Questa volta erano solo loro due. Spike non era presente. Forse non sapeva
neppure che Angel era a Sunnydale, pensò Buffy, con pizzico di
soddisfazione.
Riconosceva che era una reazione infantile e meschina la sua. Spike in
fondo li aveva aiutati, anche se per il proprio tornaconto. Restava però
il fatto che era felice di poter avere Angel tutto per sé, senza
l'interferenza di nessuno,
a parte Angelus naturalmente, le ricordò
la sua coscienza.
"Buffy, sei certa di volerlo rifare?" Nella voce di Angel c'era
incertezza e paura.
Buffy sapeva da che cosa nasceva l'incertezza del compagno, ma la paura
le
sorse il dubbio che questa volta non fosse Angelus a spaventarlo, ma la
possibilità che lei gli negasse qualcosa che desiderava molto.
Scrollò le spalle, come se volesse, con quel semplice gesto, liberarsi
di ogni dubbio e perplessità e decise di indagare oltre. Lui era
così avaro nel manifestare quello che provava per lei da indurla
a sfruttare ogni occasione per costringerlo a ricordarglielo.
"Sì! E tu lo vuoi?"
Angel chiuse gli occhi per pochi istanti.
"Che Dio mi perdoni, lo desidero dalla mattina in cui ti ho lasciata
da sola in quel letto!"
Quando Angel riaprì gli occhi la prima cosa che vide fu il sorriso
smagliante sul viso di Buffy. Quella visione lo consolò dalla sofferenza
di dover ricorrere a quell'espediente per poter amare la donna che era
tutta la sua vita.
Anche lui sorrise in risposta. Buffy cercò di imprimersi nella
mente quel sorriso dolce e caldo sapendo bene che durante le ore successive
il suo sorriso sarebbe stato ben diverso.
Bastò un istante, ma Buffy comprese chiaramente che il cambiamento
era avvenuto.
Qualcosa nei suoi occhi, nell'espressione del suo viso era cambiata. Di
fronte a lei ora c'era Angelus.
Quando si mosse verso di lei Buffy si protese per accoglierlo.
Si aspettava una replica della notte precedente: nessuna tenerezza, niente
parole affettuose, solo una travolgente passione. Questo era Angelus e
questo lei avrebbe avuto.
Si pentì per un istante di non aver chiesto ad Angel di rimandare
per qualche ora.
Le sarebbe piaciuto parlare un po', farsi coccolare, sentirsi amata.
Ossessionata dall'idea di fare l'amore con lui, che la tormentava da quella
mattina, non ci aveva però pensato e ormai era troppo tardi. Angel,
in ogni caso, pareva avere fretta anche lui di appagare i propri istinti.
Avrebbero avuto tempo dopo per la tenerezza. Questa volta non lo avrebbe
lasciato scappare nella notte. Si sarebbe risvegliata con lui!
Angelus le era di fronte, ma la guardava, senza toccarla. La perplessità
di Buffy cresceva ad ogni secondo che passava senza che nulla accadesse.
Lo schiaffo sul volto le giunse violento e inaspettato, al punto da farla
cadere per terra.
"Squaldrina!"
Un istante dopo due mani ferme la aiutavano gentilmente ad alzarsi, la
confusione impressa sul viso tumefatto. Tutto era accaduto in pochi istanti,
e ora Angel sembrava essere ritornato se stesso.
"Sei impazzito? Come hai osato!" l'anima era furiosa.
"Sai benissimo perché lo ho fatto e avresti voluto farlo anche
tu!"
"Non è vero! Lei non se lo merita. Non ha fatto nulla di cui
vergognarsi!"
"Davvero? E Riley e tutti gli altri fantocci che sicuramente si è
portata a letto?"
"Era suo diritto farlo! Io l'avevo lasciata libera."
"Io no. Lei non sarà mai libera da me!"
"Che cosa è successo Angel? Perché lo ha fatto?"
Buffy ora sedeva sulla poltrona, toccandosi con cautela il volto dolorante.
Angel era inginocchiato ai suoi piedi. La fissava con gli occhi colmi
di sofferenza.
"Buffy, mi dispiace. Mi ha colto di sorpresa. In caso contrario glielo
avrei impedito."
Un sorriso triste comparve sul viso dal quale il livido stava già
sparendo.
"Lo so Angel. Non è stata colpa tua. Non capisco però
il perché. Io non ho fatto nulla
"
Angel distolse gli occhi dai suoi, interrompendola frettolosamente.
