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sentiero degli invasi idroelettrici

Valsaviore Val Malga Val Paghera Val d'Avio

home page Centrale di Edolo

DESCRIZIONE

L'impianto idroelettrico di ISOLA di Valsaviore fu il primo "Grande impianto" della Valcamonica ed al momento della entrata in servizio uno dei più grandi d'Europa, paragonabile per dimensioni ed arditezza delle soluzioni tecniche (quasi 1000 metri di salto) solo all'attuale impianto di generazione e pompaggio di Edolo.
Venne costruito, in proprio, dalla Società Generale Elettrica dell’Adamello, una delle prime società elettrocommerciali, costituita a Milano nel 1907 con lo scopo di utilizzare "le forze idrauliche ritraibili dai ghiacciai del gruppo dell'Adamello".

I lavori di costruzione iniziarono nel 1907, il progetto prevedeva la costruzione della centrale a Isola, con il lago d'Arno come serbatoio di monte.

L’impianto utilizza infatti le acque che affluiscono naturalmente nella conca del lago d'Arno, il cui bacino imbrifero è di circa 14 kmq; inoltre vengono convogliate in esso gli afflussi naturali provenienti dalla valli vicine di Adamé e Salarno del bacino del torrente Poglia e le valli del Miller e la conca Baitone del bacino imbrifero del torrente Remulo.
Complessivamente quindi si fanno affluire venute corrispondenti a circa 70 Kmq, vale a dire oltre 90 milioni di mq all'anno, per una produzione annua di circa 180 milioni di KWh

A questa soluzione definitiva si giunse solo nel corso degli anni; i lavori per la utilizzazione integrale e razionale di tutti i serbatoi e le centrali intermedie ora esistenti avvenne gradualmente:
dal 1912 con l'allacciamento del torrente Adamé agli anni quaranta quando venne inserita la centrale di Salarno tra il bacino del Remulo e quello del Poglia.

SERBATOIO
Ha sede nella conca naturale del Lago d'Arno, il cui livello normale ha la quota 1789.38, capacità complessiva 31.296.000 di mc dei quali 11.275.000 compresi fra il pelo d’acqua normale e la soglia della gal­leria di presa e mc. 20.021.000 contenuti dalla diga di sbarramento, con un battente di metri 27.50.

DIGA.
La posizione della diga è stata fissata nel punto più stretto dell'incile del lago, in corrispondenza con una caratteristica strozzatura naturale formata da due tondeggianti speroni di tonalite compatta sulla quale vennero impostate le fondazioni.

La diga che è del tipo a gravità massiccia; venne iniziata nell’anno 1910 con muratura a bloc­chi irregolari di medie dimensioni con abbondante uso di malta di cemento confezionata con sabbia naturale ricavata dal Lago.

Vennero costruiti circa 2000 mc. di muratura che nel successivo anno 1911 dovettero essere quasi totalmente demoliti a causa della mancata presa del calcestruzzzo.

Si dovette abbandonare la sabbia naturale e usare sabbia artificiale ottenuta frantumando roccia; la costruzione venne proseguita regolarmente fino ai primi di Agosto del 1914 poi, a causa della crisi dovuta all'inizio della guerra, sospesa fino a tutto il 1915


Isola 2001


piazzale ex stazione elettrica


isola e monte Zucchello - agosto 2001 -

 

SFIORATORE LATERALE E BOCCHE DI ALLEGGERIMENTO INVERNALE:
In sponda sinistra del lago, circa m. 60 a monte della diga, è costruito lo sfioratore laterale lungo m. 48,20; a tergo dello stesso è ricavato, mediante scavi di roccia a mezza costa, il canale di scarico delle acque sfiorate o scaricate dalle bocche di alleggerimento, che hanno una luce di m. 1,50 X 2,00 cadauna, con interasse di m. 3,50 e so­glia a quota 1813.67, e sono provviste di paratoia piana.

