I CAVALIERI DELLO ZODIACO

LA STORIA

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SESTA PARTE - I CAVALIERI DI ASGARD

SECONDA PARTE

Il caso vuole che Andromeda incontri un cavaliere molto simile a lui, di animo nobile e non propenso alla lotta, il prode MIME: questo cavaliere di Asgard dalla rossa armatura utilizza come arma la musica, una musica soave che dona una morte tranquilla. Mime, pur essendo di animo pacifico, attacca Andromeda considerandolo un invasore: prima evita la catena di Andromeda e poi illude il cavaliere colpendolo poi alle spalle con le righe del pentagramma. Andromeda oramai non ne può più di questo gioco al massacro e crolla a terra in lacrime: Mime ha capito lo stato d'animo del suo avversario e vuole dargli il colpo di grazia perchè finisca di soffrire, ma è interrotto dall'emanazione di un cosmo. E' Phoenix che da un luogo sconosciuto parla al fratello e lo incita nuovamente a combattere, facendogli un discorso carico di significato: Andromeda si rialza rinfrancato nell'animo e si prepara ad affrontare Mime. Il cavaliere di Asgard continua ad ingannare Andromeda con le sue illusioni, ed inizialmente quest'ultimo sembra non riuscire a colpire con la sua catena: per un attimo però Mime cambia condizione d'animo e la catena lo trova, togliendogli l'elmo dell'armatura. Andromeda è adesso convinto che l'animo di Mime sia in realtà malvagio, perchè la catena lo ha colpito, ma la catena è nuovamente abbandonata: Mime è veramente di animo nobile come inizialmente aveva detto, e solo per un attimo ha illuso Andromeda per farsi colpire di proposito. Andromeda allora si spoglia dell'armatura e lancia verso Mime il suo colpo più potente, la Nebulosa, che sembra travolgere l'avversario: Mime si è però riuscito ad aggrappare al suolo con le corde della sua arpa e ritorna più arzillo che mai. Stavolta il cavaliere di Asgard utilizza la Melodia di Requiem, e le corde dell'arpa stringono fortemente Andromeda che sta per soffocare: proprio mentre Mime lancia l'ultima nota del Requiem, interviene ancora una volta Phoenix che salva il fratello e si prepara ad affrontare Mime forte anche lui della nuova armatura forgiata da Virgo. Phoenix prima evita le righe del pentagramma lanciate da Mime, ed in esse riconosce che sono simili ad i colpi che lanciava Gemini al Grande Tempio, e poi, seppur con qualche difficoltà, evita anche le illusioni create dal suono dell'arpa: nella foga della battaglia Phoenix si avvicina moltissimo a Mime ed a modo di guardarne il cuore, nel quale scorge una velata purezza e bontà d'animo. Il cavaliere di Atena prova allora a convincere Mime che il suo animo è puro e che l'odio che sta dimostrando è solo finto: Mime però dice a Phoenix che è nel torto, e per dimostrarglielo gli racconta la storia della sua infanzia. Mime fu allevato da Folken, uno dei guerrieri più valorosi di Asgard, che lo educò alla lotta ed alla vita da cavaliere, anche se lui avrebbe preferito fare il musicista con l'arpa: quando fu più grande, Mime scoprì che i suoi veri genitori vennero uccisi dallo stesso Folken, che poi prese con sè Mime ancora in fasce ed il grande risentimento che ne venne fuori spinse il futuro cavaliere di Asgard ad uccidere Folken. Da quel momento Mime dice di aver cancellato qualsiasi sentimento di bontà o di pace, ed ora prova solo un grande odio, generato dal gesto che fece Folken ai suoi genitori: Phoenix però continua a non crederci, e per convincere di questo anche Mime lo colpisce con il Fantasma Diabolico. Mime cade in trance, e vede Folken che si occupa di lui da piccolo molto teneramente e con grande affetto, e lo