Escursioni al lago d'Arno Arno Salarno Adamé
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lago di malga Bissina


diga Arno


fabbricati, sullo sfondo il monte Campellio


Frisozzo


Passo di Campo, sullo sfondo Re di Castello e Passo Dernal


Pozza d'Arno, sullo sfondo: corno della Vecchia


lago di Campo


diga di malga Bissina

LA RASEGA - MALGA BISSINA

 

tempo di percorrenza: 6,5 ore

dislivello: m 1138 + 516

Si parte dallo spiazzo esistente immediatamente prima del campo sportivo, si attraversa il torrente Poia sul ponte carrabile quindi si gira a destra verso valle e poi subito a sinistra, (ci sono dei cartelli indicatori con la scritta passo di campo) il sentiero (mulattiera) è ben segnalato e porta il n° 20.

Questo era il percorso per raggiungere le valli Giudicarie dalla Valsaviore e quindi fu frequentato nei secoli scorsi anche da traffici commerciali.

Si svolge in ampi zig-zag attraverso il bosco fitto di abeti; si transita presso la malga Campellio (attualmente la baita non viene utilizzata ) dopo circa un'ora di cammino 1607m s.l.m.); dopo circa altri venti minuti si transita presso un masso con inserite cinque croci, a ricordo della morte di cinque militari avvenuta durante la guerra di liberazione.

Più avanti, dopo un'ora e quaranta minuti dalla partenza dalla Rasega si incontra il bivio del sentiero per il lago d'Arno, con segnavia CAI n° 20 A (siamo a quota 1870 circa).

A quota circa 1980 c'è il bivio per Adamé, sentiero n° 33, ora poco percorribile; questo sentiero, che ha andamento completamente pianeggiante, un tempo veniva denominato "la vià de Stuchi" in quanto è stato costruito durante l'esecuzione dei lavori idroelettrici per la galleria che da Adamé porta l'acqua al lago d'Arno, ed inizialmente i lavori erano svolti (o commissionati?) dalla ditta Stucchi - Prinetti.

Verso Adamé il sentiero aveva numerosi tratti completamente artificiali in legname, per attraversare le zone particolarmente impervie, che ormai, dagli anni cinquanta, sono andati completamente distrutti.

Dopo un quarto d'ora di cammino ed aver "girato" intorno al monte Zucchello il sentiero ha per un tratto andamento in discesa, ci si trova già entro la "conca d'Arno", e si raggiunge il bivio del sentiero n° 20 B proveniente dal lago d'Arno (quota circa 2000m).

Proseguendo verso il passo di Campo, dopo circa 25 minuti si transita in corrispondenza di uno spiazzo artificiale fatto da muri a secco dove è ancora ben visibile il tracciato di un piano inclinato (funicolare) che collegava il piano della strada con la sottostante caserma degli alpini della "grande guerra".

Si vede anche che la parte della caserma verso la diga ha ancora i muri mentre la parte lato passo di Campo sono completamente diroccati in quanto quest'ultima parte fu demolita dalla valanga del 1916 che provocò numerosi morti tra gli alpini.

Durante il passaggio di "Traversera" si può ammirare l'imponenza dei monti che si trovano di fronte e precisamente:- da destra a sinistra - cima Barbignaga, cima Sablunera che domina tutto il "coster" di sinistra, poi il monte Frisozzo (2899m s.l.m.), il monte Re di Castello (2891m s.l.m. ed infine la sega d'Arno.

Lungo il sentiero si incontra anche (circa 40 minuti dopo il bivio del 20-B, a quota 2090) una pietra che fa parte del selciato con inciso la scritta GIOAN ANDREA BOLDINI RESTUAVAT STRADA ANO 1792; vale a dire Giovanni Andrea Boldini restaurò (la strada) nell'anno 1792, a testimonianza dell'importanza che a quei tempi assumeva questa via di comunicazione verso il trentino.

Finalmente, dopo un'altra ora di cammino, si raggiunge il passo di Campo (2296m s.l.m.) Qui vi sono parecchie opere militari, in particolar modo trincee e gallerie scavate nella roccia con gli accessi lato lago d'Arno e con le postazioni delle armi lato Val di Fumo in quanto il passo costituiva confine di stato.
Dal passo di Campo si procede in discesa lungo il sentiero SAT n° 242 (è il "CAI" del Trentino - Alto Adige) ed in meno di mezzora si raggiunge il lago di Campo.

Dal lago di Campo si possono scegliere due percorsi per raggiungere malga Bissina; il primo attraverso il "nuovo" sentiero realizzato in occasione dei lavori idroeletrici: si sta sulla sinistra orografica dell'emissario, si risale l'incile e quindi si scende seguendo le indicazioni. Il secondo, attraverso l'antico sentiero, che transita alla destra orografica del lago. Il tempo necessario a raggiungere malga Bissina è di circa mezz'ora con entrambi i sentieri.

