Some Things Are...Forever > Quello Che Whedon Non Dirà Mai > Storie Tristi >Triangolo> La realtà

 

 

RATING: Vietato ai minori d'anni 18 per descrizioni esplicite di rapporti sessuali.
NOTA: il ruolo di Spike in questo capitolo ha un preciso significato. Trasforma quello che, nel capitolo precedente poteva sembrare un tradimento, in un vincolo d'amore.
DEDICA: a coloro che sognano, perché la vita realizza sempre i nostri sogni, ma mai nel modo in cui noi avevamo previsto che accadesse.
 

 

Capitolo VI
La realtà
Quando entrò nella stanza trovò Buffy distesa nel letto, solo parzialmente coperta da un lenzuolo. Il viso affondato nel cuscino, gli voltava la schiena.
Si avvicinò lentamente. Chinandosi su di lei, fece scorrere le dita fra le sue scapole, lungo la schiena, in una leggera carezza.
"Ciao, come stai?" si limitò a chiedere, incerto su come lei avrebbe reagito alla sua presenza.
Buffy si voltò, coprendosi istintivamente il seno con un lembo del lenzuolo. Cercò subito i suoi occhi, timorosa di quello che avrebbe potuto leggervi. Dagli occhi scuri però trapelava solo preoccupazione e un infinito amore.
Buffy chiuse gli occhi e una lacrima le scivolò su una guancia.
Angel sentì il panico dilagare in lui. Se Buffy si fosse pentita di quello che aveva fatto, se ne avesse sofferto…non sarebbe mai riuscito a perdonarselo.
La risposta di lei però lo tranquillizzò immediatamente.
"Sto bene. E' stato…diverso da come ho sempre sognato che sarebbe stato. Tu…sei un'altra cosa, ma lui è…"
"Lo so Buffy" si affrettò a soccorrerla il vampiro, sedendosi al suo fianco "Per questo ho voluto che accadesse. Anch'io avevo sempre sognato…non ha importanza." Concluse il vampiro con un sospiro. "Difficilmente la vita realizza i nostri sogni come noi vorremmo. Dobbiamo cogliere il meglio di quello che ci offre, e pagarne il prezzo. Non abbiamo altra scelta."

Buffy allungò timidamente una mano per accarezzargli il petto, attraverso il tessuto della maglietta. Aveva bisogno di toccarlo, di ricordare a se stessa che era reale. Non si trattava di un sogno. Angel era seduto vicino a lei, l'amava e non l'avrebbe più abbandonata.
"Hai ragione, ma tu…."
Angel scosse il capo sorridendo con dolcezza.
"Abbiamo tempo. Non è il mio momento, adesso, ma il tuo."
Mentre parlava però, il vampiro non riuscì a trattenersi e abbassò il capo, impossessandosi delle sue labbra in un bacio possessivo. Buffy dischiuse subito la bocca, felice di accoglierlo null'unico modo che le era concesso.
Spike le aveva dato molto, ma nulla se paragonato a quello che avrebbe potuto offrirle lui, l'amore della sua vita.
Angel esultò. Spike gli aveva obbedito. Non c'era traccia del suo sapore sulla bocca di lei. Solo l'aroma dolce che le era caratteristico, che l'aveva perseguitato a lungo durante le sue notti di solitudine. Percepiva l'odore del suo piacere, mescolato a quello di Spike, ma non provò rabbia. Solo un'ombra di gelosia oscurò per un attimo la sua anima.

Fra le sue braccia la sentiva tranquilla, rilassata, appagata, come avrebbe sempre dovuto essere.
L'amarezza della frustrazione, della rabbia, della insoddisfazione avevano lasciato il posto alla serenità di chi ha trovato quello che stava cercando.
Si separò da lei solo quando le sue piccole mani lo respinsero, premendo contro le sue spalle.
"Angel…" mormorò lei, sorridendo, con il respiro affrettato "….io devo respirare…almeno ogni tanto."
Lui rispose al suo sorriso.
"Scusami. A volte lo dimentico. Ora ti lascio. Puoi dormire un po' se vuoi, oppure alzarti. Come preferisci. Io ti aspetto in soggiorno."
Le sfiorò la punta del naso, in un bacio affettuoso, e si alzò dal letto, con evidente rimpianto.

