Buffy avrebbe voluto ascoltare ancora la voce rassicurante di Angel invece
di quella flebile di Drusilla, che trovava incredibilmente irritante.
Si sentiva confusa e assurdamente imbarazzata. L'assenza di vestiti che
la ricoprissero la faceva sentire più vulnerabile della presenza
delle catene che la assicuravano al letto.
Aveva cercato inutilmente di forzarle. Scoraggiata, alla fine aveva rinunciato.
Non comprendeva che cosa stava succedendo. Durante i brevi istanti in
cui Drusilla si era mossa aveva potuto vedere Angel, legato, ma incolume.
I suoi tentativi di cogliere il senso delle parole della loro carceriera
erano però caduti nel vuoto. Le sembravano frasi deliranti, senza
alcun significato, che sfuggivano ad ogni logica. La sola cosa di cui
era certa era che quel mostro stava toccando il suo Angel come non aveva
alcun diritto di fare! Lui era suo e di nessun altra!
Se quella gatta morta, letteralmente morta, non avesse trovato in fretta
un altro giocattolo su cui mettere gli artigli, lei
.non avrebbe
potuto fare nulla! Il senso di impotenza che la invase di nuovo e la spinse
a tendere ancora una volta le catene che la imprigionavano, senza però
nessun risultato.
Il suono penetrante del metallo distolsero Angel dai suoi cupi pensieri.
Buffy aveva bisogno di lui. Doveva farle sentire la sua presenza, rassicurarla
e darle coraggio, ma non sapeva proprio come. Forse l'unica cosa che avrebbe
potuto aiutarli era indurre Drusilla a scoprire le sue carte.
"Quello che io e Buffy possiamo o non possiamo fare non sono affari
tuoi!" rispose provocante. "Se ci hai fatto catturare dalla
tua gente per ucciderci fallo e basta! Le tue chiacchiere mi stanno annoiando!"
"Ma io non voglio uccidervi!" protestò immediatamente
Drusilla, con tono quasi offeso per l'insinuazione. "Non subito almeno."
Terminò, dopo un istante di esitazione.
La sua espressione cambiò di nuovo. I lineamenti eleganti si addolcirono
e le sue labbra si atteggiarono in una posa infantile. Voltava di nuovo
le spalle a Buffy. Tutto la sua attenzione era concentrata su Angel che
la scrutava con attenzione.
"Daddy, non ti devi arrabbiare con me! " piagnucolò come
una bambina punita ingiustamente "La tua Drusilla vuole solo aiutarti!
Tu vuoi la Cacciatrice non è vero? Te lo leggo negli occhi ogni
volta che la guardi. Nei tuoi pensieri c'è solo posto per lei,
per il suo corpo nudo, contro il tuo, sotto le tue mani, che si apre per
accoglierti. E tu che sprofondi dentro di lei, completamente, fino a quando
"
"Taci!" Drusilla ammutolì improvvisamente. Anche legato
e ridotto all'impotenza lui era sempre il suo Sire. L'autorità
presente in quel semplice ordine per un istante schiacciò la volontà
del vampiro.
La fragilità del suo corpo era però ingannevole. Drusilla
era forte, più forte di quanto forse Angel stesso non immaginasse.
Se Angelus l'aveva scelta non era stato solo per la sua bellezza e neppure
solo per le sue doti di preveggenza. Quel genio del male apprezzava le
menti acute, capaci di apprendere e crescere. Drusilla era un vampiro
ormai anziano. I secoli erano trascorsi anche per lei. Aveva cacciato,
ucciso, ma anche imparato molto, con la sua formidabile intelligenza,
in quelle notti oscure, trascorse vagando per il mondo.
La logica prevalse presto nella mente contorta del vampiro sulle emozioni.
Di fronte a lei non c'era il suo Sire, ma una sua patetica parodia umana
che non meritava né rispetto né considerazione.
Sollevò una mano è colpì con forza il volto dell'uomo
legato. "Non mi puoi dare ordini, bamboccio! Non sto parlando con
te, ma con il mio Sire, che tu nascondi da qualche parte, ma ancora per
poco!"
Angel temette per un istante di perdere conoscenza a seguito del colpo
ricevuto. Non si era ancora ripreso dall'essere stato tramortito e ora
lo schiaffo di Drusilla gli aveva fatto battere violentemente una tempia
contro la dura pietra del muro. Con uno sforzo di volontà però
impedì alla sua coscienza di svanire nel buio. Non poteva abbandonare
in quel modo Buffy.
Il suono della voce della loro carceriera lo costrinse a riaprire gli
occhi. Drusilla si era allontanata da lui per avvicinarsi al letto
.e
a Buffy.
