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COMMENTO: spesso dividiamo il mondo in amici e nemici. La nostra vita sarebbe più felice se invece imparassimo a guardare agli altri con obiettività, senza pregiudizi o aspettative. Questo ci permetterebbe di apprezzare in tutti quello che di giusto e di buono hanno da offrirci, respingendo quello che di negativo c'è in loro, come in noi stessi

 

 

 

Oltre i confini del mondo

Capitolo n. 19

Nemici amici

 


Dannazione a te Angel!" gemette Buffy fra le lacrime. "Non sei cambiato affatto! Sei sempre così...stupidamente meraviglioso!" concluse, gettandosi fra le sue braccia.
Angel la strinse a sè con forza, dimenticando per un istante anche il bambino. Aspirò il suo profumo, tentò di imprimersi nella mente ogni più piccola sensazione che quel corpo caldo sapeva donargli come nessun altro: era la sua compagna, la parte migliore di lui e ancora una volta stava per perderla per sempre.
"Non voglio lasciarti!" mormorò Buffy contro il suo petto "Non ora che ti ho ritrovato! Non è giusto!"
"Non sarebbe giusto togliere a nostro figlio la possibilità di una vita normale che Riley gli sta offrendo!" controbatté Angel contro il suo orecchio.
"Lui ha parlato di te, di noi, come se ti avessi semplicemente usato per stare bene, come se fossi un oggetto! Non ti ho usato! Ti amo."

Angel chiuse gli occhi e compì un notevole sforzo per impedire alle lacrime di sgorgare. Avrebbe avuto tutta un'eternità di solitudine per piangere, un'eternità di solitudine.
"Non mi hai usato Buffy. Mi hai fatto sentire il tuo amore con ogni parola, gesto, sguardo e carezza che mi hai donato." Un sorriso di rimpianto gli sfiorò il viso. "Anche lui però ti ama. Lo ha dimostrato in questa stanza poco fa. Credo che sarai felice con lui."
"No!" esclamò Buffy decisa. "Non sarò felice. Solo con te potrei esserlo. Di questo ormai sono certa. Non è possibile. Ancora una volta devo perderti per una vita normale...che non desidero nè potrò mai avere! Sono la Cacciatrice e tu sei tutto quello di cui ho bisogno! C'è anche il bambino però e dobbiamo pensare anche a lui. Non ti conoscerà mai. Non saprà quello che ha perso, che padre meraviglioso avresti potuto essere. Quindi forse riuscirà ad amare lui senza rimpianti e godere della vita che gli offrirà."
"E' così!" la rassicurò il vampiro. Non le ricordò che il bambino conosceva già suo padre, attraverso i contatti mentali che avevano avuto. Era solo un piccolo essere inconsapevole. Probabilmente non avrebbe serbato il ricordo di chi l'aveva generato e accompagnato in quei lunghi mesi in cui il suo corpo e la sua mente si erano formati. Il suo vero padre sarebbe rimasto per lui sarebbe rimasto un vago fantasma, nel suo inconscio, un fantasma senza nome e senza sostanza.

"Avrò ancora bisogno di te." osservò Buffy, accorgendosi con angoscia che aveva già preso la sua decisione. Quella frase era profondamente vera: avrebbe avuto sempre bisogno di lui, solo che lui...non sarebbe stato vicino a lei.
"Non ti lascerò, se non quando tu lo vorrai." rispose Angel, provando una fitta di dolore rammentando quando, poco tempo prima, le aveva detto una frase simile, ma in un contesto del tutto diverso. Allora aveva detto quelle parole per suggellare la loro nuova unione, ora...quella unione si stava infrangendo senza rimedio.
"Devo andare da lui. Devo dirgli la mia risposta e...decidere che cosa fare, almeno fino a quando non nascerà il bambino." disse Buffy, senza però muoversi dalla stretta delle sue braccia.
"E' giusto." fu il solo commento di Angel.
Buffy sollevò il capo e finalmente potè osservare gli occhi del vampiro: profondità scure, tormentate, colme di dolore e sofferenza. Gli occhi le si colmarono di nuovo di lacrime. provava pietà per lui, ma anche per se stessa. Sapeva che i suoi occhi riflettevano gli stessi sentimenti che leggeva in quelli di lui.