Buffy sapeva che non sarebbe riuscita a dormire. Era troppo impaziente di sapere che cosa Spike intendesse dire riferendosi alla soddisfazione di Angel.
Lei non aveva ottenuto esattamente la realizzazione dei suoi desideri, ma doveva ammettere, quello che aveva provato era stato qualcosa di molto simile.
Anche Spike aveva avuto la sua parte. Su questo non le aveva lasciato dubbi. Trovava ingiusto che solo Angel non avesse ricevuto nulla, quella notte.
Quando l'aveva baciata aveva percepito chiaramente la tensione del suo corpo, il bisogno che aveva di lei e si era sentita incolpa e inutile perché sapeva che non poteva fare nulla per lui.

Decisa ad affrontare il più presto possibile il discorso con i suoi due compagni, Buffy si diresse in bagno, dove si lavò accuratamente.
Con addosso l'accappatoio di Angel, troppo grande per lei, tornò in soggiorno, per prendere la sua borsa, dove c'era il pettine e il necessario per il trucco. La stanza era vuota. Probabilmente Angel era in cucina e forse Spike se ne era andato.
Tornò in bagno, dove impiegò più tempo del necessario per pettinarsi e truccarsi. Voleva essere bella, per lui. Non sapeva che cosa l'aspettava. Qualsiasi cosa fosse però voleva essere pronta.

Alla fine, rimpiangendo di non avere abiti puliti da indossare, si vestì e uscì dalla camera da letto. Era in ansia, ma anche curiosa di dove l'avrebbe condotta il suo amore per quella creatura così unica che il fato aveva messo sulla sua strada.
Si era sbagliata. Spike non era andato via. I due vampiri occupavano le due poltrone, uno di fronte all'altro, ma mentre Angel appariva rilassato in Spike era presente una malcelata tensione. Non parlavano.
Buffy comprese che stavano aspettando lei, con la pazienza tipica di chi ha di fronte a sé la vita eterna.

Si avvicinò titubante, incerta su quale fosse il proprio ruolo. Angel però risolse i suoi dubbi prendendola per mano e facendola accomodare sulle proprie ginocchia.
Buffy vinse l'istintivo imbarazzo che le provocava assumere quella posizione così intima di fronte a Spike e si appoggiò contro di lui.
Angel sembrò gradire il suo gesto e iniziò ad accarezzarle i capelli, dolcemente, ignorando la presenza dell'altro vampiro.
Buffy si abbandonò al suo tocco gentile e al contatto confortante dei solidi muscoli del suo petto.
Ogni più piccola particella di lei le diceva che quello era il suo posto.
Cercò una conferma nel suo sguardo, ma Angel aveva chiuso gli occhi. Il capo appoggiato contro lo schienale, le labbra piegate in un sorriso tranquillo sembrava voler assaporare quel momento, escludendo tutto il resto del mondo.

Comprendendo i suoi sentimenti Buffy cercò di restare immobile, di non disturbarlo, ma la sua mano, come mossa da una volontà propria, si alzò per accarezzare, con la punta delle dita, quei bei lineamenti, finalmente distesi e rilassati.
Come se il suo movimento fosse stato un segnale Spike iniziò a parlare. Il suono della sua voce, nella casa silenziosa, la fece sobbalzare. Angel le posò la mano libera su un ginocchio, lasciato scoperto dalla gonna, in un gesto rassicurante. Buffy però era troppo sorpresa per quello che stava udendo e non potè impedirsi di voltarsi verso il vampiro biondo.

"….mentre le baciavo il collo, lei ha inclinato la testa. L'ho interpretato come un invito e ho aperto la bocca. Sentire contro la lingua il sangue pulsare, scorrere nelle sue vene è stato…"
"Spike!"
Angel non aveva aperto gli occhi, ma Spike percepì ugualmente la minaccia presente nella sua voce. Riprese a parlare, ma cambiando l'oggetto della sua descrizione.
"….la sua pelle è sottile, ma morbida e calda. Soprattutto la pelle del suo seno è sensibile anche al minimo tocco. E' bastato che le sfiorassi un capezzolo perché lei si inarcasse contro di me, chiedendo di più."
Buffy continuava a osservare Spike, allibita da quello che stava raccontando e che evidentemente aveva intenzione di raccontare.
Spike, senza interrompersi, le sorrise con negli occhi uno sguardo di sfida. Con una mano fece, nella sua direzione, una rapido gesto dal significato inequivocabile: "Io faccio la mia parte, tu fai la tua!"

