Buffy, esitante, si avvicinò al letto, dove Angelus, seduto, la
attendeva.
Protese le mani e iniziò a sbottonargli la camicia. Non lo guardava
in volto. Non osava farlo.
Tolta la camicia, dopo un istante di incertezza, gli slacciò i
pantaloni. Il vampiro si alzò, per aiutarla a sfilarglieli. Presto
anche lui fu completamente nudo. Il corpo superbo esposto senza nessun
falso pudore.
Buffy, inginocchiata ai suoi piedi, per avergli sfilato le scarpe e le
calze, restò immobile. Non si attendeva altri ordini o richieste,
semplicemente era incerta su come procedere. Alla fine la tensione però
prevalse ed istintivamente alzò il capo. Proprio davanti a sé
vide il suo membro eretto.
Non aveva mai avuto modo di osservarlo così da vicino e con attenzione.
Nei momenti di passione era sempre stata troppo assorta dalle proprie
sensazioni per poterlo fare e nelle altre occasioni aveva istintivamente
distolto lo sguardo per una forma di assurdo pudore, che non aveva però
mai completamente perso.
Senza riflettere ne accarezzò la pelle sottile meravigliata per
tutto.
Non le era mai capitata un'esperienza del genere con nessuno dei suoi
amanti, neppure con Riley.
In risposta al suo gesto il membro, già di ragguardevoli proporzioni,
reagì, e un sospiro le parve provenire dall'uomo che la sovrastava.
La voce ironica di Angelus le tolse però immediatamente qualsiasi
illusione. Abbandonarsi semplicemente al piacere non era nei suoi programmi.
"Così presto Buffy? Senza nessuna tenerezza e nessun preliminare?
Non posso credere che il tuo Riley fosse così insensibile come
amante." L'ironico sarcasmo la colpì come una frustata.
Buffy si alzò in piedi di scatto, sentendosi in colpa, anche se
non sapeva esattamente per che cosa.
Ora aveva di fronte a lei il suo petto e, desiderando dimenticare il piccolo
incidente, inclinando il capo vi posò le labbra.
Lui non reagì in nessun modo. Lei posò le mani sulle sue
spalle solide, per sostenersi, mentre, senza staccare le labbra dalla
sua pelle, si muoveva fino a raggiungere il collo sensibile. Solo allora
alzò la testa. Non avrebbe voluto farlo. Odiava l'idea di guardarlo
in volto, vedere i suoi bei lineamenti non addolciti dall'amore, ma resi
duri dalla condanna. Eppure non aveva scelta.
Angelus si piegò leggermente su di lei, comprendendo le sue intenzioni,
e le loro bocche si unirono.
Fu lei a dover prendere l'iniziativa, a penetrare in quell'antro fresco
che le aveva donato infiniti momenti di piacere. C'era però qualcosa
di diverso questa volta nel suo sapore. Buffy percepiva il risentimento
del compagno ogni volta che le loro lingue si sfioravano. Non c'era tenerezza,
né passione in quel contatto: solo ira e disprezzo.
"Senti quanto è dolce il suo dolore? Farebbe qualsiasi cosa
pur di essere assolta e poter dimenticare! Tutto in lei chiede perdono,
ma così sarebbe troppo facile! Prima di dimenticare deve ricordare
ogni
sordido dettaglio!"
"E' giovane e ignora ancora molte cose del mondo. Non sapeva
.quello
che stava facendo. Non si merita tutto questo!" mormorò l'anima,
stordita dai sentimenti contrastanti che la dilagavano.
"Non solo se lo merita
.lo vuole, ne ha bisogno! Tu la puoi
forse perdonare
io no! E io sono una parte di te. Ma soprattutto,
lei non può perdonare se stessa!"
Buffy si arrese, e interruppe il bacio. Angelus non si oppose.
"E' così che lo baciavi, Buffy?" chiese, facendo scivolare
le mani lungo i suoi fianchi fino al ventre. Insinuò le lunghe
dita fra le sue cosce provocando in Buffy un lungo brivido di anticipazione.
Tolse però subito la mano e lei provò un senso di perdita.
"E' questo l'effetto che ti faceva? Bastava così poco perchè
fossi pronta per lui?"
