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RATING: Vietato ai minori d'anni 18 per descrizioni esplicite di rapporti sessuali.
DEDICA: a chi sa percorrere la strada dell'amore, con coraggio e determinazione, perché amare è sempre più difficile di quello che potremmo pensare.
 

 

Capitolo V
Il Sapore dell'Amore
Spike si diresse deciso verso il letto, abbandonandosi sui cuscini, le braccia incrociate sul petto. Sembrava completamente a proprio agio.
Buffy gli voltava la schiena. Davanti a sé aveva un quadro, raffigurante un'alba sul mare, ma la sua mente non era in quella stanza. I suoi pensieri non avevano abbandonato Angel, il desiderio che provava per lui e la frustrazione per non poterlo appagare.
Non era esatto. Non lo desiderava soltanto. Aveva bisogno di lui, delle sue carezze, dei suoi baci, del suo amore. Non si trattava più, per lei, di essere felice o infelice, ma di sopravvivere. Senza di lui non sarebbe riuscita ancora a lungo a sopportare….tutto! La caccia, il pericolo, la lotta incessante contro il male, che notte dopo notte era costretta a sostenere, senza il suo conforto, il suo appoggio, il suo aiuto l'avrebbero presto logorata, fino a quando un vampiro più forte, o solo più fortunato, degli altri non l'avrebbe colta in un momento di debolezza.
Al resto del mondo tutto questo non importava. Ci sarebbe stata un'altra Cacciatrice a difendere l'umanità dalle forze oscure della notte. Importava però a lei! Buffy voleva vivere e non poteva più farlo senza di lui.

La voce indolente di Spike la fece sobbalzare. Persa nelle sue paure più segrete aveva dimenticato la presenza del vampiro nella stanza.
"Lui intendeva dire che se tu fossi un vampiro sarebbe tutto più semplice. Non dovremo spiegarti nulla, perché capiresti da sola, ma questo non significa che lui vorrebbe che tu…. da quando ha avuto di nuovo la sua anima Angelus tende a essere piuttosto confuso."
Udendo quel nome, pronunciato con tanta famigliarità, Buffy strinse le labbra. Respinse con rabbia i tristi ricordi che aveva rievocato in lei e sfogò su Spike tutta la sua inquietitudine.
"Non chiamarlo in quel modo! Lui è….Angel adesso!" rispose con sicurezza, voltandosi per affrontare il suo interlocutore. "Quanto a quello che dovrei capire, non so che cosa Angel avesse in mente, ma io sono pronta a tutto pur di non perderlo di nuovo!"

Spike le sorrise, ma in quel sorriso Buffy non trovò il calore rassicurante che le avrebbe trasmesso Angel, in una situazione simile.
Il vampiro la scrutava ora con intensità, come se la stesse valutando. Buffy, imbarazzata da quello sguardo indagatore, iniziò a muoversi per la stanza, senza uno scopo preciso.
Quando Spike finalmente le rispose, sembrò essere diventato una persona diversa, una persona che lei aveva intravisto solo in rare occasioni. Le stava mostrando un altro volto della sua personalità mutevole, un volto stranamente simile a quello del suo Sire. Era serio, concentrato e soprattutto, indubbiamente sincero. Credeva veramente nelle parole che stava dicendo.

"Se vuoi restargli vicina, Buffy, devi accettarlo per quello che è: un vampiro.
Lui ti ama, almeno così afferma, ma la tua mente, la tua anima, il tuo cuore non gli bastano. Vuole anche il tuo corpo, e non posso certo dargli torto per questo. Chi non lo vorrebbe? Lui però non può averlo se non pagando un prezzo che ritiene troppo alto.
Anche tu, nonostante tutti i tuo buoni propositi, i ragionamenti e le promesse, non riusciresti per sempre a dominare i tuoi istinti. Siete attratti da una forza troppo grande perché possiate combatterla all'infinito. Perfino la sua partenza da Sunnydale non è stata sufficiente a separarvi. Prima o poi…"