"Certo che non hai fatto nulla! Angelus è pazzo. Dovresti
saperlo. Le sue azioni non sempre hanno un motivo logico e comprensibile."
Buffy sospirò. Angel sapeva essere un ottimo bugiardo, se lo riteneva
necessario, ma in quell'occasione evidentemente c'era una parte di lui
che avrebbe voluto dire la verità. Il conflitto, palese nel suo
comportamento, rendeva assolutamente trasparente la sua menzogna.
"Angel, per favore, non rendere tutto ancora più difficile.
Perché Angelus mi ha colpito e mi ha chiamato in quel modo? Deve
esserci un motivo. Lo conosco. E' un pazzo megalomane, ma anche un sottile
stratega e non agisce mai senza uno scopo ben preciso."
Angel comprese di non avere vie di fuga. Non voleva affrontare quel discorso
con lei perché nel profondo della sua anima sapeva che Angelus
aveva detto, almeno in parte, il vero.
Non poteva cancellare dalla sua memoria le notti e le giornate, rese
eterne dalla sofferenza, trascorse ad immaginarla fra le braccia di altri.
La gelosia l'aveva divorato al punto da fargli quasi perdere la ragione
e indurlo a tornare a Sunnydale. Solo il suo amore per lei l'aveva fermato.
Voleva che fosse felice e allora quella gli sembrava l'unica strada possibile.
Si era sbagliato, ma non era giusto che ora pagasse lei il prezzo del
suo errore. Buffy aveva fatto solo quello che lui le aveva detto di fare,
anche se
in un angolo nascosto della sua mente covava un assurdo
risentimento per quei tradimenti, che in realtà non erano mai stati
tali. Cercò quindi di formulare una risposta in grado di soddisfarla,
senza però svelarle quanto assurdo e ingiusto poteva essere l'uomo
che amava.
"Lui è pazzo. E' convinto che tu l'abbia tradito
con
Riley e con
gli altri." Confessò, preparandosi ad affrontare
l'ira della sua compagna di fronte a quelle accuse ingiuste.
Buffy lo sorprese. Invece dell'ira sul suo viso comparve lo stupore.
"Quali altri?" chiese, con genuina curiosità.
Il vampiro restò interdetto. Non si era atteso quella domanda.
Nei suoi incubi aveva visto Buffy baciare, abbracciare, amare infiniti
uomini. Erano sempre diversi, ma nessuno di loro aveva mai avuto un volto.
Immaginarli senza volto probabilmente lo aiutava ad odiarli di meno. Erano
solo corpi anonimi, senza una personalità, un'identità che
lei potesse amare.
L'immagine di Riley era sempre rimasta chiusa in un luogo remoto della
sua mente. Lo aveva visto, gli aveva parlato, lo aveva perfino colpito,
ma il suo inconscio rifiutava ancora di ammettere la sua esistenza: Buffy
lo aveva amato, questo non poteva accettarlo, neppure nei suoi incubi.
"Gli altri
uomini con cui sei stata." Spiegò concisamente,
incapace di esprimere in poche parole un Inferno durato tante lunghe notti.
"Non ci sono mai stati altri Angel. Solo tu, Parker, purtroppo, Riley
e ora
Spike, se vuoi aggiungerlo all'elenco."
"Spike è tutta un'altra questione." Si affrettò
a dichiarare Angel, sentendosi responsabile per quello che era accaduto
fra Buffy e il suo cucciolo. "Angelus lo sa e comunque
.ha già
chiarito le cose con lui."
"Bene. Quindi restano Parker e Riley." Concluse Buffy senza
esitare.
"Infatti." Assentì il vampiro con un sospiro.
Far ragionare Angelus su quel punto non sarebbe stata un'impresa facile,
soprattutto perché
se la sua mente era certa delle proprie
ragioni parte del suo cuore
Buffy era sua e nessun altro avrebbe
mai dovuto averla. Era stato proprio un idiota a lasciarla!
"Idiota è dire poco!" esclamò il demone con ira.
"Lei era tua e tu hai permesso, anzi le hai ordinato, di darsi ad
altri! E poi chiami me pazzo!"
"Aveva diritto di essere felice, avere dei figli, vivere nella luce."
Rispose l'anima con il tono di chi vuole giustificarsi contro ogni evidenza.
