Dentro una EPROM

Stereomicroscopio Olympus SZ. Microscopio Zeiss invertito per metallografia.
      Strumenti utilizzati: stereomicroscopio Olympus SZ per ingrandimenti da 7x a 40x e microscopio Zeiss invertito per analisi metallografiche per ingrandimenti da 32x a 800x



    Nel nostro PC vi sono molti tipi di integrati, tra questi la RAM che continuamente viene letta o scritta con i dati del momento e la ROM che invece viene solo letta in quanto i dati che contiene sono stati scritti mentre la costruivano e non può più essere modificata.


    Una via di mezzo sono le EPROM, si comportano come le ROM, ma possono essere anche riscritte e contengono quelle parti di programma che, ancora in fase di progettazione, non sono definitive e possono essere modificate all'ultimo momento o anche dopo la costruzione del PC.

La nostra EPROM Intel 2764.     Le riconoscete immediatamente in quanto hanno una finestrella trasparente che mostra l'integrato interno: la finestrella serve per esporre il circuito ai raggi UV che, nel giro di pochi minuti, azzerano completamente la memoria della EPROM e la preparano alla riprogrammazione.

Allo stereomicroscopio (7x) già si distinguono le due pagine di memoria.     Naturalmente, proprio per la presenza della finestra trasparente, si prestano con facilità alla nostra osservazione.
    Guardando l'integrato a bassissimo ingrandimento, notiamo che la EPROM in esame è una 2764 della Intel, il numero indica con il 27 una particolare tecnologia costruttiva e con il numero 64 la sua capacità di memoria, appunto di 64 Kbit.
    Ancora, il numero 81 indica semplicemente l'anno di progettazione del circuito.

    Aumentiamo l'ingrandimento, ora si vede bene che la zona della memoria dei dati è divisa in due parti separate: si dice che la memoria è su due pagine da 32Kbit ciascuna. Il motivo è che spesso i dati vengono scritti a coppie, ad esempio tutti i caratteri della vostra tastiera, ed in questo modo possono essere letti più rapidamente.

Ben evidenti ai 25x dell'Olympus le due pagine suddivise in 8 colonne.     Se guardiamo ancora più in profondità, si vede bene che, a sua volta, ogni pagina è divisa in 8 colonne. Il motivo è che noi stiamo memorizzando dei bit, le informazioni elementari 0/1, mentre nell'uso pratico del PC viene usata come informazione elementare il byte, che è appunto un insieme di 8 bit che vengono letti in sequenza, come fossero una unica informazione. Quindi ancora, per velocizzare la lettura del dato, l'informazione è su una unica riga, formata appunto da 8 bit.

Già visibili a 40x anche il marchio di identificazione e il codice del modello.     Andiamo oltre, ormai siamo attorno ai 100 ingrandimenti e si notano molto bene alcuni particolari che con l'elettronica non c'entrano per nulla: in un paio di posizioni, ben evidenti, si legge chiaramente l'anno di progettazione e la marca "intel" con il suo marchio di copyright e, nell'altra posizione, il modello del circuito: 2764.

    E' evidente che questi dati servono per l'identificazione del micro chip e per poterne dimostrare la proprietà ed il diritto di brevetto. Ma non crediate che sia tutta li la protezione dalle contraffazioni: in diverse parti del circuito vi sono delle particolari incisioni che elettronicamente non significano nulla, ma che pure sono ben descritte nella richiesta di brevetto: in caso di disputa legale, l'eventuale copiatore avrà il suo bel daffare nello spiegare la loro presenza !

Siamo a 100x e sono  ben visibili le righe, le colonne, i circuiti di controllo .     Ormai siamo arrivati al limite dell'ingrandimento, il vetro dell'EPROM ci impedisce di avvicinarci di più al chip: dobbiamo fermarci a 200x !

A 200x dobbiamo fermarci, il vetro non permette di avvicinarci oltre !     Ma per fortuna l'alta tecnologia ci permette di andare ben oltre: una buona mazzetta da muratore, un paio di colpi ben assestati e la nostra EPROM è pronta per ulteriori indagini.    :-)


    Comunque, già ai 200x era ben visibile l'organizzazione dei bit e dei byte, nelle immagini li ho evidenziati rendendo più chiare o più scure alcune parti.

Sempre a 200x esaminiamo la zona di memoria vera e propria.     Infine, a circa 600 ingrandimenti, vediamo perfettamente l'aspetto del circuito che forma il bit, di valore 0 o 1, e quello del byte, che ha un valore da 0 a 255 (dato da 2 elevato alla ottava).

A 640x si vedono i singoli componenti della memoria, noi ci fermiamo qui !

    E' stato un bel viaggio, peccato solo non avere in dotazione un microscopio elettronico a scansione, ma con i nostri mezzi, io mi fermo qui !


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