Spike si
diresse deciso verso il letto, abbandonandosi sui cuscini, le braccia incrociate
sul petto. Sembrava completamente a proprio agio.
Buffy gli voltava la schiena. Davanti a sé aveva un quadro, raffigurante
un'alba sul mare, ma la sua mente non era in quella stanza. I suoi pensieri
non avevano abbandonato Angel, il desiderio che provava per lui e la frustrazione
per non poterlo appagare.
Non era esatto. Non lo desiderava soltanto. Aveva bisogno di lui, delle
sue carezze, dei suoi baci, del suo amore. Non si trattava più, per
lei, di essere felice o infelice, ma di sopravvivere. Senza di lui non sarebbe
riuscita ancora a lungo a sopportare
.tutto! La caccia, il pericolo,
la lotta incessante contro il male, che notte dopo notte era costretta a
sostenere, senza il suo conforto, il suo appoggio, il suo aiuto l'avrebbero
presto logorata, fino a quando un vampiro più forte, o solo più
fortunato, degli altri non l'avrebbe colta in un momento di debolezza.
Al resto del mondo tutto questo non importava. Ci sarebbe stata un'altra
Cacciatrice a difendere l'umanità dalle forze oscure della notte.
Importava però a lei! Buffy voleva vivere e non poteva più
farlo senza di lui.
La voce indolente di Spike la fece sobbalzare. Persa nelle sue paure
più segrete aveva dimenticato la presenza del vampiro nella stanza.
"Lui intendeva dire che se tu fossi un vampiro sarebbe tutto più
semplice. Non dovremo spiegarti nulla, perché capiresti da sola,
ma questo non significa che lui vorrebbe che tu
. da quando ha avuto
di nuovo la sua anima Angelus tende a essere piuttosto confuso."
Udendo quel nome, pronunciato con tanta famigliarità, Buffy strinse
le labbra. Respinse con rabbia i tristi ricordi che aveva rievocato in
lei e sfogò su Spike tutta la sua inquietitudine.
"Non chiamarlo in quel modo! Lui è
.Angel adesso!"
rispose con sicurezza, voltandosi per affrontare il suo interlocutore.
"Quanto a quello che dovrei capire, non so che cosa Angel avesse
in mente, ma io sono pronta a tutto pur di non perderlo di nuovo!"
Spike le sorrise, ma in quel sorriso Buffy non trovò il calore
rassicurante che le avrebbe trasmesso Angel, in una situazione simile.
Il vampiro la scrutava ora con intensità, come se la stesse valutando.
Buffy, imbarazzata da quello sguardo indagatore, iniziò a muoversi
per la stanza, senza uno scopo preciso.
Quando Spike finalmente le rispose, sembrò essere diventato una
persona diversa, una persona che lei aveva intravisto solo in rare occasioni.
Le stava mostrando un altro volto della sua personalità mutevole,
un volto stranamente simile a quello del suo Sire. Era serio, concentrato
e soprattutto, indubbiamente sincero. Credeva veramente nelle parole che
stava dicendo.
"Se vuoi restargli vicina, Buffy, devi accettarlo per quello che
è: un vampiro.
Lui ti ama, almeno così afferma, ma la tua mente, la tua anima,
il tuo cuore non gli bastano. Vuole anche il tuo corpo, e non posso certo
dargli torto per questo. Chi non lo vorrebbe? Lui però non può
averlo se non pagando un prezzo che ritiene troppo alto.
Anche tu, nonostante tutti i tuo buoni propositi, i ragionamenti e le
promesse, non riusciresti per sempre a dominare i tuoi istinti. Siete
attratti da una forza troppo grande perché possiate combatterla
all'infinito. Perfino la sua partenza da Sunnydale non è stata
sufficiente a separarvi. Prima o poi
"
Buffy stava diventando impaziente. Era ansiosa di sapere, anche perché
ogni istante che passava sembrava logorare il suo coraggio. Era certa
che nulla poteva farle più paura dell'ignoto che aveva di fronte.
Anche se era consapevole che Spike stava cercando, con i suoi discorsi,
di addolcirle una pillola che temeva lei trovasse troppo amara per ingoiarla,
alla fine lo interruppe senza riguardo.