Buffy stava diventando impaziente. Era ansiosa di sapere, anche perché ogni istante che passava sembrava logorare il suo coraggio. Era certa che nulla poteva farle più paura dell'ignoto che aveva di fronte. Anche se era consapevole che Spike stava cercando, con i suoi discorsi, di addolcirle una pillola che temeva lei trovasse troppo amara per ingoiarla, alla fine lo interruppe senza riguardo.
"Spike, tutto questo è storia vecchia, una storia che conosco a memoria. Dimmi qualcosa che non so! Per esempio che cosa facciamo qui, insieme, noi due, in questa stanza."
L'ironia comparve di nuovo, per un attimo, nello sguardo del vampiro. Le sue labbra si piegarono, pronte a pronunciare una delle sue tipiche risposte taglienti. All'ultimo istante però tacque. Non desiderava ferirla. Forse il ricordo delle minacce del suo Sire o forse l'insicurezza che gli derivava da quella situazione, anche per lui strana, lo fermarono.
Nella sua risposta, quando giunse, Buffy non vi lesse nessuna traccia di ironia o sarcasmo.

"Angelus è il mio Sire. Il suo sangue scorre nelle mie vene. Tu lo sai. Lo hai sentito. Nella cripta eri pronta a darti a me, perché non potevi avere lui. Per questo siamo qui."
Buffy rimase interdetta. Una parte di lei non era sorpresa. In fondo al suo cuore aveva già capito che quella era la risposta, o almeno una parte della risposta che Angel non aveva osato darle. Non si aspettava però che quella che era solo una vaga idea, che echeggiava in fondo alla sua mente, assumesse tanta concretezza, attraverso le parole di Spike. Soprattutto non aveva previsto che tutto accadesse così in fretta. Ancora troppi dubbi la assillavano.
"Spike, io non vi capisco proprio, tutti e due!" sbottò irritata per la sua incapacità di comprendere. "Angel era furioso quando ci ha trovato insieme e ha fatto il possibile perché il fatto non si ripetesse. E adesso è proprio lui a …."

Tutto le sembrava così assurdo, da non riuscire neppure ad esprimerlo.
"…a chiederti di fare l'amore con me?" concluse Spike al suo posto. "E' proprio questo, Buffy, a rendere tutto molto diverso. Non sono stato io a decidere, a pretendere nulla da te. E' stato lui a ordinarmelo, o a concedermi il permesso, se preferisci. In realtà potrei dire che me lo ha chiesto come favore, ma, conoscendo il mio Sire, come lo conosco, penso sia meglio non sottilizzare troppo. Inoltre si è assicurato che io non approfitti della situazione e quindi non ha motivo di temere per la tua sicurezza. Sa che non sono idiota al punto da disobbedirgli, quando ha quello sguardo negli occhi.
Non è più quindi un tradimento, da parte mia, o un tentativo di prevaricarlo, ma la soddisfazione dei suoi desideri."
Buffy scosse il capo incredula.
"Angel non ha l'autorità di "concedermi" a nessuno. Io non sono sua!" esclamò violentemente. Subito però ritrovò la calma."Intendevo dire che sono sua, ma non in questo modo. Voglio decidere da sola con chi fare l'amore! Non deve essere lui a ordinarmelo! "

Spike sospirò con impazienza. Buffy non voleva capire, ma c'era un limite alla sua pazienza. Come si permetteva quella ragazzina ingrata di ribellarsi, perché il suo Sire aveva osato proporle una soluzione per mettere fine ai loro tormenti? Non si rendeva conto di quello che Angel avrebbe dovuto affrontare, per lei!
"Non mi sembra che Angel ti abbia ordinato nulla!" le fece presente con irritazione "La sola cosa che ti ha chiesto è di avere fiducia in lui…e in me." Concluse con voce esitante. Ritrovò però subito tutta la sua sicurezza. "Io sono il suo cucciolo! A me dà ordini." C'era orgoglio nella sua dichiarazione. " Questa è la vera differenza fra noi due, Tu…puoi uscire quando vuoi da questa casa, senza voltarti in dietro e lo sai benissimo. Lui non muoverebbe un dito per trattenerti. Sei libera di dimenticare tutto e tornare dai tuoi amici, e forse sarebbe meglio per tutti se lo facessi! Io posso anche andarmene, ma non cambierebbe nulla. Lui resterebbe sempre il mio Sire, anche se ha un'anima."