"Non è mai stato questo il suo destino. Perfino tu l'avresti
capito se avessi ragionato con la testa, invece che con il cuore. Hai
voluto fare il Cavaliere senza macchia, dall'insana generosità,
che si sacrifica per il suo amore. Questi sono stati i risultati! Lei
non è la pulzella delle leggende e tu
di macchie sulla tua
coscienza ne hai troppe perché potesse funzionare!" Insistette
la parte oscura del suo essere. "In ogni caso non ricordo nessuna
Cacciatrice felicemente sposata, con figli e magari nipoti. Senza di te
lei sarebbe già morta da tempo. Una serena vecchiaia non fa parte
del contratto, per la Prescelta."
"E' vero" ammise riluttante l'anima, "Sono stato io però
a sbagliare, non lei! Punisci me, se vuoi, ma lasciala in pace!"
Era un comando, ma la disperazione che nascondeva lo rese un' implorazione.
"Non ho bisogno di punire te. Riesci a torturarti da solo molto meglio
di quanto potrei fare io. Nascondi a te stesso la verità, ma la
gelosia ti corrode lo spirito in ogni istante, distorce ogni tuo pensiero,
inquina ogni tua emozione. Lo so. Io sono dentro di te, vedo i tuoi pensieri
e
godo del tuo dolore. Un suo sospiro, un suo gesto, un suo sorriso e la
domanda che sorge nella tua mente è sempre la stessa: era così
anche con gli altri? Sorrideva a loro come oggi sorride a me? Li accarezzava,
baciava, toccava nello stesso modo? Io so offrirle tutto quello che loro
gli hanno offerto? Credimi, la tua sofferenza per me è dolce come
il sangue caldo che sorga dal corpo di un fanciullo.
E' lei che deve soffrire, deve sapere a chi appartiene, senza alcun dubbio.
Deve riconoscere le sue colpe e accettare il suo destino."
Buffy lasciò vagare lo sguardo per la stanza. Tutto le pareva
famigliare eppure estraneo, mentre tornava con la mente a ricordi che
le sembravano appartenere ad un'altra persona.
Un brivido di freddo le percorse il corpo. Aveva paura, ma
doveva
essere onesta. Se avesse mentito Angel forse avrebbe creduto alle sue
menzogne, perché voleva crederci, ma Angelus no.
Il demone riusciva a comprendere certi aspetti della sua natura meglio
dell'uomo che amava. Era un essere che non conosceva la pietà e
forse proprio per questo non temeva la crudeltà che si nasconde
dietro ogni verità.
Alla fine si decise a parlare.
"Non so come spiegartelo, Angel, ma
vorrei che liberassi di
nuovo Angelus."
Quella richiesta, pronunciata in tono sommesso, ma deciso, colse Angel
del tutto impreparato. Assorto nella sua lotta interiore aveva quasi dimenticato
la presenza di Buffy nella stanza.
"Buffy, perché? E' assurdo. Lo libererò di nuovo solo
quando e se avrà ritrovato la ragione. Ora ti farebbe solo del
male e non ho intenzione di permetterglielo."
Buffy scosse il capo, come per scrollarsi i capelli dal volto. Angel però
conosceva bene gel gesto, che le era consueto. Non si sarebbe rassegnata.
Era determinata ad ottenere quello che voleva.
"Se era adirato con me perché non l'ha dimostrato la prima
sera? Perché ha aspettato? Non credo che stia agendo d'impulso.
C'è una logica nelle sue azioni e io ho bisogno di comprenderla."
"Buffy
è pazzo. Non sai quello che potrebbe farti!"
insistette ancora Angel.
"Sono la Cacciatrice. Mi posso difendere e tu
devi lasciarlo
libero di dire e fare tutto quello che vuole. Lo fermerai solo quando
sarò io a chiederti di farlo. Promettimelo! Per me è importante."
"Io non ti capisco." Mormorò il vampiro e le sue parole
esprimevano esattamente quello che provava. Non riusciva proprio a comprendere
perché Buffy volesse confrontarsi con Angelus su quell'argomento.
Quello era il passato, una storia chiusa, finita.
Certo, gli capitava a volte di chiedersi se Buffy avesse dei rimpianti,
se qualcosa la legasse ancora a quelle persone, soprattutto a Riley. In
fondo era stato lui a lasciarla. Lei però aveva fatto la sua scelta,
una scelta tutt'altro che facile. Aveva scelto lui. Non poteva pretendere
di più.
Evidentemente però c'era qualcosa che gli sfuggiva, qualcosa che
era rimasto in sospeso e che Buffy ora voleva concludere, non con lui,
ma con Angelus.