"Le ho coperto i seni con baci gentili, poi sempre più appassionati." Continuò il vampiro, con voce tranquilla. " La sua eccitazione aveva fatto crescere la mia. Non sarei riuscito ad aspettare in eterno! Lei premeva i fianchi contro i miei, impaziente. Il mio membro, premuto contro il suo ventre caldo, era pronto."
Buffy, compreso il silenzioso messaggio, tornò a rivolgersi verso il suo amore. Sapeva che questa non poteva contare sul suo aiuto. L'avrebbe lasciata libera di decidere da sola che cosa fare. Lei sperò, con tutte le sue forze, di sapergli dare, nonostante la sua poca esperienza, tutto il piacere che meritava.

Iniziò a coprirgli il volto e il collo con rapidi baci, eludendo appositamente le labbra. Presto dimenticò la presenza di Spike. Le sue parole persero significato. Per lei esisteva solo Angel e il suo desiderio per lei. Senza smettere di baciargli il volto, si liberò della maglietta leggera e del reggiseno. Gli fece scorrere le dita fra i capelli, per soffermarsi poi sulla sua nuca. Esercitò una leggera pressione, a cui Angel rispose, affondando il viso fra i suoi seni. Non la baciò, né cercò di accarezzare le morbide rotondità. Fu lei a muoversi contro di lui, premendogli i capezzoli eretti contro le labbra appena dischiuse. Fu ricompensata da un gemito sommesso, appena udibile, soffocato dai suoi seni.

"Le ho dischiuso le gambe con le ginocchia e con una mano le ho accarezzato il sesso aperto, umido di piacere. A quel contatto lei ha iniziato a gemere, per il desiderio. La sua pelle in quel luogo è setosa e calda come in nessun altro punto del suo corpo."
Buffy mise bruscamente a tacere la propria eccitazione. Questo era il momento di Angel. Contro le sue gambe, lasciate scoperte dalla gonna molto corta, il suo membro premeva, alla ricerca di sollievo. Tentò di scivolare sul tappeto, ma Angel non glielo permise. La mano, ancora appoggiata sul suo ginocchio rafforzò la sua presa.
Buffy cedette subito, ma rimase incisa su che cosa fare. Istintivamente, si volse verso Spike alla ricerca di un suggerimento. Quando incontrò gli occhi azzurri, dallo sguardo divertito, arrossì, improvvisamente consapevole di quello che stava facendo, di fronte a lui. Spike però si limitò a sollevare un sopracciglio, senza interrompersi, e a fare un cenno eloquente verso il suo ventre.

Per un istante Buffy provò un moto di irritazione verso Spike e verso se stessa, per aver cercato il suo consiglio. Il pensiero di Angel però prese subito il sopravvento. Tornò a rivolgersi a lui. Ora sapeva quello di cui lui aveva bisogno.
Dischiuse le ginocchia, aspettandosi che lui muovesse la sua mano verso il suo sesso, ora accessibile. Angel però allentò solo la presa sul suo ginocchio e restò in attesa. Fu lei alla fine a condurre la grande mano, in una lenta carezza, lungo la sua gamba fino ad incontrare il pizzo della sua biancheria. Non era però sufficiente. Voleva che lui fosse completamente cosciente di quello che suscitava in lei essergli vicina, stare fra le sue braccia. Con gesti sicuri guidò le sue dita forti oltre la stoffa, a contatto con la sua pelle sensibile, accertandosi che nessun recesso restasse inesplorato.

"Mi sono disteso su di lei e lei si è dischiusa per accogliermi. Il suo ventre è stretto, quasi come quello di una vergine, e ha opposto resistenza. Ero incerto se continuare, quando lei ha premuto con i talloni contro la mia schiena, inducendomi a non fermarmi. Ho obbedito. Sono entrato dentro di lei, completamente. I suoi muscoli mi hanno stretto al punto da farmi quasi male, ma la sofferenza ha solo aumentato il mio piacere."
Buffy, inconsciamente, inarcò la schiena, per premere con maggior forza il clitoride contro i polpastrelli che la stavano sfiorando gentilmente. Infine prese fra le sue piccole dita il suo indice e lo fece entrare dentro di sé. Le contrazioni del suo ventre, in risposta a quella tenera intrusione, dissero ad Angel quanto fosse ben accolto il quel luogo.