Buffy sentì la rabbia trasformarsi in gelosia, dentro di lei. Una gelosia assurda. Lei non voleva essere il cucciolo di Angel e ricevere ordini, ma nello stesso tempo, non poteva restare inerte mentre Spike riduceva il suo rapporto con il vampiro che amava a qualcosa di effimero e superficiale, che avrebbe potuto interrompere semplicemente andandosene e dimenticando.
"Neppure io sono libera, Spike! Sono legata a lui quanto lo sei tu. Potrei andarmene forse, rinunciare, e lui probabilmente non mi fermerebbe, ma non riuscirei mai a dimenticare, a vivere la mia vita senza…lui è tutto quello di cui ho bisogno. Se mi arrendessi ora, per me, sarebbe come accettare di morire. Non succederebbe questa notte, e neppure la prossima, ma…lui è il mio destino. Ho impiegato anni a comprenderlo, e Angel forse non ne è del tutto convinto neppure adesso, ma è così. Quello che non riesco veramente a credere è che lui desideri veramente che noi…."

Spike l'aveva ascoltata, sollevato. Evidentemente Buffy era giunta più avanti di quello che lui aveva creduto. Quando le rispose, lo fece sicuro che lei avrebbe non avrebbe obiettato.
"Lo desidera perché è l'unico modo attraverso il quale può averti. Io sono parte di lui. Quanto tu mi accarezzerai, mi bacerai, quando sarò dentro di te tu ricorderai chi sono, a chi devo la mia presenza sulla Terra, chi mi ha dato la vita. Sentirai il suo sapore su di me."
"Può darsi," rispose Buffy pensierosa, il recente passato ancora troppo vivido nella memoria perché potesse trovare il coraggio di contestare le affermazioni del vampiro "ma lui…resterà comunque insoddisfatto."
La sua preoccupazione per Angel, rivelò a Spike, che ormai non c'era più molto da dire. Buffy aveva accettato la situazione e le sue conseguenze.
Consapevole di aver raggiunto il suo scopo, il vampiro, con grazia felina, si alzò da letto, e si mosse verso di lei, con passi cauti. Non la temeva. In quel momento lei non era più la Cacciatrice, forte, sicura, determinata. Era la preda, una preda che gli sarebbe sfuggita, se non l'avesse avvicinata con sufficiente prudenza.

"Anche lui troverà la sua soddisfazione, non temere" le sussurrò all'orecchio, ormai giunto a pochi centimetri da lei " ti insegnerò io il modo."
Buffy chiuse gli occhi. La presenza di quel corpo così vicino al suo la confondeva. Un brivido di eccitazione le attraversò il corpo e si sentì in colpa. Solo una porta la separava dall'uomo che amava e lei stava per concedersi ad un altro. Era stato Angel a chiederglielo, ma lei non lo stava facendo per lui. Lo stava facendo per se stessa, per placare quella sete che continuava a tormentarla, per placare i suoi sensi che Angel aveva risvegliato poco prima.
Il contatto delle labbra di Spike contro il suo collo aumentarono il suo desiderio. Pose le mani sulle sue spalle e, gli occhi ancora chiusi, cercò con le labbra la bocca del compagno.

Spike, con sorprendendola, eluse il bacio.
"No…la tua bocca è sua, ricordi?" mormorò, continuando a baciarle il collo.
Al suono di quelle parole, Buffy tentò di svincolarsi dall'abbraccio. Voleva fuggire da quella stanza. In quel momento ogni cosa le appariva assurda e priva di significato.
Spike aveva però previsto la sua reazione e la trattenne, stringendole con forza i fianchi, contro i propri. Allentò la presa solo quando sentì, di nuovo, il suo corpo rilassarsi.
"Io sono sua, solo sua." Buffy trovò conforto in quel pensiero che le aveva attraversato la mente. Non si era resa conto di averlo tradotto in parole, che l'udito sensibile del vampiro aveva colto.
Spike fu tentato di respingere quella donna che, mentre era fra le sue braccia, osava pensare ad un altro. Nella sua mente comparve però l'immagine di quell'esile corpo unito a quello possente del suo Sire, che si muoveva su di lei, conducendola all'estasi. Angelus l'aveva posseduta. Era sua e aveva deciso di condividerla con lui!
Con rinnovato entusiasmo iniziò a toglierle i vestiti, improvvisamente impaziente di accarezzare quella carnagione chiara, ma calda, di scoprirne ogni segreto, di percepirne sotto le dita, il pulsare della vita.

