Speciale Musica Celtica: esperienze e contatti

SPECIALE -MUSICA- CELTICA!

Esperienze e contatti
A cura dei membri della Tavola Rotonda di
MENHIR

Incontro con i FOLK ROAD

I Folk Road; foto by Fabian T.I Folk Road a Lecce

Lecce, 15 febbraio 2001.

Il nostro viaggio continua e l'incontro con i musicisti e la tradizione musicale "celtica" sembra davvero non smettere mai di stupirci. Per il V Celtic Day, abbiamo avuto ancora una volta l'ennesima conferma di quanto illuminante possa essere un confronto diretto con le radici culturali e il vissuto umano espresso in musica. Fautori di tale prezioso arricchimento sono stati quattro impareggiabili musicisti membri dei FOLK ROAD, il penultimo gruppo protagonista di questo entusiasmante evento musicale (e non solo), i quali, con indubitabile professionalità, ci hanno nuovamente presi per mano e condotti nell'universo pulsante della musica scoto-irlandese e bretone. A subire l'inarrestabile flusso emozionale avviato senza troppi convenevoli forse già dalle prime note, sono stati loro malgrado i robusti tavoli in legno del James Joyce Irish pub, trasformati, per l'occasione, in ideali strumenti percussivi battuti da altrettanto robusti (fortunatamente!) bicchieri, degni dei migliori vetrai irlandesi! La nostra generosa partecipazione al concerto dei FOLK ROAD non poteva più limitarsi al semplice battito di mani, e il sentito ritmare dei nostri vuoti bicchieri è stato il frutto di una naturale simbiosi con le avvolgenti melodie e la tipica atmosfera di un pub veramente in festa. Ma stupore davvero c'è stato e non tanto per l'esser rimasti indenni alla gioiosa e irresistibile baraonda, quanto nell'aver udito, dopo un inaspettato e unanime silenzio, il magico e suadente suono di uno strumento a dir poco eccezionale: l'Hammer Dulcimer. Troppo difficile riuscire a descrivere la dolcezza evocativa di un simile strumento, magistralmente suonato dal polistrumentista Mariano De Simone, ben accompagnato da voce, chitarra, fisarmonica, violino e percussioni. Proprio per questo, si è pensato di parlare in questa pagina dell'interessante storia di uno strumento, appartenente quale cordofono alla famiglia dei salteri, divenuto un protagonista nella cosiddetta musica celtica. La convinzione è che raramente si riesce a essere rapiti in tal maniera da uno strumento come l'Hammer Dulcimer, per la prima volta ascoltato dal vivo per mano dei FOLK ROAD!
F.T.

La magia di un viaggio, "The long and winding road"...

Nella "inutilità" dell’attesa, tra un continuo mandare giù birra (ovviamente marchiata Irlanda), ci abbiamo rimesso parte della nostra tranquillità d’animo; "immergiamoci nella lettura, accompagnandola bevendo qualcosa - pensiamo sempre a questo - al Caffè letterario prima del concerto".
No, non ci siamo imborghesiti. Sapevamo oramai che lo spettacolo sarebbe stato entusiasmante (siamo al quarto appuntamento), e la ricerca di un’emozione aggiuntiva è scusa per avere un altro arricchimento dalla serata. Pigri e speculatori, non ci alziamo dai tavoli (poverini, come li abbiamo martellati!) e la visione di quattro figure anticonformiste e fiabesche, che con la realtà condivide solo la dolcezza, ci cattura provocando la nostra voglia d’interloquire cultura.
Curiosità giornalistica (curiamo un sito d’informazione culturale sul mondo dei Celti) e intrattenibile spontaneo comportamento, ci avvicinano a loro. Come sapevamo di non essere invadenti? Della frase "Amore per l’Arte" abbiamo sperimentato (Vi ricordate i nostri precedenti articoli?) una delle sue accezioni: comunicare e condividere.
Magnetici Loro, vogliosi noi; Lo erano mentre ci parlavano della storia del gruppo, dell’ultimo successone discografico, di una maturazione artistica che trova, tra l’altro, conferma nella partecipazione alla colonna sonora dell’ultimo film di Martin Scorzese, delle influenze musicali che hanno catturato e proposto in quasi dieci anni di vita artistica, della completa formazione che varia tra i nove (9) e i dieci (10) elementi, ecc.
Quando si accorgono che l’ora d’inizio è passata da un pezzo, ci sentiamo un po’ in colpa ma in realtà non ce ne duolevamo poi tanto.

È insapore il Loro inizio (smentendo l’impressione raccolta in un’ora di discussione), altezzoso e snobboso. I brani proposti sembrano più vicini a suoni di provenienza country americano, l’assenza del cantante (e leader) fa assumere allo spettacolo evidenti momenti d’improvvisazione; gli unici momenti veramente superlativi sono rappresentati dall’esecuzione di brani, con "criminale" bravura tecnica dei quattro, non molto conosciuti neanche ai più esperti del genere. Il pubblico però, sembra non gradire lo stesso.
Eppure l’incontro con altre culture non è mai deludente, e la magia di un viaggio al loro interno puoi coglierla oppure averla in dono; cioè non ti tradirà mai.
S’intimizza la melodia, i ritmi trovano amplificazione nell’incontro "violento" tra il vetro dei bicchieri e il legno del tavolo, la voce a quattro diventa recitazione sempre intonata e la musica, grazie in particolar modo all’
Hammer Dulcimer, si manifesta nella sua più alta religiosa nobiltà.
Non siamo capaci di narrarvi ciò che è successo da quel momento in poi; i sentimenti, specie nella forma più naturale, sono per definizione indescrivibili e l’arduità del compito toglie bellezza all’immaginazione che v’invitiamo ad utilizzare.