Il gemito che emise il vampiro questa volta fu perfettamente udibile. Buffy si morse le labbra. Per quanto si sforzasse di restare lucida per lui, stava perdendo il controllo. Muoveva ormai il bacino violentemente contro la sua mano con i gesti istintivi del piacere. Lo tratteneva contro di sé stringendogli il polso con tanta forza da segnargli la pelle. Con l'altra mano gli aveva afferrato violentemente una spalla, per mantenere l'equilibrio.
Angel era tornato ad appoggiare il capo contro lo schienale, abbandonando i suoi seni. Buffy si sentiva disperata. Le sembrava ingiusto ed egoista quello che stava facendo, ma il suo corpo non voleva sentire ragioni.

Posò lo sguardo sul viso di lui e scoprì che la stava guardando. Gli occhi scuri erano colmi di desiderio. Con stupore, ma anche con sollievo, Buffy lesse la preghiera, espressa da quello sguardo, e si abbandonò all'estasi, muovendosi convulsamente contro di lui. Raggiunto l'apice si abbandonò ansante contro il suo petto.
"Ti amo." Il debole sussurro, mormorato fra i suoi capelli, la riportò alla realtà.
La voce di Spike, che continuava il suo racconto, le disse che non era ancora finita.
"Mi sono mosso dentro di lei con sempre maggior sicurezza. La resistenza iniziale era sparita. Il suo corpo si era perfettamente adattato al mio. Quando lei raggiunse il culmine del piacere, mi morsi un braccio per impedirmi di cedere io stesso al desiderio. Non volevo che quella dolce tortura finisse."

Buffy sollevò la testa e, con una mano, si allontanò i capelli dal volto. Angel aveva di nuovo chiuso gli occhi. Non sorrideva più. I suo corpo era teso, ma Buffy non se ne preoccupò. Ne conosceva il motivo. Senza che lui cercasse più di fermarla scivolò fra le sue ginocchia e seduta ai suoi piedi gli slacciò i pantaloni.
Quando si trovò davanti il suo membro eretto rimase alcuni istanti indecisa. Occuparsi in quel modo del desiderio di un uomo era qualcosa che non aveva mai fatto. Era sorpresa dalle sue dimensioni. Lo sfiorò con la punta delle dita, più per la curiosità di sapere che effetto le avrebbe fatto, che con l'intenzione di arrecare piacere. Il sospiro che udì provenire dal vampiro le indicò però quello che avrebbe dovuto fare.

Con gesti esitanti all'inizio, poi sempre più sicuri, lo accarezzò con sempre maggior energia.
"Lei mi avvolgeva completamente, era mia, ero dentro di lei e non avrei mai voluto lasciarla. La mia carne scorreva contro la sua fino a quando non giungevo nelle sue profondità più nascoste. Allora mi ritraevo, per tornare subito dopo con più vigore, perché volevo ritrovare il Paradiso che avevo lasciato."
Buffy fu colta dalla tristezza. Angel avrebbe voluto il suo ventre, e lei glielo avrebbe offerto con gioia, se avesse potuto. Non era però possibile. Tutto quello che poteva donargli erano le sue carezze.
Strinse le labbra e sul suo viso comparve un'espressione decisa. Forse non sarebbero state sufficienti a renderlo felice. Non avrebbe mai potuto esserlo in quella situazione. Ma lei avrebbe fatto l'impossibile per dargli almeno un po' di sollievo dalle sue sofferenze.

Un'idea le attraversò la mente. Senza fermarsi a riflettere la mise in pratica. D'impulso abbassò il capo, per premere le labbra contro quella pelle sottile e tesa.
In fondo era stato lui a dire che la sua bocca gli apparteneva. Era la prima volta che faceva qualcosa di simile, ma era certa che non potesse essere poi così difficile. Con qualsiasi altro uomo si sarebbe rifiutata, ma Angel…era un'altra cosa!
La mano ferma di lui, fra i suoi capelli, la bloccò, prima che potesse completare il gesto.
Buffy alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi, nel quali brillava uno sguardo che non ammetteva repliche. Perfino Spike aveva smesso di parlare. Le combattè pochi istanti poi si arrese.
Raddrizzò il capo e udì la voce di Spike riprendere la frase interrotta.