Mescolato al profumo dolce di lei, c'era quello maschile del suo Sire, che le impregnava i vestiti, i capelli e la pelle. Conosceva quell'odore, gli riportava alla mente momenti di estasi e di estrema sofferenza. Angelus era stato un amante crudele. Non un amante, si corresse subito Spike, ma un Sire! Si chiese se l'avrebbe mai sentito di nuovo su di sé, se sarebbe ancora stato unito a lui come lo era stato in passato. Quell'idea accrebbe il suo desiderio, più di quanto avesse potuto immaginare.
Buffy lo aiutò a liberarla dai vestiti, anche lei ormai persa nel piacere. Solo un'esile voce, in fondo al suo cuore, continuava a ripeterle che era tutto sbagliato, che non era così che avrebbe dovuto essere.
Solo quando posò le labbra sul petto nudo di lui quella voce finalmente tacque. Spike aveva ragione. Aveva il suo sapore, il sapore dell'uomo che amava.

Angel aveva ignorato il comodo divano e le poltrone. Sedeva sullo scalino di pietra del camino spento. Nessuna luce illuminava la stanza. Quando era rimasto solo, aveva preferito restare al buio, lui che normalmente amava la luce, in tutte le sue forme.
Provava il desiderio inconscio di punirsi. Buffy e Spike si erano fidati di lui, per il legame che li univa. Se lui fosse stato diverso, se avesse potuto dare ad entrambi quello di cui avevano bisogno senza…ma il passato non si può cambiare e ora lui non poteva fare altro che attendere.
Aveva ascoltato i loro discorsi e si era sentito fiero di entrambi.

Non avrebbe voluto affidare a Spike il compito di parlare con Buffy, di spiegarle l'unica strada che il destino aveva lasciato loro da percorrere. Sapeva che lui la desiderava. Comprendeva bene l'attrazione che la sua vitalità, la sua energia esercitavano su di lui, perché ne aveva sentito lui stesso gli effetti. Finalmente avrebbe potuto averla, senza inganni e senza violenza.
Conoscendo l'indole crudele, che lui stesso aveva istigato a crescere nel suo cucciolo, aveva temuto che Spike mirasse soltanto alla soddisfazione dei propri istinti, senza preoccuparsi di altro. Buffy non avrebbe osato opporsi, per timore di perdere l'uomo che amava.
Non aveva però potuto fare diversamente. Non ne era stato capace. Non avrebbe osato guardare Buffy negli occhi e dirle…quello che era necessario sapesse.

Spike, non per la prima volta, l'aveva sorpreso.
Gli era piaciuta la sua schietta franchezza, e si era sentito sollevato, costatando la sua sensibilità. Non si era aspettato che il suo cucciolo avesse tante attenzioni per Buffy e per quello di profondamente umano viveva in lei.
Anche Buffy aveva superato ogni sua più ottimistica previsione.
Non aveva dimostrato dubbi o incertezze. Dalle sue domande era trasparito solo un intenso desiderio di capire, comprendere come avrebbe potuto giungere a lui, senza mettere in pericolo il mondo.
Spike aveva cercato di proteggerla, affrontando indirettamente l'argomento, ma lei aveva rifiutato ogni divagazione.Quando finalmente la comprensione era arrivata aveva proceduto, senza esitare.
Si era preoccupata solo per lui e Angel si era sentito ancora più in colpa per questo.

Ancora una volta lei si era fidata e lui…. Aveva tentato di prendere la decisione migliore per tutti, ma lo rodeva il dubbio di averli semplicemente usati, entrambi, solo per placare i propri desideri.
Si era convinto che soddisfando i propri bisogni avrebbe soddisfatto anche i loro, ma aveva paura che loro non fossero preparati a pagarne il prezzo.
Spike era apparentemente il più forte. Era un vampiro. Conosceva le regole del gioco e se non avesse voluto partecipare avrebbe sicuramente avuto la forza di opporsi. Almeno era quello che sperava. Non avrebbe saputo dire con certezza quanto ascendente avesse ancora su di lui il suo Sire.
Buffy era indifesa, di fronte a un mondo che non conosceva e che forse non avrebbe mai potuto capire fino in fondo. Però era la Cacciatrice e soprattutto…lo amava. Avrebbe fatto l'impossibile per evitarle ogni dolore se lei gli avesse permesso, con fiducia, di guidarla.