L'anima provò un moto di gelosia nei confronti del demone. C'era
un segreto, che quell'essere oscuro condivideva con Buffy, un segreto
che a lui era nascosto. Buffy gli aveva chiesto di lasciarla a quel mostro.
Non voleva nessuna interferenza da lui! Essere in questo modo escluso
feriva il suo orgoglio. Lo faceva sentire inetto e incapace di offrirle
quello di chi aveva bisogno.
Lei era sua! Angelus non era altro che la barriera che li divideva e ora
uno strumento attraverso cui tentavano di ingannare il destino. Non aveva
il diritto di interporsi fra loro e soprattutto Buffy non aveva il diritto
di chiedergli di annullarsi per permettere a lui di emergere.
Non ne aveva il diritto, ma lo aveva fatto, in modo inequivocabile.
Fu tentato di respingere la sua richiesta, senza possibilità di
appello. Era adirato con lei. Una curiosità crudele e perversa
serpeggiava però ormai nella sua mente. Non poteva dire semplicemente
"No" e ignorare per sempre quello che i due dovevano dirsi.
Il suo rapporto con Buffy non sarebbe mai più stato lo stesso.
Arrivati a quel punto doveva sapere
anche se temeva le verità
che avrebbe scoperto.
Fu la gelosia ad indurlo, alla fine, ad accondiscendere a quell'assurda
richiesta.
I suoi occhi mutarono di nuovo. Diventarono gelidi mentre il suo volto
assumeva un'espressione sprezzante.
Buffy approfittò di quell'istante per prendere l'iniziativa.
"Se hai qualcosa da dirmi, Angelus, dilla, ma non osare più
alzare un solo dito su di me oppure
"
"Che cosa farai Buffy? Mi colpirai, magari come hai già fatto
una volta, proprio nel punto dove un uomo soffre di più? Non sarò
solo io a soffrire questa volta! Ricordatelo!"
"Non ho intenzione di dimenticarlo, ma sono certa che Angel approverebbe!"
"Forse hai ragione." Commentò il vampiro, in tono ironico.
"Non ho comunque bisogno di colpirti per punirti per quello che hai
fatto."
"Se volevi punirmi perché aspettare? Perché non ne
hai approfittato l'altra notte, quando ne hai avuto l'occasione?"
La domanda di Buffy nasceva da una genuina curiosità, ma la sua
voce vibrava anche di una sottile nota di paura: temeva le parole di Angelus
più dei suoi pugni.
"Non era il momento. Prima dovevo renderti di nuovo mia!" Dichiarò
il vampiro con naturalezza, come se la spiegazione fosse ovvia. Il suo
atteggiamento divenne però subito più aggressivo. "Ora
lo sei
.e devi pagare!"
" Pagare per che cosa? Per aver fatto quello che Angel stesso mi
ha chiesto di fare?" Buffy provò un attimo di rimorso. Non
aveva intenzione di scaricare su Angel ogni responsabilità, ma
lui, in effetti, era stato molto chiaro, quando l'aveva lasciata, anche
se lei
.Angelus risolse il suo dilemma spazzando via le sue giustificazioni
con un rapido gesto della mano.
"Puoi ingannare la mia anima, che ti ama abbastanza da credere alle
tue bugie, ma non me! Tu sai bene quello che sei, quello che hai provato
fra le loro braccia, i pensieri che ti hanno attraversato la mente mentre
li accarezzavi, le parole che le tue labbra hanno sussurrato alle loro
orecchie nei momenti di passione!"
"Non è affar tuo quello che io posso aver detto o provato!"
ribatte pronta Buffy, meno sicura di sé di quello che voleva dimostrare.
Angelus aveva intuito la verità e lei non sarebbe riuscita a nascondergliela
a lungo! Probabilmente però era proprio quello che desiderava,
di cui aveva bisogno e che Angel non le avrebbe mai offerto.
"Certo che è affar mio." Proclamò il vampiro,
gli occhi resi ardenti dall'ira. "Tu sei mia! Il tuo cuore palpitante
di vita batte per mio volere! Potrei farlo fermare in qualunque momento!
Potrei bere il sangue caldo che scorre nelle tue vene fino ad esserne
sazio e tu non oseresti fermarmi! Il tuo corpo colmo di passione porta
il mio marchio! E anche il tuo spirito depravato e vizioso mi appartiene!
