Figli del passato o generazione senza padri:
Imparare dal passato, o sfuggirlo?
di Giulio CREDAZZI - Scrittore
Che senso ha la vita dell'uomo senza la consapevolezza del passato? Se non
impariamo a guardare al nostro passato mettendolo in ordine, puntellandolo,
catalogando gli eventi, assimilando le esperienze fatte, allora il nostro
presente sarà confuso, privo di senso ed il futuro non avrà alcuna base.
La vita dell'uomo è simile alla costruzione di un palazzo, dove ogni anno di
vita è un piano, le colonne ed i solai sono costituiti dalle esperienze e
dalla consapevolezza delle proprie scelte.
Ma quali scelte faremo se non faremo una pianificazione? E quale
pianificazione faremo senza un'analisi? E su cosa baseremo la nostra analisi
se non sull'esperienza passata, la nostra e di coloro che ci hanno preceduto
e ci circondano?
Fuggire il proprio passato è come fuggire dal proprio corpo, è impossibile,
bisogna al contrario guardare in faccia al passato di uomo o di donna, di
cittadino, di essere umano, nell'ambito di una società che non è altro che
l'insieme di tanti "noi" sparsi sulla faccia della terra.
Riguardare agli anni trascorsi è un atto di violenza nei confronti di un
sistema di vita, il nostro, che opera per proiettarci verso il futuro,
velocemente, in modo incerto ed insicuro, rendendo la mente passiva circa
gli eventi.
La vera forza dell'essere umano scaturisce dalla capacità che ha di fermarsi
e guardarsi indietro, imparando dagli errori e valorizzando i pregi delle
scelte fatte.
Rinnegare il passato è una fuga dalla realtà, la nostra mente può ingannare
solo noi stessi e nessun altro, la realtà dei fatti è l'unica vera base.
Ecco, oggi sto agendo e sto vivendo su questa terra, perché mai dovrei
domani rinnegare ciò per cui oggi mi sto impegnando al massimo?
Noi tutti sappiamo che questo oggi, domani sarà il mio passato!
Chissà quante volte un autore ha pensato di scrivere una propria biografia?
Per se è sicuramente una cosa interessante, ma perché mai gli altri
dovrebbero essere interessati alla nostra vita? Ogni persona è talmente
presa da se stessa che raramente gli interessano le esperienze altrui. A
meno che queste non la coinvolgano in qualche modo. Così penso che in un
libro sia indispensabile scavare nel passato, per cercare e creare degli
appigli con il lettore affinché venga trascinato nel nostro scritto e possa
in questo modo ricevere quel messaggio che vogliamo trasmettergli. A quel
punto il lettore sarà contento di scoprire la nostra vita, la nostra
esperienza, cercherà per quanto possibile di far sue le nostre esperienze.
In una società veloce, approssimativa e confusa, sviluppare la capacità di
costruire il passato per renderlo disponibile agli altri, può essere oltre
che interessante anche un servizio per generare stabilità nella nostra
società.
Il tempo è un patrimonio inestimabile del quale dispone ognuno di noi,
saperlo raccontare, saperlo trattenere attraverso le pagine di un libro è
una capacità unica e speciale.
Scrivere qualcosa che aiuti a valorizzare il tempo, sicuramente potrà dare
dei risultati positivi. E se non dal punto di vista economico, certamente lo
farà dal punto di vista umano.
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