi occhi mentre le
descriveva quello che il suo demone esigeva da lei.
"Se tu parlassi al telefono con Riley solo
in mia presenza credo che renderesti a tutti le cose più facili."
Iniziò esitando.
"Non è un grosso problema." dichiarò subito Buffy,
sollevata dall'innocente richiesta. Sarebbe stato imbarazzante, ma era
fattibile. Da quando viveva con Angel non aveva detto nulla a Riley che
non avrebbe potuto ripetere di fronte a chiunque altro.
"Dovrai chiarire la situazione con lui il prima possibile."
aggiunse il vampiro, osservando la sua reazione da sotto le lunghe ciglia.
"Era comunque mia intenzione provvedere. Devo solo trovare il modo
di farlo senza rischi per nessuno." asserì lei, sinceramente
convinta.
Angel tacque per qualche istante.
"Ci sarebbe qualcosa da dire anche sui tuoi indumenti." proseguì
infine titubante.
Buffy alzò gli occhi al cielo.
"Considerato la balena che sono diventata non capisco proprio tutto
questo interesse per le mie curve, decisamente troppo abbondanti. Dovrei
indossare solo più gonne lunghe fino ai piedi, vestiti larghi e..."
"No...non intendevo fino a questo punto!" gemette Angel, con
espressione derelitta. "Lui...sei bella, lo sei sempre stata, ma
mai come ora e...non possiamo fare l'amore, quindi..."
"Credi davvero che funzionerebbe Angel? Non so come la pensi Angelus,
ma tu mi hai vista coperta di fango, scarmigliata, con i vestiti strappati,
ma tutto questo non ti ha mai impedito di desiderarmi." osservò
Buffy, mentre le spuntava sulle labbra un sorriso canzonatorio. "Se
non ricordo male ci siamo baciati e accarezzati nei luoghi e nelle situazioni
più incredibili. Ricordi quando, tentando di slacciarmi la giacca
mentre mi stavi baciando, per poco non hai fatto cadere entrambi in quella
fogna?"
"Hai ragione." rispose Angel sconfitto
e visibilmente imbarazzato. Il ricordo di quel momento felice gli strappò
comunque un breve sorriso, che sparì però quasi subito dal
suo volto, sostituito dall'ansia. "Lui però pensa che tu indossi
certi indumenti solo per...provocarlo, e ti diverta a farlo. Questo lo
fa impazzire di rabbia. Non si rende conto che tu riusciresti ad essere
desiderabile anche indossando un saio!"
Il sorriso di Buffy divenne malizioso.
"Anche tu pensi che io lo faccia per provocarti?" chiese, con
voce suadente.
Angel socchiuse gli occhi e sospirò.
"Qualche volta." ammise. "E in quelle occasioni sono tentato
di sculacciarti come una bambina cattiva!"
"Lo faccio raramente." tentò di giustificarsi Buffy.
"E' solo perchè mi sento brutta, goffa e grassa e tu a volte
mi sembri ...indifferente. E' come se non ti importasse veramente di me,
e...di noi."
Angel represse una risata, che però Buffy vide trasparire dai suo
occhi.
"Credimi...non mi sei indifferente...mai. Non c'è un solo
istante in cui io non desideri...fare l'amore con te. Non sei brutta e
neppure grassa." osservò accarezzandola con lo sguardo. "Sei...è
meglio se cambiamo discorso!" concluse frettolosamente.
Buffy, sorridendo felice, assentì con il capo. Gli occhi di lui
fissi sul suo corpo le avevano fatto accelerare i battiti del cuore serrandole
la gola.
Dopo lunghi istanti, timorosa di quello che
alla fine sarebbe stata indotta a fare, riprese a parlare per distrarsi.
"Non capisco. Le richieste che mi hai fatto fino ad ora sono abbastanza
ragionevoli. Non implicano nulla di terribile o che dovrebbe farmi soffrire.
Perchè avevi tanta paura a confessarmele?"
Angel si inumidì le labbra con la punta della lingua. Un gesto
che Buffy trovò incredibilmente eccitante. La mente del vampiro
però era lontana in quel momento. Si stava preparando a dire quello
che fino a quel momento aveva sperato di poter tacere.
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