Si parte dalla piazzetta antistante la chiesa di Isola, si sale costeggiando inizialmente
parte della recinzione della ex centrale idroelettrica quindi si prende decisamente il pendio
passando in prossimità di due sostegni di una linea elettrica ad alta
tensione; si raggiunge
quindi la località "Il Plà", dove c'è una cascina circondata da un prato ricavato tra le pietraie
circostanti.
Il sentiero prosegue attraversando con un ponticello la sede delle ex condotte forzate e piano
inclinato della centrale; ci si avvicina quindi al torrente Rio Piz e si transita in prossimità
di alcuni sostegni della ex funivia Isola-Arno; il sentiero prosegue ad ampi zig zag fino
a quando si riattraversa la sede delle ex condotte forzate ("put
lonc").
Dopo alcuni tornanti si
raggiunge la località "Garzuné" (circa 1400m s.l.m.),dove si intravede un pianoro sede un tempo
di una malga ora completamente diroccata.
Si prosegue sempre in sentiero a tornanti quindi ci si sposta verso destra (vista dal basso) e si
percorre un lungo tratto di sentiero scavato nelle roccia del monte Zucchello, fino a raggiungere
la strada pianeggiante,(già sede di binario "Decoville"), Vertice Q - Arno.
Sono visibili sulla nostra sinistra i fabbricati relativi alla ex centrale di Isola ( casa del guardiano,
cabina elettrica, motrice della teleferica e del piano inclinato ecc.); noi proseguiamo verso destra.
Percorriamo un tratto di strada catterizzato dalla presenza di alcune gallerie e paravalanghe in galleria
artificiale, fino a quando, sulla nostra sinistra si diparte un sentiero che, dopo pochi minuti,
anziché dirigersi verso la diga, prosegue la salita secondo la massima pendenza fino a raggiungere
il sentiero alto di "Traversera".
In quest'ultimo tratto, dal bivio per il lago d'Arno, e per circa 20 minuti di cammino
il sentiero è poco praticabile in quanto completamente invaso da vegetazione (ontano verde in
prevalenza); dalla strada piana al sentiero di "Traversera" ci vogliono circa 45 minuti di
cammino.
In alternativa si raggiunge la diga del lago d'Arno e
immediatamente dopo la casa di guardia (salendo i gradini per accedere alla casa)
si prende il sentiero segnato con il n° 20b (si congiunge con il sentiero detto
in precedenza quando questi è libero e ben individuato).
Una seconda alternativa consiste nel raggiungere il lago d'Arno, percorrere la strada piana in fregio
al lago fino alla centrale di Campellio, quindi deviare a sinistra, passare sopra la centrale
e quindi dirigersi, secondo la linea di massima pendenza, verso il bacino di carico della centrale stessa
(a lato del piano inclinato).
Inizialmente senza sentiero, poi su un sentiero che sale a zic-zag fino al bacino, quindi spostarsi verso sinistra
e salire ancora fino a raggiungere la vecchia e demolita caserma degli alpini: poco sopra ci si congiunge
con il sentiero di "Traversera".
Ora non resta che percorrere il vecchio sentiero di "Traversera" che fu il mezzo di comunicazione
più frequentato nei secoli scorsi per i collegamenti diretti dell'alta valle Camonica con le
Valli Giudicarie; si svolge in modesti saliscendi e si guadagna in quota poco più di duecento metri
in circa un'ora e mezza di cammino: passo di campo 2288m s.l.m.
Durante questo tragitto la vista sulla conca d'Arno è completa e stupenda: si vede bene il monte
Colombé ed i suoi ripidi pendii verdi; si domina completamente sia il lago d'Arno che la pozza d'Arno;
si è di fronte al bellissimo monte Frisozzo ed al suo "Coster di sinistra" di levigati graniti; si ammira da vicino
tutto il monte Re di Castello con il suo nevaio che fino al mese di luglio si protrae
sulla destra e raggiunge il passo Dernal (rifugio "Maria e Franco").
Circa a metà percorso si transita immediatamente sopra la sede della caserma degli alpini che durante
la grande guerra (1916) venne quasi completamente distrutta da un slavina staccatasi poche centinaia
di metri sopra il sentiero e che causò la morte di numerosi alpini.