vede addirittura piangere quando lo stesso Mime lo uccise: Mime pensa che tutto ciò sia un'illusione, ma Phoenix gli sta solo mostrando il suo reale passato che Mime ha nel cuore e che ha voluto cancellare. Purtroppo però questi ricordi hanno solo l'effetto di cancellare definitivamente i buoni sentimenti, ed in Mime ora vive solo l'odio, un odio smisurato che anche Phoenix vede e di cui comincia ad avere paura. Il cavaliere di Atena continua comunque a fare discorsi molto profondi a Mime sulla giustizia e sulla guerra, ma quest'ultimo non lo vuole proprio ascoltare e con uno sfogo di rabbia tira l'avversario contro un muro: anche Phoenix decide allora di attaccare, ed atterra Mime con una facilità impressionante. Mime si rialza subito ed avvolge Phoenix tra le righe del pentagramma: Phoenix è in difficoltà, ma ordina al fratello Andromeda di non aiutarlo. Athena parla al cavaliere in difficoltà, e Phoenix espandendo il suo cosmo si libera delle corde, distruggendo però l'armatura: lancia poi delle Ali della Fenice eccezionalmente potenti, sconfiggendo il cavaliere di Asgard. Mime è a terra e comincia a pensare alle parole che Phoenix gli ha detto e gli sta ancora dicendo: stavolta però Mime ha rimosso l'odio e finalmente capisce i discorsi dell'avversario: Mime dà finalmente ragione a Phoenix, ma deve affrontarlo per dovere di difensore di Ilda e prima di fare questo si spoglia dell'armatura. I 2 cavalieri si scontrano ed è Mime ad avere la peggio, anche se Phoenix accusa duramente il colpo e poco dopo cade a terra svenuto. Andromeda nel frattempo, incitato dallo stesso Phoenix, raccoglie lo zaffiro di Mime e prosegue la corsa verso Asgard. Sono rimasti solo 3 cavalieri di Asgard e 2 di loro, Mizar ed Orion, discutono animatamente su chi debba fermare la corsa dei cavalieri di Atena: irrompe però Megres, che decide di andare lui stesso a distruggere gli invasori. MEGRES è un cavaliere molto intelligente ed astuto, ma utilizza le sue doti naturali per fare del male: tempo fa Ilda lo cacciò da palazzo a causa dei suoi metodi eccessivamente brutali, ma ora che è un'altra donna gli concede il permesso di affrontare i cavalieri di Atena. Megres parte immediatamente, e mentre procede all'interno di un bosco molto fitto incontra una figura molto veloce che lo attacca, ma in essa non riconosce nessuno dei 5 cavalieri giunti ad Asgard: infatti è Castalia, giunta in soccorso del suo amato Pegasus. Megres riconosce che Castalia è una sacerdotessa guerriero e capisce anche che il cavaliere per il quale è giunta fino ad Asgard è Pegasus: Castalia combatte con molta maestria, ma commette un grosso errore lanciando 2 volte lo stesso colpo. Megres allora riesce a sorprendela, e dopo averla messa a terra, la rinchiude dentro l'impenetrabile Teca Viola dell'Ametista: la povera Castalia funziona benissimo come esca per cavalieri, infatti dopo qualche minuto ecco che arriva Pegasus. Pegasus combatte per 2 ragioni: lo zaffiro di Megres e la salvezza di Castalia. Inizialmente il cavaliere di Atena sembra prevalere, e Megres è costretto a subire prima il Fulmine e poi la Spirale di Pegasus: Megres però si rialza, e facendo leva sul sentimento che lega Castalia a Pegasus ferma il cavaliere suo avversario. Megres propone a Pegasus di consegnargli lo zaffiro di Thor in cambio della salvezza di Castalia, ed il cavaliere delle 13 stelle non sa cosa fare. Dopo qualche attimo di esitazione, Pegasus attacca Megres, convinto che Atena potrà salvare Castalia: Megres in fondo non è dotato di grandi capacità combattive, ed il Fulmine lo tira via senza che lui si possa difendere. Pegasus attacca