Sogno o Reverie?

Basandosi sulle affermazioni di Coleridge, nella prefazione del 1816 molti studiosi si sono convinti che il poema sia una sorta di composizione automatica ed incoscia, addirittura, secondo L.Hanson "l'esempio supremo della letteratura inglese, di opere del subconscio creativo, senza alcun aiuto o intralcio da parte della composizione crescente (1)" Nel Manoscritto di Crewe Coleridge dice più realisticamente di aver composto il poema non già in un "sonno profondo" ma in "a sort of reverie", non molto diversa da stati d'animo consueti della composizione poetica, salvo per l'accentuazione fantastica dovuta ai "due grani d'oppio". L'impressione che le immagini nascono del tutto indipendentemente dalla nostra volontà puo' derivare da uno stato di "fantasticheria" piuttosto intenso, di semi-incoscienza, cioè. Ma se Coleridge può essere attendibile quando parla dell'apparizione delle immagini, e' molto dubbio che lo sia per quanto riguarda "la produzione parallela di espressioni corrispondenti" data l'evidente cura del tessuto verbale del poema e le significative correzioni apportate. Secondo Wordsworth la composizione di kubla khan "sarebbe potuta benissimo avvenire fra il sonno e la veglia o ... in un sonno mattutino".
Secondo M.Lefebure "Cio che ci sentiamo inclini di accettare e' che alcuni bagliori o frammenti di Kubla Khan, probabilmente derivano da quel sogno…. e che ad una non ben precisata data, Coleridge li abbia saldati insieme, utilizzando tutta la sua incredibile abilità nel produrre un suono magico, una miracolosa visione in forma di versi(2)"


(2): Coleridge, the early years ; sulla stessa posizione si trova J.L.Lowes per il quale "Nessuno, da sveglio, avrebbe potuto scrivere quei stupefacenti diciotto [ultimi] versi" (2): "Coleridge, a bondage of opium"