Le tre bocche descritte hanno l’ufficio principale, dovendo rimanere costantemente aperte dal 10 Dicembre al 30 Apri­le, di garantire che in detto periodo di tempo il pelo d’acqua non superi la quota della loro soglia perchè la eventuale spinta del ghiaccio contro la diga sia applicata in un punto che i calcoli di stabilità hanno indicato sufficientemente re­sistente. Secondo scopo delle bocche è quello di concorrere collo sfioratore allo smaltimento delle piene eccezionali che sopravvenissero a bacino pieno, supposte, secondo le prescrizioni ministeriali, in circa mc. 56 al minuto secondo.

Al canale di scarico sopra descritto fa seguito una galleria in roccia della sezione di m. 3.70 x 2.50 lunga m. 57 che porta le acque a valle della diga nell’alveo dell’antico emissario del Lago: ai due estremi la galleria è sistemata con portale ad arco ribassato e spalle di muratura e calcestruzzo.

Opere per allacciamenti secondari. In sponda sinistra del lago dArno è stato realizzato, alla quota di circa 1860 m s.l.m. un canalino di gronda che consente di "allacciare" convogliandone le acque nel lago, circa 0,5 Kmq di bacino imbrifero.

In sponda destra orografica a quota inferiore alla diga (circa 1757 m s.l.m.), negli anni 1921-1922 è stato realizzato un canale di gronda che raccoglie le acque di perdita dalla finestra della galleria di derivazione nonchè di alcune vallette laterali; insieme a quelle provenienti dallle perdite diga vengono raccolte in apposita vasca e quindi "pompate" nel lago tramite l'impianto delle pompe di recupero..


fabbricato ex funivia Isola - Arno


lago d'Arno


lago d'Arno 28 maggio 2001


ex centrale di Isola

CONDOTTE FORZATE
Le condotte forzate sono 4: partono dalla doppia biforcazione uscente dalla galleria di derivazio­ne e con andamento planimetrico rettilineo discendono lungo la falda mon­tana: parte in rilevato, parte in trincea più o meno profonda e parte in galleria.

Le quattro tubazioni sono divise in due coppie, tra di loro è installato, con lo stesso profilo, un un piano inclinato.

Le quattro tubazioni son state costruite e montate in tre epoche diverse e pur coprendo lo stesso dislivello di m. 872,74, si svolgono altimetricamente su due profili diversi per lunghi tratti.

Lungo la tubazione sono distribuiti N. 7 giunti di dilatazione e N. 3 passi d’uomo; una valvola di aspirazione d’aria è installata su ciascuna tubazione poco dopo gli organi di chiusura. La sede delle tubazioni è ricavata nella maggior parte in trincea più o meno profonda e nella minor parte in rilevato. Circa due terzi dello sviluppo svolgonsi in roccia e nel resto in materiale sciolto composto di blocchi di vo­lume piuttosto notevole, misti a detriti e terreno. La irregolarità della falda montana nella quale è ricavata, ha richie­sto, per ridurre il numero dei vertici, alcuni tratti di trincea molto profonda e varie gallerie.

Le due tubazioni, a lato del fabbricat sala macchine si riuniscono a due a due per formare i collettori che alimentano sia i gruppi principali che ausiliari (di eccitazione).

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IMMAGINI


lago d'Arno


Isola 1973



Isola 1987


Il lavoro riprendeva nel 1916, e la costruzione continuata fino al completamento, secondo i criteri del progetto 12 Maggio 1914 a firma Ing. Gaetano Carminati.

Si raggiunse la quota 1816.90 corrispondente a m. 27,50 sul livello normale del Lago; il ciglio diga funzionava anche da sfiora­tore: tali condizioni si mantennero fino a tutto l’anno 1924.

A seguito del "disastro del Gleno", avvenuto il primo dicembre 1923 (crollo improvviso della diga con invaso pieno e conseguente morte di circa 500 persone, in parte della Val di Scalve ed in parte della Valcamonica), vennero emanate nuove normative riguardanti le dighe, che imposero la revisione dei calcoli di stabilità.

