TRA LE NOTE

 

 

 

 

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Una vera pazzia

Luciano Giacotto, press-agent di una nota casa discografica, ha l'aspetto di un giovane distinto, posato e tranquillo. Uno di quei tipi del tutto normali, del tutto prevedibili, apparentemente negati alla minima stravaganza. Evidentemente è vero che l'apparenza inganna, perché Giacotto, al suo esordio come paroliere, ha scritto la canzone più pazza che io abbia mai ascoltato, e quel che peggio ha affidato la sua esecuzione ad un complesso di pazzi. Interpretata da “I balordi” la canzone si intitola  Vengono a portarci via. Dicono i Balordi (dicono, badate bene, non cantano) sull'allucinante 45 giri etichetta Durium: ”Abbiamo trovato un suono nuovo, diverso da tutti, rumore, fracasso, baccano… Ma vengono a portarci via, in una villa dove c'è sempre bello, piscina, frutta, amici, infermiere e dottori in camice bianco, e vogliono portarci là”. I quattro pazzi si chiamano Andrea, Beppe, Gion e Bruno e recitano con molta convinzione la loro parte. Una canzone da choc, insomma, e forse nemmeno una canzone, ma soltanto e semplicemente una pazzia, che risulta accettabile e persino divertente proprio perché viene spacciata come tale, al contrario di tante altre canzoni ugualmente prive di senso. Sull'altra facciata del disco in un brano intitolato Don Chisciotte, i Balordi dimostrano che all'occorrenza suonano e cantano discretamente.

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I più venduti

Questa la classifica dei dischi maggiormente richiesti dal pubblico italiano nell'ultima settimana:

 

1  Cuore matto, cantato da Little Tony.

2  Pietre, cantato da Antoine.

3  L'immensità, cantato da Johnny Dorelli e Don Backy.

4  Proposta, cantato da I Giganti.

5  Un mondo d'amore, cantato da Gianni Morandi.

6  Io tu e le rose, cantato da Orietta Berti.

7  Bisogna saper perdere, cantato dai Rokes. 

8  Il dottor Zivago, in numerose versioni.

9  Ciao amore ciao, cantato da Luigi Tenco e Dalida.

10  Quando dico che ti amo, cantato da Anna Rita Spinaci e Les Surfs.

 

Paolo Occhipinti  

OGGI  16 marzo 1967

 

Feci una caricatura di Luciano Giacotto, che, divertito, si appese dietro la scrivania.

Per evidenziarne la  figura alta e magra lo disegnai su una lunga striscia di carta igienica, incollata su un cartoncino nero...

  

 

 

 

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