[--]
Fu in un giorno d'agosto-/
durante uno di quei temporali estivi che sembrano lavarti l'animo da tutti
i peccati che arrivai a Gangi
La nebbia-/
che sembrava panna montata
era fitta e copriva interamente il paese conferendogli un'aura d'antico
segreto//
così candida la nebbia-/sembrava una veste che copre le pudende
d'una giovane donna
penetrarla fu come sollevare quell'abito per
scoprire quali misteri nascondesse
(---) ricordo d'infanzia mi viene in mente quella volta in sacrestia
che sollevai la gonna di Annalisa
le mie mani incerte frugavano
in mezzo alle sue cosce
era la prima volta che mi si spalancava
davanti la nudità femminile e tutto il suo abisso di piacere
inesperto guidato solamente dall'esperienza appresa da qualche giornaletto
cercai d'amarla
fu tutto inutile
i giornaletti non spiegano
nulla mostrano nella maniera più becera la magia del rito dell'indivisibilità
il
corpo maschile e quello femminile da sempre separati e ignari l'uno
dell'altro finalmente fusi e armonizzati nella più grande perdita
energetica (---)
[--] appena attraversata la barriera di nebbia si svelò
il mistero un intera montagna coperta da case-/ lo spettacolo dell'operosità
dell'uomo che ruba spazio alla natura
Ammassate fra di loro facevano
sfoggio dei loro sfavillanti colori-/ infatti benché le costruzioni
in pietra dominassero il paesaggio-/ qua e la le colorazioni sgargianti
e sgarbate dei prospetti attiravano lo sguardo-/ come luci artificiali
nella notte attirano ignare schiere di insetti-/ che in quei paradisi
luccicanti troveranno la morte
Quelle raggianti tinte erano il residuo
degli anni settanta -/ della politica di abbandono dei centri storici-/
di quel gusto un po' kitch che era stato moda d'un'intera generazione///
Osservando il paese mi accorsi di una linea immaginaria che saliva
dal basso verso l'alto-/ un ideale congiungimento tra la testa e i piedi
di quel corpo di pietra e cemento adagiato sornione sotto i caldi raggi
del sole di Sicilia
Quella linea sembrava porre l'osservatore fuori
da ogni temporalità aprendo possibili percorsi dell'intimità
e della memoria
Mi venne voglia di seguirla-/avrei voluto
trasformare il mio corpo-- renderlo etereo invisibile come quella linea-/ma
poiché questo non era possibile decisi di proseguire a piedi-/
abbandonai dunque la mia auto-/ fedele compagna di mille avventure-/
sulla Nazionale e andai
Mi accorsi subito che quell'andare
su-/
oltre a spostare il mio corpo per le intricate viuzze del paese -/ costituiva
un viaggio dell'anima che avrebbe subito diverse alterazioni in
simbiosi con tutto l'apparato percettivo
Fu sicuramente un viaggio
del corpo e dell'animo-/
fonte di rivelazioni per gli occhi e per il cuore
La prima cosa che
mi colpì potentemente inondando i miei sensi-/fu l'odore delle
cucine che si riversava per strada
(---) Ricordi d'infanziaChe gioia le domeniche-/ era l'odore
travolgente dei sughi di mia madre a svegliarmi-/ ho provato per anni
a riprodurre le sue ricette ma non ci sono mai riuscito
Forse sarà
stato quel suo particolare modo di mescolare lento e paziente a rendere
quegli intrugli così gustosi
oppure tutte quelle erbe
che chiamava nei modi più disparati--l'erba dei santi/ l'erba
del demonio/ l'erba del cielo o ancora l'erba primavera
. Che
gioia il pranzo della domenica atteso un'intera settimana Ricordo
il sorriso di mia madre quando mi leggeva la felicità negli occhi
Allora ci voleva così poco per essere felici-/ e già
ci voleva proprio poco
(---)
[--] Quel miscuglio d'aromi e profumi eccitarono i miei sensi e il mio
stomaco affamato
quegli odori si espandevano per le strade come
incenso nelle chiese
Le chiese-/ questa fu l'altra cosa che colpì profondamente
la mia immaginazione
Per le strade che a serpentina si inerpicavano fino alla sommità
del monte né vidi tante
mi venne naturale pensare
che a Gangi oltre ad avere una profonda religiosità la gente
avesse molti peccati da farsi perdonare
Questo dubbio mi venne chiarito
più tardi-/ infatti un vecchio con cui mi fermai a parlare-/ proprio
per rispondere alla mia domanda mi riferì due antichi proverbi
il primo diceva--" A Gangi o monaci o briganti"
il secondo--"dunni ci sunu campani ci sunu buttane"
Ecco spiegate tutte quelle chiese
La salita era molto faticosa ma
in quel momento non né avvertii la stanchezza
mi ero imposto
un viaggio interiore da compiere
e la mia attenzione benché rapita dallo scenario medioevale che
il paese offriva
era rivolta ai sussulti del cuore-/A ogni metro corrispondeva un'elevazione
del mio animo-/ che attraverso la fatica della memoria avrebbe potuto
raggiungere la tranquillità che appartiene solo ai fanciulli
Questo
mi ero imposto
(*--*) Violenza nell'animoSolitario la nebbia m'accarezza-/
sfiora le increspature del cuore
malinconie di tempi andati-/ giorni
felici che mai più ritorneranno
lacrime corrosivi liquidi
solcano le mani che coprono il volto
paura di smarrirsi in queste
fitte trame
quanti rimorsi-/ quante vicende da cambiare
vittima o carnefice che importanza fa
violenze-/ brutalità
ho calpestato corpi/ pensieri/ desideri/
ha ucciso carne che mai
potrà perdonarmi
[--] Giunto finalmente al culmine della
salita raggiunsi una piazza
. Le facce dei vecchi erano incuriosite
da queste parti un forestiero fa sempre un effetto strano
mi incamminai
lungo il corso in cui facevano bella mostra palazzi ottocenteschi
raggiunsi la piazza centrale
lì l'imponente mole di
una torre arabo-normanna mi scosse tuffando la mia fantasia nella notte
della storia
per un attimo mi sembrò di vedere drappelli
di soldati che controllavano orizzonti lontani mentre uomini vestiti con
costumi d'epoca consumavano riti di purificazione
una strega e un
eretico appesi a un palo stavano per essere bruciati
la violenza
sembra perseguitare la mia fantasia
fui distolto dalle mie fantasie
un vecchio con le mani tremanti mi chiedeva un accendino glielo
porsi
cominciai a parlare con quest'uomo che sembrava snocciolare
dalla sua bocca perle di antica saggezza
le sue parole m'incantarono
così come il movimento e non il suono del flauto incanta i serpenti
(?**?)