ancora una volta, ma adesso Megres riesce a schivare il colpo e raccoglie da un albero una magica spada contornata da lampi di fuoco: è una spada di ametista forgiata da Artax e donata a Megres da Ilda, ed il cavaliere di Asgard dimostra di saperla muovere con grande maestria. Pegasus viene colpito alle gambe e Megres, approfittando di un'attimo di distrazione del suo avversario, lo imprigiona nella Teca Viola dell'Ametista e raccoglie lo zaffiro di Thor: Megres vuole tutti e 7 gli zaffiri. Il cavaliere di Asgard era infatti presente quando Ilda ricevette l'Anello del Nibelungo, e decise di cercare di conquistare gli zaffiri, per ottenere Balmung, uccidere Ilda e diventare il sovrano prima di Asgard e poi del mondo intero: Orion a palazzo ha intuito che Megres trama qualcosa ed è pronto a fermare la corsa del perfido cavaliere. Nel frattempo anche Cristal giunge nel bosco: Megres tenta subito di ingannarlo con uno dei suoi giochetti di parole, ma Cristal non ci casca e con una polvere di diamanti congela la spada di Megres. La spada però si scongela subito ed il cavaliere di Asgard comincia a lanciare pericolosi fendenti su Cristal, ferendolo in varie parti del corpo: Cristal prova addirittura a ghiacciare le gambe dell'avversario, ma Megres si libera con facilità e colpisce pesantemente alla schiena Cristal con un fendente profondo della spada. Il cavaliere di Asgard comincia a colpire furiosamente Cristal, che tuttavia prova a fare la sua parte lanciando prima la Polvere di Diamanti e poi l'Aurora del Nord: Megres schiva il primo colpo e sul secondo viene congelato, ma si libera facilmente. Ed ora entra in gioco l'arma più potente di Megres: il cavaliere richiama a se le Anime della Natura, aizzandole contro Cristal, che si ritrova in balia della foresta impazzita, con liane che lo stringono e rami che lo sbattono violentemente da una parte e dall'altra. Cristal cade a terra stremato e Megres, dopo aver raccolto lo zaffiro di Artax, sta per rinchiudere anche il cigno nella Teca Viola dell'Ametista: ma ecco che interviene Sirio, che frapponendo il suo scudo davanti a Cristal ferma l'azione dell'Ametista. Megres riconosce Sirio, infatti il maestro dei Cinque Picchi tempo fa stava allenando il padre di Megres e rifiutò di insegnargli la pienezza del Dragone: Megres senior attaccò con le anime della natura, ma il maestro dei cinque picchi respinse l'attacco rimanendo immobile e poi spazzò via l'avversario. Visto che il taglio dell'Ametista nulla può contro lo scudo del Dragone, Megres prova ancora le Anime della Natura: Sirio comincia a venire sballottato qua e là dai rami degli alberi come era successo a Cristal, ma in suo soccorso arriva telepaticamente il maestro dei 5 picchi, che dice a Sirio come fermare le Anime della Natura. Sirio dovrà rimanere immobile, per diventare puro spirito e una cosa sola con la natura, in modo che la natura non lo riconosca come nemico e si fermi: Sirio attua gli insegnamenti del maestro e sembra che tutto funzioni, con le anime della natura che si ritraggono di fronte a lui. Megres però è astuto, e distrae Sirio per fargli calare la concentrazione: prima gli chiede come stanno Castalia e Pegasus, e poi gli rivela il suo folle progetto per la conquista del pianeta. Sirio purtroppo cade nel tranello e si distrae per un paio di volte subendo il violento attacco degli alberi: il Dragone finge allora di arrendersi e si spoglia dell'armatura, invitando Megres a rinchiuderlo in una Teca d'Ametista. Megres cade nel tranello e, mentre è ancora intento a lanciare le anime della Natura, prova contemporaneamente la Teca Viola dell'Ametista: è un