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da GEOGRAFIA FISICA E DINAMICA QUATERNARIA ANNO IDROLOGICO 1998-1999 Vol. 23 (2) 2000

LINEAMENTI METEOROLOGICI PER L’ARCO ALPINO ITALIANO

THE HYDROLOGICAL YEAR 1998-1999 METEOROLOGICAL FEATURES FOR THE ITALIAN ALPS

a cura di (ed.) FRANCO RAPETTI

PREMESSA

L’analisi delle condizioni meteorologiche che hanno interes­sato l’arco alpino nel corso dell’anno idrologico 1998-1999 è sta­ta condotta con i dati forniti dalle stazioni che appaiono in figura (vedi nota). Sono stati considerati la temperatura dell’aria, le precipi­tazioni, lo spessore del manto nevoso al suolo. Per l’opportuna valutazione delle caratteristiche meteorologiche dell’anno in stu­dio rispetto agli andamenti di lungo periodo, sono state conside­rate le medie del trentennio 1969-1999 o, per alcune stazioni, di periodi più lunghi o più brevi, in relazione alla disponibilità dei dati. Le elaborazioni, sia quelle grafiche, sia quelle numeriche, che hanno consentito di tracciare il presente quadro sintetico, so­no state svolte da S. Fratianni & L. Motta per le Alpi Occidenta­li, da S. Belloni, M. Sodo, G. Diolaiuti & C. Smiraglia per le Alpi Centrali e da F. Rapetti per le Alpi Orientali.

Nota - Le stazioni meteorologiche sono:
Monte Bianco (1381) - Lago Serrù (2296) - Ceresole Reale (1573) - Gressoney d'Eyola (1850) - Alpe Gera (2090) - Pantno d'Avio (2378) - S. Valentini M. (1520) - S. Caterina Valfurva (1740) - Caresèr (2600) - Pinzolo (1530) - Vipiteno (945) - Riva di Tures (1600) - Cortina d'Ampezzo (1275) Cave del Predil (901)

LA TEMPERATURA DELL’ARIA

Alpi Occidentali

Nella stazione di Gressoney d’Ejola l’anno idrologico 1998-1999 si è aperto con una temperatura dell’Ottobre simile a quella normale, cui ha fatto seguito un Novembre nettamente più fred­do e un periodo molto caldo che si è protratto fino alla prima decade di Gennaio. Nei mesi successivi, salvo un periodo più caldo dall’ultima decade di Aprile fino alla prima di Giugno, le tempe­rature sono state simili a quelle normali.

Alpi Centrali

Nelle stazioni di Lago d’Avio e dell’Alpe Gera le temperature dell’anno in osservazione rispetto alle medie trentennali sono sta­te generalmente più elevate da Dicembre a Gennaio e ancora di più fra Marzo e Settembre; valori più bassi si sono registrati in al­cune decadi autunnali e invernali.
Lo scarto positivo più rilevante è stato osservato nella prima decade di Luglio nella sta­zione di Alpe Gera (delta t = 2.7° C). In alcuni periodi dell’anno l’an­damento termico a S. Caterina Valfurva è risultato significativa­mente diverso rispetto alle altre stazioni; infatti, nei mesi da Giu­gno ad Agosto le temperature dell’anno in osservazione sono ri­sultate inferiori a quelle normali, persino di 2.8°C nella seconda decade di Agosto.

Alpi Orientali

Le temperature dell’anno idrologico 1998-1999 sono risultate generalmente inferiori a quelle normali nei mesi del tardo Autun­no e più elevate in Primavera, con lo scarto maggiore nel mese di Maggio, quando si sono superate anche di 2.0°C le medie del periodo, come si è osservato a S. Valentino alla Muta e a Cortina d’Ampezzo. Nei mesi estivi, e specialmente in quelli di Luglio e di Agosto, se si eccettua la stazione di Riva di Tures nelle Alpi Aurine, le temperature dell’anno considerato hanno superato i valori normali anche di 0.60°C (S. Valentino alla Muta)

 

 

 


LE PRECIPITAZIONI

Alpi Occidentali

A Gressoney d’Ejola le precipitazioni autunnali sono state piuttosto scarse in confronto ai valori normali; quelle invernali e primaverili invece sono risultate più abbondanti, così come quelle della fine dell’estate. L’andamento a Ceresole Reale presenta qualche similitudine con quello della stazione precedente, pur considerando che alcune decadi hanno fatto registrare afflussi meteorici molto maggiori di quelli normali, come si è verificato nell’ultima decade di Aprile e nella seconda decade di Settembre; in quest’ultima decade l’afflusso, che è stato pari a 150 mm, ha superato di quattro volte quello normale.

Alpi Centrali

Nelle stazioni di questo settore le precipitazioni della seconda decade di Ottobre sono state sensibilmente maggiori di quelle normali, ma minori dalla seconda decade di Ottobre a Gennaio. Molto maggiori sono stati gli afflussi di Settembre; a questo pro­posito è opportuno considerare che a S. Caterina Valfurva nella terza decade sono caduti 148 mm di pioggia, che rappresentano quasi il quadruplo del valore normale (39,4 mm).

Alpi Orientali

Le precipitazioni dell’anno idrologico in osservazione, se si eccettuano quelle registrate a Pinzolo, sono state sensibilmente più elevate di quelle normali, con scarti positivi compresi fra il 36% di S. Valentino alla Muta e il 7,7% di Riva di Tures. Gli afflussi meteorici invernali hanno segnato invece uno scarto negativo, particolarmente sensibile nelle stazioni di Pinzolo, Vipi­teno e Cortina d’Ampezzo, mentre a S. Valentino alla Muta e a Riva di Tures essi sono stati di poco superiori a quelli normali.