Flussi ipnotici nell'animo
[--]Entrai nella chiesa
i muri erano di gesso candido da poco restaurato
ed erano decorati da fregi in oro
la chiesa sembrava emanare candore
purezza e quel giallo luccicante diffuso insinuava nella mente una falsa
idea di paradiso
Girai gli altari-/ provando a riconoscere i santi
raffigurati nelle statue di ottima fattura-/ nuovamente la mia mente fu
rapita
(---) ricordo d'infanzia
Frequentavo spesso le chiese
mi avvicinavo ai vecchi che pregavano
sussurravano appena litanie
di rosari quella voce surreale mi rilassava fino ad aprirmi le porte del
sonno
ero amico di molti preti ma quando scoprii la loro intolleranza
smisi di frequentarli
continuai tuttavia a entrare in chiesa
quell'aria irreale-/ l'odore d'incenso e di cera acquietavano il corpo
e l'animo
d'estate poi nelle giornate particolarmente calde
mi rifugiavo tra la frescura delle mura della chiesa...Oggi dopo quasi
vent'anni entro in una chiesa e riscopro le stesse sensazioni
mi
chiedo se sono questi luoghi cari a Dio a concederci tranquillità
o se sono io che non voglio proprio crescere
(---)
[--] Mi imbattei in una tela enorme raffigurante il giudizio universale
il quadro seguiva la solita impostazione teologica cattolica
in
alto la schiera dei santi facevano da corona alla trinità-/ in
basso invece si spalancavano le porte dell'eterna dannazione
fu quella parte che mi scosse
in essa erano rappresentati i peccati
mortali-/ gli uomini dipinti erano colpiti dal fuoco divino nella parte
del corpo con cui avevano commesso la colpa
cominciai a bruciare
un senso di pesantezza mi oppresse
l'aria diventò irrespirabile
avvertii lo sguardo pesante dei personaggi del quadro e delle statue concentrarsi
su di me
era una sguardo severo di rimprovero
poi d'improvviso
uno strano magnetismo sembrava risucchiarmi nella tela tra i dannati-/
una forza irresistibile mi attirava ammaliandomi
(°/°)
Orrende visioni Giù nell'inferno tra uomini sgorbi
aborti mostri e orrori
ho davanti un universo deturpato
corpi
deformati mi si fanno attorno-/provo a toccarli ma le mie mani li attraversano
ciò
che vedo non è carne è l'anima nefanda di tutti quei peccatori
assassini-/ ladri-/ puttane
ma in quell'universo di bruttura
il mio animo si rasserena In mezzo a quella sofferenza il mio dolore trova
consolazione
e la prima volta che non viene rifiutato e la prima
volta che posso parlare senza dissimulare
[--] Uno sconosciuto mi scosse e mi chiese se stavo bene
ero sudato frastornato aveva visto un abisso di dolore ma stranamente
mi sentivo tranquillo
tra quei reietti tra gli emarginati dall'etica
cattolica stavo bene
uscii in fretta dalla chiesa mi incamminai
verso l'automobile
la nebbia ricopriva nuovamente il paese ma questa
volta il mio animo era sgombro di paura libero dalle angosce e
dalle ossessioni
avevo capito quale era il mio posto.. non avrei
più cercato false felicità-/ non mi sarei più imposto
regole che non sentivo mie
avrei lasciato vivere ogni mio
desiderio avrei liberato ogni pulsazione ogni emozione
la morale
che da fanciullo mi era stata imposta era il fardello pesante che per
anni mi aveva impedito di vivere la mia vita e essere felice
La
nebbia scende e io mi inoltro dentro lei
è un meccanico
movimento di rifugio
sento protetta la mia serenità nella
sua densità
la notte non sarà più tanto
fredda.
racconto di santi cicardo 2001
|