errore fatale, nessun cavaliere può lanciare 2 colpi nello stesso momento e Sirio ne approfitta per vincere la battaglia con il suo Colpo Segreto del Drago Nascente. Appena Megres esala l'ultimo respiro le bare di Ametista scompaiono: Castalia e Pegasus si rialzano e poco dopo vengono raggiunti da Cristal al quale Sirio ha affidato tutti e 4 gli zaffiri intimandogli di proseguire. Castalia non ce la fa, e dopo qualche insistenza Pegasus prosegue senza di lei: il palazzo reale è vicino, Andromeda corre mentre Cristal e Sirio arrancano faticosamente. Andromeda è il primo ad arrivare a palazzo e, dopo aver vagato un pò dentro i meandri del maniero, incontra MIZAR, il temibile cavaliere verso il quale Castalia stava tentando di mettere in guardia Pegasus: Tisifone in quel momento arriva nella foresta dove giace Castalia e quest'ultima gli racconta un pò di cose da riferire a Pegasus. Castalia tempo fa stava curando il cavaliere del Toro, ferito dall'attacco a sorpresa di Mizar: il possente cavaliere d'oro stava riuscendo a tener testa al suo rivale, ma venne sorpreso da un attacco estraneo alle spalle di cui non capì la provenienza. Castalia si diresse subito verso Asgard per avvertire Pegasus, anche se non sapeva bene su quale tipo di pericolo: fortunatamente incontrò Kiki, che la condusse da Flare la quale raccontò alla sacerdotessa guerriero il mistero che circonda Mizar. Nella costellazione dell'orsa maggiore, la stella di Mizar è affiancata dalla stella gemella Alcor e si dice che anche Mizar sia affiancato ed aiutato in battaglia da un cavaliere ombra di cui neanche lui conosce l'esistenza: Castalia tenta di avvisare Pegasus, ma la foga della battaglia contro Megres le fa perdere il lume della ragione e così lascia a Tisifone il compito che lei non è riuscita a svolgere. Andromeda come al solito ci mette molto coraggio, ma sembra in difficoltà dopo aver subito in pieno i Bianchi Artigli della Tigre e Mizar sta per infliggergli il colpo di grazia quando viene fermato dal provvidenziale arrivo di Cristal e Pegasus: mentre Cristal mostra ad Andromeda gli zaffiri raccolti, Pegasus si prepara ad affrontare Mizar ma Andromeda, dopo aver consegnato a Cristal anche lo zaffiro di Mime, prega i 2 amici di proseguire e di lasciare a lui l'ingrato compito di sconfiggere Mizar. I 2 riescono a passare, coperti da Andromeda che distrae Mizar: l'esito della battaglia non sembra comunque rivelare grosse sorprese: Andromeda infatti è in palese difficoltà e, dopo aver subito per altre 2 volte gli Artigli della Tigre, si vede la catena perdere di efficacia per l'azione congelante del cosmo di Mizar. Andromeda stoicamente si rialza, ma Mizar è palesamente superiore e non si vede come possa batterlo: come se non bastasse, Pegasus e Cristal per salvarsi da una serie di attacchi misteriosi portati da chissà chi finiscono a terra tramortiti da una ventata d'aria congelante. Andromeda lancia la sua catena in un disperato tentativo di colpire l'avversario, ma Mizar congela l'arma del suo avversario fino a spezzarla: Andromeda finisce poi nuovamente a terra colpito da un altro colpo di Mizar, "In nome dei Ghiacci Eterni". Mizar rinchiude Andromeda in una coltre di ghiaccio, un pò come aveva fatto Acquarius con Cristal alla casa di Libra: mentre sta per spegnersi nel gelo, ad Andromeda compare Phoenix che lo incita come al solito a rialzarsi ed a proseguire la battaglia, perchè credere in se stessi è la stessa cosa che acquisire il settimo senso. Andromeda riesce a rialzarsi rompendo il ghiaccio con il calore del suo cosmo ed è nuovamente pronto a combattere: il cavaliere rosa si spoglia