IL RIFUGIO GIUSEPPE GARIBALDI
Il Rifugio Giuseppe Garibaldi si trova sulla sponda del Lago Venerocolo
alla base della imponente parete nord dell’Adamello, in uno scenario di vette
di incomparabile bellezza. E’ il punto di arrivo dell’Alta Via dell’Adamello
per chi la percorre nel senso da sud a nord.
Il rifugio è di proprietà della Sezione di Brescia del
CAI e dispone di 120 posti letto con bivacco invernale sempre aperto. Nei
pressi del rifugio è inoltre sistemata una piazzola per l’atterraggio degli
elicotteri.
I gestori garantiscono l’apertura dal 20 giugno al 20 settembre
offrendo pensione completa con cucina curata e familiare. A richiesta, nel
periodo primaverile, per gli appassionati dello sci-alpinismo che vogliono
salire al Passo Venerocolo, per gustare poi l’affascinante discesa del
Ghiacciaio del Pisgana, il rifugio viene aperto a comitive di almeno 10 persone.
E’ uno dei rifugi più frequentati per la sua strategica posizione nel cuore
della catena adamellina.
Durante il primo conflitto mondiale il vecchio Rifugio Garibaldi, ora sommerso
dalle acque del Lago Venerocolo, costituiva il punto di partenza di tutte le
operazioni belliche sul ghiacciaio del Pian di Neve.
Una serie di teleferiche collegavano il rifugio al Passo Garibaldi,
oltre il quale una piccola città era stata costruita sul ghiacciaio. Intorno al
rifugio erano inoltre collocate l’infermeria Carcano e la piccola chiesetta,
ancor oggi testimone di un’architettura di linee armoniose e di un profondo
amore per le bellezze naturali.
Intorno al Rifugio Garibaldi sono possibili numerose arrampicate soprattutto
sulle varie vie tracciate sulle impervie pareti dell’Adamello. Per coloro che vogliono
anche solo sgranchirsi un po’ durante una pausa al rifugio, sono state
attrezzate con spit due vie, una di 50 e una di 25 metri con difficoltà di 5° e lungo
una placca posta a sinistra della Punta Nino Calvi, sulla cresta che divide il Bacino
del Venerocolo dalla Valle dei Frati, a circa 30 minuti dal rifugio.
Al rifugio si accede da Temù percorrendo la Val d’Avio.
Percorsa in macchina la strada sterrata che da Temù sale alla Maiga Caldea,
si continua a piedi lungo il segnavia n. 11 che porta ai Laghi d’Avio, salendo
il ripido versante della "Sigosta", ora strada asfaltata.
Raggiunto il Laghetto d’Avio, si avanza pianeggianti, percorrendo la sponda
orografica sinistra del Lago d’Avio e del Lago Benedetto, fino ai piedi della
spumeggiante cascata che precipita le sue copiose acque nella parte più orientale del lago.
Risalito il breve salto di rocce denominato "Sigostino", si avanza ancora in piano nel verdissimo
pianoro paludoso della Malga Lavedole.
Superato il torrente si inizia la salita
del ripido e faticoso "Calvario", tra una rigogliosa vegetazione di Pini
cembri. Superati più in alto i ruderi di alcuni baraccamenti, la stradina, a
tratti selciata, avanzando tra massi e pascolo erboso, raggiunge la piccola
chiesetta dedicata alla Madonna dell’Adamello, tra vegetazione di Cardi
spinosissimi dal color verde intenso. Lasciati a destra i fabbricati dell’ENEL,
si raggiunge in breve il rifugio (ore 3.00)
percorso facile 969 m. di dislivello).
PASSEGGIATE ED ESCURSIONI INTORNO AL RIFUGIO
Intorno al Rifugio Garibaldi sono possibili numerose escursioni, ma, per la
sua collocazione ad una quota abbastanza elevata, sono tutte impegnative in quanto
si svolgono prevalentemente sul ghiacciaio.
MONTE ADAMELLO m. 3539
Lasciato il rifugio, si
segue per un tratto l’Alta Via dell’Adamello percorrendo tutto lo sbarramento
della diga quindi si avanza in diagonale sulla morena che declina verso il
Lago Venerocolo. Procedendo tra massi e pietraie si raggiungono i ruderi della
stazione di partenza della teleferica militare per il Passo Garibaldi.
Si sale poi ripidi sul nevaio in direzione del passo, alla base del quale una catena
consente di superare il salto di rocce creatosi a seguito del ritiro del
ghiaccio. Compiuti alcuni tornanti su sfasciumi, si raggiunge il Passo Brizio e
il Bivacco Zanon- Morelli. Da qui, scesi per pochi metri, si volge a destra e,
lungo il ghiacciaio del Pian di Neve, si sale in direzione del Como Bianco,
passando a sinistra della cresta dei Corni di Confine. Superata la crepacciata
terminale, si raggiunge la cresta e si passa sul versante opposto.
Compiuti alcuni metri in discesa, si fiancheggia il Passo degli Inglesi e si rimonta il
versante meridionale del Monte Falcone fino alla base della vetta. Per le
roccette della ripida cresta nord-est si raggiunge la cima (ore 4.30 escursione
impegnativa 986 m. di dislivello).
CIMA VENEROCOLO m. 3323
Lasciato il rifugio, si segue per pochi metri il sentiero che scende in direzione
della chiesetta e, al primo bivio, si gira a destra seguendo il segnavia n. 42
che risale il versante orografico destro del Bacino del Venerocolo.
Si avanza
su pascolo sassoso, regno di marmotte e di camosci, e, dopo aver superato il paletto
utilizzato per le misurazioni nivometriche, si rimonta il ripido vallone di
grossi massi fino a sfociare al Passo Venerocolo che si affaccia sulla
Vedretta del Pisgana.
Si volge a destra e si risale il crinale di rocce e
massi, passando tra i ruderi di baraccamenti militari, fino a raggiungere il
pianoro della vetta (ore 2.30 escursione di media difficoltà 770 m. di dislivello).
MONTE DEI FRATI m. 3290
Si segue lo stesso
itinerario descritto per salire alla Cima Venerocolo fino al Passo omonimo.
Lasciato il passo, lambendo il ghiacciaio della Vedretta del Pisgana, si sale
la dorsale orientale passando tra postazioni della guerra in mezzo a grossi
massi granitici.
Si continua poi per l’affilata cresta con molta attenzìone.
Superati due difficili canali detritici, si raggiunge la vetta (ore 3.00 escursione
difficile 737 m. di dislivello).