Buffy tacque, mentre la sua anima gemeva: "No! Con lui non è
mai stato così! La sua carne era calda, sentivo il battito del
suo cuore toccandogli il petto, la sua bocca
non risvegliava nulla
nel mio cuore!" Eppure il suo corpo aveva risposto a quei baci. Non
poteva negarlo a se stessa. Il calore della sua pelle l'aveva fatta sentire
tranquilla, normale, capace di abbandonarsi a lui. Sapeva che fra le sue
braccia non avrebbe raggiunto la felicità e neppure i vertici della
passione, ma almeno l'angoscia che tormentava incessantemente il suo essere
per un breve tempo si sarebbe quietata. Dentro di lei ci sarebbe stato
solo un riposante silenzio.
Angelus le stava accarezzando pigramente il collo osservando l'alternarsi
dei sentimenti sul suo viso con evidente piacere. Inclinò leggermente
il capo con l'evidente intenzione di baciare il punto dove le sue mani
stavano indugiando. C'era un sorriso ironico sul suo volto, un sorriso
che colpì Buffy profondamente. Scosse la testa, senza parlare.
Il sorriso di Angelus divenne un sorriso di trionfo!
"Che piccola mente perversa! Gli ha offerto il ventre, ma gli ha
negato il collo. Quell'idiota non se ne sarà mai neppure accorto,
tanto era occupato a soddisfare la sua lussuria!"
"Lei era mia. E' sempre stata mia!" Non c'era soddisfazione
o orgoglio nei pensieri dell'anima: solo la tragica constatazione di una
verità a lungo negata.
Buffy si sentì improvvisamente a disagio in modo insopportabile
di fronte a quegli occhi a cui non riusciva a nascondere nulla. Per sottrarsi
allo sguardo indagatore del vampiro cercò di distogliere il viso,
ma lui non glielo permise. Lei allora tornò a inginocchiarsi. Qualsiasi
cosa sarebbe stata preferibile allo sguardo di quegli occhi gelidi che
non le risparmiavano nulla.
Cercando di non pensare iniziò ad accarezzare meccanicamente la
pelle sottile e tesa che scivolava sotto le sue dita nel silenzio della
stanza.
Angelus, freddo e immobile, la pelle chiara illuminata dalla luce artificiale
del lampadario, sembrava una statua di marmo. Sotto le palpebre abbassate
però i suoi occhi ardevano non più d'ira, ma di piacere.
Doveva usare tutto il suo autocontrollo per non afferrare l'esile figura,
inginocchiata ai suoi piedi, e gettarla sul letto per possederla fino
ad appagare l'intenso desiderio che provava.
Il momento sarebbe venuto presto. Doveva saper aspettare per trasformare
un semplice atto di lussuria in un capolavoro di seduzione. Aveva già
avuto il suo corpo, ora voleva la sua anima, completamente. Non gli bastava
quello che lei era disposta ad offrirgli. Voleva tutto, soprattutto quella
parte di lei nascosta a chiunque altro, nascosta, fino a quella notte,
a Buffy stessa.
I gesti di Buffy erano divenuti sempre più sicuri, con il passare
del tempo. Ora lo stringeva fra le dita con forza controllata. Non voleva
rischiare di fargli male. Con Riley era successo e lei se ne era vergognata.
Da quella volta aveva sempre avuto un po' di riserbo a toccarlo in quel
modo. Dimenticava troppo spesso l'energia inusuale di cui era dotata.
Con Angel non si era mai creata nessun problema. Con lui era sempre stato
tutto facile, istintivo, naturale. Anche quando era stato Angelus a possedere
il suo corpo Buffy non aveva mai dovuto preoccuparsi di nulla. Fra i loro
corpi c'era sempre stata una sintonia perfetta, una sintonia che fra lei
e Riley non era mai esistita.
La personalità di Angelus era stata così potente da ricreare
nella sua mente un'illusione estremamente reale. Non era lo stesso corpo
quello che le stava accarezzando eppure le sensazioni che provava erano
esattamente quelle che aveva provato con il suo biondo compagno.
Lui era visibilmente eccitato, la desiderava, voleva fare l'amore con
lei e presto lo avrebbe fatto. Non c'era nulla ad impedirglielo, nessun
ostacolo fra loro.
Era bastato il tocco delle sue dita ad accendere il suo desiderio. Anche
lei lo desiderava, ma non era il desiderio violento, quasi doloroso che
aveva provato per Angel a percorrerle il corpo. La sua mente non era offuscata
dalla passione, ma lucida, tranquilla. Tutto sarebbe accaduto lentamente,
come in un film visto al rallentatore. Non c'era alcuna tensione fra loro.
Lui avrebbe atteso anche all'infinito, nel timore di essere inopportuno.
Buffy avrebbe avuto tutto il tempo di prepararsi, soprattutto psicologicamente.