"Aspetta!" la implorò Angel, tornando a stringerla, come per impedirle di allontanarsi da lui. Lentamente chinò il capo e le loro labbra si incontrarono un'ultima volta. Fu un bacio colmo di dolore e di ricordi reso più amaro dal sapore salato delle lacrime che bagnavano il viso di Buffy. In esso però c'era anche amore, dedizione, comprensione. Ognuno donò completamente se stesso all'altro, senza remore nè limiti.
"Questo è quello che non avrò mai più!" mormorò Buffy quando le loro bocche si separarono.
Angel non disse nulla. Le sue mani scivolarono in una lenta carezza lungo il corpo di lei fino a staccarsi e rimanere abbandonate, aperte, ma desolatamente vuote. Il vampiro appoggiò il capo contro il muro e chiuse gli occhi. Non voleva vederla andare via.
Buffy uscì correndo in giardino.
Giunta all'esterno si fermò per ricomporsi. Respirò profondamente la fresca aria della notte. Il giardino era tranquillo, ma nel suo animo imperversava una tempesta che non si sarebbe mai placata.

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"Non è necessario che resti qui. Puoi venire a casa mia. Tornerai solo quando...ne sentirai la necessità." le stava dicendo Riley in tono rassicurante. Buffy però storse istintivamente la bocca in una smorfia di disappunto per l'ottusità del ragazzo.
Lei aveva bisogno di restare con Angel...sempre! Possibile che Riley non riuscisse a concepire il fatto che lei amava il vampiro più di ogni altra cosa al mondo?
A deprimerla contribuiva anche la constatazione che il futuro compagno della sua vita non osava neppure tradurre in parole l'atto di bere il sangue di Angel da cui dipendeva la sopravvivenza sua e di suo figlio. Probabilmente ne provava orrore e disgusto. Non era in grado di cogliere il significato più profondo di quel gesto. Questo le dava un'idea abbastanza chiara di quello che sarebbe stata la sua vita in futuro.
Aveva scartato l'ipotesi di sposare Riley anche quando aveva supposto che fosse lui il padre. Fu tentata di farlo di nuovo. Avrebbe potuto allevare da sola il piccolo, come aveva pensato all'inizio, ma...allora pensava di stare per dare alla luce un bambino come tanti, ora...non era più certa di farcela da sola. L'alternativa era quindi Riley o Angel e...Riley sembrava offrire al neonato più protezione di quanta avrebbe potuto dargliene Angel, anche con tutta la più buona volontà del mondo.
Nonostante tutto Riley voleva dividere la sua vita con lei e con suo figlio. L'intensità del suo amore la commosse.

Un rumore di rami spezzati alle sue spalle la distrasse, inducendola a voltarsi. Angel era in piedi, lontano alcuni passi da loro. Evidentemente aveva voluto attrarre la loro attenzione. Quando voleva sapeva muoversi in modo assolutamente silenzioso in qualsiasi ambiente.
Buffy lo scrutò con sguardo interrogativo. Si erano detti tutto quanto era necessario. Milioni di parole non sarebbero comunque servite ad esprimere il dolore che entrambi provavano, perchè quindi lui aveva raggiunto lei e Riley in giardino?
Riley doveva essersi posto la stessa domanda perchè interpellò bruscamente il vampiro con lo stesso tono che avrebbe usato per scacciare un cane indesiderato.
"Che cosa vuoi adesso? Vattene! Lei ha fatto la sua scelta, la sola scelta che poteva fare! Lasciaci soli, ma...ti consiglio di esserci quando ci servirai o io..."