"Non ti capisco proprio sai? Che cosa ci trovi in quel bamboccio?
Certo, ha un bel corpo e se fosse il mio Sire
ti capirei. Ti odierei
forse anche di più, ma ti capirei. Ma lui? E' così patetico
e monotono con tutte le sue buone intenzioni, i sensi di colpa e tutto
il resto! Forse è questo che ti attrae. Lui ti sembra diverso dagli
altri, superiore? Un'anima candida colma di buona volontà di fare
del bene? Lui è esattamente come gli altri uomini. Un bamboccio
e niente di più!"
Buffy non rispose. Cercava disperatamente di non ascoltare quella voce
insinuante che continuava a parlare nella penombra. Fissava Angel, preoccupata
dalle conseguenze del colpo che aveva ricevuto. La luce scarsa le impediva
di distinguere i particolari, ma lui sembrava cosciente e questo era un
buon segno.
"Tu credi ti ami, ma che cosa è l'amore? Lui ti desidera,
vuole possederti, appagare i suoi istinti e se vuole proprio te è
solo perché
.non può averti! Angelus non era molto
diverso. Anche lui mi ha voluto proprio perché io ho cercato di
sfuggirgli. Lo sapevi che stavo per farmi suora, donandomi a Dio e alla
castità, quando lui mi ha reso sua per l'eternità? Sì,
mia cara, io sono sua per sempre! Il suo sangue scorre dentro di me! Ho
condiviso con lui più tempo di quanto tu non potrai mai fare e
altro tempo ci aspetta, da godere insieme, fino alla fine dei tempi, mentre
i vermi divoreranno il tuo povero corpo sottoterra. Lui è mio!
Tu non sei nulla per lui. Uno, due anni, cinque, dieci, cento anni non
sono niente per un vampiro!"
Mentiva, Buffy lo sapeva. Erano solo menzogne, niente altro. Ma quella
mente folle e crudele era anche abbastanza acuta dal mescolare sapientemente
verità e menzogna al punto da rendere difficile distinguere l'una
dall'altra. Nella sua pazzia Drusilla vedeva la realtà più
chiaramente di quanto forse non fosse in grado di fare lei accecata dalla
paura di soffrire.
Nonostante tutto però quell'effimera, eppure malvagia, creatura
non era riuscita ad instillare dentro di lei il dubbio. Buffy era certa
dell'amore di Angel. Ma era riuscita comunque a ferirla, suscitando la
sua gelosia. Era innegabile. Fra Angel e Drusilla c'era un passato, fatto
di ricordi, emozioni, legami da cui lei sarebbe stata sempre esclusa,
un passato lungo più di un secolo, più di quanto avrebbe
mai potuto durare la sua vita.
Il frustante senso di impotenza che già la tormentava crebbe nell'animo
di Buffy trasformandosi in ira. Il passato era qualcosa che non poteva
cambiare, ma il futuro era tutta un'altra questione!
"Io morirò un giorno Drusilla, hai ragione, ma questa è
la differenza fra noi. Tu sei già morta! Io ho un'intera vita da
offrire ad Angel, tu non hai nulla se non un'esistenza nell'oscurità
che non è altro che un'illusione!"
Angel si protese istintivamente, per quanto gli era consentito dai suoi
legami, per difendere Buffy dalla prevedibile reazione di Drusilla. Anche
il corpo di Buffy si tese per prepararsi ad un colpo che non arrivò.
Drusilla li sorprese entrambi restando immobile, di fianco al letto, in
atteggiamento di profonda riflessione. Nella stanza scese un innaturale
silenzio, colmo di tensione.
Drusilla, dopo un tempo che a Buffy parve eterno, si riscosse e sorrise.
"Sai Buffy, le tue parole mi hanno aperto la mente mostrandomi possibilità
che prima mi erano nascoste. Avevo progettato semplicemente di ucciderti,
certo dopo averti torturata un po', e poi
far tornare il mio Sire.
A pensarci bene però potrei rendere tutto molto più interessante
e divertente. Ho bisogno di divertirmi. Non ricordo più l'ultima
volta che ho organizzato una festa!"
"Che cosa hai in mente?" Esplose Angel, incapace di trattenersi,
la voce colma di ira e di ansia.
Drusilla tornò ad avvicinarsi a lui, muovendosi lentamente e con
grazia. Sembrava scivolare sul pavimento più che camminare. Non
si degnò però di rispondergli.
Lentamente incominciò ad accarezzargli il volto per poi scendere
lungo il collo fino al petto. Le sue dita scorrevano lentamente, lungo
i muscoli. Si fermarono solo per indugiare sui capezzoli scuri, che spiccavano
contro la pelle candida.
"Tu non vuoi divertirti daddy? Sono sicura di sì! Ti conosco.
