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RATING: Vietato ai minori d'anni 18 per descrizione grafica di rapporti sessuali.

COMMENTO: lui, lei…l'altro. Loro, la coppia, sono individui reali, concreti. "L'altro" è un fantasma senza un nome, senza un'identità che minaccia il legame perfetto. Questo la società tende a credere e la condanna è immediata. E' facile condannare chi non ha volto. Solo i diretti interessati sanno però veramente chi è "l'altro", l'intruso che sconvolge quello che non il sindaco o il prete hanno sancito, ma il destino.
Solo chi è libero di seguire il proprio destino non tradisce…perché non ha motivo di farlo.


NOTA: non giustifico né condanno il tradimento. Lo considero una tragica conseguenza della struttura sociale umana, che in quanto tale è imperfetta. I suoi vincoli ci danno sicurezza, ma ci legano anche, impedendoci a volte di vivere in libertà i nostri sentimenti. Il tradimento porta sempre con sé il dolore, per chi lo compie e per chi lo subisce…dovrebbe ricordarlo chi, dalla finestra, giudica e condanna.

 

 

Capitolo XIII
L'altro


Buffy, esitante, si avvicinò al letto, dove Angelus, seduto, la attendeva.
Protese le mani e iniziò a sbottonargli la camicia. Non lo guardava in volto. Non osava farlo.
Tolta la camicia, dopo un istante di incertezza, gli slacciò i pantaloni. Il vampiro si alzò, per aiutarla a sfilarglieli. Presto anche lui fu completamente nudo. Il corpo superbo esposto senza nessun falso pudore.

Buffy, inginocchiata ai suoi piedi, per avergli sfilato le scarpe e le calze, restò immobile. Non si attendeva altri ordini o richieste, semplicemente era incerta su come procedere. Alla fine la tensione però prevalse ed istintivamente alzò il capo. Proprio davanti a sé vide il suo membro eretto.
Non aveva mai avuto modo di osservarlo così da vicino e con attenzione. Nei momenti di passione era sempre stata troppo assorta dalle proprie sensazioni per poterlo fare e nelle altre occasioni aveva istintivamente distolto lo sguardo per una forma di assurdo pudore, che non aveva però mai completamente perso.
Senza riflettere ne accarezzò la pelle sottile meravigliata per…tutto. Non le era mai capitata un'esperienza del genere con nessuno dei suoi amanti, neppure con Riley.

In risposta al suo gesto il membro, già di ragguardevoli proporzioni, reagì, e un sospiro le parve provenire dall'uomo che la sovrastava. La voce ironica di Angelus le tolse però immediatamente qualsiasi illusione. Abbandonarsi semplicemente al piacere non era nei suoi programmi.
"Così presto Buffy? Senza nessuna tenerezza e nessun preliminare? Non posso credere che il tuo Riley fosse così insensibile come amante." L'ironico sarcasmo la colpì come una frustata.
Buffy si alzò in piedi di scatto, sentendosi in colpa, anche se non sapeva esattamente per che cosa.
Ora aveva di fronte a lei il suo petto e, desiderando dimenticare il piccolo incidente, inclinando il capo vi posò le labbra.
Lui non reagì in nessun modo. Lei posò le mani sulle sue spalle solide, per sostenersi, mentre, senza staccare le labbra dalla sua pelle, si muoveva fino a raggiungere il collo sensibile. Solo allora alzò la testa. Non avrebbe voluto farlo. Odiava l'idea di guardarlo in volto, vedere i suoi bei lineamenti non addolciti dall'amore, ma resi duri dalla condanna. Eppure non aveva scelta.

Angelus si piegò leggermente su di lei, comprendendo le sue intenzioni, e le loro bocche si unirono.
Fu lei a dover prendere l'iniziativa, a penetrare in quell'antro fresco che le aveva donato infiniti momenti di piacere. C'era però qualcosa di diverso questa volta nel suo sapore. Buffy percepiva il risentimento del compagno ogni volta che le loro lingue si sfioravano. Non c'era tenerezza, né passione in quel contatto: solo ira e disprezzo.

