CAPITOLO II
ORMAI E’ GUERRA CIVILE
Siamo a Gennaio del
1944. La Repubblica Sociale Italiana si é ormai riorganizzata e tenta di avere
il pieno controllo del territorio. Si é costituita la G.N.R. (Ordinamento e
funzionamento della Guardia Nazionale Repubblicana: Decreto Legislativo del
Duce 18 dicembre 1943 –XXII, n. 921), nella quale sono stati inglobati anche i
non piu` reali carabinieri (che in genere, almeno in Garfagnana, erano rimasti
al loro posto nelle caserme) e della quale fanno parte fascisti del luogo. La
G.N.R. ha compiti di polizia ed é essa che deve garantire l'ordine, controllare
il cosiddetto "fronte interno". Essa fu, poi, anche un importante
reparto combattente della neonata R.S.I. e arrivò a contare oltre 140.000
Camicie Nere
Così a Castelnuovo
si ha la prima risposta repressiva alla attività clandestina a sostegno della
banda di Campaiana, di cui si é detto.
Il 2 gennaio furono
arrestati Oscar Luigi Calani, Guido Nello Poli, il Ten. Giuliano
Magherini,Giuseppe Guidi,Ezio Nari e condotti a Lucca ove rimasero fino al 18
giugno allorché furono rilasciati, pare, a seguito di un falso ordine di
scarcerazione.
Non risultano,
tuttavia, altre azioni repressive di rilievo. Con bandi di vario tipo, che si
succedevano prorogando via via le scadenze, si cercava, certo, di far
presentare alle armi il maggior numero possibile di sbandati e renitenti,(1)
pero` con la minore durezza possibile. Nel suo libro "Un partigiano
isolato" Bruno Zerbini, che sarà poi il comandante del 2ª Battaglione
della 1ª Brigata della Divisione Lunense, racconta un episodio che appare
abbastanza significativo. Egli dice che ai primi di marzo del 1944 un reparto
della G.N.R. raggiunse Careggine, dove lui abitava. Un capitano lo rimproverò
perché non si era ancora ripresentato alle armi (lo Zerbini era stato un
sottotenente in servizio permanente effettivo del disciolto regio esercito) e
lo invitò a seguirlo immediatamente. Ma lui chiese di potersi presentare
l'indomani. Un fascista del luogo, il dott.Fedele Bianchi garantì per lui e il
capitano se ne andò accontentandosi della promessa che si sarebbe presentato
l'indomani a Lucca. E, stando alla sua versione, l'indomani si presentò e fu
trattenuto a Lucca fino al 5 maggio, non in una cella ma in una confortevole
stanza della caserma, con possibilità di ricevere visite di parenti e amici e
un trattamento di tutto riguardo.
Dopo di che fu inviato al Distretto Militare a regolarizzare
la sua posizione (non spiega che tipo di regolarizzazione, ma si presume sia
stato collocato in congedo) e, quindi, lasciato libero di tornarsene a casa.
In effetti fino alla
fine di aprile o primi di maggio non ci fu in Garfagnana alcun segno di guerra
civile percepibile. Non ci furono presenze stabili di militari (salvo i nuclei
di G.N.R.), non ci furono rastrellamenti, non ci furono scontri e, quindi, non
ci furono vittime.(2) Era, però, ormai chiaro che i rifugiati in montagna non
avrebbero potuto evitare di combattere con le armi quelli che cercavano di
snidarli. Era evidente, infatti, che si stavano fronteggiando due fazioni
armate di cui l'una, i fascisti della R.S.I., che si riteneva governo
legittimo, voleva eliminare la
renitenza e il ribellismo, mentre l'altra, ormai decisa a difendersi
combattendo, cominciò a dare significato politico alla sua azione e a
considerare il fascismo un alleato del tedesco invasore e a ritenere, quindi,
di condurre una lotta di liberazione dallo straniero. E, infatti, cominciarono
a definirsi "patrioti".
E cominciarono a
uccidere. A Firenze il 18 febbraio 1944 muore un garfagnino di nascita,
Pierotti Ferdinando, ex ufficiale combattente in Africa Settentrionale, che non
aveva aderito alla R.S.I. ma era fratello del Prefetto di Pisa e
accompagnava in caserma il figlio, militare della R.S.I., che rimase
ferito nell'attentato (una bomba).
E il 25 marzo in
Emilia, nella zona di Montefiorino, venivano uccisi due fascisti repubblicani
di Castelnuovo che pare fossero in missione (ne dà notizia l'Artiglio, giornale
della Federazione Fascista di Lucca nel numero di maggio). Erano Umberto Adami,
di 22 anni, che aveva combattuto a Bir El Gobi fra i giovani fascisti e in
Balcania (sempre l'Artiglio pubblica una sua lettera dalla Balcania in data
25.1.43, nella quale racconta una eroica azione delle Camicie Nere) ed Esposti
Rosetta in Mazzetti, madre di un Giovane Fascista pure lui combattente a Bir El
Gobi e decisa attivista del Fascio Repubblicano di Castelnuovo Garf. La loro
morte avvenne in circostanze mai del tutto chiarite. Alla loro memoria fu
intitolato il Fascio Repubblicano di Castelnuovo Garf., prima intitolato al
martire Odorico Bertucci.
Si può, quindi,
ormai, legittimamente parlare di guerra civile in atto. Anche se, per ora,
almeno in queste zone, senza scontri armati.
Le cose cambiarono
in peggio verso la fine di aprile.
NOTE :
(1) Il primo bando che invitava i militari sbandati a
ripresentarsi fu quello emanato dal Comando tedesco già in data 17 settembre
1943. Ma non furono indicate scadenze tassative. Ci furono proroghe e, infine,
il termine ultimo slittò fino al 25 maggio 1944. Infatti nella seduta del 18
aprile il Consiglio dei Ministri aveva approvato un provvedimento di clemenza
per i ribelli e i loro favoreggiatori nel quale si stabiliva che non sarebbero
incorsi in nessuna sanzione penale quei ribelli che si fossero presentati
“entro 30 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento” (D.L. 145 pubblicato
sulla G.U. n.97 del 25.4.44). Intanto verso il gennaio c’era stato il bando di
chiamata alle armi del Governo Repubblicano per la classe 1925. Infine, nel
dicembre 1944, dopo lo scioglimento della divisione partigiana Lunense, molti
giovani che erano stati nascosti in montagna coi partigiani, ed anche alcuni
partigiani che avevano scelto di non passare il fronte, si presentarono ai
comandi militari e vennero utilizzati in reparti di lavoratori o, addirittura,
arruolati nelle divisioni della R.S.I., specialmente nella divisione ITALIA.
(2) Tuttavia si registrano due fatti che, pur non avendo provocato vittime garfagnine, sono chiare avvisaglie dell’organizzarsi delle bande partigiane. Primo fatto: In una data imprecisata della primavera 1944 un gruppo di fascisti di Castelnuovo e di Castiglione, con alcuni tedeschi dell’Org. TODT si recarono a Riccovolto, nella vicina montagna modenese, a recuperare un veicolo tedesco che era caduto in una imboscata partigiana che pare avesse causato anche una vittima (un ausiliario russo). Secondo fatto: All’incirca nello stesso periodo fu effettuato un aviolancio di armi e altri generi nella zona di Vagli. Avuta segnalazione del fatto, alcuni fascisti locali con militi della G.N.R. si recarono sul posto e recuperarono, almeno in parte, il materiale lanciato.