LINEE GUIDA PER LA REALIZZAZIONE DEL
PIANO DI EVACUAZIONE PER UN EDIFICIO SCOLASTICO
(sunto
del libro” Progetto Scuola Sicura a San Giovanni Rotondo”)
Intervento didattico
-Programmazione dell’intervento didattico-
L’intervento didattico/formativo può essere
realizzato, in relazione alla programmazione didattica generale, proponendo
diverse soluzioni.
Schematicamente le possiamo suddividere in due
grandi categorie:
A-intervento informativo e formativo rivolto ai Docenti, con il coinvolgimento del Preside o Direttore didattico e del personale non docente |
B-intervento informativo e formativo rivolto direttamente agli alunni, con il supporto degli insegnanti |
Questi due interventi si possono realizzare in
moduli diversi, in relazione al tempo disponibile. Così avremo un 1° modulo
(ipotizzato in circa sei mesi) di breve durata, nel quale verranno impartite le
principali nozioni in materia di protezione civile e finalizzato al
raggiungimento della conoscenza delle adeguate azioni comportamentali utili per
l’evacuazione dell’edificio scolastico.
Successivamente, si potrà studiare
l’introduzione di moduli didattici più articolati, come segue:
un
II ° modulo, intervento didattico di secondo livello-1 anno circa-, nel
quale possono essere approfonditi alcuni temi specifici inerenti la
materia, eventualmente inseribili nella programmazione didattica della
scuola |
Un
III° modulo, intervento didattico di terzo livello-3 anni-ciclo della
scuola media-, nel quale possa essere realizzata una programmazione di più
ampio respiro, con un crescendo di formazione didattica in linea con la
programmazione generale della scuola |
In sintesi
quindi possiamo dire che il primo modulo corrisponde ad un “Intervento
Formativo di Base”, il secondo modulo ad un “Intervento Formativo di
Approfondimento”, il terzo modulo ad un “Intervento Formativo Completo e
Specialistico”.
Azione
culturale: ambiente, rischi, risorse, procedure
E’ necessario
avere innanzitutto chiara la logica della protezione civile che, molto
schematicamente, si basa sull’individuazione e l’analisi dell’AMBIENTE,
dei RISCHI, delle RISORSE, delle PROCEDURE. Questo schema costituisce il punto
di partenza per affrontare correttamente le tematiche inerenti la materia.
Quando tutti
opereranno e si inseriranno in questo schema, le operazioni di emergenza
seguiranno una stessa logica e il raccordo tra gli operatori sarà facilitato.
Il primo
elemento da definire è l’AMBIENTE sul quale incentrare eventuali azioni di
protezione civile, e cioè il territorio o la scuola su cui si intende operare.
L’ambiente sul quale si muovono
le nostre attività di protezione civile deve essere conosciuta a fondo
dal punto di vista morfologico, bisogna possederne la cartografia,
acquisire informazioni territoriali e sociali precise, conoscere le leggi
giuridiche e ambientali che lo governano .Applicare questo concetto alla
scuola, significa disporre sia della planimetria interna dell’edificio,
sia della cartografia di base della zona limitrofa all’edificio stesso,
acquisire dati sulla popolazione scolastica e ogni altra informazione
utile riguardante l’ambiente di nostro interesse. |
Come secondo
elemento si deve approfondire lo scenario dei RISCHI (il “nemico”) ai quali
si trova esposto l’ambiente considerato, valutati sulla base della probabilità
del loro verificarsi nell’ambito del territorio preso in considerazione.
I
PRINCIPALI RISCHI IN ITALIA |
-rischio sismico -idrogeologico -incendi -sanitario -beni culturali -trasporti -ecologico -chimico industriale -nucleare -vulcanico |
Cercare e
mappare ogni RISORSA (“le forze amiche”) disponibili per affrontare
l’emergenza, intendendo con risorsa la disponibilità di persone,mezzi,
tecnologia, conoscenze e quanto può essere messo a disposizione in caso di
emergenza, la dislocazione deve essere nota a tutti.