Riley la rispettava e questo le piaceva, ma dentro di lei una voce si
lamentava, inascoltata, rimpiangendo emozioni che non avrebbe mai più
provato.
Angelus le pose una mano sul capo, come per invitarla a procedere oltre.
Lei scostò la testa e lo guardò, con un'espressione stupita
sul volto.
Assurdamente la visione degli occhi scuri, seri e profondi, la sorprese.
Inconsciamente era preparata ad affrontare i sereni occhi chiari dell'uomo
che per più di un anno era stato il suo amante.
"Neppure la bocca ha mai concesso a quell'imbecille?" si chiese
il demone sconcertato.
"Lei era mia. E' sempre stata mia!" ripete l'anima, con desolazione,
ma anche sollievo.
"Apri la bocca!" ordinò Angelus, in preda al desiderio.
Ricordava la dolce sensazione di quelle labbra morbide contro la sua carne
quando lei, non potendo in altro modo, lo aveva soddisfatto così,
dopo essersi data a Spike. L'idea che nessun altro, a parte lui stesso,
avesse mai violato in quel modo la sua intimità aveva reso l'atto,
ai suoi occhi, ancora più eccitante.
"Per lui non l'ho mai fatto." Mormorò Buffy, come per
giustificare la sua esitazione. "Lo sai. Te l'ho detto."
Angelus dovette ammettere che era vero. Buffy lo aveva confessato ad Angel,
quella sera, ma il demone, roso dalla gelosia, non le aveva creduto. Decise
di dirle la verità
sapendo che nulla poteva ferirla di più.
"Lo so che me lo hai detto, ma perché avrei dovuto credere
alle parole di una come te che mente perfino a se stessa? Se non lo hai
fatto per lui, ora lo farai per me
pensando a lui, chiedendoti come
ti saresti sentita con la bocca colma di lui!"
Buffy arrossì per il crudo realismo di quelle parole, ma inconsciamente
socchiuse le labbra. Angelus ne approfittò e lei sentì il
suo sapore salato invaderle la bocca. Per mantenere l'equilibrio si afferrò
ai suoi fianchi. Lui le strinse il capo fra le mani emettendo un lungo
sospiro. Poi iniziò a muoversi, prima lentamente, poi sempre con
maggior vigore.
Sembra che lui non intendesse lasciarle neppure modo di respirare. Non
stava cercando la morbidezza delle sue labbra, ma la profondità
della sua bocca. Lei non faceva nulla, se non subire tentando di controllare
le contrazioni involontarie della sua gola che si ribellava a quella rude
intrusione. Premeva contro il suo palato per poi sprofondare in quei cupi
meandri come se volesse raggiungere in quel modo il centro del suo essere.
La volta precedente Angel era rimasto immobile. Era stata lei a dargli
piacere nel modo in cui riteneva più opportuno. Lui non aveva neppure
voluto raggiungere l'estasi mentre era ancora avvolto da lei, per non
rischiare di umiliarla o offenderla.
Angelus non aveva nessun riguardo. La stava possedendo esattamente come
avrebbe posseduto il suo ventre e certo non si sarebbe ritirato all'ultimo
momento per rispetto nei suoi confronti.
Buffy si chiese che cosa avrebbe provato se fosse stato Riley a farle
una cosa simile. Non riuscì ad immaginarlo. Con lui non sarebbe
mai arrivata a tanto! Il sesso fra loro era semplice, tranquillo, pulito.
Non aveva mai conosciuto il suo sapore e non voleva neppure conoscerlo,
né allora né mai! La sola idea le avrebbe fatto
.ribrezzo.
Sentì sotto le dita i muscoli di lui tendersi. Sollevò
lo sguardo. Il suo compagno aveva gli occhi chiusi e il bel volto soffuso
di piacere. Buffy si rese improvvisamente conto che era prossimo a perdere
il controllo, ma invece di provare timore, ne fu orgogliosa. Angel stava
condividendo con il demone quel piacere che lei gli aveva offerto. Il
suo Angel
., ma anche Angelus era suo, realizzò in quell'istante.
Non si era mai sentita così intensamente donna.
L'eccitazione che già serpeggiava nel suo corpo si amplificò.
Il suo ventre le parve improvvisamente desolatamente vuoto. Strinse con
più forza le dita contro i muscoli solidi che la sostenevano. Angelus
interpretò il gesto come un invito. Con un sordo urlo, quasi animalesco,
si inarcò ed esplose nella sua bocca
Buffy inghiottì per riflesso, la mente offuscata da sensazioni
talmente violente da essere quasi dolorose.