So bene con quanta violenza il desiderio scorre nelle tue vene. Quanto
tempo è passato dall'ultima volta che una donna ti ha accarezzato
in questo modo? Una volta ti piaceva farti toccare da me. Hai trascorso
intere notti ad insegnarmi come soddisfarti. Ricordi? Mi chiedo se lei
ha mai imparato a farlo veramente! Forse la prima volta il suo candore
ha appagato la tua lussuria, ma poi? Hai avuto il tempo di insegnarle
i giochi che hai insegnato a me? Non credo proprio!" terminò
il vampiro chinandosi per serrargli fra le labbra gelide un capezzolo.
Angel fissò sconcertato i lunghi capelli scuri che gli sfioravano
la pelle del torace. Non riusciva a comprendere il cambiamento di atteggiamento
del loro carnefice.
Sembra volerlo sedurre, ma era un'idea folle. Lui la odiava e certo in
quella situazione
con orrore il vampiro si rese conto che il suo
corpo stava istintivamente rispondendo alle carezze sempre più
insinuanti. Drusilla lo conosceva davvero bene.
Dita fredde e sottili ora sfioravano i suoi fianchi e il ventre teso.
La sua virilità insoddisfatta e frustrata si stava inesorabilmente
risvegliando. Quando infine percepì il tocco delle sue mani sulla
pelle sottile e sensibile, Angel non riuscì a trattenere un gemito.
"Vedi Buffy. E' come tutti gli altri. Dice di volere solo te, ma
è il suo ventre a comandare
non il suo cuore." Sussurrò
Drusilla alzando il capo per baciare con passione il collo del suo prigioniero.
Buffy avrebbe voluto urlare, ma si morse le labbra per non farlo. Non
voleva dare quella soddisfazione a quell'essere immondo che stava
stava
dando ad Angel quello che lei non aveva potuto offrirgli! Provò
un impeto di risentimento verso di lui che sfumò subito però
in pena.
Certo Angel non aveva desiderato che tutto questo accadesse e se ora stava
evidentemente
godendo delle attenzioni di Drusilla era soltanto perché
era
un uomo. Non poteva pretendere l'impossibile da lui.
Dopo quello che c'era stato fra loro quella sera era inevitabile che non
potesse resistere a
indubbiamente Drusilla doveva aver passato molte
notti con Angelus per scoprire così bene i suoi punti deboli!
Sicuramente lui stava soffrendo, probabilmente più di lei. Non
era il tipo d'uomo capace di perdonare a sé stesso un simile tradimento.
Si sarebbe sentito umiliato e avrebbe continuato a soffrirne anche in
futuro
se per loro ci fosse stato un futuro.
Buffy cercò disperatamente un modo per aiutarlo a resistere, a
combattere contro il suo stesso istinto. Non poteva fare altro se non
parlargli, ma già questo poteva essere molto. Non le veniva in
mente però nulla da dire per dargli coraggio.
Drusilla s'inginocchiò e prese fra le labbra il membro ormai completamente
eretto. Volutamente si sistemò in modo da permettere a Buffy di
assistere alla scena.
Angel non fece nulla per opporsi quando la bocca del suo carnefice lo
avvolse. Strinse solo i pugni con più forza e serrò la mandibola.
Buffy poteva distinguere la tensione del suo volto e di tutto il suo corpo
anche alla luce flebile delle candele. Aveva gli occhi chiusi. Stava ancora
combattendo, non si era arreso, ma lei intuì che presto sarebbe
giunta la sconfitta.
Drusilla muoveva il capo con scatti decisi. Usava non solo la bocca,
ma anche le mani, per accrescere il piacere del suo Sire. Buffy restò
assurdamente sconcertata dalla capacità del vampiro di accogliere
quel membro possente. In effetti, le labbra sottili erano tirate all'estremo,
ma Drusilla non sembrava accusare nessun disagio.
I lineamenti di Angel erano ormai completamente distorti, Buffy non avrebbe
saputo distinguere, se dalla sofferenza o dal piacere. Dal profondo della
sua anima emersero però con violenza le sole parole che in quel
momento per lei avessero un senso.
"Angel
io ti amo!" esclamò con forza, protendendosi
verso di lui per quanto le catene glielo consentivano.
Drusilla, sorpresa dall'improvviso grido, istintivamente abbandonò
il suo riluttante amante per voltarsi. In quel momento Angel raggiunse
l'appagamento. Il suo seme cadde nel vuoto e formò una macchia
scura sul pavimento.
Quando riaprì gli occhi fu la prima cosa che il vampiro vide.
Sollevò allora il capo e fissò il suo carnefice con il trionfo
nello sguardo, un trionfo che fu però di breve durata.
