Nell'articolo precedente abbiamo assemblato degli strumenti in grado di valutare, sia pure in modo indiretto, la presenza del Radon nella nostra casa.
Ora, per prima cosa, dobbiamo darci un metodo che ci permetta di ottenere delle informazioni attendibili e, sopratutto, confrontabili, in modo da poter poi avere un riscontro quando opereremo la bonifica di un ambiente.
Io preferisco tempi brevi, piuttosto ripeto il test più volte, perciò ho limitato il tempo di filtrazione in una ora, il momento in cui operare è la mattina (durante la notte la concentrazione aumenta), la posizione del filtro è vicino al pavimento o alla superficie che si suppone emetta il gas, ad esempio una parete di piastrelle.
Scaduto il tempo prelevo il filtro e rapidamente lo metto sotto la sonda del RAM 63 cosi come indicato nella prima parte. Di fianco al RAM ho messo un cronometro in modo da poterlo vedere contemporaneamente allo strumento.
In immediata successione faccio due conteggi da un minuto l'uno, annotando gli impulsi rilevati. Fate molta attenzione agli impulsi doppi, per il resto un paio di minuti di attenzione non è poi un gran sacrificio.
Tutto qui, come vedete è molto semplice, ma . . . . .
. . . . . ma non abbiamo tenuto conto degli impulsi che la nostra sonda capta casualmente e che non centrano per nulla con i nostri conteggi.
Allora prima della misurazione facciamo di corsa una taratura in bianco: sonda con il mylar pulito (cotone umido, movimenti circolari e leggerezza), piattino d'analisi pulito, filtro nuovo mai usato. Ancora un minuto più un minuto di conteggio, nel mio caso ottengo 0+1 = 0,5 CPM di errore medio, un solo impulso spurio nei due minuti controllati.
Eseguiamo ora la misura nella stanza da controllare, nel nostro caso il mio ufficio-laboratorio, mettendo la sonda sul pavimento, appoggiata alla batteria di alimentazione.
Passata l'ora di aspirazione faccio le mie letture ottenendo 13+11-1 impulsi, totale 23 impulsi in due minuti, quindi 11,5 CPM di media, già al netto degli impulsi spuri.
La misurazione è decisamente alta, un rapido controllo di una camera da letto lontana dalla mia stanza mi da solo 2 CPM di media, evidentemente qualche cosa non va bene.
Ed il colpevole salta subito fuori, non sono le piastrelle, i marmi pregiati o i travertini che non ho, ma è la cassetta con i minerali radioattivi che ho in un angolo della stanza. E' in acciaio e piombo, pesa svariati chili, è a tenuta ermetica, ma il radon si forma in continuazione ed ogni volta che la apro esce e se ne va a spasso bello tranquillo per la mia stanza.
Nella foto vedete indicati con le frecce rosse i punti più pericolosi: le cassette dei minerali radioattivi, il davanzale della finestra pieno di bussole radioattive, il banco di lavoro con sopra diverse sorgenti radioattive utilizzate per la taratura degli strumenti.
Definita la metodologia dell'analisi, procediamo ora a fare un'opera di bonifica ambientale: quale miglior soggetto su cui operare se non la mia povera stanza così contaminata ?
Nel mio caso la soluzione è molto semplice: via i minerali !
Porto la cassa dei campioni radioattivi in un magazzino giù in giardino, in questo modo nessun essere umano ci sta vicino e l'aria circola in continuazione liberamente. Con grande rimpianto metto in un contenitore anche le mie amate bussole militari, compresa la mia adorata "Compasse's Queen", per loro farò una teca in pesante cristallo al piombo ed ermeticamente sigillata, in modo da ridurre al minimo le radiazioni e l'emissione di Radon.
Possono restare nella stanza soltanto i campioni radioattivi di taratura completamente inglobati in resina e pochissimi altri, chiusi in contenitori ermetici e ben schermati.
Spalanco le finestre e, per alcune ore, faccio entrare l'aria fresca della mattina.
A questo punto ci si aspetta di aver già risolto il problema e di saltare dalla gioia gridando: il Radon non c'è più ! Il Radon non c'è più !
Ma non è vero.
La stanza è piena di figli del Radon che si sono depositati un po' dappertutto e questi sono solidi, non se ne vanno certo cambiando l'aria.
Sicuramente una buona parte saranno degradati a forme semi stabili, ma tanti continuano imperterriti ad emettere particelle, radiazioni ed a trasformarsi fino ad arrivare alla fine di tutto, il piombo vero, il Piombo 206.
E visto che avevamo considerato i discendenti del Radon solo fino al Piombo 210 e che questo ha una vita media di una ventina di anni, c'è n'è ancora di elementi da aspettare: Bismuto, Polonio, Thalio, ecc.
Si procede allora alla pulizia di fino, spostando ogni oggetto e cercando di togliere tutta la polvere possibile con panni umidi, aspirapolvere e batti tappeto. Naturalmente mentre si lavora, sempre finestra aperta ed in corrente d'aria.
Finito di spolverare, si gettano subito gli stracci usati prima che si asciugano e possano disperdere di nuovo la polvere asportata. Finito di usare aspirapolvere e batti tappeto, gettare via subito i sacchetti filtro.
Dopo un paio di giorni rifaccio il controllo, sempre di mattina, 1 ora di filtraggio, 1 minuto più 1 minuto di conteggio, risultato: 9+6-1 = 14 impulsi in 2 minuti = 7 CPM
Certo, siamo già diminuiti di molto, ma sinceramente la facevo più facile.
Altra aria alla stanza, altro controllo che nessun materiale radioattivo sia rimasto libero, altro giro di polvere.
Ormai sono trascorsi sei giorni dalla prima analisi e dalla rimozione dei minerali, così facciamo un ulteriore controllo.
Ancora di mattina, 1 ora di aspirazione, 1+1 minuti di conteggio, risultato: 4+3-1 = 6 impulsi totali, pari a 3 CPM.
Direi che il risultato è stato raggiunto, la stanza ora è quasi come le altre che non sono mai state contaminate.
Consentitemi ora alcune osservazioni.
- Le sorgenti del Radon possono essere già nelle fondamenta, in tal caso sono colpite le stanze interrate o al piano terra, oppure sono nel materiale apportato da noi, da costruzione o voluttuario, ed in tal caso possono essere a qualsiasi piano.
- Se la sorgente è dal terreno, curare le crepe, le infiltrazioni, l'impermeabilizzazione del pavimento, le botole ed i sifoni.
- Se la sorgente è il materiale edile o voluttuario, la cura è l'asportazione del materiale inquinante e l'eventuale sostituzione con altro innocuo.
- In ogni caso, cercate sempre di arieggiare il più possibile il locale, specie se vi soggiornate per lungo tempo.
- Infine, se fate analisi in modo sistematico, è molto comodo avere diverse apparecchiature filtranti identiche da porre in varie stanze. In questo modo potete controllare nel medesimo tempo diversi ambienti.
Ora gli strumenti per controllare la vostra situazione li avete, il metodo di confronto pure, sapete anche come fare per decontaminare i locali, ed allora . . . . .