INTERVISTA A FABIANA REDIVO
Terza parte
A cura di Fabio Truppi
6)
La Fantasy, dal punto di vista della sua struttura
narrativa nonché dei temi trattati, affonda le sue radici in quel lontano
passato che ci lega all'epica di Omero, se non ancor prima all'Epopea di
Gilgamesh. Nonostante ciò, il genere non compare assolutamente nei programmi
scolastici come materia di studio, e spesso è ingiustamente sottovalutato anche
da una certa schiera di critici e dai media, pur annoverando talentati
autori del calibro di J. R. R. Tolkien, di David Gemmell e di numerosi altri.
Qual è il tuo parere in proposito?
- La domanda è piuttosto complessa e per rispondere esaurientemente dovrei avere tempo per approfondire. In effetti l’inserimento del genere fantasy nei programmi scolastici contribuirebbe a dare una dimensione nuova a certi classici della letteratura (vedi Odissea, Eneide, Orlando furioso ecc.) temo però che la maggior parte degli insegnanti tenderebbe a sorvolare l’argomento.
Per quanto riguarda i critici e i media, effettivamente in Italia non sembrano prendere in seria considerazione il genere, o almeno questa è la mia sensazione. Forse parte della causa risiede nel fatto che in passato gli editori hanno pubblicato “di tutto di più” e magari a fianco delle opere di Tolkien e Gemmel, sono usciti romanzi la cui qualità lasciava a desiderare.
7)
Recentemente la cinematografia sembra aver
"riscoperto" il genere, ("Kull", "The lord of the rings",
"Dungeons and Dragons", ecc.) così che finalmente si ha l'occasione
di vedere sugli schermi personaggi che vivevano solo nella nostra mente. Qual è
il tuo apprezzamento nei confronti, ad esempio, dell'intento del regista Peter
Jackson di trasporre in film la trilogia de "Il signore degli anelli"
di Tolkien?
-
Alleluia!
Però… c’è un però! Nonostante il film mi sia piaciuto moltissimo (sono
andata a rivederlo al cinema più di una volta), non riesco proprio a capire per
quale motivo in alcuni punti il regista abbia abbandonato la trama del libro per
aggiungere scene di sicuro effetto, ma estranee all’opera. Ed è davvero un
peccato, perché (ad esempio) Tom Bombadil è un personaggio di non poco conto e
Tolkien non l’ha certo inserito nella trama a casaccio; eppure nel film non
trova posto.
8)
Per la tua avvincente saga hai scelto di creare un
intero popolo le cui radici si basano nel Vento. Ci spieghi le ragioni?
- Nella mia saga il vento simboleggia il pensiero e ritengo che questo sia abbastanza chiaro. Aggiungo per onestà che mi riesce difficile dare una spiegazione razionale circa i motivi che mi hanno fatto creare un intero popolo che affonda le radici nel vento. Il fatto è che sono un’istintiva. Vedi, il vento fa parte della mia vita. A Trieste la Bora parla al cuore, se sei disposto ad ascoltare; se sei disposto ad ascoltare, hai la mente aperta; se hai la mente aperta apprezzi la libertà di pensiero; se apprezzi la libertà di pensiero, rispetti il prossimo (la catena si allungherebbe ancora, ma mi fermo qui). Così sono nati gli harjni, cioè i Figli del Vento.