RISORSE Vigili del fuoco, ambulanze
dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza e della Croce Rossa,
carabinieri, vigili urbali, volontari, aziende comunali, uscite di
sicurezza, centraline di rilevamento dei dati ambientali,
estintori, impianto antincendio, coperte antincendio, medicinali,
ecc. |
Le PROCEDURE
La conoscenza
dei rischi e delle risorse disponibili permette di elaborare le “Procedure”
operative (strategie di risposta) da attivare in caso di emergenza, affinché le
azioni intraprese siano coordinate e programmate, e i ruoli e i compiti delle
persone coinvolte siano chiari e definiti, evitando pericolose sovrapposizioni.
Le procedure sono documenti
descrittivi predisposti per affrontare un’emergenza in termini di: |
·
Individuazione delle competenze ·
Individuazione delle responsabilità ·
Definizione del concorso di enti ·
Definizione del concorso di persone ·
Successione logica delle azioni -tutto ciò crea un programma di
PREVISIONE E PREVENZIONE- |
AZIONI
COMPORTAMENTALI-PSICOLOGIA DELLE CATASTROFI |
MECCANISMI DI CONTROLLO IN
SITUAZIONI DI PANICO Il panico è una forte paura,
collettiva o individuale che provoca alterazioni nei comportamenti e
reazioni irrazionali, può avere manifestazioni che, se incontrollate,
costituiscono un elemento di pericolo. Lo scopo della paura è puramente
biologico, assolve alla funzione di proteggere l’organismo. Da questo
punto di vista, la paura-possiamo dire anche l’ansia-se mantenuta a
livelli tollerabili, assolve questa funzione di protezione
dell’organismo, preparandolo all’azione. La funzione protettiva
significa che l’organismo si protegge dall’aggressione immediata,
contingente, per preparare un’azione di risposta, una reazione. Quindi
ha una doppia faccia la paura, dal punto di vista biologico: da un lato
mette l’organismo nelle condizioni di attenuare le minacce, i rischi
contingenti, presenti, dall’altro lato di preparare l’organismo a
elaborare uno schema di risposta che possa far fronte allo stimolo
negativo. La paura si trasforma in panico quando l’organismo non riesce
ad elaborare una strategia, quella che normalmente viene chiamata
“strategia di salvezza”, una contromossa, una risposta positiva che
possa far fronte agli stimoli negativi. L’organismo umano, ma non
soltanto il nostro, grazie a non so a chi, probabilmente alla biologia è
addestrato molto più di quanto non si creda a fornire risposte agli
stimoli negativi per una semplicissima ragione: che l’organismo umano,
come gli organismi viventi in generale, vive in un ambiente in cui è
dominante la presenza di stimoli negativi. Questo vale per gli animali, ma
vale anche per noi: la presenza di stimoli negativi è dominante.