dell'armatura per prepararsi a lanciare il suo colpo più potente, la Nebulosa di Andromeda. Mizar resiste solo quando la Nebulosa è leggera, ma con l'aumentare dell'intensità il cavaliere di Asgard non riesce più a resistere e cade a terra sconfitto: proprio nel momento in cui Andromeda aumenta al massimo l'intensità della Nebulosa, un ombra si avvicina al cavaliere di Atena ma qualcuno blocca la sua azione permettendo ad Andromeda di finire Mizar. Appena recuperato lo zaffiro, Andromeda si accorge che è arrivata Tisifone, ma la sacerdotessa guerriero è ferita: è stata lei poco fa a salvarlo, ma da chi? La risposta non tarda a giungere: Andromeda prova a fuggire, ma viene tirato via da qualcuno. Tisifone spiega ad Andromeda che Mizar era affiancato da un cavaliere ombra di cui solo Ilda conosceva l'esistenza, e lo invita ad uscire allo scoperto: ALCOR esce allo scoperto e si presenta ai 2 cavalieri di Atena. Alcor ha una potenza devastante ed Andromeda, stanco, cade a terra fermato da un solo dito del cavaliere ombra: Tisifone resiste per un pò più tempo, ma dopo aver combattuto stoicamente anche lei cade a terra. Alcor sta per finire i suoi 2 avversari, ma 2 piume blu si conficcano nel suo braccio fermandolo: è arrivato Phoenix. I due cominciano subito a combattere ed anche se Phoenix è il più forte tra i cavalieri (parere mio) soffre molto contro Alcor, che è ben più forte di Mizar: Alcor esce completamente dall'ombra rivelando la sua armatura tutta bianca ed identica a quella di Mizar. La sorpresa più grande si ha però quando, nel corso di un'azione concitata, Alcor perde l'elmo e rivela il suo volto: il cavaliere ombra è identico a Mizar, infatti Alcor è proprio suo fratello gemello. Alcor combatte per prendere il posto di Mizar tra i cavalieri di Asgard, perchè pensa di esserne degno ben più di lui, ma Phoenix non capisce come si possa provare tanto odio verso il proprio fratello: dopo varie insistenze di Phoenix che mette in tavola profondi discorsi sull'amore fraterno, Alcor decide di raccontare la sua storia. Una delle famiglie più potenti e ricche di Asgard ebbe tanti anni fa 2 figli maschi, ma la legge del Nord imponeva che si potesse avere solo un maschio per famiglia ed allora decisero di abbandonare Alcor ancora in fasce: anni dopo Alcor incontrò Mizar nella foresta e lo riconobbe come fratello da un ciondolo a forma di spadino che entrambi possedevano. Da quel momento Alcor provo una grande rabbia verso i propri genitori perchè lo avevano destinato ad una vita piena di sacrifici, ed anche verso Mizar, soprattutto verso Mizar che vedeva allegro e felice: si allenò molto ma Ilda gli affidò soltanto l'ingrato compito di cavaliere ombra alla difesa proprio di suo fratello Mizar, e questo gli fece salire ancora la rabbia. Per anni Alcor è stato alle spalle di Mizar, proteggendolo in ogni battaglia ed intervenendo contro ogni nemico, ma lui dice che stava solo aspettando il momento buono per prendere il suo posto: Phoenix però non ci crede, perchè Alcor pochi minuti prima ha temuto per la vita di Mizar, attaccato dalla Nebulosa di Andromeda, ed ha tentato di salvarlo. Alcor però non vuole sentire ragioni e continua ad attaccare pesantemente Phoenix con gli artigli della tigre: il cavaliere della Fenice riesce però a liberarsi per un momento e colpisce Alcor con il Fantasma Diabolico. Dopo un breve incubo, Alcor finalmente rinsavisce e dà ragione a Phoenix: proprio in quel momento, però, Mizar si rialza e prende Phoenix alle spalle bloccandolo ed invitando il fratello a colpire. Ma Alcor adesso non può lanciare il suo colpo, perchè ucciderebbe anche il