Lui ti crede una creatura innocente e priva di malizia, ma io ti conosco
meglio di quanto possa conoscerti lui. Ti ho visto, attraverso i suoi
occhi, per quella che veramente sei! Una sgualdrina!"
"Menti!" rispose Buffy, incerta lei stessa su quale delle affermazioni
del vampiro volesse negare.
La forza, la passione che erano scaturite dalle parole di Angelus l'avevano
sconvolta. Era preparata a difendersi da un attacco fisico, ma lui non
l'aveva neppure sfiorata, non ne aveva avuto bisogno.
La sua lingua sferzante era riuscita a provocarle ferite più profonde
di quanto avrebbero potuto fare i suoi colpi. Lei poteva negare, con tutte
le sue energie, ogni cosa. La verità non sarebbe comunque cambiata:
lui aveva ragione!
"Lo sai bene che non mento!" commentò Angelus, con tono
più tranquillo, fissandola negli occhi. Appariva più rilassato
ora, ma Buffy non abbassò la guardia. Era proprio quando appariva
più innocuo che quell'essere diabolico era più pericoloso.
Sapeva di aver vinto. Lo aveva letto nel suo sguardo. La preda ormai era
alla sua mercé: doveva solo più affondare i denti nel suo
collo.
Buffy sentì il morso gelido della paura. L'impulso di appellarsi
ad Angel perché quell'incubo finisse divenne pressante, nella sua
mente. Sarebbero bastate poche parole e lui l'avrebbe salvata. Dischiuse
le labbra per pronunciarle, ma le richiuse senza lasciar sfuggire neppure
un sospiro.
La decisione di affrontare quella lotta era stata solo sua. Nessuno glielo
aveva imposto. Aveva perfino ferito la sensibilità di Angel per
avere quella opportunità. Non poteva rinunciare proprio ora. Lo
doveva ad Angel, ma soprattutto a se stessa.
Angelus interpretò il suo silenzio come una resa e un sorriso
soddisfatto illuminò per un istante il suo volto austero. Immediatamente
però i bei lineamenti tornarono ad irrigidirsi. Era il suo inquisitore
e le non doveva dimenticarlo!
"Vieni!" ordinò, voltandosi verso la camera da letto
e varcando con lunghi passi la porta spalancata.
Buffy lo seguì senza una parola, ma con la testa alta. Non sapeva
che cosa la aspettava, anche se aveva la certezza di essere prossima a
sostenere forse la prova più dura della sua giovane vita. In quella
stanza, che era stata testimone per lei di tanti momenti tragici e felici,
stava per ritrovare se stessa o forse
perdersi per sempre.
Angelus accese la luce e muovendosi con sicurezza si coricò sul
letto, che solo pochi giorni prima aveva accolto i loro abbracci. Era
ancora disfatto. Buffy per un breve attimo si illuse di essere tornata
a quella notte di piacere e passione. Angelus lo lesse nel suoi occhi
e la disilluse immediatamente, senza alcuna pietà.
"Voglio la luce accesa perchè tu veda bene quello che accadrà.
Sarebbe troppo facile per te nasconderti nel buio. Potresti illuderti
che le cose siano diverse da quelle che sono. Ti sei già illusa
per troppo tempo! E' ora che tu ammetta la verità." Nel suo
tono c'era un evidente disprezzo. Buffy ne fu ferita, ma non profondamente.
Comprendeva che esso nasceva dall'ira repressa, un'ira che quell'essere
crudele avrebbe presto sfogato su di lei.
"I vestiti non ti servono. Spogliati." L'invito era stato fatto
con naturalezza, ma in esso non c'era nessuna traccia di calore.
Lei rimase in piedi, poco distante dal letto, lo sguardo assente, senza
fare un solo gesto.
"Avanti!" la spronò il vampiro. "Coraggio. Ti ho
già vista spogliata, così come ti hanno visto loro. Forse
però, per semplicità è meglio che parliamo solo di
lui, di Riley, il tuo ragazzo, quello che avresti dovuto sposare, quello
che ti ha lasciata, perché tu non lo amavi abbastanza, dopo che
lui aveva pagato tutti i vampiri di Sunnydale per farsi succhiare il sangue.
Era giusto che pagasse
.scommetto che il suo sangue aveva lo stesso
sapore dell'acqua di sorgente!
Sono certo che ti piaceva spogliarti per lui. Farti ammirare, sentirti
dire quanto eri bella e desiderabile! Dannazione
lui, con i suo corpo
imbottito di ormoni, avrebbe desiderato qualsiasi femmina del pianeta
che non fosse troppo vecchia da fargli da madre o tanto giovane da poter
essere sua figlia!