"Senti quanto è dolce il suo dolore? Farebbe qualsiasi cosa pur di essere assolta e poter dimenticare! Tutto in lei chiede perdono, ma così sarebbe troppo facile! Prima di dimenticare deve ricordare…ogni sordido dettaglio!"
"E' giovane e ignora ancora molte cose del mondo. Non sapeva….quello che stava facendo. Non si merita tutto questo!" mormorò l'anima, stordita dai sentimenti contrastanti che la dilagavano.
"Non solo se lo merita….lo vuole, ne ha bisogno! Tu la puoi forse perdonare…io no! E io sono una parte di te. Ma soprattutto, lei non può perdonare se stessa!"

Buffy si arrese, e interruppe il bacio. Angelus non si oppose.
"E' così che lo baciavi, Buffy?" chiese, facendo scivolare le mani lungo i suoi fianchi fino al ventre. Insinuò le lunghe dita fra le sue cosce provocando in Buffy un lungo brivido di anticipazione. Tolse però subito la mano e lei provò un senso di perdita.
"E' questo l'effetto che ti faceva? Bastava così poco perchè fossi pronta per lui?"
Buffy tacque, mentre la sua anima gemeva: "No! Con lui non è mai stato così! La sua carne era calda, sentivo il battito del suo cuore toccandogli il petto, la sua bocca…non risvegliava nulla nel mio cuore!" Eppure il suo corpo aveva risposto a quei baci. Non poteva negarlo a se stessa. Il calore della sua pelle l'aveva fatta sentire tranquilla, normale, capace di abbandonarsi a lui. Sapeva che fra le sue braccia non avrebbe raggiunto la felicità e neppure i vertici della passione, ma almeno l'angoscia che tormentava incessantemente il suo essere per un breve tempo si sarebbe quietata. Dentro di lei ci sarebbe stato solo un riposante silenzio.

Angelus le stava accarezzando pigramente il collo osservando l'alternarsi dei sentimenti sul suo viso con evidente piacere. Inclinò leggermente il capo con l'evidente intenzione di baciare il punto dove le sue mani stavano indugiando. C'era un sorriso ironico sul suo volto, un sorriso che colpì Buffy profondamente. Scosse la testa, senza parlare. Il sorriso di Angelus divenne un sorriso di trionfo!

"Che piccola mente perversa! Gli ha offerto il ventre, ma gli ha negato il collo. Quell'idiota non se ne sarà mai neppure accorto, tanto era occupato a soddisfare la sua lussuria!"
"Lei era mia. E' sempre stata mia!" Non c'era soddisfazione o orgoglio nei pensieri dell'anima: solo la tragica constatazione di una verità a lungo negata.

Buffy si sentì improvvisamente a disagio in modo insopportabile di fronte a quegli occhi a cui non riusciva a nascondere nulla. Per sottrarsi allo sguardo indagatore del vampiro cercò di distogliere il viso, ma lui non glielo permise. Lei allora tornò a inginocchiarsi. Qualsiasi cosa sarebbe stata preferibile allo sguardo di quegli occhi gelidi che non le risparmiavano nulla.
Cercando di non pensare iniziò ad accarezzare meccanicamente la pelle sottile e tesa che scivolava sotto le sue dita nel silenzio della stanza.

Angelus, freddo e immobile, la pelle chiara illuminata dalla luce artificiale del lampadario, sembrava una statua di marmo. Sotto le palpebre abbassate però i suoi occhi ardevano non più d'ira, ma di piacere. Doveva usare tutto il suo autocontrollo per non afferrare l'esile figura, inginocchiata ai suoi piedi, e gettarla sul letto per possederla fino ad appagare l'intenso desiderio che provava.
Il momento sarebbe venuto presto. Doveva saper aspettare per trasformare un semplice atto di lussuria in un capolavoro di seduzione. Aveva già avuto il suo corpo, ora voleva la sua anima, completamente. Non gli bastava quello che lei era disposta ad offrirgli. Voleva tutto, soprattutto quella parte di lei nascosta a chiunque altro, nascosta, fino a quella notte, a Buffy stessa.