Venne prescritta la costruzione di uno sfioratore laterale, perchè non ammessi gli sfiori sopra il corpo diga ed inoltre prescrissero alcune bocche di alleggerimento nonchè una struttura per appesantire la diga stessa, allo scopo di meglio resistere alla spinta idrostatica e dei ghiacci; modifiche introdotte con il progetto 21 Marzo 1925 a firma dell’Ing. Giuseppe Gavazzi.

Queste opere aggiuntive vennero iniziate nello stesso anno 1925 e portate a termine completamente nel 1927.

La diga ha una disposizione planìmetrica ad arco di cerchio, col raggio di m. 300; altezza massima di ritenuta utile 27,50; altezza massima sulle fondazioni m. 33 circa; altezza del franco e della soprastruttura m. 3.90; larghezza in sommità m. 4.10: li­vello normale del lago m. 18; Sviluppo in cresta m. 159. Volume complessivo mc. 22.100.

La sezione adottata è quella del Crugnola con qualche lieve modificazione .
Il paramento a valle è tutto di grossi conci di tonalite a corsi regolari a bugnato, disposti a gradini, colle connessure sigillate.
Il paramento a monte è di grossa muratura senza regolare disposizione di pezzi e stilato nelle giuntura.
La cresta del corpo principale della diga è stata portata alla quota 1817,20. Sopra questa, a mezzo di pilastri larghi m. 1,20, sporgenti a sbalzo a monte ed a valle per cm. 50 sostenuti da mensoloni, vennero create e coperte con volti ri­bassati N. 33 luci aperte e N. 4 cieche, larghe m. 3, alte m. 0.60 all’imposta del volto.

Le luci aperte hanno lo scopo di sfogare improvvisi eccezionali afflussi oltre quelli scaricabili collo sfioratore e even­tuali ondate prodotte da forti venti.

Il paramento a monte è protetto da manto Lévy formato da una serie di voltini semicircolari coll’asse parallelo al paramento stesso, con diametro interno di m. 1,70: spessore alla base m. 0,35 e in Sommità m. 0,18. I voltini sono di cal­cestruzzo di cemento e la superficie esterna a contatto d’àcqua è protetta da intonaco liscio di cemento.

 


torente Poglia

OPERE DI PRESA.
E ubicata in sponda destra orografica del lago, circa a metà della sua lunghezza, in corrispondenza di uno sperone roccioso che cade a picco sul lago. Consiste, schematicamente in un pozzo verticale scavato in fregio al lago, che si sviluppa fino a circa 25 m sotto il livello del lago naturale.

Dal fondo del pozzo si diparte, da un lato la galleria in pressione che si dirige verso la centrale, e dal lato opposto un'altra galleria, rivestita in tubo metallico che immette direttamente nel lago.

In fondo al pozzo, all’imbocco della galleria di derivazione sono installati gli organi di intercettazione della galleria, consistenti in una paratoia piana a luce quadrata e relativo by-pass di riempimento, manovrabili dalla sommità del pozzo stesso.

GALLERIA DI DERIVAZIONE. La galleria di derivazione è del tipo in pressione (massimo battente m. 60,40); si svolge, con anda­mento planimetrico a linea spezzata, in tre tronchi della lunghezza rispettiva di m. 781,85 – 581,50 – 83,90, con uno svilup­po totale di m. 1447,25: attraversa per gran parte della lunghezza, rocce schistose quarzifere di varia compattezza; per un tratto di circa m. 233, verso l’estremo a valle è scavata in materiale sciolto, composto di massi della stessa roccia, in generale di volume notevole, frammisti a minuti detriti e terreno.

Il primo tratto, dal pozzo di presa, attraversa uno sperone del Monte Zucchello ed esce in una valletta posta sulla sponda destra della valle del rio Piz dove c'è la prima finestra; questo primo tronco è completamente in roccia in generale abbastanza compatta;

Il secondo tratto, formando un sensibile angolo col primo, con andamento medio generale delle curve di livello è scavato nella roccia che presenta una struttura assai fessurata; i rimanenti m. 149 si svolgono nel materiale sciolto.