fratello che ora ha ricominciato ad amare (anche se si può dire che non avesse mai smesso): Mizar allora crolla ed Alcor lo raccoglie per portarlo via con sè e vivere in pace da questo momento in poi. Mentre i 2 camminano nella Neve di Asgard, Andromeda, Phoenix e Pegasus si dirigono verso la sala del trono dove li attendono Orion ed Ilda, mentre Cristal è a terra stremato dal tentativo riuscito di liberare il passaggio per i suoi amici. Flare nel frattempo si è ripresa e vuole tornare sul picco ghiacciato per pregare Odino insieme a Lady Isabel: Kiki è contento perchè è rimasto soltanto un cavaliere da battere, ma Flare lo mette in guardia raccontandogli la storia di Orion. Narra la leggenda che Orion molto tempo fa battè il drago che infestava le foreste del Nord, bagnandosi poi della sua linfa vitale: questo rese il cavaliere di Asgard invulnerabile a qualsiasi attacco. Phoenix ed Andromeda incitano Cristal a rialzarsi, ma nel frattempo Pegasus è arrivato di fronte alla statua di Odino e davanti a lui si pone ORION, l'ultimo dei cavalieri devoti ad Ilda di Polaris, ed anche il più potente: Pegasus prova a convincerlo spontaneamente a consegnare lo zaffiro, dicendogli che Ilda è schiava dell'anello del Nibelungo, ma Orion non lo ascolta. Pegasus allora prova prima il suo Fulmine, poi un calcio volante, ma Orion evita con una facilità disarmante entrambi i colpi e poi con la "Spada di Asgard" colpisce pesantemente Pegasus tramortendolo. In quel momento arrivano gli altri 3 cavalieri: Phoenix attacca subito Orion e resiste per un pò più di tempo, ma anche lui dopo poco viene atterrato. Orion poi sconfigge anche Andromeda, che stava cercando di proteggere Cristal: nel frattempo Sirio si è rialzato, incitato dal suo maestro, e grazie all'aiuto di Tisifone che lo sorregge arriva anche lui ai piedi della statua di Odino. Nello stesso momento Pegasus si rialza e vuole di nuovo combattere: Orion è stupito dalla forza di volontà del suo avversario e comincia a credere che le parole che gli ha detto poco fa siano vere, anche perchè Flare gli disse tempo fa che Ilda era schiava dell'anello. Ma è solo un dubbio momentaneo, ed inoltre la rabbia di Orion cresce ancora di più quando Pegasus lo colpisce di sorpresa alla spalle con il Fulmine: il cavaliere di Asgard lancia verso l'avversario il suo colpo più potente, gli "Occhi del Drago". Tisifone tenta di salvare Pegasus mettendosi davanti a lui, ma il colpo di Orion travolge entrambi: ora tutti sono a terra, e l'unico che può affrontare Orion è Sirio. Il Dragone si lancia coraggiosamente contro l'avversario, ma i suoi colpi non lo sfiorano neanche ed Orion, proclamando nuovamente la sua invulnerabilità, colpisce duramente Sirio con la Spada di Asgard: Sirio tuttavia si rialza, e sta per provare la pienezza del Dragone quando viene fermato dalla voce di Capricorn, che gli intima di non utilizzare quel colpo perchè altrimenti andrebbe perso il prezioso zaffiro incastonato nell'armatura di Orion. Quest'ultimo allora passa al contrattacco e colpisce Sirio con il suo colpo più potente, gli Occhi del Drago: Sirio accusa duramente il colpo e per un attimo sta per desistere, quando la voce del maestro dei 5 picchi arriva in suo soccorso: ogni cavaliere ha un punto debole ed anche Orion, Sirio deve fare solamente attenzione a quando il suo avversario scopre per un attimo la difesa prima di attaccare. Sirio allora aspetta che Orion lanci ancora gli Occhi del Drago, e lo osserva attentamente: ecco infatti che Orion per un attimo abbassa il braccio lasciando scoperto il torace, vicino al cuore. Sirio lancia il Drago Nascente, evitando anche