Fu in questa occasione che venne costruito a Isola un cimitero militare tutt'ora esistente come
cimitero civile.
Vicino al sentiero sono ancora visibili vari ruderi di fabbricati militari, compreso quello di
un piano inclinato che collegava il piano stradale con la zona della caserma.
Quando si raggiunge quota circa 2190, in corrispondenza della confluenza nel sentiero di traversera, di quello
proveniente dalla Pozza d'Arno, individuabile anche dal fatto che c'è un tratto in leggera discesa e poco
più avanti due tornanti vicini tra loro, inoltre almeno fino alla fine di luglio c'è un ruscello che attraversa
il sentiero, per un certo tratto è presente il segnale TIM e OMNITEL del cellulare
(ritengo molto importante queste informazioni in quanto in caso di inconvenienti
si è in condizioni di chiedere soccorso, ed anche perché, di norma io giro da
solo).
Questo mi sembra interessante in quanto,
attualmente, (estate 2000), tutta la conca d'Arno è in zona d'ombra per quanto riguarda i cellulari; il segnale
sparisce praticamente appena ci si inoltra nella valle e non risultano più visibili i paesi della Valsaviore.
Al passo di Campo sono visibili numerose trincee, gallerie scavate nella roccia calcarea, passaggi e collegamenti,
residui di trincee in filo spinato ecc. che testimoniano l'attività militare che qui si svolse durante la grande
guerra e soprattutto si capisce quanti sacrifici dovettero fare i protagonisti di queste imprese.
Al passo di Campo si devia a destra e si percorre il sentiero n° 1 dell'Alta via dell'Adamello
che passa ai piedi della Sega d'Arno, fino all'inizio della grossa morena, quindi si lascia il
sentiero 1 che si dirige verso il passo Dernal (a destra) e si sale in direzione del monte Re di Castello.
(m 2890 s.l.m.)
In prossimità della cima ci sono ancora numerose testimonianze della attività militare svolta
durante la grande guerra; in particolare ci sono le fondazioni di una "baracca" immediatamente sotto
la cima che fino agli anni sessanta era ancora quasi integra.
Questa gita è opportuno effettuarla nel mese di giugno, quando l'innevamento è ancora consistente
ed il percorso avviene sul nevato che di solito "porta" (non si sprofonda nella neve) fino al primo
pomeriggio soprattutto se la notte precedente è stato sereno.
Nella parte terminale conviene
salire nell'avallamento compreso tra le due cime e poi percorrere l'ultima parte in prossimità
dello spartiacque (la cima vera e propria è quella a sinistra, con la croce); quest'ultima parte del
tragitto non è facilissima e prevede di conoscere le modalità di comportamento in presenza di neve,
anche gelata, in pendii ripidi.
Dalla cima ci si dirige poi verso il passo Dernal (rifugio Franco e Maria) scendendo in diagonale
verso sinistra, in meno di un'ora si raggiunge il rifugio; il tempo necessario dipende molto dalle
condizioni della neve e quindi dall'ora in cui si transita.
Se si sceglie di effettuare la gita in una stagione in cui l'innevamento è quasi completamente
esaurito occorre prendere nota che il percorso dal passo di Campo al Re di Castello e da qui al
passo Dernal è prevalentemente su grossa morena, in parte anche mossa, quindi occorrono sia la
perizia che la prudenza necessaria per tali situazioni.
Dal rifugio si scende inizialmente lungo il sentiero n° 1 dell'Alta via dell'Adamello sulla sinistra
orografica della valle Ghilarda e poi, in corrispondenza del laghetto si devia a sinistra e ci si
dirige verso la pozza d'Arno; il sentiero è segnalato; il tempo necessario a raggiungere la Pozza d'Arno
è di circa un'ora e mezza, in altra mezzora/tre quarti d'ora si raggiunge la diga del lago d'Arno.
Copertura cellulare: certa fino a vertice Q.
Poi ricompare il segnale ad un quarto d'ora dal passo di Campo.
Inoltre sul sentiero per il Re di Castello e fino alla cima compresa c'è il segnale OMNITEL.
Idem per quasi tutto il tragitto dalla vetta del Re di Castello al rifugio Maria e Franco.