Infine il terzo tronco, del pozzo piezometrico allo sbocco, si svolge ancora in materiale sciolto. Il lavoro di scavo della galleria venne iniziato sulla fine dell’anno 1907 dalla finestra intermedia, dalla quale fu possibile l’at­tacco su due fronti di avanzamento; nell’estate del 1908 la perforazione si estese su altre tre fronti, due a mezzo della seconda finestra accennata e quella allo sbocco; nel novembre del 1909 la galleria era completamente forata.

POZZO PIEZOMETRICO. Si apre, come è stato già accennato, sopra la calotta della galleria alla progres. 1363,55: è scavato per tutta l’altezza nel materiale sciolto di massi più o meno grossi, detriti minuti e terreno: la natura del terreno, l’ampiezza della canna e la sua altezza, che è di circa 53 metri al livello del terreno naturale, hanno richiesto armature complesse e robuste di legname: lo scavo venne effettuato quasi completamente dall’alto e richiese l’impiego di argano a va e vieni pel sollevamento dei materiali di rifiuto, per l’introduzione dei legnami da armatura, materiali da costruzione ecc., di una funicolare e di altri mezzi meccanici per l’approvvigionamento dei materiali.

In origine il pozzo venne costruito di forma cilindrica per tutta l’altezza meno la parte inferiore con forma conica dell’altezza di m. 5.50. Il pozzo venne rivestito tutto di muratura con malta di cemento col diametro interno di m. 6; il tronco conico aveva diametro di m. 6 in alto e di m. 1,80 al piede dove, un breve tratto di tale diametro si innestava al cielo della galleria. La muratura aveva uno spessore variante secondo la irregolarità delle pareti di scavo, non inferiore però in nessun punto a m. 0,60 e la parete interna della canna era intonacata con cemento. Nell’anno 1911, in occasione del rivestimento metallico della galleria venne rivestita anche la parte inferiore del pozzo fino all’altezza di m. 11,35 sopra la galleria: il primo tratto di raccordo è cilindrico col diametro di m. 1,65 e l’altezza di m. 1,40; il secondo è tronco co­nico dell’altezza di m. 4,95 e coi diametri rispettivamente di m. 1.85 e m. 4 al piede e in sommità; il terzo tronco è cilin­drico col diametro di m. 4 e l’altezza di m. 5. Le lamiere hanno lo spessore di mm. 7 e sono chiodate fra loro sia nei giunti secondo le generatrici che in quelli se­condo le direttrici. Il vano compreso fra il rivestimento metallico e la muratura del pozzo venne completamente riempito di calcestruzzo.

Nel corso degli anni e coll’aumentare del battente di acqua parallelamente alla costruzione della diga si andarono manifestando filtrazioni d’acqua attraverso il semplice rivestimento murario del pozzo: venne quindi provveduto nel 1917 a completare il rivestimento metallico fino all’altezza di m. 50,35 (quota 1810,10) sopra la galleria con tronchi successi­vamente aumentanti di diametro e precisamente con diametro di m. 4,50 per un’altezza di m. 9, con diametro di m. 5 per un’altezza di m. 17 infine con diametro di m. 5.50 per l’altezza di m. 13; le lamiere, chiodate nei due sensi come detto sopra, hanno lo spessore di mm. 5. Come per la prima parte il vano tra il rivestimento metallico e quello murario venne intasato con calcestruzzo.

Prima che venisse raggiunta colla diga l’altezza massima di invaso del Lago (anno 1921) si provvide a completare il pozzo piezometrico costruendone una parte fuori terra dell’altezza di circa m. 5 in muratura di pietrame e malta di ce­mento, rivestita di lamiere come la parte inferiore, col diametro interno di rn. 6, raggiungendo col ciglio superiore del mu­ro la quota 1818,40 che supera di m. 1.50 il livello massimo di invaso del Lago (1816.90) mentre il rivestimento metallico si arresta alla quota 1817.85.

L’altezza totale del pozzo risulta di m. 58,65 sopra la galleria.
La bocca è difesa da rete metallica sostenuta da poutrelles e travi di legno fissati nel coronamento murario.


Isola: casa Ferrari

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