Luigi
De Bellis

 


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Andrea Camilleri



IL LADRO DI MERENDINE: Romanzo


È il terzo giallo, dopo La forma dell'acqua e Il cane di terracotta, ad avere come protagonista il commissario Salvo Montalbano, poliziotto flemmatico e generoso, amante della buona tavola e della vita semplice. II romanzo è diviso in venti capitoli, a cui fa seguito una «Nota» dell'autore.
La vicenda si svolge a Vigàta, immaginario paese della Sicilia nel quale l'autore ambienta tutti i suoi romanzi. Durante le indagini relative all'omicídio di un commerciante di Vigàta, Aurelio Lapecora, trovato accoltellato in un ascensore, il commissario Montalbano sospetta l'esistenza di un collegamento tra questo crimine e la morte violenta di un tunisino imbarcato sul motopeschereccio Santopadre di Mazara del Vallo. Si scopre una relazione segreta del signor Lapecora con la donna delle pulizie tunisina Karima Moussa, misteriosamente scomparsa. Il commissario indaga recandosi nella casa della donna a Villaseta e scopre che Karima ha un bambino, Francois e un libretto di risparmi di cinquecento milioni affidato a un'amica. Passando davanti a una scuola elementare, il commissario viene a sapere che un bambino extracomunitario ruba le merendine ai compagni; sospettando che si tratti di Francois si apposta nei pressi di una villa abbandonata dove il piccolo va a rifugiarsi: trovata conferma ai suoi sospetti, convince Francois a nascondersi in casa sua, dove viene affidato alle cure della fidanzata, Livia Burlando. Tra il bambino e la donna nasce una grande simpatia che preoccupa il commissario, spaventato dalle propensioni di Livia al matrimonio e alla maternità.
Il romanzo prosegue con un complesso intrico di vicende, nelle quali si affacciano numerosi altri personaggi, tutti variamente collegati alla malavita e colpevoli in misura diversa di reticenza. Nonostante l'omertà, il commissario riesce, sulla base di minimi indizi, a ricostruire la trama dei due delitti. Per la morte del signor Lapecora arresta la vedova, Antonietta Palmisano, uxoricida per gelosia e perché il marito stava dissipando i suoi soldi con Karima. La morte del tunisino viene spiegata in relazione a un traffico internazionale di armi. Durante un colloquio con il colonnello dei servizi segreti Lohengrin Pera, il commissario gli rivela di avere scoperto la rete di quel traffico illecito, per neutralizzare il quale numerosi rappresentanti delle forze dell'ordine - tra cui lo stesso colonnello - hanno giustiziato segretamente i responsabili. Il colonnello invita Montalbano a mostrare comprensione verso quei metodi illegali, ma il commissario replica: «Io e lei abbiamo concezioni diametralmente opposte su che cosa significhi essere servitori dello Stato, praticamente serviamo due stati diversi. Quindi lei è pregato di non accomunare il suo lavoro al mio». Montalbano garantisce al colonnello di non svelare la vicenda, ma in cambio esige che egli faccia ritrovare il cadavere di Karima, affinché Francois possa essere adottato; e inoltre, non volendo essere trasferito altrove come vicequestore, gli chiede di bloccare la propria promozione. Infine scrive una lettera a Livia, chiedendole di sposarlo e di adottare il bambino.

Come in altri romanzi, anche nel Ladro di merendine l'autore utilizza diversi dialetti per caratterizzare i personaggi e una sorta di italo-siciliano nelle parti narrative di raccordo.

 

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