"Tu che cosa?" chiese il vampiro in tono ironico, prima che Buffy riuscisse ad intervenire.
La Cacciatrice sentì un brivido scorrerle lungo la schiena. Conosceva quel tono e l'andatura disinvolta con cui Angel si stava avvicinando. Lei e Riley non avevano di fronte l'uomo avevano lasciato poco prima, ma Angelus uscito chissà come dall'inferno in cui Angel l'aveva relegato.
Anche Riley percepì un cambiamento nel vampiro perchè Buffy lo sentì irrigidirsi al suo fianco.
"Buffy ha scelto." Commentò Angelus sorridendo. "Anche Angel ha fatto la sua scelta. Come sempre è stato generoso e pronto a sacrificarsi per gli altri, ma tutti e due hanno dimenticato di interpellare me. Il bambino è mio quanto della mia insulsa anima, anzi, a giudicare da come si comporta è più mio che suo, quindi credo di aver diritto a dire la mia opinione." decretò in tono beffardo.
"Io penso che Buffy debba restare qui, con il bambino naturalmente e tu...dovresti sparire dalla faccia della Terra...nel modo più doloroso possibile. Hai per caso qualcosa in contrario soldatino? Forse sì, direi, ma...non ha molta importanza quello che vuoi TU!"

Buffy istintivamente si pose fra il vampiro e il ragazzo, nel tentativo di difenderlo. Le intenzioni di Angelus erano evidenti e lei non avrebbe mai permesso all'anima di Angel di macchiarsi di quell'ennesimo crimine. Con un sorriso triste costatò l'assurdità del fatto che anche proteggendo Riley in realtà si preoccupava di Angel. In quel momento però la sola cosa che avesse importanza era che nessuno restasse ucciso.
"E' un'abitudine la tua di nasconderti dietro donne incinte o ti capita solo quando ne hai una a portata di mano?" Il ragazzo biondo, parzialmente nascosto dal corpo di Buffy, chiaramente immobilizzato dalla paura non rispose. I bei lineamenti di Angel erano scomparsi per lasciare il posto alla maschera del demone i cui occhi gialli brillavano in modo inquietante.
Buffy stessa, per un istante, fu terrorizzata dalla sua espressione. Non aveva mai visto Angelus così calmo e allo stesso tempo minaccioso. Doveva essere veramente infuriato.
Con uno sforzo riuscì a parlare senza che la voce le tremasse.

"Angelus, il bambino è mio!" decretò, con falsa sicurezza. "Va bene, è mio e di Angel!" ammise sotto il suo sguardo irrisorio. "Se tu pensi che sia anche tuo...pensa quello che vuoi!" si arrese per non dare inizio ad una discussione inutile e che temeva di perdere. Per il momento il bambino aveva dimostrato chiaramente di possedere molte delle caratteristiche del demone. Tutto in Buffy però rifiutava l'idea di stare per generare il figlio di un demone. Era quella la sua più grande paura e non intendeva affrontarla in un momento così critico.
"Quello che sto facendo in ogni caso lo faccio per lui, per il suo futuro, quindi dovresti approvare anche tu. Se resto con Riley lui crescerà come tutti gli altri bambini. Non credo proprio che sentirà la mancanza di un padre psicopatico come te!" replicò con forza, tentando di combattere con la sua stessa logica il suo nemico.
"Non sei gentile, Buffy." replicò Angelus, fermandosi di fronte a lei. "ma in fondo non lo sei mai stata con me e ne sono felice! Mi piaci così come sei: combattiva, passionale e soprattutto...ingenua, quasi quanto la mia anima. La sola differenza fra voi due è che la mia anima ha la fortuna di godere della mia lunga esperienza!"