L’organismo umano è molto più preparato di quanto normalmente non si
creda. L’unica strada per poter approfittare o sviluppare questa
caratteristica, è quella dell’addestramento. Pertanto è necessaria la
diffusione di una “cultura della catastrofe”, che prepari
l’individuo a prendere coscienza della possibilità del verificarsi di
un evento calamitoso e fornisca le informazioni utili per elaborare
risposte per far fronte al suo verificarsi e così far ridurre le reazioni
distruttive. La procedura di evacuazione dell’edificio scolastico
fornisce gli elementi indispensabili per permettere un deflusso rapido,
razionale e ordinato. L’applicazione della procedura, verificata,
durante le prove periodiche di evacuazione, limita il rischio di reazioni
negative, in particolare il Panico, che può anche spingere ad una “fuga
isterica collettiva”, con conseguenze immaginabili. Quindi, il piano di evacuazione,
con il percorso conoscitivo necessario per la sua realizzazione, può dare
un contributo fondamentale nel consentire: ·
Essere preparati a situazioni di pericolo ·
Stimolare la fiducia in se stessi ·
Indurre un sufficiente autocontrollo per attuare
comportamenti razionali e corretti ·
Controllare la propria emozionalità e saper reagire
all’eccitazione collettiva |
EVACUAZIONE
PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI
EVACUAZIONE |
Per non
essere colti impreparati al verificarsi di una situazione di emergenza, ed
evitare dannose improvvisazioni, è necessario porre in atto le seguenti
predisposizioni che garantiscono i necessari automatismi nelle operazioni
da compiere, nonché un corretto e sicuro funzionamento di tutti i
dispositivi atti a prevenire un sinistro o a garantire un’evoluzione in
sicurezza. A cura del Capo d’Istituto dovranno essere identificati dei
compiti da assegnare al personale docente e non, che opera
nell’istituto. Ad ogni compito dovranno corrispondere almeno 2
responsabili, in modo da garantire una continuità della loro presenza. ·
Del responsabile e del suo sostituto addetto
all’emanazione dell’ordine di evacuazione (normalmente Preside e
Vicepreside) che al verificarsi di una situazione di emergenza assuma il
coordinamento delle operazioni di evacuazione e di primo soccorso. ·
Del personale incaricato della diffusione
dell’ordine di evacuazione. ·
Del personale di piano o di settore responsabile del
controllo delle operazioni di evacuazione. ·
Del personale incaricato di effettuare le chiamate di
soccorso ai Vigili del Fuoco, alle Forze dell’Ordine, al Pronto Soccorso
e ad ogni altro organismo ritenuto necessario. ·
Del personale incaricato dell’interruzione della
erogazione dell’energia elettrica, del gas e dell’alimentazione della
centrale termica. ·
Del personale incaricato dell’uso e del controllo
periodico dell’efficienza di estintori e idranti. ·
Del personale addetto al controllo quotidiano della
praticabilità delle uscite di sicurezza e dei percorsi per raggiungerle. I
predetti incarichi dovranno essere riportati in apposita disposizione di
servizio a cura del Capo d’Istituto. |
LA DIFFUSIONE DELL’ORDINE DI
EVACUAZIONE Al fine di segnalare il verificarsi
di una situazione di pericolo il Preside o suo sostituto, una volta
avvertito, valuterà l’opportunità di diramare l’ordine di
evacuazione. In caso di situazione di grave pericolo, che richieda
l’abbandono immediato dei locali, sarà diramato dal personale che per
primo viene a conoscenza dell’evento. A tal proposito è opportuno, non
essendo il personale scolastico particolarmente addestrato alla sicurezza,
definire a priori in quali casi consentire la diramazione dell’allarme
senza ricorrere immediatamente al Capo d’Istituto (incendi di grosse
dimensioni, evacuazione successiva ad una scossa di terremoto, altre
ipotesi da definire caso per caso); è ugualmente opportuno definire anche
quando non è necessario dar luogo all’evacuazione dello stabile
(principio d’incendio spento con l’uso degli estintori in dotazione,
situazioni confinate che non creano pericolo, ecc.). Da quanto detto
risulta chiaro che si dovranno prevedere delle soglie di rischio sulle
quali definire il comportamento conseguente. Per le scuole in cui sono
presenti contemporaneamente non più di 500 persone il segnale di
evacuazione potrà essere diffuso attraverso il campanello usato
normalmente per altri servizi, il cui suono dovrà essere ripetuto ad
intermittenza per una certa durata in modo che sia inequivocabilmente
riconosciuto come segnale di allarme e di avvio delle operazioni di
evacuazione. Allo scopo di contenere l’effetto dovuto al panico è anche
opportuno disporre di un impianto di diffusione sonora per comunicare
localmente l’ordine di evacuazione; un impianto di altoparlanti è
comunque obbligatorio nelle scuole dove sono presenti contemporaneamente
oltre 500 persone. Qualora dovesse porsi la necessità
di comunicare l’ordine di evacuazione a voce, aula per aula, sarà cura
del personale non docente assicurare tale servizio. |
ASSEGNAZIONE
DI INCARICHI AGLI ALLIEVI (A CURA DEI DOCENTI) In ogni
classe dovranno essere individuati alcuni ragazzi a cui attribuire le
seguenti mansioni: ·
2 ragazzi apri-fila, con il compito di aprire
le porte e guidare i compagni verso la zona di raccolta; ·
2 ragazzi serra-fila, con il compito di
assistere eventuali compagni in difficoltà e chiudere la porta
dell’aula dopo aver controllato che nessuno sia rimasto indietro; gli
stessi faranno da tramite con l’insegnante e la direzione delle
operazioni per la trasmissione del modulo di evacuazione; ·
2 ragazzi con il compito di aiutare i disabili
ad abbandonare l’aula ed a raggiungere il punto di raccolta. Tali
incarichi vanno sempre assegnati ed eseguiti sotto la diretta sorveglianza
dell’insegnante. |
MODALITA’ DI EVACUAZIONE Appena avvertito l’ordine di
evacuazione le persone presenti nell’edificio dovranno immediatamente
eseguirlo, mantenendo, per quanto possibile, la massima calma.