Sotto il suo sguardo i lineamenti di Drusilla iniziarono a cambiare in
modo quasi impercettibile, ma inesorabile. In pochi istanti emersero le
animalesche fattezze del demone.
Con calma misurata il vampiro si avvicinò ad un tavolo, poco distante
da loro, su cui era posato un grosso libro. Il vampiro lo prese e lo aperse
con sicurezza. Sapeva evidentemente dove trovare quello che cercava.
Iniziò immediatamente a leggere, con voce cantilenante, resa gelida
dall'ira repressa, parole in una lingua gutturale, eppure stridente. Non
erano parole scritte perché una bocca umana le pronunciasse.
Sia Angel che Buffy furono sommersi dal panico ad udire il terribile incantesimo
e iniziarono a dibattersi, inutilmente, per liberarsi. Il rumore delle
catene sovrastò presto la voce del vampiro, ma Drusilla non s'interruppe
se non quando ebbe terminato di leggere.
Nulla era accaduto, ma era evidente che il rito era solo al suo inizio.
Drusilla ripose il libro e prese dal tavolo un altro oggetto. Quando lo
sollevò i due prigionieri lo videro brillare alla luce delle candele.
Era un coltello, dall'impugnatura elaborata. Angel, che era più
vicino, poté distinguere gli intricati simboli incisi sulla lama
e s'immobilizzò. Guardò Drusilla con tutto l'odio di chi
sa di non avere scampo, ma non pronunciò neppure una parola. Il
terrore offuscava completamente la sua mente.
"NO! Fermati! E' me che vuoi!" urlò Buffy, quando vide
il vampiro avvicinarsi al suo compagno tenendo saldamente l'arma in mano.
Il suo urlo disperato non sortì però nessun effetto.
Poté solo restare impietrita ad osservare Drusilla premere il proprio
corpo contro quello di Angel e posare la lama del coltello contro il collo
esposto. Lui non reagì in nessun modo. Lei piegò il capo,
dalla parte opposta al coltello, quasi volesse dargli un ultimo bacio.
"E' giunta l'ora del tuo ritorno!" esclamò, prima di
affondare i denti nella candida carne.
Dalle labbra di Angel sfuggì un lungo gemito mentre il suo corpo
si contraeva spasmodicamente.
Buffy non poteva vedere chiaramente quello che accadeva, ma ascoltava
incredula gli inequivocabili rumori che le giungevano nel silenzio.
Il coltello non aveva neppure inciso la carne di Angel e Drusilla
si
stava cibando del sangue di un suo simile. Non lo stava uccidendo! Nessun
vampiro poteva morire in quel modo! Stava però accadendo qualcosa
di ancora più terribile. Buffy lo sentiva, anche se non comprendeva
esattamente di che cosa si trattasse. Il non capire però ingigantiva
la sua paura. Non voleva farsi domande, voleva solo che tutto questo finisse
restituendo a lei e ad Angel la libertà.
Quando Drusilla rialzò il capo Angel era esamine. Il capo reclinato
sul petto, sporco del suo stesso sangue, che continuava a gocciolare dalla
ferita lasciatagli dal morso, il vampiro sarebbe potuto essere morto.
Drusilla allontanò lentamente la lama dal suo collo. Buffy cercò
di cambiare posizione per vedere quello che stava facendo, ma inutilmente.
Dopo pochi istanti però chiuse gli occhi per l'orrore dello spettacolo
che aveva di fronte.
Drusilla premeva un polso contro le labbra esangui di Angel. Buffy poteva
vedere chiaramente che il vampiro, ancora semincosciente, stava deglutendo.
Parte del sangue però gocciolava lungo il suo petto contribuendo
a rendere la scena ancora più orripilante.
La voce suadente di sottofondo, che aveva ripreso a mormorare parole arcane
e terribili, continuava però a raggiungere le orecchie di Buffy
trasmettendole un angosciante senso di irrealtà.
Solo dopo quella che le parve un'eternità tutto finì e
tornò il silenzio nella stanza. Riaprì gli occhi, ma colui
che ora era vicino al letto non era più il suo Angel.
Sorrideva, ma non c'era calore nei suoi occhi. Dietro di lui Buffy intravedeva
l'ombra di Drusilla, ma non aveva più importanza. Angel
se
n'era andato, era
morto, e questa volta per sempre!
Gli occhi le si riempirono di lacrime che solo con un estremo sforzo di
volontà riuscì a trattenere.
Con sorpresa scoprì di non temere quello che probabilmente fra
poco le sarebbe accaduto. Non aveva più importanza. Nulla aveva
più importanza!
Questa NON è la FINE, non può esserlo, perché il
loro amore è "forever, this is the whole point"
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