Il nucleo principale del romanzo - strutturato in centoundici brevi capitoli - è
una crisi coniugale tra l'io narrante, Edoardo, e sua moglie Luciana, che è
incinta del terzo figlio. La crisi, che si ricomporrà con la nascita del figlio,
è il filo conduttore che attraversa piani narrativi intrecciati, in una continua
alternanza e confusione di realtà e sogno.
Il racconto ha inizio con una festa nella sale da ballo di un albergo.
L'inserimento ex abrupto di una storia di marziani predispone il lettore a una
serie di "situazioni" che si ramificano l'una dall'altra: la narrazione il
sogno, il ricordo di avvenimenti precedenti, si intrecciano con calcolata
complessità. Dopo la festa, i coniugi si ritirano nella camera d'albergo: il
protagonista si addormenta e, al risveglio, non trova più la moglie accanto a
sé. Poco dopo, un amico gli comunica che la donna è stato vittima di un
misterioso incidente, cosicché entrambi si recano nel luogo dove è ricoverata.
Da questo punto in poi, prende il sopravvento la fabula onirica: si infoltiscono
le avventure, vissute o più spesso sognate, e i tempi narrativi. Il racconto si
snoda dapprima attraverso le passate esperienze erotiche del narratore,
riesumate in molo freddo e minuzioso, poi nella rievocazione di alcuni momenti
della vita coniugale - in cui tornano i reciproci sospetti di tradimento -
infine attraverso una serie di luoghi (percorsi realmente o in sogno) che
comunicano per mezzo di una serie di cunicoli, porte, stretti passaggi. Il tempo
della narrazione si svolge quasi per intero nei dintorni dell'albergo di
montagna che la coppia frequenta con i figli (e che somiglia talvolta a un
ospedale o a un sanatorio), ma è continuamente interrotto da ricordi e da
intrusioni narrative del Protagonista.
Temi ricorrenti sono: la morte, l'eros, il corpo nella sua fisicità e nudità, la
paternità e la malattia. In questo viaggio onirico, che si interromperà
d'improvviso con la nascita del figlio, ricorrono elementi simbolici
appartenenti alla tradizione alchemica, come, per esempio, l'immagine della
fontana nella grotta, la scena di sesso consumato nell'acqua, o la metamorfosi
rituale. In uno degli ultimi sogni narrati tali elementi si sovrappongono e si
confondono: Edoardo vede la moglie bruciare lentamente e correre per un immenso
labirinto; la vede poi gettarsi in un lago bianco, che diventa infine un immenso
letto e si macchia di sangue.
Altro motivo reiterato è quello del gioco: il gioco del romanzo, il gioco delle
carte, il gioco delle sedie, e altri. La presenza di questa componente
combinatoria moltiplica i piani di lettura e funge da concreto e visibile
esempio di un'ambiguità che riveste tanto la scrittura quanto la vita.
Il recupero di molteplici tradizioni letterarie (rivissute attraverso
l'inquietudine individuale) costituisce il «moderno, inatteso barocco» (Luciano
Anceschi) cui il romanzo fa capo. L'uso libero della punteggiatura, l'infrazione
del consueto andamento narrativo, la perdita di centralità del soggetto
grammaticale o la sovversione delle sequenze temporali - cifre stilistiche della
narrativa sperimentale degli anni Sessanta esasperate da Sanguineti - fanno di
questo testo uno tra i più significativi della neoavanguardia.
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