"Non la definirei una fortuna!" esclamò Buffy istintivamente. Non riusciva a capire dove il vampiro volesse arrivare. Se fosse stato veramente intenzionato ad uccidere Riley non si sarebbe fermato a parlare con lei. Con l'ingombro del suo ventre prominente Buffy costituiva una misera difesa per il ragazzo.
"Questo dimostra come ci si può sbagliare. A volte può esserlo invece! Non ti chiedi come mai sono qui? La risposta è semplice. E'stato lui a liberarmi. Per la verità ho temuto a lungo che non l'avrebbe fatto. Era talmente affranto e occupato ad autocommiserarsi da essere completamente incapace di formulare un pensiero razionale. Poi finalmente ha avuto un istante di lucidità! Un puro caso suppongo. E' bastato però quell'istante per indurlo a dubitare di quello che aveva appena fatto. Ti aveva lasciato andare, affidando te e nostro figlio a...un perfetto sconosciuto, che emana una luce di santità quasi abbagliante. Una creatura angelica...come me! Per questo Angel ha lasciato che io emergessi. Fra simili è più facile comprendersi. "
Buffy sobbalzò per la forza con cui il vampiro aveva pronunciato le ultime parole.

"Che cosa vuoi dire?" chiese sbalordita aggrottando le sopracciglia.
"Se vuoi saperlo devi avere fiducia in me. Consegnami il bamboccio!" ordinò il vampiro.
"Non credergli!" gemette Riley.
"No!" fu la pronta risposta di Buffy. "Non ti credo."
"Devi credermi oppure...ne pagherà le conseguenze nostro figlio! In ogni caso non lo lascerò a lui! Mai!" minacciò Angelus a pochi centimetri dal volto di lei teso per la paura.
Buffy si morse le labbra indecisa. Diffidava di Angelus. Era un maestro in quanto a menzogne e inganni, ma la sua preoccupazione per il piccolo le era sembrata assurdamente sincera.
"Promettimi che non farai nulla di cui Angel dovrà poi pentirsi!" chiese disperata, pregando di aver compiuto la scelta giusta, una volta tanto nella sua vita.
"Farò quello che Angel mi ha chiesto di fare, Buffy, nulla di più. Gentile da parte mia non credi? E' interessante come il bambino sia riuscito a metterci tutti d'accordo."

Quell'ultimo accenno al bambino convinse definitivamente Buffy che lentamente si mosse.
Appena lei non fu più un impedimento Angelus afferrò Riley, che stava procedendo all'indietro per allontanarsi da lui. Sollevandolo per i vestiti lo sbattè violentemente contro un albero. Poi avvicinò la bocca dischiusa al suo collo. I canini appuntiti sfiorarono la tenera carne.
"Ora soldatino hai due alternative: puoi parlare, e tu sai bene che cosa voglio ascoltare, oppure...tacere per sempre. In ogni caso Buffy sarà mia, come deve essere."
"Buffy aiutami!" implorò Riley terrorizzato.
La Cacciatrice fece istintivamente un passo verso di lui, ma si trattenne dall'intervenire. Angelus non le aveva mentito. Riley le stava nascondendo qualcosa. Se avesse semplicemente voluto fare un pasto il vampiro avrebbe indubbiamente già colto l'occasione favorevole di affondare i denti. Invece stava tergiversando. C'era qualcosa che voleva più del sangue di Riley.
I denti affondarono leggermente. Un rivolo di sangue macchiò la pelle candida.
Gli occhi spalancati, fissi su di lei, Riley iniziò a parlare, ormai convinto che nessuno lo avrebbe salvato.
"Tuo figlio è certamente un mostro, ma proprio per questo dobbiamo studiarlo. Se glielo avessi consegnato loro mi avrebbero promosso. Non potevo lasciarlo vivere nel mondo e tu...sei l'amante di un vampiro, un demone...in passato ti avrebbero bruciata sul rogo...e avrebbero fatto bene! Sei una..."