"…i suoi gemiti mi dicevano che lei era di nuovo prossima all'estasi. Questa volta sapevo che non sarei riuscito a fermarmi. Mi mossi, per raggiungere con una mano il centro del suo piacere e nel momento in cui lo toccai….."
Buffy riprese, con più impegno di prima, a far scorrere una mano lungo quel turgido sesso su cui era concentrata tutta la sua attenzione. Con l'altra mano sfiorò la tenera pelle dei suoi lombi. In risposta percepì il contrarsi dei muscoli delle sue cosce. Soddisfatta intensificò le sue carezze fino a quando Angel, pronunciando il suo nome, non la respinse con forza sul tappeto.

Quando si risollevò confusa, la prima cosa che vide furono gli stivali di Spike, che si era alzato, e l'asciugamano, che le stava porgendo. Buffy lo prese in mano senza capire. Poi si volse verso Angel.
Era abbandonato sulla poltrona. Gli occhi chiusi, e un sorriso rilassato sul volto. Buffy comprese immediatamente lo scopo dell'asciugamano.

Non prestò attenzione al rumore della porta che si richiudeva alle spalle di Spike. Esisteva solo Angel per lei in quel momento.
Gli ripulì il petto e il ventre con cura. Scosse il capo ridendo di se stessa. La vita era imprevedibile. Avrebbe scommesso che mai e poi mai avrebbe fatto qualcosa di così umiliante per un uomo. Invece ora era felice di compiere quei gesti per l'uomo che amava, e che aveva creduto di aver perso per sempre.
C'era riuscita. Gli aveva dato quel piacere che il destino aveva cercato di negargli. Non come avrebbe voluto, certo, ma in quel momento non aveva importanza.
Quando tentò di allontanarsi da lui le sue mani le afferrarono la vita e la ricondussero sulle sue ginocchia. Buffy, lasciato cadere per terra l'asciugamano, si appoggiò contro di lui, finalmente in pace, come non era stata da anni.

Non c'era tensione sessuale fra loro in quel momento. Solo affetto, tenerezza e desiderio di restare uno vicino all'altro per sempre.
"Perché non hai voluto?" chiese Buffy sottovoce, timorosa di turbare la quiete che si era instaurata fra loro, ma anche curiosa di avere una risposta.
"E' un gesto che ho preteso da troppe donne, per umiliarle, sottometterle, distruggerle perché potessi permettere a te di farlo."
Buffy alzò il capo. Voleva che lui vedesse il suo volto e la sincerità nei suoi occhi.
"Per me non sarebbe stato umiliante. Volevo farlo…per te. Farei qualsiasi cosa per te."
Angel le accarezzò il volto con espressione assorta.
"Lo so, me lo hai dimostrato questa notte. Grazie."
Buffy assunse subito un'espressione falsamente pensierosa.

"Probabilmente dovremo ringraziare anche Spike, anche se non riesco ad immaginare come. Non credo di essere disposta a offrirgli il mio collo per sdebitarmi!"
Aveva voglia di scherzare e di ridere. L'ansia l'aveva abbandonata. Non c'era più nulla di cui dovesse preoccuparsi e la tensione delle ultime ore iniziava a fare sentire i suoi effetti.
Era stanca e felice. Voleva giocare un po' con il suo compagno, spensierata, come da tempo non faceva. L'espressione di Angel rimase però seria.
"Non sottovalutare Spike e quello che ha fatto per noi Buffy. Non se lo merita! Rinunciando al suo orgoglio, e soffocando i suoi istinti, ti ha permesso di sentirti mia e mi ha concesso di condividere questa esperienza con lui. Fa parte di me e quindi anche di te!"

"Hai ragione" ammise Buffy, che in quel momento non aveva voglia di sentire rimproveri "ma ha avuto anche lui la sua parte di piacere, te lo posso garantire!" concluse in propria difesa.
"Lo so" mormorò Angel. La nota di rimpianto nella sua voce indussero Buffy a pentirsi immediatamente delle sue parole. La vita non era stata generosa con loro, ma lei era decisa a combattere il destino, approfittando di ogni istante di gioia che le era concesso.
Chiese quindi perdono con un caldo bacio sulle labbra dell'unico amore della sua vita e Angel non esitò a perdonarla, rispondendo con eguale passione.

 

Il Sapore dell'Amore Continua....