Solo quando lui la abbandonò si accorse che era tutto finito. Esausta
si accasciò a terra cercando disperatamente di ritrovare il senso
della realtà che aveva perso.
Non abbassò però il capo. Provava stupore per quello che
aveva appena fatto, ma in lei non c'era nessun senso di vergogna.
Sentì le mani forti circondarle il viso e poi il contatto fresco
delle sue labbra contro le proprie.
La baciò a lungo, esplorando ogni recesso della sua bocca, lentamente.
Quella dolce carezza aiutò Buffy a rilassare i muscoli ancora contratti.
Intuiva che la dolcezza di quel bacio era solo un'illusione. Angelus voleva
assaporare se stesso dalla sua bocca, avere una ulteriore conferma della
propria virilità, del fatto che lei gli apparteneva
completamente.
Non c'era amore in lui, ma solo senso di possesso. Buffy però era
stanca di combattere contro la solitudine che a lungo l'aveva tormentata.
Desiderava appartenere a qualcuno, essere parte di un tutto.
Si sarebbe abbandonata volentieri all'amore e alla tenerezza di Angel
per sedare il proprio animo sconvolto per quanto era accaduto, ma non
sarebbe stato giusto. Non era ancora il momento del perdono e della consolazione.
Ora era il momento di lottare per ritrovare se stessa e solo la forza,
la passione, il desiderio violento di Angelus le avrebbero permesso di
farlo ed uscire vittoriosa da quell'incontro con se stessa.
Angelus la lasciò improvvisamente, le passò di fianco con
apparente indifferenza e uscì dalla stanza.
Si diresse in cucina. Raggiunto il lavandino posò le mani sul bordo
bianco di ceramica e chiuse gli occhi tentando di ritrovare il controllo
di se stesso.
Lei aveva superato qualsiasi sua aspettativa. Si era abbandonata a lui
totalmente, senza alcuna riserva e provando lei stessa piacere nel farlo.
Lo aveva percepito dal suo profumo, la pressione delle sue piccole dita
su di lui, il modo in cui lo aveva accolto come nessuna delle esperte
amanti che aveva avuto in passato aveva saputo fare. Non era riuscito
a trattenersi, a misurare i propri gesti, ma non ne aveva neppure avuto
bisogno. Lei lo aveva lasciato completamente libero adattandosi a lui
come se
"E' stata creata solo per me, per me e per nessun altro!" riflette
il demone, con una sicurezza, per una volta, priva di arroganza.
"Lei era mia. E' sempre stata mia!" ripete l'anima, con la stessa
tranquilla sicurezza.
Buffy non lo sentì entrare, ma non sussultò quando lo vide
di fronte a sé. Sapeva che sarebbe tornato. Prese il bicchiere
d'acqua che lui le offriva e lo bevve a piccoli sorsi.
"Grazie." Sussurrò, ma non fu certa che lui l'avesse
udita.
Il vampiro era tornato a distendersi sul letto, magnifico nella sua nudità.
Buffy si sorprese per la naturalezza con cui quell'essere complesso riusciva
a muoversi senza nulla che coprisse il suo corpo perfetto.
"Vieni." Le ordinò.
Buffy si alzò dal pavimento per avvicinarsi al letto. Un brivido
di freddo le percorse il corpo.
Angelus scostò le coperte e si coprì invitandola con un
gesto a raggiungerlo.
Le lenzuola erano fredde, ma presto un piacevole tepore si diffuse lungo
tutto il suo corpo. Buffy emise un sospiro soddisfatto.
Lui taceva, immobile, steso al suo fianco. Non la toccava in nessun modo,
ma anche senza guardarlo, lei era acutamente consapevole della sua presenza.
"Che cosa d'altro hai fatto per lui?" La domanda era stata formulata
con un tono discorsivo, pacato, ma Buffy lesse chiaramente la tensione
del vampiro, mentre attendeva la sua risposta.
Cercò affannosamente fra i ricordi confusi di quelle notti che
aveva passato con Riley, ma non trovò nulla da dire. Le restavano
solo frammenti di immagini, privi di significato, avvolti da un lacerante
senso di tristezza. Ogni frammento sembrava isolato dagli altri. Erano
piccoli particolari che non riuscivano però a dare un senso a quello
che era accaduto. La sola costante era l'eccitazione del suo corpo, il
piacere che aveva provato, un piacere simile alle onde che si infrangono
sulla spiaggia quando non c'è un alito di vento. Il loro ritmo
è regolare, tranquillo, rilassante e
pare non avere nessuno
scopo. La tempesta travolge le coste con la sua violenza, cambia il paesaggio,
a volte per sempre. Distrugge, ma distruggendo crea. Riley aveva creato
dentro di lei solo un vuoto ancora più profondo e assoluto di quanto
avesse fatto Angel abbandonandola. Lui almeno le aveva lasciato i ricordi.