il colpo di Orion, e riesce a colpirlo proprio al cuore facendolo accasciare a terra dolorante: Sirio conosceva la leggenda di Orion, e sapeva anche che una foglia si posò sul corpo del cavaliere mentre si stava bagnando con la linfa del drago ucciso. Non si ricordava però esattamente il punto preciso, ma grazie al consiglio del maestro l'ha scoperto: la foglia si posò sulla schiena, dove i cavalieri per codice d'onore non possono colpire, ma in corrispondenza del cuore e dunque raggiungibile dal torace. Il colpo di Sirio si è fermato però sull'armatura senza provocare danni ad Orion, ma al cavaliere basta aver indicato a Pegasus il punto dove colpire: Orion è sempre più impressionato, non capisce come degli invasori possano rischiare la loro vita per salvare un amico ed i suoi dubbi aumentano. Pegasus ha pochissimo tempo, una brevissima frazione di secondo in cui Orion scopre la difesa e in cui dovrà riuscire a colpirlo: è un compito delicato nelle mani del cavaliere di Atena, ma da questo colpo dipende la salvezza di Ilda e del mondo intero. Pegasus viene spazzato via dal colpo di Orion, ma prima riesce a colpirlo al torace anche se solo lievemente: i 4 amici danno il loro cosmo a Pegasus, che si prepara a lanciare nuovamente il suo colpo pur se è in condizioni pietose, mentre i dubbi di Orion crescono ancora quando vede la lucentezza di 5 cosmi uniti in uno. In quel momento Ilda arriva sul posto e vedendo che Orion esita lancia dal suo scettro un raggio di energia diretto a Pegasus, ma Orion lo ferma con il palmo della mano: il cavaliere di Asgard comunica alla sua regina che dal prossimo colpo che lancerà riuscirà a capire come stanno veramente le cose e chi davvero dei 2 contendenti sta dalla parte della giustizia. Orion lancia nuovamente gli Occhi del Drago, ma stavolta Pegasus li blocca e riesce a colpire pesantemente Orion nel suo punto debole, facendolo crollare a terra svenuto. Credendo che sia morto, Pegasus si dirige verso il corpo dell'avversario per recuperare l'ultimo zaffiro, ma in quel momento arriva un nuovo misterioso cavaliere: il suo nome è SYRIA delle Sirene ed è un cavaliere del mare mandato dal Dio Nettuno. Quest'ultimo è in realtà colui che ha dato l'anello del Nibelungo ad Ilda rendendola schiava, ma ora è rimasto deluso dai continui fallimenti dei cavalieri di Asgard: l'intento finale di Nettuno è quello di estendere il proprio dominio dalle profondità marine fino al mondo intero e per fare questo ha stregato Ilda perchè cercasse di eliminare il suo concorrente più agguerrito, la dea Athena. Pegasus prova ad attaccare Syria, ma il generale marino ferma l'avversario con la melodia del suo flauto, rendendolo inerme ed in preda ad uno strano oblio: quando si è avvicinato abbastanza, Syria tira via Pegasus alzando un braccio ed emettendo un'ondata di luce potentissima. Syria vuole finire Pegasus, ma Orion si pone davanti ed Ilda crede che voglia finire lui Pegasus: Orion invece strappa lo zaffiro dal suo corpo e lo consegna a Pegasus, per poi lanciarsi all'attacco di Syria. Quest'ultimo però blocca anche Orion con il suono del flauto, ed a nulla serva l'estremo tentativo del Cavaliere di Asgard che prova ad evitare la musica rompendosi i timpani: Orion salta verso Syria ed il cavaliere del mare lo trafigge al volo con il taglio della mano. Ma Orion abbraccia Syria e, con un colpo simile alla pienezza del Dragone lo porta con sè tra le stelle spegnendosi insieme a lui: è la fine del più nobile tra i cavalieri di Asgard, l'unico che in fondo aveva capito che Ilda non era più la stessa. Ora Pegasus ha sì tutti e sette i zaffiri, ma si trova in