L’INNEVAMENTO

Alpi Occidentali

Nell’anno in osservazione le precipitazioni nevose a Ceresole Reale si sono concentrate nella prima e nella seconda decade di Gennaio; nelle altre decadi esse sono risultate nettamente inferio­ri a quelle registrate nel periodo 1969-1999. Il manto ne­voso ha coperto il suolo fino ai primi di Maggio. A Gressoney d’Ejola la quantità di neve ha superato i valori normali dalla deca­de centrale di Gennaio fino alla prima di Aprile, con l’eccezione di quelle centrali di Febbraio e di Marzo.

Alpi Centrali

Nella stazione di Lago d’Avio le precipitazioni nevose dell’annio in osservazione sono state tardive e molto inferiori a quelle normali, se si eccettuano quelle della prima decade di Marzo e della decade centrale di Aprile. A Lago d’Avio si è osser­vata la presenza di neve al suolo dalla terza decade di Settembre alla prima di Giugno, con un valore massimo di 99 cm nella terza di Febbraio. Nell’Alpe Gera il suolo è stato coperto di neve dalla prima decade di Ottobre alla prima di Giugno, con uno spessore massimo di 98 cm verificatosi nella prima decade di Marzo.

Alpi Orientali

Disponendo dei soli dati nivometrici di S. Valentino alla Mu­ta e di Cortina d’Ampezzo, non è possibile trarre indicazioni ge­nerali circa l’andamento della nevosità in questo settore dell’arco alpino, poiché nell’anno in studio a S. Valentino alla Muta lo spessore del manto nevoso ha raggiunto i 270 cm, che supera del 24% quello del periodo 1969-1999; a Cortina d’Ampezzo i valori normali hanno invece superato dell’8 % quelli dell’anno idrologi­co 1998-1999. A S. Valentino alla Muta nei valori norma­li il regime stagionale della nevosità ha visto l’Inverno raccogliere il 65% del totale, la Primavera il 26% e l’Autunno il 9%; a Corti­na d’Ampezzo l’Inverno ha raccolto il 63 % delle precipitazioni nevose annue, la Primavera il 26% e l’Autunno l’11%.
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CONCLUSIONI

La notevole estensione longitudinale delle Alpi, la varia morfologia del rilievo, i diversi influssi della circolazione generale e regionale sui settori dell’arco alpino, hanno determinato anda­menti difformi da luogo a luogo, che non consentono di tracciare un quadro unitario dei fenomeni meteorologici occorsi.

Nell’an­no in osservazione, nelle stazioni del settore occidentale si è regi­strata una stagione di accumulo relativamente ricca di precipita­zioni nevose, seguita, nei mesi di Aprile e di Maggio, da pioggia.
A Gressoney d’Ejola il mese di Maggio, che sulle Alpi costituisce il mese di transizione fra la stagione di accumulo e quella d’abla­zione, è stato più caldo dei valori normali di 1-2°C, ma la stagio­ne di ablazione ha registrato temperature complessivamente infe­riori a quelle normali.

Le stazioni di Lago d’Avio e di Alpe Gera nella stagione di ablazione hanno fatto registrare temperature si­gnificativamente superiori a quelle normali, a fronte di un inneva­mento nettamente inferiore. Per completare il quadro del settore centrale risulta che a S. Caterina Valfurva il regime termico ha re­gistrato temperature del periodo di ablazione inferiori a quelle normali, mentre, per la mancanza di dati, non è possibile valutare lo spessore del manto nevoso.

Nell’anno in osservazione le stazioni del settore orientale han­no segnato temperature del periodo di ablazione maggiori dei va­lori normali, con gli scarti positivi più elevati in Maggio. Rispetto ai valori normali le precipitazioni nevose di S. Valentino alla Mu­ta sono state più elevate del 24%; a Cortina d’Ampezzo sono in­vece risultate inferiori dell’8 %.

Negli ultimi decenni le tendenze degli elementi meteorologici descritti mostrano, come circostanza osservata sia negli studi alla scala regionale, sia in quelli relativi a numerose stazioni prealpine e alpine, generalmente un aumento delle temperature medie an­nue, una diminuzione delle precipitazioni, e in particolare, una diminuzione delle precipitazioni nevose, quest’ultima particolar­mente accentuata nell'ultimo ventennio.

Nella stazione di Cortina d’Ampezzo dal 1969 a oggi la tem­peratura dell’aria mostra un trend positivo, nei valori medi stimabile in 0.4°C/10 anni. Le precipitazioni hanno invece fatto segnare una flessione valutabile in 30 mm/10 anni.
La tendenza nivometrica a Cortina d’Ampezzo, unica stazione tra quelle considerate nelle Alpi Orientali ad avere una serie completa, mostra che lo spessore del manto nevoso tende a ridursi, con un decremento stimabile in 60 cm/10 anni, partico­larmente accentuato dalla fine degli anni Ottanta.

 

 

I dati inediti sono stati gentilmente concessi dall’Azienda Elettrica Munici­pale di Torino, dalla Società del Traforo del M. Bianco, da W. Monterin (stazione di D’Ejola), dai Compartimenti di Torino e di Milano dell’ENEL, daIl’AEM-MiIa­no, dal Centro Nivometeorologico di Bormio, dagli Uffici Idrografici e Mareografici di Trento, di Bolzano e di Venezia.

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