Quest’ultima affermazione può sembrare paradossale, ma se si pensa che,
visto quanto stabilito dalla recente normativa di prevenzione incendi per
l’edilizia scolastica, l’uscita di sicurezza più vicina è ad una
distanza massima di 60 metri dalla porta dell’aula e che normalmente il
numero massimo di piani è pari a tre, si comprende che il tempo
necessario per coprire tale distanza, uscendo dall’aula, è ridotto
anche camminando lentamente. Se a questo si aggiunge che nella
maggior parte dei casi si dispone di parecchi minuti per mettersi in
salvo, è comprensibile che la soluzione del problema consista
nell’esecuzione di un deflusso ordinato e senza intoppi. Per garantire una certa libertà
nei movimenti è necessario lasciare sul posto tutti gli oggetti
ingombranti e fermarsi a prendere, se a portata di mano, un indumento per
proteggersi dal freddo. L’insegnante prenderà il registro di classe e
coordinerà le operazioni di evacuazione, intervenendo dove necessario. Gli studenti usciranno dall’aula,
al seguito dei compagni apri-fila, in fila indiana e tenendosi per mano, o
appoggiando la mano sulla spalla del compagno che sta avanti; un tale
comportamento, oltre ad impedire che eventuali alunni spaventati possano
prendere la direzione sbagliata o mettersi a correre, contribuisce ad
infondere coraggio. Prima di imboccare il corridoio
verso l’uscita assegnata o il vano scale l’apri-fila accerterà che
sia completato il passaggio delle classi secondo le precedenze stabilite
dal piano. Una volta raggiunta la zona di
raccolta il docente farà pervenire alla direzione delle operazioni,
tramite i ragazzi individuati come serra-fila, il modulo di evacuazione
con i dati sul numero degli allievi presenti ed evacuati, su eventuali
dispersi e/o feriti. Tale modulo dovrà essere sempre custodito
all’interno del registro. Gli insegnanti di sostegno, con l’aiuto, ove
occorra, di altro personale, cureranno le operazioni di sfollamento
unicamente dello o degli alunni handicappati loro affidati, attenendosi
alle precedenze che il piano stabilisce per gli alunni in difficoltà. Il
personale non docente provvederà a disattivare gli impianti (energia
elettrica, gas, centrale termica, impianto idrico) e successivamente di
controllare che nei vari piani dell’edificio tutti gli alunni siano
sfollati (controllare in particolare: servizi, spogliatoi, laboratori,
ecc) e presidieranno le uscite sulla pubblica via (personale non docente
designato a tale compito) che provvederanno, se necessario,
all’interruzione del traffico, altro dovrà essere incaricato di
attivare gli estintori e/o gli idranti.
GRUPPO PROTEZIONE CIVILE ELPIS
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San Giovanni Rotondo e la protezione civile Educazione civica
Linee guida per la realizzazione del piano di evacuazione per un edificio scolastico