una situazione imbarazzante: deve liberare Ilda ma non può farle del male perchè ha promesso ad Orion di proteggerla al posto suo: il cavaliere di Athena trattiene infatti la forza mentre lancia i suoi attacchi, ed Ilda lo colpisce diverse volte con delle sfere di energia lanciate dallo scettro. Per un momento Pegasus si muove e colpisce lievemente Ilda che si accascia a terra, ma mentre sta per finirla con il Fulmine di Pegasus si blocca nuovamente ed Ilda rinviene tirandolo giù per una scarpata con un'altra sfera di energia: Pegasus malconcio sta per abbandonare ogni speranza, ma in suo aiuto giunge la voce di Gemini. Il cavaliere d'oro della terza casa ricorda a Pegasus che la promessa fatta ad Orion riguarda la vera Ilda, non un fantoccio reso tale dalla volontà dell'anello del Nibelungo e quindi può attaccarla senza paura: Pegasus ritorna in superficie e si avvia subito verso la statua di Odino per prendere la Spada Balmung e spezzare l'incantesimo. Ilda tenta di fermarlo con il "Potere dell'Anello", ma Pegasus viene aiutato dai suoi compagni che si parano tra lui e la sovrana di Asgard: Phoenix blocca addirittura con il suo corpo lo scettro lanciato da Ilda nell'ultimo disperato tentativo di fermare Pegasus. Il cavaliere delle 13 stelle invoca Odino con i mano gli zaffiri perchè gli consegni la Spada Balmung, ma dalla statua non arriva nessuna reazione ed Ilda colpisce ancora una volta Pegasus, che casca in fondo alla statua di Odino facendo volare in aria gli zaffiri: questi ultimi però prima si dirigono verso le stelle dell'orsa maggiore e poi si vanno a disporre sull'elmo della statua. La spada si stacca dall'impugnatura del colosso, e tutta la statua comincia a sgretolarsi: la stessa spada poi si disintegra rivelando le Sacre Vestigia di Odino, che si dispongono incredibilmente sul corpo di Pegasus. Pegasus ha ora in mano Balmung ma non riesce ad usarla contro Ilda, e la sovrana ne approfitta per tirarlo a terra con il Potere dell'Anello: sembra finita, ma un'altra voce ultraterrena giunge in soccorso di Pegasus. E' la voce di Odino, che incita Pegasus ad aver fiducia in lui e ad usare la Spada senza timori di sorta: Pegasus rinfrancato si rialza e scaglia un fendente tremendo contro Ilda. La spada Balmung, come Odino aveva promesso non colpisce direttamente Ilda ma la corona della regina di Asgard si disintegra e l'anello del Nibelungo si sfila, per poi spezzarsi in due e svanire nel nulla: sembra tutto riuscito bene, ma Ilda giace a terra priva di sensi e sembra proprio che sia morta, inoltre nello stesso momento anche Athena sviene sul picco ghiacciato. Lo sconforto regna tra i cavalieri sopravvissuti, ed Asgard comincia ad essere vittima di violenti cataclismi generati dallo sciolgimento dei ghiacci: Ilda però incredibilmente si rialza e si dirige verso l'armatura di Odino, che nel frattempo si è staccata dal corpo di Pegasus. Ilda comincia a pregare Odino prendendo in mano Balmung e mettendosi nella stessa posa della Statua, ma inizialmente le sue preghiere non riescono ad avere il risultato desiderato: invocando ancora una volta Odino, Ilda riesce poi ad ottenere l'aiuto del suo Dio e la forza del cosmo della sovrana di Asgard fa risvegliare Lady Isabel. Sembra il più classico dei lieti fine, con i cavalieri insieme ad Ilda, Flare ed Athena tutti riuniti sul picco ghiacciato, ma un' ondata gigantesca provocata da un vortice sommerge il picco ghiacciato: quando tutti riprendono i sensi, si accorgono che Lady Isabel è scomparsa. La dea Athena è stata rapita dal sovrano dei mari, il Dio Nettuno.

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