"Non lo so." Rispose alla fine con sincerità.
"Non lo sai?" domandò Angelus con tono falsamente incredulo.
"Quante notti hai trascorso con lui? Quante volte hai dormito al
suo fianco? Quante mattine ti sei svegliata con ancora il suo odore addosso?
Non sai neppure questo? Forse è vero. Neppure una sgualdrina ricorda
quanti clienti ha avuto. Non le importa. Conta solo il denaro che ne ha
ricavato e pensa a come spenderlo. Tu dai Riley che cosa hai ricavato
Buffy?".
Si era voltato verso di lei. Giaceva con la testa appoggiata su un braccio
ripiegato mentre con l'altra mano le accarezzava pigramente un seno con
noncuranza.
Quel contatto, quasi casuale, risvegliò i sensi di Buffy, ma le
ricordò anche perché si trovava lì con lui. Angelus
riteneva di avere il diritto di toccarla in qualsiasi modo avesse desiderato,
lei gli apparteneva
e lo aveva tradito. In realtà si sentiva
in colpa nei confronti di Angel, non certo del demone, ma in quel frangente
Angelus faceva le veci di Angel. Lei glielo aveva concesso perché
l'uomo che amava non avrebbe mai osato intraprendere quella strada impervia
con lei.
Cercò di ignorare il piacere che dal seno le si stava irradiando
per tutto il corpo. L'eccitazione che aveva provato poco priva era solo
sopita e sarebbe bastato poco a liberarla di nuovo.
Doveva riflettere, concentrarsi, pensare a Riley, a loro due insieme,
ma le era difficile.
Riley non sembrava neppure più una persona reale, in quella stanza
illuminata dalla luce crudele del lampadario, mentre Angelus giaceva accanto
a lei.
"Lui
era un bravo ragazzo e
mi amava." Rispose a voce
bassa.
"Tu lo hai amato?" Il tono neutro con cui erano state pronunciate
quelle poche parole gelò l'animo di Buffy. Angelus era un essere
passionale. Nascondeva le proprie emozioni solo quando esse erano così
violente che se le avesse liberate non sarebbe stato più in grado
di controllarle.
Con sollievo però Buffy si accorse che questa volta la risposta
era semplice.
"Se lo avessi amato lui non mi avrebbe lasciata. Io
avevo bisogno
di lui, o almeno così credevo. Mi offriva la tranquillità.
Era gentile, rispettoso, piaceva a tutti, anche a mia madre." Si
fermò perché non sapeva che cos'altro aggiungere.
"Non ti ho chiesto se piaceva a tua madre. Voglio sapere che cosa
ti piaceva tanto di lui da arrivare ad andarci a letto, notte dopo notte."
Precisò il vampiro stringendole con più forza il seno, ma
senza arrivare a farle male.
Buffy represse un gemito, non di dolore, ma di piacere. Una ondata di
calore si diffuse nel suo ventre. Riprese a parlare, mentre era ancora
in grado di farlo.
"Non volevo più piangere, soffrire, lottare
.volevo essere
felice." Continuò.
"Lo sei stata?" Chiese impietosa la voce al suo fianco.
"No, ma non ho neppure sofferto." Non c'era stata esitazione
questa volta nella sua voce.
"Però hai pianto per lui quando è partito. Ne sono
sicuro." La voce di Angelus era colma di disprezzo e di rabbia.
"Ho pianto" confermò Buffy"
ma non per lui,
per me stessa." Il suo tono sommesso non trovò però
comprensione nel vampiro che le strinse crudelmente il seno fra le dita,
come per punirla a causa di quelle lacrime versate per un altro.
"Allora puoi piangere anche ora
per me!" esclamò,
infatti, con un sorriso sul volto privo di pietà.
Buffy chiuse gli occhi e si inarcò contro la sua mano, nell'istintivo
tentativo di attenuare il dolore. Le sue palpebre rimasero però
asciutte.
"Non volevi più soffrire, ma ora soffri e soffrirai per sempre
se resterai con lui
a causa mia. Puoi andartene se vuoi. Io non farò
nulla per trattenerti."
"Non voglio e non posso andarmene." Fu la tranquilla risposta.
"E' mia!" esclamò esultante il demone.
"E' sempre stata mia!" rispose l'anima.
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