I gesti di Buffy erano divenuti sempre più sicuri, con il passare del tempo. Ora lo stringeva fra le dita con forza controllata. Non voleva rischiare di fargli male. Con Riley era successo e lei se ne era vergognata. Da quella volta aveva sempre avuto un po' di riserbo a toccarlo in quel modo. Dimenticava troppo spesso l'energia inusuale di cui era dotata.
Con Angel non si era mai creata nessun problema. Con lui era sempre stato tutto facile, istintivo, naturale. Anche quando era stato Angelus a possedere il suo corpo Buffy non aveva mai dovuto preoccuparsi di nulla. Fra i loro corpi c'era sempre stata una sintonia perfetta, una sintonia che fra lei e Riley non era mai esistita.

La personalità di Angelus era stata così potente da ricreare nella sua mente un'illusione estremamente reale. Non era lo stesso corpo quello che le stava accarezzando eppure le sensazioni che provava erano esattamente quelle che aveva provato con il suo biondo compagno.
Lui era visibilmente eccitato, la desiderava, voleva fare l'amore con lei e presto lo avrebbe fatto. Non c'era nulla ad impedirglielo, nessun ostacolo fra loro.
Era bastato il tocco delle sue dita ad accendere il suo desiderio. Anche lei lo desiderava, ma non era il desiderio violento, quasi doloroso che aveva provato per Angel a percorrerle il corpo. La sua mente non era offuscata dalla passione, ma lucida, tranquilla. Tutto sarebbe accaduto lentamente, come in un film visto al rallentatore. Non c'era alcuna tensione fra loro. Lui avrebbe atteso anche all'infinito, nel timore di essere inopportuno. Buffy avrebbe avuto tutto il tempo di prepararsi, soprattutto psicologicamente. Riley la rispettava e questo le piaceva, ma dentro di lei una voce si lamentava, inascoltata, rimpiangendo emozioni che non avrebbe mai più provato.

Angelus le pose una mano sul capo, come per invitarla a procedere oltre. Lei scostò la testa e lo guardò, con un'espressione stupita sul volto.
Assurdamente la visione degli occhi scuri, seri e profondi, la sorprese. Inconsciamente era preparata ad affrontare i sereni occhi chiari dell'uomo che per più di un anno era stato il suo amante.

"Neppure la bocca ha mai concesso a quell'imbecille?" si chiese il demone sconcertato.
"Lei era mia. E' sempre stata mia!" ripete l'anima, con desolazione, ma anche sollievo.

"Apri la bocca!" ordinò Angelus, in preda al desiderio. Ricordava la dolce sensazione di quelle labbra morbide contro la sua carne quando lei, non potendo in altro modo, lo aveva soddisfatto così, dopo essersi data a Spike. L'idea che nessun altro, a parte lui stesso, avesse mai violato in quel modo la sua intimità aveva reso l'atto, ai suoi occhi, ancora più eccitante.
"Per lui non l'ho mai fatto." Mormorò Buffy, come per giustificare la sua esitazione. "Lo sai. Te l'ho detto."
Angelus dovette ammettere che era vero. Buffy lo aveva confessato ad Angel, quella sera, ma il demone, roso dalla gelosia, non le aveva creduto. Decise di dirle la verità…sapendo che nulla poteva ferirla di più.