"Spike, tutto questo è storia vecchia, una storia che conosco
a memoria. Dimmi qualcosa che non so! Per esempio che cosa facciamo qui,
insieme, noi due, in questa stanza."
L'ironia comparve di nuovo, per un attimo, nello sguardo del vampiro.
Le sue labbra si piegarono, pronte a pronunciare una delle sue tipiche
risposte taglienti. All'ultimo istante però tacque. Non desiderava
ferirla. Forse il ricordo delle minacce del suo Sire o forse l'insicurezza
che gli derivava da quella situazione, anche per lui strana, lo fermarono.
Nella sua risposta, quando giunse, Buffy non vi lesse nessuna traccia
di ironia o sarcasmo.
"Angelus è il mio Sire. Il suo sangue scorre nelle mie vene.
Tu lo sai. Lo hai sentito. Nella cripta eri pronta a darti a me, perché
non potevi avere lui. Per questo siamo qui."
Buffy rimase interdetta. Una parte di lei non era sorpresa. In fondo al
suo cuore aveva già capito che quella era la risposta, o almeno
una parte della risposta che Angel non aveva osato darle. Non si aspettava
però che quella che era solo una vaga idea, che echeggiava in fondo
alla sua mente, assumesse tanta concretezza, attraverso le parole di Spike.
Soprattutto non aveva previsto che tutto accadesse così in fretta.
Ancora troppi dubbi la assillavano.
"Spike, io non vi capisco proprio, tutti e due!" sbottò
irritata per la sua incapacità di comprendere. "Angel era
furioso quando ci ha trovato insieme e ha fatto il possibile perché
il fatto non si ripetesse. E adesso è proprio lui a
."
Tutto le sembrava così assurdo, da non riuscire neppure ad esprimerlo.
"
a chiederti di fare l'amore con me?" concluse Spike al
suo posto. "E' proprio questo, Buffy, a rendere tutto molto diverso.
Non sono stato io a decidere, a pretendere nulla da te. E' stato lui a
ordinarmelo, o a concedermi il permesso, se preferisci. In realtà
potrei dire che me lo ha chiesto come favore, ma, conoscendo il mio Sire,
come lo conosco, penso sia meglio non sottilizzare troppo. Inoltre si
è assicurato che io non approfitti della situazione e quindi non
ha motivo di temere per la tua sicurezza. Sa che non sono idiota al punto
da disobbedirgli, quando ha quello sguardo negli occhi.
Non è più quindi un tradimento, da parte mia, o un tentativo
di prevaricarlo, ma la soddisfazione dei suoi desideri."
Buffy scosse il capo incredula.
"Angel non ha l'autorità di "concedermi" a nessuno.
Io non sono sua!" esclamò violentemente. Subito però
ritrovò la calma."Intendevo dire che sono sua, ma non in questo
modo. Voglio decidere da sola con chi fare l'amore! Non deve essere lui
a ordinarmelo! "
Spike sospirò con impazienza. Buffy non voleva capire, ma c'era
un limite alla sua pazienza. Come si permetteva quella ragazzina ingrata
di ribellarsi, perché il suo Sire aveva osato proporle una soluzione
per mettere fine ai loro tormenti? Non si rendeva conto di quello che
Angel avrebbe dovuto affrontare, per lei!
"Non mi sembra che Angel ti abbia ordinato nulla!" le fece presente
con irritazione "La sola cosa che ti ha chiesto è di avere
fiducia in lui
e in me." Concluse con voce esitante. Ritrovò
però subito tutta la sua sicurezza. "Io sono il suo cucciolo!
A me dà ordini." C'era orgoglio nella sua dichiarazione. "
Questa è la vera differenza fra noi due, Tu
puoi uscire quando
vuoi da questa casa, senza voltarti in dietro e lo sai benissimo. Lui
non muoverebbe un dito per trattenerti. Sei libera di dimenticare tutto
e tornare dai tuoi amici, e forse sarebbe meglio per tutti se lo facessi!
Io posso anche andarmene, ma non cambierebbe nulla. Lui resterebbe sempre
il mio Sire, anche se ha un'anima."
Buffy sentì la rabbia trasformarsi in gelosia, dentro di lei.