La frase fu interrotta da Angelus con un pugno al ventre della sua vittima. Riley perse quasi conoscenza.
"A chi hai raccontato del bambino, e di chi è il padre?" chiese il vampiro in tono tagliente.
"Nessuno." gemette Riley "Non mi avrebbero creduto, ma se glielo avessi portato..."
Il vampiro scaraventò il corpo massiccio contro un cespuglio spinoso come se fosse un fantoccio.
"Il quadro ora ti è chiaro Buffy?" chiese in tono cortese alla compagna mentre i suoi lineamenti tornavano ad acquistare l'umanità che avevano perso.
"Sì, ora è tutto chiaro. Io gli ho creduto, mi sono perfino scusata per quello che avevo pensato e lui...lo odio!E' un essere spregevole." esplose Buffy con gli occhi fiammeggianti d'ira.
Il vampiro sollevò le spalle in un gesto di non curanza. "E' un uomo: interessato, limitato e ottuso. Esiste di peggio: credimi!"
"Mi dispiace." mormorò Buffy. Non intendeva scusarsi con lui, ma per un istante aveva dimenticato di avere di fronte non Angel, ma Angelus.
Il vampiro comprese benissimo il vero destinatario delle sue scuse, ma decise comunque di approfittare dell'equivoco.

"Fai bene a scusarti. Dovrei torturarti per almeno un decennio per aver pensato di tornare con quel bamboccio. Stai però per partorire mio figlio e cercavi di proteggerlo quindi sarò magnanimo." Con un gesto deciso la afferrò e la strinse a sè.
Buffy non si attendeva quel bacio, ma si ribellò solo per pochi istanti. Il tocco energico di quelle labbra sapienti, la decisione con cui invase la sua bocca scatenarono presto in lei la passione.
Angelus non si accontentò di baciarla. Fece scorrere le mani su i suoi seni, stringendoli avidamente e poi lungo i suoi fianchi e il suo ventre che accarezzò a lungo. Buffy, persa nel piacere, dimentica di tutto, gli accarezzò il collo, sapendo quanto Angel fosse sensibile in quel punto. Passò le mani fra i capelli scuri attirando quella bocca, colma di sensazioni deliziose, più vicina a sè.

Improvvisamente però si ritrovò sola. Riaprì gli occhi. Angelus era a terra ai suoi piedi. Riley lo sovrastava con un paletto in mano. Senza esitare Buffy afferrò il polso della mano che brandiva l'arma. Sentì l'infrangersi delle ossa sotto le sue dita, ma non lasciò la presa fino a quando Riley non fu lontano dal vampiro.
Il suo tranquillo ex ragazzo era però anche un soldato bene addestrato. Alzò una gamba, con l'ovvia intenzione di colpirle il ventre con un calcio. Il colpo arrivò a segno, ma Buffy non provò alcun dolore. Non lo percepì quasi, come se fosse stata una carezza. In compenso Riley ricadde a terra dove giacque stordito sull'erba. Buffy guardò il vampiro, che si era rialzato, alla ricerca di una spiegazione, che però non giunse.
"Angelus..." iniziò a chiedere, ma lui la interruppe subito.

"Sono Angel. Lui...è tornato deve era e dove deve restare." spiegò, un pò imbarazzato. "Gli ho permesso di emergere solo perchè...non mi fidavo più di me stesso. Non sapevo se i miei sospetti erano fondati o solo il frutto del mio desiderio di non perderti." Si giustificò. "Speravo che lui...sarebbe stato più lucido di me, avrebbe valutato meglio la situazione. Sedurre le donne con false promesse in fondo è stata la sua attività principale per più di un secolo! Lo tenevo sotto controllo e sapevo che tu, all'occorrenza, avresti saputo difenderti."
Buffy trattenne un sorriso di divertimento, per il disagio del compagno, ma anche di sollievo. Era felice di avere di nuovo vicino il suo angelo. Il demone sapeva essere affascinante e seducente, quando voleva, ma non riusciva ad infonderle la tranquilla sensazione di sicurezza che le dava la presenza di Angel.
"Quando sei tornato?" chiese sospettosa.
Angel la guardò accigliato, ma i suoi occhi erano sereni. "Mentre lo baciavi. Ero disposto a lasciarlo fare con Riley...ma non con te!"
Buffy arrossì leggermente, ma un gemito di Riley la distrasse dai suoi sensi di colpa per riportarla a problemi più urgenti.