"Lo so che me lo hai detto, ma perché avrei dovuto credere alle parole di una come te che mente perfino a se stessa? Se non lo hai fatto per lui, ora lo farai per me…pensando a lui, chiedendoti come ti saresti sentita con la bocca colma di lui!"
Buffy arrossì per il crudo realismo di quelle parole, ma inconsciamente socchiuse le labbra. Angelus ne approfittò e lei sentì il suo sapore salato invaderle la bocca. Per mantenere l'equilibrio si afferrò ai suoi fianchi. Lui le strinse il capo fra le mani emettendo un lungo sospiro. Poi iniziò a muoversi, prima lentamente, poi sempre con maggior vigore.

Sembra che lui non intendesse lasciarle neppure modo di respirare. Non stava cercando la morbidezza delle sue labbra, ma la profondità della sua bocca. Lei non faceva nulla, se non subire tentando di controllare le contrazioni involontarie della sua gola che si ribellava a quella rude intrusione. Premeva contro il suo palato per poi sprofondare in quei cupi meandri come se volesse raggiungere in quel modo il centro del suo essere.
La volta precedente Angel era rimasto immobile. Era stata lei a dargli piacere nel modo in cui riteneva più opportuno. Lui non aveva neppure voluto raggiungere l'estasi mentre era ancora avvolto da lei, per non rischiare di umiliarla o offenderla.

Angelus non aveva nessun riguardo. La stava possedendo esattamente come avrebbe posseduto il suo ventre e certo non si sarebbe ritirato all'ultimo momento per rispetto nei suoi confronti.
Buffy si chiese che cosa avrebbe provato se fosse stato Riley a farle una cosa simile. Non riuscì ad immaginarlo. Con lui non sarebbe mai arrivata a tanto! Il sesso fra loro era semplice, tranquillo, pulito. Non aveva mai conosciuto il suo sapore e non voleva neppure conoscerlo, né allora né mai! La sola idea le avrebbe fatto….ribrezzo.

Sentì sotto le dita i muscoli di lui tendersi. Sollevò lo sguardo. Il suo compagno aveva gli occhi chiusi e il bel volto soffuso di piacere. Buffy si rese improvvisamente conto che era prossimo a perdere il controllo, ma invece di provare timore, ne fu orgogliosa. Angel stava condividendo con il demone quel piacere che lei gli aveva offerto. Il suo Angel…., ma anche Angelus era suo, realizzò in quell'istante. Non si era mai sentita così intensamente donna.

L'eccitazione che già serpeggiava nel suo corpo si amplificò. Il suo ventre le parve improvvisamente desolatamente vuoto. Strinse con più forza le dita contro i muscoli solidi che la sostenevano. Angelus interpretò il gesto come un invito. Con un sordo urlo, quasi animalesco, si inarcò ed esplose nella sua bocca
Buffy inghiottì per riflesso, la mente offuscata da sensazioni talmente violente da essere quasi dolorose.
Solo quando lui la abbandonò si accorse che era tutto finito. Esausta si accasciò a terra cercando disperatamente di ritrovare il senso della realtà che aveva perso.
Non abbassò però il capo. Provava stupore per quello che aveva appena fatto, ma in lei non c'era nessun senso di vergogna.

Sentì le mani forti circondarle il viso e poi il contatto fresco delle sue labbra contro le proprie.
La baciò a lungo, esplorando ogni recesso della sua bocca, lentamente. Quella dolce carezza aiutò Buffy a rilassare i muscoli ancora contratti. Intuiva che la dolcezza di quel bacio era solo un'illusione. Angelus voleva assaporare se stesso dalla sua bocca, avere una ulteriore conferma della propria virilità, del fatto che lei gli apparteneva…completamente. Non c'era amore in lui, ma solo senso di possesso. Buffy però era stanca di combattere contro la solitudine che a lungo l'aveva tormentata. Desiderava appartenere a qualcuno, essere parte di un tutto.