Una gelosia assurda. Lei non voleva essere il cucciolo di Angel e ricevere
ordini, ma nello stesso tempo, non poteva restare inerte mentre Spike
riduceva il suo rapporto con il vampiro che amava a qualcosa di effimero
e superficiale, che avrebbe potuto interrompere semplicemente andandosene
e dimenticando.
"Neppure io sono libera, Spike! Sono legata a lui quanto lo sei tu.
Potrei andarmene forse, rinunciare, e lui probabilmente non mi fermerebbe,
ma non riuscirei mai a dimenticare, a vivere la mia vita senza
lui
è tutto quello di cui ho bisogno. Se mi arrendessi ora, per me,
sarebbe come accettare di morire. Non succederebbe questa notte, e neppure
la prossima, ma
lui è il mio destino. Ho impiegato anni a
comprenderlo, e Angel forse non ne è del tutto convinto neppure
adesso, ma è così. Quello che non riesco veramente a credere
è che lui desideri veramente che noi
."
Spike l'aveva ascoltata, sollevato. Evidentemente Buffy era giunta più
avanti di quello che lui aveva creduto. Quando le rispose, lo fece sicuro
che lei avrebbe non avrebbe obiettato.
"Lo desidera perché è l'unico modo attraverso il quale
può averti. Io sono parte di lui. Quanto tu mi accarezzerai, mi
bacerai, quando sarò dentro di te tu ricorderai chi sono, a chi
devo la mia presenza sulla Terra, chi mi ha dato la vita. Sentirai il
suo sapore su di me."
"Può darsi," rispose Buffy pensierosa, il recente passato
ancora troppo vivido nella memoria perché potesse trovare il coraggio
di contestare le affermazioni del vampiro "ma lui
resterà
comunque insoddisfatto."
La sua preoccupazione per Angel, rivelò a Spike, che ormai non
c'era più molto da dire. Buffy aveva accettato la situazione e
le sue conseguenze.
Consapevole di aver raggiunto il suo scopo, il vampiro, con grazia felina,
si alzò da letto, e si mosse verso di lei, con passi cauti. Non
la temeva. In quel momento lei non era più la Cacciatrice, forte,
sicura, determinata. Era la preda, una preda che gli sarebbe sfuggita,
se non l'avesse avvicinata con sufficiente prudenza.
"Anche lui troverà la sua soddisfazione, non temere"
le sussurrò all'orecchio, ormai giunto a pochi centimetri da lei
" ti insegnerò io il modo."
Buffy chiuse gli occhi. La presenza di quel corpo così vicino al
suo la confondeva. Un brivido di eccitazione le attraversò il corpo
e si sentì in colpa. Solo una porta la separava dall'uomo che amava
e lei stava per concedersi ad un altro. Era stato Angel a chiederglielo,
ma lei non lo stava facendo per lui. Lo stava facendo per se stessa, per
placare quella sete che continuava a tormentarla, per placare i suoi sensi
che Angel aveva risvegliato poco prima.
Il contatto delle labbra di Spike contro il suo collo aumentarono il suo
desiderio. Pose le mani sulle sue spalle e, gli occhi ancora chiusi, cercò
con le labbra la bocca del compagno.
Spike, con sorprendendola, eluse il bacio.
"No
la tua bocca è sua, ricordi?" mormorò,
continuando a baciarle il collo.
Al suono di quelle parole, Buffy tentò di svincolarsi dall'abbraccio.
Voleva fuggire da quella stanza. In quel momento ogni cosa le appariva
assurda e priva di significato.
Spike aveva però previsto la sua reazione e la trattenne, stringendole
con forza i fianchi, contro i propri. Allentò la presa solo quando
sentì, di nuovo, il suo corpo rilassarsi.
"Io sono sua, solo sua." Buffy trovò conforto in quel
pensiero che le aveva attraversato la mente. Non si era resa conto di
averlo tradotto in parole, che l'udito sensibile del vampiro aveva colto.
Spike fu tentato di respingere quella donna che, mentre era fra le sue
braccia, osava pensare ad un altro. Nella sua mente comparve però
l'immagine di quell'esile corpo unito a quello possente del suo Sire,
che si muoveva su di lei, conducendola all'estasi. Angelus l'aveva posseduta.
Era sua e aveva deciso di condividerla con lui!