Spike maledì il suo Sire con tutte le sue forze. Gli aveva offerto quello che mai avrebbe creduto di poter avere. Buffy, la Cacciatrice stava gemendo di piacere sotto di lui. Era nel suo corpo e lo sentiva vibrare nella violenza del loro amplesso. Non gli dava respiro. Era disposta a donarsi completamente a lui, ma pretendeva altrettanto. Doveva avere tutto di lui e lui non riusciva, non voleva opporsi. Eppure non poteva perdere il controllo. Angel non glielo avrebbe perdonato.
Doveva restare vigile, reprimere la sua natura, senza poter raggiungere quell'abbandono che bramava con ogni fibra del suo essere.
I suoi lineamenti stavano mutando, ma lui riuscì a fermare la trasformazione prima che si completasse, riportando il suo viso all'aspetto consueto. Se l'avesse morsa, non si sarebbe fermato. Non aveva mai assaporato il suo sangue, ma ne sentiva il richiamo, nel profondo delle sue viscere.
Angel sapeva che cosa gli stava chiedendo, la dolce tortura che avrebbe subito, quando l'aveva coinvolto, ma non aveva avuto pietà.
In realtà non glielo aveva ordinato, aveva fatto di peggio: gli aveva offerto qualcosa che sapeva lui non avrebbe avuto il coraggio di rifiutare.
Spike lo odiò per averlo fatto. Non osò però neppure per un istante pensare di andarsene lasciando quel corpo stupendo, quella magnifica creatura, senza prima aver portato a termine quello che aveva iniziato. Sapeva che non ci sarebbe riuscito.

Il capo appoggiato al muro, con gli occhi chiusi, nulla indicava che in Angel scorresse la vita, in qualsiasi sua forma. Solo le mani strette a pugno dimostravano che in quel corpo albergava una volontà cosciente e vigile. Il biancore del suo collo spiccava nella penombra, come un invito, alla morte, perché si facesse avanti, ancora una volta, per mettere fine alle sue sofferenze.
I suoi pensieri diventavano ogni istante più frammentari e sconnessi. Stava ascoltando. Non poteva farne a meno.
Il fruscio dei vestiti, che cadevano a terra; il suono stridulo di una cerniera che si apre; i gemiti e i sospiri filtravano attraverso la porta chiusa, fino a lui. Erano rumori lievi, sommessi. Il cigolio del letto di legno, il rumore soffocato delle coperte scostate penetravano nella sua mente creando immagini che avrebbero potuto fare parte dei suoi peggiori incubi.

Angel spalancò gli occhi, quando echeggiò nella vecchia casa l'eco di un'unica parola: "Angel…"
Era finita. Buffy aveva finalmente trovato la pace da quell'ansia, quel desiderio insoddisfatto che l'aveva perseguitata per anni.
Angel sospirò. Era felice per lei, ma soprattutto, l'udire il suo nome, pronunciato da lei, nell'estasi, aveva in qualche modo lenito il suo dolore e la sua gelosia.
Avrebbe voluto raggiungerla subito, ma si trattenne. Anche se gli costava ammetterlo, anche Spike aveva diritto a conservare un minimo di dignità. Il prezzo che aveva pagato per il piacere che lei gli aveva offerto era stato alto, ed era stato soprattutto il suo orgoglio a pagarlo.
Poco dopo il vampiro biondo uscì, rivestito, dalla stanza. Guardò negli occhi, per brevi istanti, il vampiro più anziano e poi si diresse, con apparente indifferenza, in cucina.
Angel lesse nello sguardo del suo cucciolo la rassicurazione che tutto si era svolto secondo i suoi desideri. Buffy stava bene. Mise quindi da parte ogni altro suo sentimento per potersi occupare completamente di lei. Spike aveva svolto il suo compito. Ora era il suo turno di affrontare le proprie responsabilità.

 

Sogni Continua...