"Che cosa è successo?" chiese dubbiosa.
"Penso che il bambino si sia difeso a modo suo." ipotizzò Angel osservando attentamente il corpo ancora steso sul prato.
"Ha respinto il colpo?" domandò Buffy, con la voce tesa. "E' così potente ancora prima di nascere?"
"L'istinto di sopravvivenza è una forza notevole in tutti gli esseri viventi. Non credo che abbia solo respinto il colpo però." Commentò il vampiro. Ora guardava Riley con lo stesso interesse dello scienziato per un esperimento scientifico. Il malcapitato sedeva tenendosi la testa fra le mani.
"Che cosa mi sta succedendo?" chiese, continuando a gemere.
Buffy spalancò la bocca allibita. All'inizio pensò che fosse un effetto della luce della Luna, ma poi realizzò che non si trattava di un effetto ottico: le mani del ragazzo stavano diventando grigie e in alcuni punti quasi nere.
"Forse dovremo portarlo all'Ospedale." propose, guardando di sottecchi Angel non sapendo come avrebbe preso la sua proposta. Non aveva dimenticato quello che Riley aveva cercato di fare a lei ed al bambino, ma era pur sempre un essere umano e non se la sentiva di avere la sua morte sulla coscienza.

"Il bambino ha il senso dell'umorismo." osservò Angel. "Mi chiedo da chi lo ha preso."
Non comprendendo il significato di quella risposta Buffy sollevò le sopracciglia. Angel la guardò sorridendo divertito.
"Non credo sia una buona idea portarlo all'Ospedale, a meno che non abbiano medici esperti in bjfni." dichiarò seriamente.
"Che cosa sono i bjfni?" chiese Buffy perplessa.
"Piccole creature della notte," spiegò Angel con calma. "grigie, quasi nere, per mimetizzarsi nella melma delle fogne in cui vivono, con le mani e i piedi palmati per nuotare e cacciare. Non mi chiedere però che cosa mangiano. Ho sempre preferito non saperlo. Sono intelligenti, ma anche pazze perchè percepiscono come propri i sentimenti di chiunque li avvicini e chi avvicina un bjfne in genere non prova sentimenti molto...delicati."

Mentre parlava, sotto i loro occhi, il corpo di Riley si era sempre più rimpicciolito, le ossa erano diventate più esili, la sua pelle si era ispessita. Non c'era più traccia dei suoi capelli biondi e se stava dicendo qualcosa di sensato nessuno avrebbe potuto dirlo perchè i versi che uscivano dal foro che era diventata la sua bocca non assomigliavano a nessun linguaggio umano.
"Si sta trasformando in...quella cosa lì!" esclamò Buffy con orrore.
"Infatti. Credo che il piccolo abbia voluto garantirsi così un'infanzia serena, senza la continua minaccia di essere imprigionato e usato come cavia da esperimento. Se ha fatto una cosa del genere avrebbe potuto facilmente ucciderlo. Evidentemente ha il buon cuore di sua madre." commentò Angel prendendo Buffy per mano.
"E il senso dell'ironia di suo padre direi!" sbottò lei, incerta se essere sollevata, per aver eliminato dalla sua vita quella che sarebbe stata una costante minaccia, o impietosita per la sorte di quel ragazzo, troppo limitato per riuscire a vedere oltre le apparenze.

Con stupore realizzò quanto era stata vicina a legare per sempre la sua esistenza ad un individuo capace, per ignoranza, di essere così crudele da condannare ad un destino orribile un essere innocente, non ancora nato e la donna che solo poche ore prima, a casa di sua madre, aveva giurato di amare. Eppure lei gli aveva creduto. Era stata ingannata dalla sua immagine di onestà e innocenza. Se non fosse stato per Angelus...un sorriso le spuntò sulle labbra. Per la prima volta da quando lo aveva incontrato provava gratitudine per il demone.
Aveva usato metodi poco ortodossi, ma l'aveva fatto per proteggere lei e loro figlio. Con un brivido realizzò di aver pensato al bambino come figlio non solo suo e di Angel, ma anche del demone.Il suo viso si oscurò. Angel colse il cambiamento della sua espressione, ma lo fraintese.
"Ti dispiace per lui?" chiese esitante. Il suo risentimento verso quel bamboccio insulso gli aveva fatto dimenticare che per Buffy era stato comunque abbastanza importante per iniziare una storia con lui. Una scintilla di gelosia si riaccese nel suo animo al pensiero che, nonostante tutto, lei soffrisse per il destino di quell'essere tanto stupido da diventare crudele.