Si sarebbe abbandonata volentieri all'amore e alla tenerezza di Angel per sedare il proprio animo sconvolto per quanto era accaduto, ma non sarebbe stato giusto. Non era ancora il momento del perdono e della consolazione. Ora era il momento di lottare per ritrovare se stessa e solo la forza, la passione, il desiderio violento di Angelus le avrebbero permesso di farlo ed uscire vittoriosa da quell'incontro con se stessa.

Angelus la lasciò improvvisamente, le passò di fianco con apparente indifferenza e uscì dalla stanza.
Si diresse in cucina. Raggiunto il lavandino posò le mani sul bordo bianco di ceramica e chiuse gli occhi tentando di ritrovare il controllo di se stesso.
Lei aveva superato qualsiasi sua aspettativa. Si era abbandonata a lui totalmente, senza alcuna riserva e provando lei stessa piacere nel farlo. Lo aveva percepito dal suo profumo, la pressione delle sue piccole dita su di lui, il modo in cui lo aveva accolto come nessuna delle esperte amanti che aveva avuto in passato aveva saputo fare. Non era riuscito a trattenersi, a misurare i propri gesti, ma non ne aveva neppure avuto bisogno. Lei lo aveva lasciato completamente libero adattandosi a lui come se…

"E' stata creata solo per me, per me e per nessun altro!" riflette il demone, con una sicurezza, per una volta, priva di arroganza.
"Lei era mia. E' sempre stata mia!" ripete l'anima, con la stessa tranquilla sicurezza.

Buffy non lo sentì entrare, ma non sussultò quando lo vide di fronte a sé. Sapeva che sarebbe tornato. Prese il bicchiere d'acqua che lui le offriva e lo bevve a piccoli sorsi.
"Grazie." Sussurrò, ma non fu certa che lui l'avesse udita.
Il vampiro era tornato a distendersi sul letto, magnifico nella sua nudità. Buffy si sorprese per la naturalezza con cui quell'essere complesso riusciva a muoversi senza nulla che coprisse il suo corpo perfetto.
"Vieni." Le ordinò.
Buffy si alzò dal pavimento per avvicinarsi al letto. Un brivido di freddo le percorse il corpo.
Angelus scostò le coperte e si coprì invitandola con un gesto a raggiungerlo.
Le lenzuola erano fredde, ma presto un piacevole tepore si diffuse lungo tutto il suo corpo. Buffy emise un sospiro soddisfatto.

Lui taceva, immobile, steso al suo fianco. Non la toccava in nessun modo, ma anche senza guardarlo, lei era acutamente consapevole della sua presenza.
"Che cosa d'altro hai fatto per lui?" La domanda era stata formulata con un tono discorsivo, pacato, ma Buffy lesse chiaramente la tensione del vampiro, mentre attendeva la sua risposta.
Cercò affannosamente fra i ricordi confusi di quelle notti che aveva passato con Riley, ma non trovò nulla da dire. Le restavano solo frammenti di immagini, privi di significato, avvolti da un lacerante senso di tristezza. Ogni frammento sembrava isolato dagli altri. Erano piccoli particolari che non riuscivano però a dare un senso a quello che era accaduto. La sola costante era l'eccitazione del suo corpo, il piacere che aveva provato, un piacere simile alle onde che si infrangono sulla spiaggia quando non c'è un alito di vento. Il loro ritmo è regolare, tranquillo, rilassante e…pare non avere nessuno scopo. La tempesta travolge le coste con la sua violenza, cambia il paesaggio, a volte per sempre. Distrugge, ma distruggendo crea. Riley aveva creato dentro di lei solo un vuoto ancora più profondo e assoluto di quanto avesse fatto Angel abbandonandola. Lui almeno le aveva lasciato i ricordi.