Copertura cellulare: fino al monte Zucchello, sopra il vertice Q; successivamente, nella conca d'Arno, non si riceve.
Zona con ricezione: immediatamente prima di arrivare alla base del Corno della Vecchia; anche al Passo di Campo, spostandosi verso il Re di Castello di alcune decine di metri, si riceve.
E' pure presente il segnale Wind dal lago di Campo in poi, verso la malga Bissina


diga di malga Bissina


monte Caré Alto


Arno: diga e relativi fabbricati di servizio


Re di Castello


monte Campellio


Corno della Vecchia


lago di Campo


lago di malga Bissina

 

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DESCRIZIONE DELLA VAL DI FUMO:
articolo a cura di Gabriella Motta pubblicato su Atlante Bresciano estate '97 n. 51

La Val di Daone-Fumo è con i suoi 24 Km la più estesa valle laterale del Trentino non abitata permanentemente; regala un'escursione altimetrica e vegetazionale che va dai tepori della conca Eridia ai deserti nivali del ghiacciaio della Lobbi. La parte superiore è interamente scavata nella tonalite, roccia caratteristica del massiccio dell'Adamello originatasi da una grande massa di magma raffreddatosi molto lentamente al di sotto della crosta terrestre, così da formare rocce dalla caratteristica tessitura (volgarmente detti "graniti").

La Val di Daone-Fumo è un'ambiente tipicamente alpino, che oltre alla direttrice principale presenta convalli selvagge, e vere e proprie wildrness, soprattutto ora che l'attività zootecnica è diventata marginale: ambienti come la Val Danerba e Val di Leno, poco frequentate anche per la lunghezza degli itinerari, offrono l'opportunità di inconsueti incontri con la vita animale. La quale risente e gode benefici di una gestione venatoria maggiormente attenta agli equilibri ecologici rispetto a quanto avviene oltre il confine bresciano.

I numeri sono di per sé eloquenti: 2.000 camosci nella valle (230 abbattuti con la caccia di selezione senza alcun decremento della popolazione), caprioli diffusissimi e cervo in espansione, almeno venti "arene di canto" (come sono detti i luoghi di corteggiamento) del superbo gallo cedrone, e diverse cippie nidificanti di acquila. L'incontro con la marmotta è pressochè assicurato all'escursionista, soprattutto in prossimità di macereti oltre il limite della vegetazione forestale. Recentemente il Parco Adamello-Brenta, al quale la Val di Fumo appartiene dal novembre 1987, con un'operazione attuata congiuntamente al Parco lombardo dell'Adamello, ha reintrodotto una ventina di stambecchi nella vicina Valle di San Valentino.

La colonia si é subito insediata nella Val di Fumo-Daone.
I boschi della Val Daone, oltre la fascia di latifoglie che giunge con faggio, frassino e castagno fino ai mille metri di quota, dono dominati dal peccio, frammisto localmente all'abete (il tronco di un esemplare eccezionale di quest'ultima specie, abbattuto durante i lavori di realizzazione dell'invaso di Malga Boazzoo, è visibile nel parco alla bora" di Daone).

Più sopra l'abete si mescola al larice che si impone soprattutto nella fascia superiore del bosco. Oltre la diga dell'ex-malga Bissina, tra mughi, ontani verdi e splendidi rododendri, cresce anche il pino cembro (l'unico pino italiano con gli aghi riuniti in fascetti di cinque) che qui vegeta in una delle stazioni più meridionali di tutto l'arco alpino, ospitando la immancabile, gracchiante nocciolaia.

Oltre il bosco iniziano i pascoli di Malga Breguzzo e Fumo che, similmente a quelli delle valli laterali, sono generalmente caricati di mandrie bresciane (la tradizione pastorale della zona è legata alla Valcamonica; ancora oggi i comuni di Cimego, Paspardo e Saviore dell'Adamello sono proprietari nella vallata trentina di superifici pascolive e alpestri per oltre 2.500 ettari). Superato l'invaso di Bissina ha iniziato la Val di Fumo propriamente detta; l'area, con l'esclusione degli alpeggi, è sottoposta a regime di riserva naturale integrale inserita nel Parco Adamello-Brenta.La parte bassa è dominata da interessantissime torbiere alpine, rivelate in estate dalla cotonosa fioritura dell'erioforo; insieme a quelle di malga Clevet ad est del monte Bruffione rappresentano le zone più umide più importanti di tutta la Valle del Chiese.

Da qui anticamente venivano fatti fluitare i tronchi segati lungo il fiume; è ancora visibile il resto di una vecchia "serra" (briglia in legname e pietrame) posta ove presumibilmente aveva inizio il trasporto dei tronchi per via idrica. L'azione glaciale pregressa è osservabile nella sezione perfettamente ad U della Valle, nei numerosi circhi glaciali in alcuni dei quali sono ospitati deliziosi laghetti alpini ( di Campo, d'Avolo, di Mare, di Copidello), nelle rocce montonate e striate, nei depositi morenici nonché direttamente nei resti dell'antico ghiacciaio, ora ritiratosi in una piccola lingua collegata a quella della Lobbie, ed in altre 14 vedrette di modesta estensione censire da l Comitato Glaciologico Trentino prevalentemente nel versante di sinistra idrografica.
Allestito dal Parco Naturale Adamello-Brenta, è possibile percorrere un sentiero naturalistico autoguidato lungo l'accesso al rifugio "Val di Fumo", aiutati dai tredici cippi apposti e dal volumetto illustrativo, in distribuzione presso la sede del Parco o in loco.

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