Partenza da La Rasiga,
località in frazione Valle,
raggiungibile dalla
strada statale 42 della Valcamonica, deviando, sulla destra, a Cedegolo per Fresine -Ponte -
Valle: circa 13 km.
Raggiunto Valle si prosegue lungo la strada pianeggiante fino ad un campo sportivo, dove si può
parcheggiare.
Quando la strada per malga Lincino è percorribile si può andarci con l'auto (la strada è stretta,
ha alcuni tornanti critici, ma asfaltata e con pendenze non eccessive)
Andando a piedi dalla Rasiga, si segue la carreggiabile fino alla malga LINCINO quindi
si prosegue sulla destra lungo il sentiero ben segnalato.
Il tratto iniziale, dopo i primi due tornanti, può essere percorso anche sul sentiero
(poco segnalato) che si trova sulla sinistra, transita a ridosso della montagna e
sbuca sulla strada in corrispondenza della "Stella Alpina"
La "stella alpina" è un bar pizzeria in località "Le Crüste": è un fabbricato caratteristico
per le sue decorazioni "näif" e per le stelle alpine in rilievo sui muri in granito.
Proseguendo,ora sulla carreggiabile, si transita presso la malga "Le Crüste"
Successivamente si raggiunge la località "Morcc de Töle" dove c'e una Santella che ricorda
un tragico avvenimento dei primi dell'ottocento: una slavina investì ed uccise un
numeroso gruppo di giovanissimi che si recavano per "isiga".
Andare per isiga voleva dire andare con una gerla, sui pendii della montagna,
anche in posti molto ripidi, a raccogliere erba (l'isiga è un'erba caratteristica
per essere filiforme e resistente allo strappo), portarla a casa o nella cascina per alimentare
il bestiame, in quanto non avevano sufficienti prati per coltivare il fieno.
Era un lavoro particolarmente faticoso oltre che pericoloso.
Immediatamente più a monte (visibile per la staccionata di protezione ora in opera)
è rimasta la testimonianza di un forno per la fabbricazione della calce viva: la zona è
caratterizzata dalla presenza di rocce calcaree e rientra in quella fascia che dalla Concarena,
attraverso il Colombé, ed il Lincino si estende fino al Baitone.
Questo forno è conservato integro in quanto venne utilizzato anche in tempi molto
recenti (anni quaranta).
Si raggiunge quindi la malga Lincino e al primo tornante si segue il sentiero
che parte sulla nostra destra, e si affronta la "müla", in un'ora circa si arriva in Adamé
Sul sentiero pianeggiante immediatamente dopo l'incrocio col sentiero in salita vi è
un cippo a ricordo di quattro ragazzi rimasti vittime di una slavina sul canalino del Castellaccio.
Noi andiamo a sinistra
Siamo quindi arrivati in Adamé, ecco le opere idrauliche di captazione ed il rifugio.
Proseguiamo sul sentiero lasciando il torrente alla nostra destra; fino alla malga è praticamente
pianeggiante, poi sale per superare un lieve gradini glaciale.
Dopo il primo gradino, segue un secondo, quindi si arriva ad una nuova zona pianeggiante, questa volta molto estesa.
A questo punto risulta visibile la Baita Adamé, in fondo, dove la valle piega sulla nostra sinistra.
Si vedono, a sinistra, due "casine di mezzo" e a destra la baita Adamé del CAI Cedegolo.
Dal rifugio fino alla Baita, in condizioni normali (senza neve) si impiega circa un'ora.
Si prosegue quindi spostandosi sulla sinistra orografica della valle, attraverso il ponticello
che si trova poco dopo la baita.
Quando la portata del torrente Adamé è bassa, si riesce anche ad attraversare il torrente più avanti
(immediatamente dopo il gradone glaciale successivo al "Cual del Manzuler") ma spesso non è possibile
in quanto non ci sono più ponti.
Dopo il ponte si prosegue sempre lungo la valle, in sponda sinistra orografica; si supera il bivio
per il passo di porta Buciaga, che è poco dopo il ponticello, alla nostra destra; si transita nei pressi
della santella Mario Nolaschi, quindi di fronte al "Qual del Manzuler", dove c'è,(sulla destra orografica del torrente)
il bivio per il passo Poia; si sale il gradone glaciale e quindi si attraversa, sempre stando a destra della valle
tutta la piana alluvionale.
A questo punto ci appare in tutta la sua imponenza la testata della valle Adamè!
Alla fine della piana ci sono alcuni salite (a modesti gradoni) quindi si affronta la
salita per raggiungere la sommità dellla grande morena di sinistra orografica; si segue per un tratto
questo spartiacque poi si gira a destra, si attraversa un canale con grossi massi morenici e successivamente,
spostandoci ulteriormente sulla destra si salgono alcuni modesti dirupi, fino ad incontrare,
sulla nostra sinistra un canale ben intagliato nella roccia.
Si sale lungo questo canale, facendo attenzione se c'è ancora della neve perchè è molto ripido,
anzi se si transita in giugno o prima può essere necessario essere attrezzati con picozza e ramponi;
nelle stagioni avanzate, quando non c'è neve basta invece superare qualche gradino aiutandosi con le mani.
Superato questo canale, si sale lungo la linea di massima pendenza su terriccio e morena minuta quindi
si piega alla nostra destra e, su grossa morena, a mezza costa, si raggiunge lo sperone sul quale
è abbarbicato il bivacco Baroni: siamo a m. 2880.