Lo hai fatto per lui e ora non vuoi farlo per me? Anzi
non vuoi farlo
per il tuo Angel? Mi vedi? Il mio viso, il mio corpo sono quelli dell'uomo
a cui avevi giurato amore eterno. Lui è qui, con noi. Aspetta anche
lui di vedere il tuo bel corpo senza veli, le curve che ha desiderato
per tanto tempo accarezzare mentre altri ne godevano a loro piacere. Dovresti
essere ansiosa di mostrarti a lui così come ti sei mostrata a loro."
Buffy lentamente iniziò a sfilarsi ad uno ad uno gli indumenti
lasciandoli cadere a terra. Non pensava a Riley. La sua immagine era diventata
sfocata nella sua mente come un fantasma privo di identità. Le
ritornavano alla mente in modo vivido e dirompente solo le sensazioni
che aveva provato allora. Lui diceva d'amarla, la desiderava e non c'era
nessun ostacolo a dividerli. Le angosce, i dubbi, le paure che aveva vissuto
con Angel erano solo un ricordo. Si era sentita libera, sotto il suo sguardo,
libera e finalmente amata, dopo tanta solitudine.
Non doveva più controllare i suoi gesti, i sui sguardi, le proprie
emozioni. Non doveva neppure più addormentarsi con le braccia strette
intorno al corpo nel tentativo di ricreare un abbraccio di cui sentiva
disperatamente la mancanza.
"Che cosa vuoi da me?" mormorò, quando fu completamente
nuda, esposta allo sguardo ardente del vampiro.
La paura era ormai svanita dal suo animo, sostituita dalla rassegnazione.
Quella era una strada che doveva percorrere e l'avrebbe percorsa fino
in fondo.
"Che cosa voglio da te?" ripete Angelus, con tono irrisorio,
le braccia incrociate dietro la testa come chi assiste ad un intrattenimento
da cui non si attende molto. "Tu sai quello che sei, anche se forse
non lo hai ancora accettato completamente, ma lui, la mia stupida anima,
non l'ha ancora capito. Voglio mostrarglielo in modo che non gli restino
dubbi."
"No!" si ribellò per la prima volta Buffy. "Questo
non era previsto. Era una questione fra noi due! Lui deve restarne fuori!"
La risata di Angelus la azzittì. "E' ridicolo! Non può
restarne fuori! E' una parte di me. E poi
ho bisogno di un pubblico
per il mio spettacolo e quale pubblico migliore di lui? Sono certo che
non si annoierà affatto!"
"Lascialo in pace!" esplose Buffy, veramente determinata questa
volta a non cedere. Mettere in gioco se stessa era un conto, ma Angel
aveva
già sofferto abbastanza!
Angelus si sedette di colpo su letto, assumendo un atteggiamento comprensivo
che avrebbe ingannato chiunque non lo conoscesse bene come lo conosceva
Buffy.
"Amore, tu non vuoi proprio capire
.anche lui vuole sapere
chi
sei. E' per questo che mi ha liberato. Perché io osassi quello
che lui non avrebbe mai osato! Vuoi negargli forse questa opportunità?
Se non fosse così non mi avrebbe mai lasciato libero. Non credi
anche tu?"
Buffy si morse un labbro, ma non rispose. Ancora una volta Angelus non
aveva torto. Se Angel avesse voluto
lei gli aveva chiesto di farlo
e lui
continuava a tacere, anche in quel momento.
La voce di Angelus interruppe i suoi pensieri.
"Torniamo a noi. Quello che ti chiedo è semplicemente di
fare per me quello che hai fatto per il tuo bel soldatino. Devi ripetere
ogni gesto, ogni carezza in modo che il tuo Angel non abbia più
punti interrogativi nella sua mente. In fondo faccio un piacere ad entrambi.
Lui conoscerà ogni dettaglio dei tuoi tradimenti e tu
"
"Io non ho tradito nessuno!" l'interruppe Buffy con veemenza.
"Se ne fossi veramente convinta, amore, non saresti qui ora, nuda
di fronte a me. La tua ostinazione a negare l'evidenza sta diventando
tediosa. Forse sto perdendo solo del tempo. Se vuoi basta una tua parola
e
"
"No!" lo interruppe Buffy, ora determinata a portare a termine
quello che aveva iniziato. "Va bene" mormorò, inghiottendo
a vuoto.
|