Si può concledere raccontandovi la continua richiesta di brani da eseguire con l’Hammer Dulcimer, (ne siamo stati completamente ipnotizzati) con il pubblico-tutto-raccolto intorno ai Folk Road ad osannare la poesia più dolce vissuta in quella meravigliosa sera.
M.R.

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L'HAMMER DULCIMER in azione! Foto by Fabian T.L'HAMMER DULCIMER suonato dai Folk Road

I FOLK ROAD nascono nel 1990 da un gruppo di musicisti con la passione per l'Irlanda. Il campo d'intervento musicale è, ovviamente, quello del folk revival di area celtica (scoto-irlandese e bretone). Hanno effettuato più di duecento esibizioni dal vivo negli ultimi anni. Nel 1995 è stato l'unico gruppo italiano invitato a festeggiare il St. Patrick Day presso l'Hotel Sheraton di Roma, alla presenza dell'Ambasciatore d'Irlanda e, nel 1998, rappresentano l'Italia nell'ambito del Festival Internazionale di Gannat. Il gruppo d'origine dei FOLK ROAD è composto da: Marcello De Dominicis (voce solista e chitarra); Vincenzo Zenodio (fisarmonica); Caterina Bono (violino); Pierpaolo Eramo (flauto e tin whistles); Vittorio Schiboni (bodhran, cucchiai e ossa).

In questi mesi i FOLK ROAD sono attivamente impegnati nella realizzazione ed esecuzione della colonna sonora in un film di Martin Scorzese, il quale sta girando a Roma le scene di questo suo ultimo lavoro, per cui fra l'altro è stata richiesta la presenza dell'attore Leonardo Di Caprio come protagonista.

Lo HAMMER DULCIMER L'HAMMER DULCIMER con relative mazzuole

L'Hammer Dulcimer (o Hammered Dulcimer) compare nella lettura organologica nostrana sotto il termine di salterio a percussione: un termine corretto ma generico, perché le famiglie dei salteri comprendono una buona parte dei cosiddetti cordofoni. Sono salteri ad esempio il clavicembalo e il pianoforte, il primo a pizzico e il secondo a percussione, entrambi con tastiera. L'odierno Hammer Dulcimer è l'erede di salteri e dulcimer medievali, i quali a loro volta vantano sicuramente antenati che affondano radici nei secoli se non nei millenni. In effetti è proprio in epoca medievale che si pone la distinzione tra salterio - ovvero psalterion, dal greco psallo: pizzicare una corda -, e dulcimer - termine che appare per la prima volta nel trecento, come dowsemere, dulcoemel, e più tardi dulce melos, in altre parole "dolce suono" -, che definivano all'atto prtico il medesimo strumento in funzione del fatto che fosse suonato a pizzico, generalmente con plettri, ovvero a percussione, con bacchette o mazzuoli. Salteri e dulcimer potevano avere varie dimensioni, e casse di differenti fogge: l'iconografia rimanda al quadrato, al rettangolo, al trapezio scaleno o isoscele, eventualmente con i lati obliqui ammorbiditi da una curvatura (la cosiddetta sagoma a "testa di porco"). Ancora oggi, benché la forma più diffusa sia quella trapezoidale, non esistono dimensioni o standard costruttivi di alcun tipo; questo perché lo hammer dulcimer, nonostante il suo magico suono, non è entrato nella prassi colta, o per meglio dire orchestrale. Il tratto comune era l'impiego di corsi di due o più corde metalliche tenuti sollevati da ponticelli appoggiati alle tavola armonica. E' da notare, ad ogni buon conto, che l'impiego della tecnica a pizzico o di quella a percussione non incide strutturalmente sullo strumento. Le corde sono tese tra i due lati obliqui dello strumento, e rimangono sollevate dalla tavola armonica grazie a ponticelli appoggiati su quest'ultima. Nell'accordatura più diffusa il rapporto tra le corde è di una quinta: un moderno modello a ventitre corsi di corde, può agevolmente suonare in La, Re, Sol e Do, e ovviamente nelle relative scale modali. Da diversi anni a questa parte lo hammer dulcimer è divenuto un protagonista della cosiddetta musica celtica, e in particolare di quella irlandese, grazie soprattutto al diffuso impiego che se ne registra negli Stati Uniti. Il fatto che esso sia associato in primo luogo alla tradizione americana - la cosiddetta old time music - e a quella inglese, non deve far dimenticare che è a tutti gli effetti uno strumento documentato tanto in ambito irlandese che scozzese, e dunque lo si può considerare a pieno titolo uno strumento tradizionale in entrambi i contesti.

Notizie tratte dalla rivista "Keltika, vol.17",
"Alla scoperta dello Hammer Dulcimer", di Gianni Cunich, p.28.

Ascolta il suono di un salterio! (Wave file da 600 kb)

A cura dei membri della Tavola Rotonda di MENHIR

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Contatti:
Marcello De Dominicis 0773-621032 Mariano De Simone 0338-8303460
mdesimo@tin.it

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