"Non lo so." Rispose alla fine con sincerità.
"Non lo sai?" domandò Angelus con tono falsamente incredulo. "Quante notti hai trascorso con lui? Quante volte hai dormito al suo fianco? Quante mattine ti sei svegliata con ancora il suo odore addosso? Non sai neppure questo? Forse è vero. Neppure una sgualdrina ricorda quanti clienti ha avuto. Non le importa. Conta solo il denaro che ne ha ricavato e pensa a come spenderlo. Tu dai Riley che cosa hai ricavato Buffy?".
Si era voltato verso di lei. Giaceva con la testa appoggiata su un braccio ripiegato mentre con l'altra mano le accarezzava pigramente un seno con noncuranza.

Quel contatto, quasi casuale, risvegliò i sensi di Buffy, ma le ricordò anche perché si trovava lì con lui. Angelus riteneva di avere il diritto di toccarla in qualsiasi modo avesse desiderato, lei gli apparteneva…e lo aveva tradito. In realtà si sentiva in colpa nei confronti di Angel, non certo del demone, ma in quel frangente Angelus faceva le veci di Angel. Lei glielo aveva concesso perché l'uomo che amava non avrebbe mai osato intraprendere quella strada impervia con lei.
Cercò di ignorare il piacere che dal seno le si stava irradiando per tutto il corpo. L'eccitazione che aveva provato poco priva era solo sopita e sarebbe bastato poco a liberarla di nuovo.

Doveva riflettere, concentrarsi, pensare a Riley, a loro due insieme, ma le era difficile.
Riley non sembrava neppure più una persona reale, in quella stanza illuminata dalla luce crudele del lampadario, mentre Angelus giaceva accanto a lei.
"Lui…era un bravo ragazzo e…mi amava." Rispose a voce bassa.
"Tu lo hai amato?" Il tono neutro con cui erano state pronunciate quelle poche parole gelò l'animo di Buffy. Angelus era un essere passionale. Nascondeva le proprie emozioni solo quando esse erano così violente che se le avesse liberate non sarebbe stato più in grado di controllarle.
Con sollievo però Buffy si accorse che questa volta la risposta era semplice.
"Se lo avessi amato lui non mi avrebbe lasciata. Io…avevo bisogno di lui, o almeno così credevo. Mi offriva la tranquillità. Era gentile, rispettoso, piaceva a tutti, anche a mia madre." Si fermò perché non sapeva che cos'altro aggiungere.

"Non ti ho chiesto se piaceva a tua madre. Voglio sapere che cosa ti piaceva tanto di lui da arrivare ad andarci a letto, notte dopo notte." Precisò il vampiro stringendole con più forza il seno, ma senza arrivare a farle male.
Buffy represse un gemito, non di dolore, ma di piacere. Una ondata di calore si diffuse nel suo ventre. Riprese a parlare, mentre era ancora in grado di farlo.
"Non volevo più piangere, soffrire, lottare….volevo essere felice." Continuò.
"Lo sei stata?" Chiese impietosa la voce al suo fianco.
"No, ma non ho neppure sofferto." Non c'era stata esitazione questa volta nella sua voce.
"Però hai pianto per lui quando è partito. Ne sono sicuro." La voce di Angelus era colma di disprezzo e di rabbia.

"Ho pianto" confermò Buffy"…ma non per lui, per me stessa." Il suo tono sommesso non trovò però comprensione nel vampiro che le strinse crudelmente il seno fra le dita, come per punirla a causa di quelle lacrime versate per un altro.
"Allora puoi piangere anche ora…per me!" esclamò, infatti, con un sorriso sul volto privo di pietà.
Buffy chiuse gli occhi e si inarcò contro la sua mano, nell'istintivo tentativo di attenuare il dolore. Le sue palpebre rimasero però asciutte.
"Non volevi più soffrire, ma ora soffri e soffrirai per sempre se resterai con lui…a causa mia. Puoi andartene se vuoi. Io non farò nulla per trattenerti."
"Non voglio e non posso andarmene." Fu la tranquilla risposta.

"E' mia!" esclamò esultante il demone.
"E' sempre stata mia!" rispose l'anima.

 

Gelosia Continua...