"No, rispose subito Buffy. Si è creato da solo il suo destino. Il fatto poi di riuscire a percepire i sentimenti degli altri...sarà una vera novità per lui. Era abituato ad essere amato e ammirato. ora scoprirà che cosa significa essere soli. Io...stavo pensando ad Angelus."
Non aggiunse altro, ma il vampiro comprese a che cosa si riferiva. Era abituata a considerare il suo demone un nemico, non un protettore. L'esistenza del bambino però aveva cambiato le cose. Ci sarebbe voluto del tempo, ma Buffy sarebbe alla fine riuscita a creare un rapporto diverso anche con Angelus. Doveva trovare un posto anche per lui nella sua vita.
Angel non ne era felice. Lui più di Buffy avrebbe voluto tenere quella entità delle tenebre lontana dalle loro esistenze, ma si era già rassegnato al fatto che era ormai impossibile.
Nel silenzio della grande casa, quando Buffy lo aveva lasciato per andare da Riley, aveva combattuto quella battaglia, che si era risolta nel solo modo possibile. Aveva chiamato Angelus perchè svolgesse il ruolo che gli apparteneva. Il demone non lo aveva deluso. A modo suo aveva difeso le due creature, che ormai erano parte anche di lui, come Angel non avrebbe saputo fare. Doveva essere tenuto sotto attento controllo, ma non era possibile escluderlo. Come avevano dimostrato gli avvenimenti di quella sera dimenticare la sua esistenza sarebbe stato pericoloso per tutti, ma soprattutto per il bambino.

Quando la loro creatura era stata concepita Angelus non c'era, ma poi...quel giorno era sparito e Angelus era ancora parte di lui, una parte che odiava, ma di cui non poteva fare a meno per esistere.
Così come era parte di lui, era parte anche del bambino. Una piccola parte, sperava Angel, che sarebbe cresciuta in equilibrio con quello che c'era di Buffy e di lui nel piccolo. Una parte però che non si poteva negare. Buffy istintivamente lo sapeva, anche se razionalmente lo negava. Con il tempo lo avrebbe accettato. Era suo figlio, loro figlio: non poteva fare altro.
Angel però conosceva abbastanza la sua impetuosa compagna per sapere che era meglio, con lei, procedere con cautela.
"Hai spezzato il polso a Riley per proteggere un demone che odiavi: la vita è veramente imprevedibile, non credi?" Commentò in tono casuale.
Buffy sospirò. "E' vero. E' imprevedibile, come lo è il nostro bambino!" Concluse mentre i lineamenti del suo volto si rilassavano.

"A quanto pare il padre migliore sulla piazza resti tu!" esclamò poi con soddisfazione. "Sono stata una stupida, ma tu non sei stato da meno! Come abbiamo potuto pensare che una creatura che ha bisogno del sangue di suo padre per crescere ed è capace di trasformare un essere umano in un mostro abbia bisogno di una vita normale! Te lo immagini all'asilo mentre beve sangue al posto del succo di frutta e invece di dare un pugno sul naso al compagno di banco lo trasforma in un rospo?" Quell'immagine suscitò l'ilarità di entrambi.
Sicuramente il giorno dopo sarebbero tornate le paure e le angosce. Quella notte però erano troppo sollevati per il pericolo evitato per preoccuparsi del futuro. Tutto quello di cui avevano bisogno era la sicurezza confortevole del loro reciproco amore. Angel si voltò verso Buffy e stringendola a sè la baciò con passione.
Qualunque sorpresa il destino avesse riservato loro la avrebbero affrontata insieme, questa era la sola cosa importante.

Questa NON è la FINE, non può esserlo, perché l'amore di Buffy e Angel è "forever, this is the whole point"

 

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