Con rinnovato entusiasmo iniziò a toglierle i vestiti, improvvisamente
impaziente di accarezzare quella carnagione chiara, ma calda, di scoprirne
ogni segreto, di percepirne sotto le dita, il pulsare della vita.
Mescolato al profumo dolce di lei, c'era quello maschile del suo Sire,
che le impregnava i vestiti, i capelli e la pelle. Conosceva quell'odore,
gli riportava alla mente momenti di estasi e di estrema sofferenza. Angelus
era stato un amante crudele. Non un amante, si corresse subito Spike,
ma un Sire! Si chiese se l'avrebbe mai sentito di nuovo su di sé,
se sarebbe ancora stato unito a lui come lo era stato in passato. Quell'idea
accrebbe il suo desiderio, più di quanto avesse potuto immaginare.
Buffy lo aiutò a liberarla dai vestiti, anche lei ormai persa nel
piacere. Solo un'esile voce, in fondo al suo cuore, continuava a ripeterle
che era tutto sbagliato, che non era così che avrebbe dovuto essere.
Solo quando posò le labbra sul petto nudo di lui quella voce finalmente
tacque. Spike aveva ragione. Aveva il suo sapore, il sapore dell'uomo
che amava.
Angel aveva ignorato il comodo divano e le poltrone. Sedeva sullo scalino
di pietra del camino spento. Nessuna luce illuminava la stanza. Quando
era rimasto solo, aveva preferito restare al buio, lui che normalmente
amava la luce, in tutte le sue forme.
Provava il desiderio inconscio di punirsi. Buffy e Spike si erano fidati
di lui, per il legame che li univa. Se lui fosse stato diverso, se avesse
potuto dare ad entrambi quello di cui avevano bisogno senza
ma il
passato non si può cambiare e ora lui non poteva fare altro che
attendere.
Aveva ascoltato i loro discorsi e si era sentito fiero di entrambi.
Non avrebbe voluto affidare a Spike il compito di parlare con Buffy,
di spiegarle l'unica strada che il destino aveva lasciato loro da percorrere.
Sapeva che lui la desiderava. Comprendeva bene l'attrazione che la sua
vitalità, la sua energia esercitavano su di lui, perché
ne aveva sentito lui stesso gli effetti. Finalmente avrebbe potuto averla,
senza inganni e senza violenza.
Conoscendo l'indole crudele, che lui stesso aveva istigato a crescere
nel suo cucciolo, aveva temuto che Spike mirasse soltanto alla soddisfazione
dei propri istinti, senza preoccuparsi di altro. Buffy non avrebbe osato
opporsi, per timore di perdere l'uomo che amava.
Non aveva però potuto fare diversamente. Non ne era stato capace.
Non avrebbe osato guardare Buffy negli occhi e dirle
quello che era
necessario sapesse.
Spike, non per la prima volta, l'aveva sorpreso.
Gli era piaciuta la sua schietta franchezza, e si era sentito sollevato,
costatando la sua sensibilità. Non si era aspettato che il suo
cucciolo avesse tante attenzioni per Buffy e per quello di profondamente
umano viveva in lei.
Anche Buffy aveva superato ogni sua più ottimistica previsione.
Non aveva dimostrato dubbi o incertezze. Dalle sue domande era trasparito
solo un intenso desiderio di capire, comprendere come avrebbe potuto giungere
a lui, senza mettere in pericolo il mondo.
Spike aveva cercato di proteggerla, affrontando indirettamente l'argomento,
ma lei aveva rifiutato ogni divagazione.Quando finalmente la comprensione
era arrivata aveva proceduto, senza esitare.
Si era preoccupata solo per lui e Angel si era sentito ancora più
in colpa per questo.
Ancora una volta lei si era fidata e lui
. Aveva tentato di prendere
la decisione migliore per tutti, ma lo rodeva il dubbio di averli semplicemente
usati, entrambi, solo per placare i propri desideri.
Si era convinto che soddisfando i propri bisogni avrebbe soddisfatto anche
i loro, ma aveva paura che loro non fossero preparati a pagarne il prezzo.
Spike era apparentemente il più forte. Era un vampiro. Conosceva
le regole del gioco e se non avesse voluto partecipare avrebbe sicuramente
avuto la forza di opporsi. Almeno era quello che sperava. Non avrebbe
saputo dire con certezza quanto ascendente avesse ancora su di lui il
suo Sire.
