Tutti hanno modificato il CDV 700, non c'è appassionato di Geiger che non se ne sia modificato uno a seconda delle proprie esigenze, qualche cosina dobbiamo fare pure noi !
Già che facciamo, facciamo le cose per bene e, tra le tante varianti, procuriamoci la più recente: si parte quindi con un CD-V 700 6B, in questo caso costruito dalla ENI (Electro Neutronics Inc.), ma vi sono ben poche differenze fra le varie ditte che costruiscono il modello 6B.
Per la verità, lo scopo delle modifiche è minimo: rimodernare l'elettronica del CDV-700 per permettere l'uso di sonde Geiger di vario tipo, da quelle russe alle americane, alle pancake per Alfa, Beta e gamma, alle magnifiche sonde specialistiche della ex DDR.
Una volta smontato si vede che l'elettronica è ben poca cosa, ma trattatelo con rispetto, funziona benissimo anche così e da quasi mezzo secolo!
Togliamo subito il diodo di rettificazione al selenio, sostituendolo con uno al silicio per alte tensioni (anche due 1N4007 in serie vanno bene) .
Tagliamo il cavo della HT che va al tubo, montiamo una presa BNC al posto della presa per la cuffia e le colleghiamo il cavo HT. A questo punto abbiamo già un Geiger con una tensione di lavoro superiore ai 900 Volt, ma non stabilizzata.
Facciamo ora la stabilizzazione direttamente sulla HT, interponendo una resistenza di caduta da 1M Ohom, con diodi zenner in serie fino a raggiungere la tensione desiderata e ne approfittiamo anche per mettere un deviatore che ne mette a massa alcuni, allo scopo di ridurla, se necessario. La serie è fatta da 6 zenner da 150 Volt, la presa per ridurre la tensione è dopo i primi tre zenner. Il risultato è che con la tensione ridotta avremo 450 volt, perfetti per tutti i tubi russi ed ex DDR, senza la riduzione di tensione avremo invece i 900 Volt per le sonde USA.
Naturalmente per accontentare l'occhio sfruttiamo un'altra sezione del deviatore per commutare la tensione di alimentazione (non la HT !) su uno dei due led, uno rosso e uno verde, che così ci indicano l'accensione e la tensione HT utilizzata.
L'ultima modifica che facciamo è montare un buzzer sotto il buco lasciato libero dal cavetto del tubo Geiger ed una presa per l'uscita audio, sempre utile per l'uso dei programmi di conteggio su PC, alla quale colleghiamo il filo che originariamente andava alla cuffia. Infine distacchiamo il condensatore di integrazione C1 e gli mettiamo in serie un altro da 47 microF, poi con un interruttore lo mettiamo in corto, rendendo più o meno rapida la risposta dello strumento.
STOP.
Non resta che collaudare il tutto, in foto vedete il nostro CDV-700 6B modificato con una sonda russa modello C180G mentre rileva la radioattività di una efflorescenza di Uranocircite. Poi montiamo un'altra sonda, la magnifica FHZ 72, e rifacciamo la foto: notate nulla di diverso ?