Buffy era indifesa, di fronte a un mondo che non conosceva e che forse
non avrebbe mai potuto capire fino in fondo. Però era la Cacciatrice
e soprattutto
lo amava. Avrebbe fatto l'impossibile per evitarle
ogni dolore se lei gli avesse permesso, con fiducia, di guidarla.
Spike maledì il suo Sire con tutte le sue forze. Gli aveva offerto
quello che mai avrebbe creduto di poter avere. Buffy, la Cacciatrice stava
gemendo di piacere sotto di lui. Era nel suo corpo e lo sentiva vibrare
nella violenza del loro amplesso. Non gli dava respiro. Era disposta a
donarsi completamente a lui, ma pretendeva altrettanto. Doveva avere tutto
di lui e lui non riusciva, non voleva opporsi. Eppure non poteva perdere
il controllo. Angel non glielo avrebbe perdonato.
Doveva restare vigile, reprimere la sua natura, senza poter raggiungere
quell'abbandono che bramava con ogni fibra del suo essere.
I suoi lineamenti stavano mutando, ma lui riuscì a fermare la trasformazione
prima che si completasse, riportando il suo viso all'aspetto consueto.
Se l'avesse morsa, non si sarebbe fermato. Non aveva mai assaporato il
suo sangue, ma ne sentiva il richiamo, nel profondo delle sue viscere.
Angel sapeva che cosa gli stava chiedendo, la dolce tortura che avrebbe
subito, quando l'aveva coinvolto, ma non aveva avuto pietà.
In realtà non glielo aveva ordinato, aveva fatto di peggio: gli
aveva offerto qualcosa che sapeva lui non avrebbe avuto il coraggio di
rifiutare.
Spike lo odiò per averlo fatto. Non osò però neppure
per un istante pensare di andarsene lasciando quel corpo stupendo, quella
magnifica creatura, senza prima aver portato a termine quello che aveva
iniziato. Sapeva che non ci sarebbe riuscito.
Il capo appoggiato al muro, con gli occhi chiusi, nulla indicava che
in Angel scorresse la vita, in qualsiasi sua forma. Solo le mani strette
a pugno dimostravano che in quel corpo albergava una volontà cosciente
e vigile. Il biancore del suo collo spiccava nella penombra, come un invito,
alla morte, perché si facesse avanti, ancora una volta, per mettere
fine alle sue sofferenze.
I suoi pensieri diventavano ogni istante più frammentari e sconnessi.
Stava ascoltando. Non poteva farne a meno.
Il fruscio dei vestiti, che cadevano a terra; il suono stridulo di una
cerniera che si apre; i gemiti e i sospiri filtravano attraverso la porta
chiusa, fino a lui. Erano rumori lievi, sommessi. Il cigolio del letto
di legno, il rumore soffocato delle coperte scostate penetravano nella
sua mente creando immagini che avrebbero potuto fare parte dei suoi peggiori
incubi.
Angel spalancò gli occhi, quando echeggiò nella vecchia
casa l'eco di un'unica parola: "Angel
"
Era finita. Buffy aveva finalmente trovato la pace da quell'ansia, quel
desiderio insoddisfatto che l'aveva perseguitata per anni.
Angel sospirò. Era felice per lei, ma soprattutto, l'udire il suo
nome, pronunciato da lei, nell'estasi, aveva in qualche modo lenito il
suo dolore e la sua gelosia.
Avrebbe voluto raggiungerla subito, ma si trattenne. Anche se gli costava
ammetterlo, anche Spike aveva diritto a conservare un minimo di dignità.
Il prezzo che aveva pagato per il piacere che lei gli aveva offerto era
stato alto, ed era stato soprattutto il suo orgoglio a pagarlo.
Poco dopo il vampiro biondo uscì, rivestito, dalla stanza. Guardò
negli occhi, per brevi istanti, il vampiro più anziano e poi si
diresse, con apparente indifferenza, in cucina.
Angel lesse nello sguardo del suo cucciolo la rassicurazione che tutto
si era svolto secondo i suoi desideri. Buffy stava bene. Mise quindi da
parte ogni altro suo sentimento per potersi occupare completamente di
lei. Spike aveva svolto il suo compito. Ora era il suo turno di affrontare
le proprie responsabilità.
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